La voce dei dimenticati

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  1. …Giuly…
     
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    ECCO FINALMENTE TUTTA LA FF... MANCA SOLO L'ULTIMO CAPITOLO, CHE POSTERO' FORSE GIà DOMANI... VOLEVO LASCIARE UN PO' DI SUSPANCE... UN BACIO XD

    P.s. non ho avuto il tempo di mettere in corsivo i pensieri di Nuka... quando vedete i salti dalla terza alla prima persona sapete perchè:)


    Il ritorno del re- Il giudizio
    Capitolo IV (parte 3)

    -Simba…e i cuccioli?-
    Simba rimase in silenzio per un attimo, ma poi parlò.
    -Loro non hanno alcuna colpa.. Sono stati cresciuti in un mondo di violenza ma… -
    Zira lo interruppe, la voce che tremava.
    -Tu non sai niente, Simba. Niente-
    Il re continuò come se nulla fosse.
    -Ma la colpa non è la loro. Perciò… possono restare. Saranno affidati ad una delle leonesse e crescendo troveranno il loro posto nel cerchio della vita, come mio padre avrebbe voluto-
    Nuka, a quelle parole, corse verso sua madre e la strinse forte.
    -Mamma, mamma! Non andartene! Rimani con noi…-
    La leonessa ringhiò, e i suoi occhi color ghiaccio ringhiarono con una luce quasi folle.
    Una luce desiderosa di vendetta, ma colma di dolore, angoscia, paura che cercava di essere celata.
    E anche affetto materno.
    -Io non abbandonerò mai i miei cuccioli, Simba! Esiliaci tutti, e tieniti questo peso sulla coscienza. Ma io non li lascerò nelle tue mani. Saranno cresciuti per seguire le orme di Scar, e Kovu diventerà re!-
    Zira abbassò le orecchie e si acquattò a terra.
    Simba fece lo stesso.
    -Vattene, Zira. Il tempo di Scar è finito, e così anche il tuo! La vostra follia non danneggerà più le mie terre!-
    Il re fece per prendere Kovu per la collottola e consegnarlo alle altre leonesse, ma quest’ultimo si dimenò e si rifugiò tra le zampe della madre.
    -Vedi?! I miei cuccioli hanno scelto. Sanno qual è la strada da seguire, Simba. Puoi esiliarmi, puoi esiliare me e i miei cuccioli, ma il mio odio non si estinguerà mai!-
    -Tu non sei in grado di decidere, Zira!-gridò Simba.
    Nuka, col cuore che batteva a mille, in quel momento prese una decisione.
    Che cambiò tutte le loro vite per sempre.
    Decise che era abbastanza grande per disporre della propria vita come meglio preferiva.
    E scelse di stare con sua madre.
    Allora alzò la testa, e affrontò Simba.
    -Per favore, io voglio stare con mia madre. Non voglio separarmi da lei..-
    Tra le sue zampe spuntò anche Vitani, che con i grandi occhi acquosi fissò il re.
    Simba, udendo quel bizzarro leoncino di nemmeno due anni pronunciare parole così decise, rimase per un attimo interdetto.
    In fondo, quei cuccioli volevano bene alla propria madre, per quanto essa fosse accecata dal male.
    Non era giusto separare una madre dai propri cuccioli.
    -E sia…-sospirò.
    Poi si rivolse direttamente a Zira.
    -Tu conosci la pena per gli esiliati che varcano il confine delle Terre del Branco. Tu e i tuoi cuccioli non potrete mai più tornare-
    La leonessa sogghignò.
    -Io invece ho la sensazione che ci rivedremo presto, Simba…-
    E con queste ultime parole, afferrò Kovu per la collottola, fece cenno a Vitani e Nuka di seguirla e balzò a testa alta dalla Rupe dei Re.
    Un posto che un tempo aveva potuto chiamare casa, ma che ora non lo era più.
    Spero che riuscirete ad essere più forti del lato oscuro che c’è in voi…
    Fu l’augurio silenzioso di Simba a Nuka, Kovu e Vitani.
    Spero che riuscirete a trovare la vostra strada senza seguire le orme di Scar.
    Nuka sentì un brivido percorrergli la schiena, quasi come se avesse potuto intuire i pensieri del re.
    Ad ogni modo, nessuno dei quattro rinnegati si guardò indietro.
    Per loro un nuovo destino si era già messo in moto.





























    La marcia
    Capitolo V

    I rinnegati avanzavano.
    Assieme a loro si erano aggiunte leonesse di altri branchi, in cerca di vendetta.
    Tutti erano in attesa di riscatto, di una rivincita.
    Zira era alla testa di quel branco improvvisato.
    Dietro di lei, Nuka cercava di tenere il passo.
    Ma il caldo, la sete e la fame si facevano sentire.
    Kovu, dietro di lui, ansimava, con la lingua quasi a terra.
    Zira aveva preso Vitani per la collottola e la trascinava così.
    Nuka si caricò in spalla in fratellino e continuò ad avanzare.
    Ma non mise mai in dubbio, mai, nemmeno per una volta, che Zira avesse torto.
    Che li stesse portando verso un massacro.
    Che avesse perso la sua opportunità nella vita.
    Nuka aveva una famiglia, per quanto sregolata e assurda.
    Ce l’aveva e non l’avrebbe mai abbandonata.
    -Nuka… ho fame…- sussurrava Kovu, sdraiato sulla schiena del fratello, che sotto di lui ansimava.
    -Anche io, Kovu… resisti, siamo quasi arrivati-
    In realtà non sapeva quando sarebbero arrivati.
    Ripeteva ossessivamente questa frase per convincere Kovu, ma anche per dare forza a se stesso.
    Cercava di farsi forza perché nessuno lo aiutava.
    Perché in fondo era piccolo.
    Perché aveva dovuto imparare a crescere troppo presto.
    Ad un tratto, Nuka sentì il fratello accasciarsi sulla sua schiena.
    -Kovu! Mamma, aspetta, fermati!-
    Zira si fermò, venendo verso di lui.
    -Kovu, Kovu!- urlava Nuka, cercando di rianimare il fratellino, privo di sensi.
    Ad un tratto una zampata offuscò per un attimo la vista di Nuka.
    -Sei un irresponsabile!- urlò Zira.
    -Kovu è l’erede di Scar!-
    Nuka non rispose.
    Guardò per terra, a testa bassa.
    -Kovu non dovrà passare più così tanto tempo con te!-
    -Basta… basta che stia bene…- trovò il coraggio di sussurrare Nuka, con le lacrime agli occhi.
    La leonessa leccò il muso di Kovu, che socchiuse leggermente gli occhi.
    -Tranquillo, cucciolo mio…-
    Vitani, che era stata depositata a terra, guardò un po’ interdetta Nuka –forse anche lei non riusciva a capire- e poi proseguì a piedi assieme alla madre.
    Il leoncino continuò a camminare.
    La gola gli bruciava in modo asfissiante.
    Il caldo e la coltrina di polvere gli annebbiavano la vista e la mente.
    Non voleva pensare.
    Ma non si pentì della scelta che aveva fatto.
    Sua madre non era capace di amarlo.
    Era l’unica soluzione.
    Non era capace di amarlo, ma lui doveva amare lei e i suoi fratelli.
    Era in qualche modo il suo compito.
    Era il ruolo che si era scelto nella vita.
    E doveva portarlo avanti.

    Le Terre di Nessuno erano un luogo che ispirava soltanto una cosa: suicidio.
    Sempre che non si morisse prima per la mancanza di acqua, cibo e una tana, un luogo all’ombra.
    Tutto era secco e abbandonato.
    Le crepe che correvano nel terreno si interrompevano quando degli alberi secchi e striminziti si impegnavano nel tentativo di ergersi su quelle terre, ma poi i lunghi e secchi rami, privi di vita, ricadevano a terra.
    Spinosi e contorti.
    Alcune leonesse scoprirono un enorme termitaio, dove il branco si rifugiò dal sole e dal caldo.
    Nuka scoprì un misero rigagnolo d’acqua e bevve un po’, prima di comunicare la scoperta agli altri.
    Non gli piaceva mentire o far finta di niente, ma se doveva sopravvivere era necessario.
    Prima andò da sua madre.
    -Mamma… ho trovato dell’acqua. Prima di dirlo agli altri… porto Kovu a bere. E Vitani. Va bene?- le sussurrò all’orecchio.
    Sapeva che avrebbe acconsentito.
    I due cuccioli bevvero avidamente, mentre il fratello maggiore li osservava, vigile.
    Riportandoli nel termitaio, si avvicino a Kovu.
    -Stai bene?-
    Il cucciolo annuì.
    -Nuka… perché siamo qui?- gli chiese poi, i grandi occhioni sgranati.
    -Non lo so, Kovu. Non lo so-


















    Confessioni
    Capitolo VI

    I giorni, le settimane, i mesi che seguirono furono per Nuka una tortura che non voleva mai finire.
    Vitani si era molto allontanata da lui.
    Passava la giornata con le altre leonesse, a cacciare.
    O meglio, a cercare qualcosa da cacciare.
    E Kovu… Kovu gli era stato portato via.
    Zira lo svegliava la mattina prima di tutti per allenarlo, e a sera, quando Nuka sperava di potergli parlare o di poterlo stringere a sé, il cucciolo crollava dalla stanchezza e si addormentava.
    Nuka si crucciava per questo.
    Kovu era solo un cucciolo ancora, aveva diritto a divertirsi e a giocare come tutti gli altri.
    Come aveva fatto lui, prima che tutto crollasse.
    Un giorno, a Kovu venne concesso un giorno libero.
    Nuka non lo sapeva, e infatti era rimasto nella sua tana a dormire.
    Kovu voleva tanto giocare con lui, ma non trovandolo, decise di esplorare le Terre di Nessuno.
    Si spinse fino al confine.
    Qualche ora più tardi Nuka, che si era appisolato, venne svegliato bruscamente da un ruggito.
    -Tu! Tu dovevi badare a tuo fratello!-
    Una zampata gli oscurò la vista per un attimo.
    Nuka non riusciva a capire.
    Ma Kovu non si stava allenando?
    Alzò lo sguardo, e dietro alla figura irata di sua madre vide Kovu, raggomitolato su se stesso e terrorizzato.
    Stava per dire che non ne sapeva niente, ma sarebbe stato come consegnare il fratellino a una punizione certa.
    -Scusa mamma… mi sono addormentato-
    Kovu lo guardò sbalordito, ad occhi sgranati.
    -Sai cos’ha fatto tuo fratello?! È andato nelle Terre del Branco e ha fatto amicizia con la figlia di Simba!-
    La leonessa ringhiò.
    Poi la sua collera si riversò di nuovo su Kovu.
    Fu in quel momento che nella mente di Zira nacque un progetto, che avrebbe inevitabilmente cambiato le loro vite per sempre.
    -Che cucciolotto intelligente… quando sarai pronto, ti avvicinerai alla figlia di Simba. E tanto più riuscirai ad avvicinarti a sua figlia, tanto più riuscirai ad avvicinarti a Simba. E allora…-
    Un ghigno maligno si dipinse sul volto della leonessa.
    Poi portò via Kovu.
    Nuka si sentiva tremendamente in colpa.
    Per il fatto di non essersi accorto che suo fratello non si allenava e di aver quindi sprecato un intero pomeriggio con lui, sia per il fatto che Kovu aveva rischiato la vita.
    E lui non c’era ad aiutarlo.
    Quella sera Kovu si trascinò, insonnolito, fino dal fratello e si accoccolò accanto a lui.
    Nuka sorrise e lo strinse a sé.
    -Nuka… oggi, quando Simba è arrivato a prendere sua figlia, mi hanno ringhiato tutti contro. Ma io stavo solo giocando con Kiara. Perché? Perché devo essere il cattivo? Perché credono che potrei farle del male?!-
    Gli occhi di Kovu erano sgranati e tremendamente tristi.
    Nuka non trovava risposta a quella domanda straziante che il fratello gli poneva.
    -Ascoltami bene, Kovu. Ascoltami molto bene. Gli altri, durante il corso della tua vita, ti appiccicheranno addosso molti nomi, sia belli che brutti. E tu non potrai farci nulla.
    Dovrai tenerteli. Quello che è importante è che tu non dimentichi chi sei davvero, Kovu. È importante che tu sappia sempre, sempre, chi sei dentro. Non dimenticarlo mai-





























    Il piano
    Capitolo VII (parte 1)


    Da quel giorno, Nuka aspettava con ansia il calare del sole per poter passare del tempo con il fratello.
    Parlavano sempre un po’, la sera.
    Parlavano dei loro sogni, delle loro speranze.
    Speravano nel futuro, in tutto ciò che sarebbe stato.
    E il tempo passava in fretta così.
    A Nuka finì di crescere la criniera e divenne un leone adulto.
    Un adulto minuto e gracile.
    Anche Kovu crebbe.
    Crebbe forte e possente, nonostante fosse ancora un adolescente.
    La criniera gli era cresciuta presto, folta e scura come il suo manto.
    Gli occhi, verdi, coglievano il minimo spostamento.
    Le sue zampe, temprate da anni di allenamento, erano capaci di correre per lungo tempo senza stancarsi.
    A Nuka a volte capitava di provare un po’ di invidia.
    Ma era la preoccupazione il sentimento che corrodeva il suo animo più di tutto.
    Kovu era sì cresciuto, ma Zira in qualche modo gli aveva costruito una prigione inviolabile dove aveva rinchiuso il suo cuore.
    Non c’era più traccia, in quel leone, del cucciolo dai grandi occhi verdi che cercava la compagnia del fratello e che gli parlava di sé, la notte.
    Era solo una macchina, oramai.
    Nuka non lo riconosceva più.
    Non trovava più in lui quello che aveva amato.
    Eppure non perse mai la speranza di ritrovare, negli occhi di quel leone sconosciuto, lo sguardo di suo fratello.
    Infine, venne il giorno.
    L’inizio della missione di Kovu.
    Tutto era stato predisposto e deciso.
    Nuka voleva rimanere estraneo il più possibile a quella vicenda, ma sua madre gli aveva comunque affidato un compito.
    Quel pomeriggio, assieme a Vitani, si recò al Cimitero degli Elefanti.
    Mentre camminava i ricordi lo assalirono.
    Guardava Vitani e riconosceva in quella leonessa la piccola leoncina che era stata.
    Anche il suo carattere era cambiato, ma aveva un cuore.
    Era diventata un’abilissima cacciatrice, e Nuka era orgoglioso di lei.
    Ma con lei non aveva mai avuto un rapporto così intenso e complice come quello che aveva avuto con Kovu.
    E non riusciva a mentire a se stesso su quanto questo gli mancasse.
    Dopo un po’ la sorella lo riscosse dai suoi pensieri.
    Dovevano muoversi.
    I due incendiarono dei bastoni di legno sfruttando l’emissione dei gas in quella che una volta era stata la residenza delle iene, e corsero via.
    Superarono il confine delle Terre di Nessuno e individuarono Kiara, la figlia di Simba.
    Il piano era molto semplice: la principessa era nel bel mezzo della sua prima battuta di caccia; era viziata e inesperta. Una facile preda.
    Nuka e Vitani avrebbero fatto scoppiare un incendio nella savana, e Kiara si sarebbe presto trovata in difficoltà.
    A quel punto sarebbe intervenuto Kovu, che l’avrebbe salvata, guadagnandosi così il rispetto e la fiducia di Simba.
    A quel punto, uccidere il re sarebbe stata un’impresa facile.
    Una volta assolto il suo compito, Nuka fece per tornare indietro.
    Era deluso, frustrato, amareggiato.
    Distinse la sagoma di suo fratello, in lontananza.
    Abbi cura di te, Kovu…
    Poi voltò le spalle, e tornò a casa.
    Kovu non si era accorto di nulla.
    La sera, Zira trascinò Nuka alla Rupe dei Re.
    Erano giorni che Nuka non parlava con Kovu, e quando lo sentì parlare con Kiara la sua voce gli risultò estranea.
    Era arrogante, pieno di sé, borioso.
    Dov’era finito suo fratello?























    Fratelli- Come te nessuno mai
    Capitolo VIII


    Nuka prese l’abitudine di girovagare, nonostante il ferreo divieto, per le Terre del Branco.
    Un tempo quel luogo era stato casa sua, ma lui non l’aveva mai conosciuta così verde.
    Faticava a ritrovare i luoghi della sua infanzia, nonostante scavasse dentro di sé alla ricerca di qualche particolare.
    Nonostante Nuka non riconoscesse più Kovu, sapeva che sepolto dentro di lui, da qualche parte, suo fratello c’era ancora.
    E comunque, era sempre il fratello maggiore.
    Aveva delle responsabilità, e voleva assicurarsi che Kovu non si facesse male.
    Ora come ora, il fatto che Simba fosse o non fosse re lo lasciava totalmente indifferente.
    Un tempo, quando Kovu era ancora come lo ricordava, allora forse sarebbe stato un re migliore di Simba
    Ma ora… il mondo non aveva bisogno di un altro Scar.
    In ogni caso, ora che Nuka era adulto riusciva a capirlo, doveva qualcosa a Simba.
    In fondo, quando era ancora un cucciolo, il figlio di Mufasa aveva cercato di dargli una vita migliore.
    Perché mai avrebbe dovuto desiderare la sua morte?
    In modo improvviso ma graduale però, qualcosa stava cambiando.
    Nuka seguiva Kovu, senza che quest’ultimo lo sapesse, e vedeva una strana luce nei suoi occhi.
    Inizialmente si comportava così come Zira l’aveva formato.
    Era arrogante, si credeva superiore.
    Ma col passare delle ore a Nuka pareva di riconoscere un qualcosa nella sua voce.
    Come il soffio di un ricordo, di un qualcosa di passato.
    Era come una delicata carezza, sapeva di tenerezza.
    Che si stesse smovendo qualcosa, dentro Kovu?
    Si stava innamorando?
    Ad un tratto, nel corso della giornata, Kovu alzò inavvertitamente lo sguardo.
    E Nuka non fece nulla per nascondersi.
    Ma Kovu fece qualcosa che Nuka non si sarebbe mai aspettato.
    Qualcosa che non gli vedeva fare da quando era un cucciolo.
    Kovu sorrise.
    Gli sorrise.
    Un sorriso caldo e semplice, da complice.
    O forse semplicemente quel sorriso un po’ stentato e timido di chi si deve far perdonare qualcosa.
    Sei…sei davvero tu, Kovu?
    Sei tornato?
    Nuka si rivide davanti quel batuffolo di pelo nero che piangeva e inciampava in qualunque cosa incontrasse.
    Percepì nuovamente il tocco bagnato della lingua del cucciolo sul suo muso.
    Quasi il tempo non fosse mai passato.
    Cosa stava succedendo?
    Nuka si allontanò dal fratello e da Kiara, ignara di tutto, dopo quello sguardo.
    Quello che c’era da dire era stato detto.
    Non aveva bisogno di altro.
    E poi, gli pareva che Kovu e Kiara avessero qualcosa da fare assieme.
    Non voleva certo intralciare.
    Per questo si stupì quando quella sera, mentre sonnecchiava sotto ad un albero, aprendo un occhio si trovò davanti Kovu.
    -Kovu..? Ma cosa…-
    -Scusami, Nuka. Per tutto… per come ero diventato. E tu, tu ci sei sempre stato!
    Io non ricordo di quando ero un cucciolo… non ricordo nostra madre, non ricordo Scar o l’esilio.
    Però oggi ho ricordato ogni singola immagine di te che ho conosciuto…-
    Kovu si interruppe, la voce rotta.
    Non sapeva cos’altro dire.
    Nemmeno lui sapeva cosa gli stava accadendo.
    Nuka non disse nulla, ma abbracciò suo fratello.
    Il suo fratellino.
    E si stupì quando gli sembrò di abbracciare di nuovo quel leoncino per cui avrebbe dato la vita.
    E per cui l’avrebbe data ancora.
    Parlarono a lungo quella notte.
    Come facevano un tempo.
    E così, Kovu era davvero tornato?
    E alla fine il discorso cadde su ciò che Kovu doveva fare.
    -Non è il mio destino… io non voglio uccidere Simba! Io non sono quello che nostra madre voleva… lo sono stato, ma non lo sono più! Kiara… non mi perdonerebbe mai!-
    Nuka non sapeva cosa dire.
    Non era più così semplice consolarlo.
    Gli tornarono però alla mente, in quel momento, le parole che gli aveva già detto molto tempo addietro.
    Gli tornò alla mente l’immagine di quel leoncino con le lacrime agli occhi, che lo guardava sconsolato.
    Chiedendosi perché.
    Perché era toccato a lui.
    -Te lo dissi allora, Kovu, e te lo ridico ora… Quello che è importante è che tu non dimentichi chi sei davvero, Kovu. È importante che tu sappia sempre, sempre, chi sei dentro. Non dimenticarlo mai-












    E quando il mondo cade
    Capitolo IX

    Nuka tornò nelle Terre di Nessuno quella notte.
    Sapeva che Kovu avrebbe parlato con Kiara e Simba, la mattina dopo.
    Sperava solo che tutto andasse bene.
    Quello che non sapeva era che Zira e Vitani si erano accorte del cambiamento di Kovu.
    Che stavano organizzando un’imboscata.
    Nuka, fiducioso nel cambiamento del fratello, quella notte dormì sonni tranquilli.
    Quando però si alzò, la mattina dopo, avvertì subito qualcosa di strano.
    Nelle Terre di Nessuno non c’era un’anima viva.
    Un po’ inquieto, il leone si avviò verso la Rupe dei Re.
    Avrebbe dovuto incontrare lì Kovu, come avevano concordato.
    Aspettò per un tempo che gli sembrò infinito.
    I secondi passavano lunghi come decenni.
    E l’inquietudine nel suo cuore aumentava ad ogni istante.
    Dopo una decina di minuti, Nuka si allontanò.
    Aveva un gran brutto presentimento.
    Mentre vagava per la savana, ad un tratto gli parve di sentire delle voci vicino alla gola.
    Si avvicinò, e quello che vide lo lasciò agghiacciato.
    C’era sua madre, e tutto il suo branco laggiù nella gola.
    Decine e decine di tronchi ammassati uno sull’altro bloccavano il passaggio.
    E Simba era proprio lì.
    Tentava di scappare.
    -Kovu, uccidilo!- urlò Zira.
    Nuka guardò negli occhi terrorizzati del fratello.
    “Non posso farlo, Nuka…” dicevano.
    -Kovu!- urlò ancora Zira.
    Poi Kovu prese una decisione.
    Corse da Simba, ma per aiutarlo a scappare.
    Zira ruggì di frustrazione mentre Kovu spingeva il re fuori dalla gola.
    In qualche modo ci riuscì, e stava per seguirlo quando una zampa gli rimase incastrata tra due pezzi di legno.
    L’equilibrio del leone era precario, e il cuore di Nuka si fermò.
    -No, Kovu!-urlò, balzando con agilità verso di lui.
    Con le unghie e con i denti Nuka riuscì a smuovere i tronchi e a liberare il fratello, ma prima che riuscisse a scostarsi una voragine gli crollò addosso.
    E tutto diventò nero.
    Prima di svenire, gli giunse alle orecchie il grido disperato di Kovu e il ruggito di Zira.
    Nuka cercò di rispondere, ma l’aria gli mancava.
    Dei tronchi gli schiacciavano la cassa toracica.
    Se qualcuno non fosse venuto ad aiutarlo, sarebbe morto nel giro di poco.
    Dopo un tempo che gli sembrò infinito, mentre il respiro si faceva irregolare e una insolita nebbia gli oscurava la vista, percepii delle zampe raspare contro il legno, e dopo poco la luce del sole lo investì.
    Nuka non vedeva, ma avvertì la lingua ruvida di un leone sfiorargli la guancia.
    -Kovu…?- sussurrò con voce flebile.
     
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  2.  
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    Re Leone

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    Grandissima, sei bravissima, aspettto l'ultimo capitolo per commentare bene perchè sono da cellulare ma il tuo modo di scrivere è fantastico e quasi commuovente, bravissima!!!
     
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  3. Somoya
     
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    davvero molto bello , brava ^^, aspetto anch'io il seguito con ansia :D
     
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  4. …Giuly…
     
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    ragazzi... sono in frettissima perchè sto cercando di non farmi beccare... O.o....
    quindi vi allego TUTTTA LA STORIAAAA!!!
    in fine trovate... IL FINALEEEE!!!

    Scusate l'inconveniente!

    Prima di andarsene, avvista Kun e lo bracca ringhiando.
    "KUUUUUUN!!!! I MIEI REP!!!!!!!! ROAAAAAARRRR!!!!!!!!"
    File Allegato
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    Re Leone

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    Ti ho dato i punti ^^


    Finale fantastico e commovente, io continuo a stupirmi ogni volta che leggo qualcosa di tuo, sei veramente bravissima nello descrivere i sentimenti, e questa ff è tutta basata su questo, e ciò la rende unica e stupenda, non riesco a trovare altre parole se non che vorrei saper scrivere bene come te XD
     
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  6. …Giuly…
     
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    Grazie Kun:) Spero tanto che anche altri tornino a leggere questi ultimi capitoli...
     
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    Ho appena un momento per poter vedere nuovi messaggi nel forum, e non immagini che sorpresa nel vedere un tuo messaggio in questo topic!
    Ho letto i capitoli finali proprio adesso, davvero stupendi, i pensieri sono descritti meravigliosamente, l'introspettivo è assolutamente eccezionale..
    Devi darmi qualche altra lezione, voglio arrivare ai tuoi livelli!! XD
    Uffa mi manchi troppo ç_ç

    Alla fine ti sei attenuta parzialmente al canonico, ma mi piace tantissimo, solo per il fatto che Nuka abbia voluto così bene alla sua famiglia, indistintamente, soprattutto a Kovu, ed essere ricambiato così, gli da finalmente quel rispetto e quella stima nei miei confronti che non è mai riuscito a guadagnarsi nel film.
    Prima lo vedevo come un leone divorato dall'invidia e pressoché comico (beh alla fine è così nel film xD) ma in questa ff.. è davvero un Nuka diverso, davvero.. stupendo.
    Spero di poter leggere ancora le tue fan fiction, sono davvero bellissime, e anche molto istruttive.
    Alla prossima Fan Fiction e..
    Torna presto che mi manchi da morireeeeeeeeeeeeeee ç_ç
     
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126 replies since 1/7/2012, 12:55   1919 views
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