Il cerchio si chiude. Una storia che vi emozionerà.

La mia prima Fanfiction.

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  1. Gaoh
     
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    Re Saggio

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    Grazie per i commenti positivi: nemmeno io pensavo di ottenere questi risultati.
    Con questo capitolo mettiamo in moto gli eventi.


    Capitolo 3: Questioni da risolvere
    La notizia dell'attacco a Shentani non passò inudito: fu un clamore generale; le leonesse più giovani erano scatenate; se non assaltavano la Rupe stessa, poco ci mancava: solo la presenza di Sarabi e Sarafina riucì a bloccare gli animi prima che si corresse il rischio di spargere sangue.
    Kora e Mizali in particolare, erano le più sconvolte del gruppo, e anche Dotty e Spotty sembravano adirate con le iene: orgogliose com'erano, anche loro, pur se fedeli a Scar, non sopportavano la presenza di simili vicini nelle Terre del Branco.
    Scar, nonostante tutto fece chiamare Rafiki, il quale diagnosticò con gravezza:
    "Le ferite riportate sono troppo gravi. Continuare a cacciare in questo stato sarebbe troppo pericoloso per lei; deve osservare un periodo di riposo."
    A queste parole, Uzuri si ricordò di Tama, e non riuscì a trattenere le lacrime: fuggì dalla grotta; in contraccambio, Nyota, Kula e Kima erano imbestialite: respiravano sbuffando rabbiosamente, e non sembravano chiedere altro che fare uno scempio delle iene, e porre fine una volta per tutte alle loro diaboliche risate.
    Nala era rimasta in disparte, come pietrificata; sembrava come scollegata dal resto del mondo: troppo dolore in due anni, troppa sofferenza; sentiva di possedere una cicatrice, come quella di Scar, ma la sentiva nel cuore, e ancora più profonda.

    Quando le anziane riuscirono a placare le giovani, Scar le congedò, affermando con chiarezza che lo stato di Shentani non avrebbe rallentato la caccia in alcun modo.
    Il Re si ritirò nei suoi quartieri, e quando Zira fece per seguirlo, Azari rimasta da sola, cercò di parlarle.
    "Zira..."
    "Che cosa vuoi?" ringhiò la giovane compagna del Re. Azari si bloccò: lo sguardo di Zira era incredibilmente infuocato. "Io... volevo solo sapere..."
    "...Cosa?" la interruppe la figlia, come se fosse già stanca di parlare.
    "Ti senti felice?" sul muso della vecchia si aprì un debole sorriso.
    La reazione di Zira fu lapidaria.
    "FELICE!?" Ruggì. "Non c'è felicità in questo branco di incapaci! La nostra vita era migliore prima che arrivassimo qui!"
    Azari si ritirò, spaventata da quella reazione. "Io... io c-credevo che ci tenessi a una vita migliore della nostra passata come v-vagabondi..."
    "Tu credevi che sarei stata felice affidando la mia vita nelle zampe di queste inconcludenti!" Zira sembrava fuori di se'. Azari non l'aveva mai vista così furente. "E poi da quand'è che hai ricominciato a interessarti a me? Da quando Mizali è entrata nella tua vita io non esisto più per te!"
    "Questo non è vero!!" esclamò Azari, affranta. "Ti ho sempre amata, Zira! Tu sei mia figlia! Sai che ti vorrò sempre bene!"
    L'espressione dura di Zira vacillò: per un secondo, i suoi occhi parvero farsi umidi; ma in un secondo, la sua espressione tornò più cupa di prima. "L'unico essere che io amo è Scar! Non dimenticarlo!" Voltandosi, fece per allontanarsi. Azari cercò di seguirla.
    "Zira! Ti prego!"
    "Tornatene da Mizali! E' lei la tua vera figlia, ora!"
    E con questo, la questione si chiuse.
    "O Chozi!" esclamò Azari, accasciandosi amareggiata al suolo. "La nostra bambina... è così... cambiata!"

    Sarafina aveva cercato Nala per tutta la sera, e l'aveva trovata sulla cima della Rupe: aveva l'aspetto di una che sta già con una zampa nella fossa.
    Le si accostò dandole una lieve carezza con il muso. "Tesoro..."
    "Mmh?" mugugnò lei, alzando lievemente la testa.
    "Sei sicura di star bene? Ti vedo pallida..."
    "Sono solo stanca, mamma..." Sarafina rimase colpita. "Talmente stanca da non aver nemmeno la forza di arrabbiarmi con Scar! Sento che sta arrivando la nostra fine!" Con un singulto, prese a singhiozzare. Sarfina si sdraiò accando a lei, e le poggiò la zampa sulla testa, sussurrandole nell'orecchio: "Non perdere la speranza. Mai."
    E con una rapida movenza, la lasciò ai suoi pensieri.

    La partenza di Shentani, avrebbe richiesto l'ausilio di alcune giovani; Kima, Kora e Kula si proposero per aiutarla a compiere il viaggio, e a prendersi cura di lei: Scar aveva ceduto per legge, alle preghiere di Sarabi, e così, il tutto venne predisposto.
    Nala, che non aveva mai avuto modo di conoscere bene Shentani, si propose di farle almeno i migliori auguri; la vecchia era ancora debole, e si muoveva a stento.
    Con un leggero inchino, Nala salutò l'anziana: "Ti auguro ogni fortuna. Possa il cielo guidarti a una vita migliore" Rimase a testa bassa, e rimase come di stucco, quando sentì l'abbraccio della vecchia. "Ti ringrazio, mia cara." Le sollevò la testa per guardarla negli occhi, e sorrise: "Sei davvero diventata bella, ragazza mia; accetto il tuo augurio e lo rinnovo su di te!" Dall'occhio di Nala scese una lacrima; Shentani sorrise: "Non temere; le cose belle finiscono, ma anche le cose brutte, prima o poi devono farsi da parte". E con questa frase si allontanò.
    Nala abbracciò e salutò le amiche. Quattro leonesse avrebbero lasciato la Rupe quel giorno, e sarebbero passati mesi, prima che potessero fare ritorno.

    Tutto sembrava a posto, ma non era così.
    In lontananza, Nala vide con chiarezza, un altro gruppo, formato da Azari, Mizali e Lia. Nessun'altra parve accorgersi di loro, e così le raggiunse di corsa.
    "Non starete andando a caccia!" esclamò sconvolta. Si stupì degli sguardi fulminanti delle tre.
    "Abbiamo deciso di andarcene!" sbottò Lia, senza riuscire a sollevare del tutto la testa. "Questa vita non fa per noi. I nostri corpi soffrono, e ormai non possiamo evitare il rischio di malattia, restando in queste Terre maledette!"
    Nala si irrigidì dal terrore. "Ma non potete!" I suoi occhi minacciarono un nuovo pianto: "Non potete andarvene!"
    "Dobbiamo!" mormorò Azari, abbracciando Mizali, che non parlava. "Abbiamo preso ieri sera questa decisione. Dillo tu a Zira, a me non darebbe ascolto."
    "Azari..."
    Con un leggero singulto, la vecchia sfiorò la fronte di Nala. "Sai che è necessario!"
    "Odio ammetterlo..." ringhiò Lia, "ma è così!" Per un secondo si rallegrò. "Ma non temere, quando tutto questo sarà finito torneremo. Vedrai!"
    E tra le quattro non si udì un'altra sillaba.
    Quel giorno, non quattro, ma ben sette delle diciannove leonesse se ne andò dalla Rupe dei Re.

    Nala rimase a guadare mentre si allontanavano: era una giornata di sole, ma il vento era freddo e cupo, trasportatore di polvere e foglie secche. I suoi occhi fissarono il cielo vuoto, di un'azzurro intenso ma triste; i suoi occhi si rifiutarono di trattenere ancora le lacrime.
    Riferì all'istante ciò che le era stato ordinato, ma Zira, nella sua ossessione per il Re, non parve nemmeno sentirla, e con il cuore gonfio di amarezza, la giovane cacciatrice si preparò per la battuta di caccia.

    Nel frattempo, altrove, sul Baobab sacro, Rafiki osservava i dintorni, per catturare un qualunque segno nel vento: lui aveva visto con chiarezza il corpo di Mufasa, così come lo avevano visto tutti, ma il mancato ritrovamento del corpo di Simba lo aveva fatto sperare. Tuttavia, negli ultimi tempi, anche lui dubitava di ogni possibilità.
    Il caso volle, che quel giorno, il vento gli facesse capitare qualcosa tra le mani: dei rimasugli di erba e fiori, il cui odore indicava con assoluta certezza che non provenivano dalle Terre del Branco. A guardarli bene, erano stati sollevati la notte precedente, e molto a Nord, rispetto alla Rupe dei Re. In un istante si precipitò nel suo laboratorio, dove cominciò a setacciare sulla gigantesca foglia di banano ricurva.
    Per distrarsi durante l'analisi, spezzò uno dei suoi manghi preferiti, ma non aveva ancora dato il primo morso, che ecco, nella foglia apparve una sagoma singolare: il pulviscolo dell'erba, si era disposto in una forma di criniera, mentre il polline dei fiori si era depositato al centro, formano... un muso di leone.
    Bisogna figurarsi come ci rimase Rafiki: i suoi occhi per la sorpresa si spalancarono, e la sua voce si ruppe in gola.
    Lo sguardo gli cadde sulle pitture rupestri che aveva distrutto la notte in cui Scar era salito al trono: un'immagine era rimasta, sbiadita, ma non rimossa del tutto.
    "E' vivo..."
    Continua...

    E questo è tutto. Per ora...

    Edited by Gaoh - 9/2/2013, 21:17
     
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