Mashujaa wa zamani

prequel.. (o come si scrive..)

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    Le primissime luci dell'alba illuminarono l'ingresso della caverna, ai lati di essa vi era la coppia di leoni demoni, completamente immobili come fossero statue di pietra, scolpite a difesa di quel varco.
    Gli sguardi si perdevano nell'immensità della pianura che si stagliava di fronte alla grande montagna.
    La brezza frizzante del mattino soffiava incessantemente, agitando la criniera del demone ocra, seduto immobile di lato al passaggio, mentre il sole aveva fatto capolino all'orizzonte, e da li a poco avrebbe illuminato e riscaldato quella landa con tutta la sua potenza.
    Senza preavviso, la leonessa voltò di scatto il capo in direzione del compagno.
    -Rasur, è ora, andiamo.-
    Il demone ocra si alzò, fissando nei grandi occhi blu la leonessa, la quale lo imitò.
    Entrambi lentamente si avviarono, aumentando man mano la loro andatura, finché non si ritrovarono a correre uno di fianco all'altra.
    Raggiunsero in brevissimo tempo il limite dello spiazzo antistante l'ingresso della grotta e si lanciarono entrambi nel vuoto.
    Lo strapiombo scorreva velocissimo, entrambi i demoni erano appaiati in quella discesa sfrenata, l'aria turbinava e rombava prepotentemente attorno a loro, entrambi avevano gli arti anteriori rannicchiati al corpo, quelli posteriori completamente distesi; la loro velocità aumentava in maniera vertiginosa.
    Come due proiettili sparati da un'arma invisibile, ormai stavano per impattare contro il terreno sottostante.
    Con un lampo di luce, i due leoni presero forma di sfere luminose e saettarono in avanti, parallele al terreno, lasciando dietro di loro una striscia di erba bruciata.
    Entrambi erano a pochi millimetri dal suolo mentre avanzavano velocissimi.
    -Rasur, prima o poi ci faremo del male, sarebbe meglio che la smettessimo con questo gioco.-
    -Sai perché la velocità e il volo mi piacciono così tanto? Perché è sufficiente un minimo errore e sei morto!-
    -Appunto, e di questi tempi è quello che dovremmo evitare, non credi?-
    -Un po di rischio ogni tanto non guasta.-
    -E' inutile discutere con te, vuoi avere sempre ragione.-
    -Da che pulpito viene la predica.-
    La leonessa trasmise al leone demone un'immagine stizzita, Rasur per tutta risposta sorrise.
    I due proseguirono velocemente verso il luogo indicato dove giaceva la coppia di leoni.
    -Credi che i corpi siano ancora li?-
    -Lo spero Loynaar, altrimenti non sapremo nulla.-
    -Se non sbaglio, quell'oasi descritta dovrebbe essere di fronte a noi.-
    Le due sfere luminescenti si adagiarono a terra e nello stesso istante i due demoni ripresero la loro forma animale.
    -Proseguiamo a piedi, avremo più possibilità di notare eventuali indizi in questo modo.-
    La coppia di leoni si distanziò di circa quindici metri e iniziò lentamente ad avanzare, osservando attentamente l'ambiente.
    Impiegarono circa un paio d'ore prima di raggiungere il luogo dove si trovavano ancora i corpi privi di vita dei giovanissimi leoni.
    Non fu difficile trovare quel posto; l'odore dei corpi in decomposizione li aveva guidati con precisione millimetrica.
    -Rasur, guarda; eccoli.-
    I demoni si avvicinarono lentamente, osservando l'area.
    I corpi dei leoni erano adagiati uno di fianco all'altra, il pelo ispido di entrambi lasciava intendere assieme all'odore acre e dolciastro, che erano passati parecchi giorni dalla morte di entrambi; però qualcosa non andava.
    Entrambi i demoni si fermarono immediatamente.
    -Occhi aperti Loynaar.-
    -Ho notato.-
    Contemporaneamente i demoni scandagliarono l'area tutt'attorno col potere delle loro menti, ma non trovarono nulla.
    -E' strano- Disse la leonessa demone -Che in tutto il tempo passato dopo la loro morte, nessun spazzino abbia approfittato di loro.-
    -Esattamente, anche a me sembra molto strano; cerchiamo di esaminare le loro menti, in cerca di qualche traccia di energia.-
    Il demone ocra si avvicinò ai corpi privi di vita, mentre la leonessa montava di guardia, onde evitare improvvisi attacchi.
    Rasur chiuse gli occhi e indirizzò i suoi pensieri nei corpi privi di vita di fronte a lui.

    ***

    Le leonesse guaritrici fecero capolino dall'ingresso della caverna, seguite a breve distanza dalla loro scorta.
    Roy e Werrin si fermarono all'imboccatura, mentre Vervada e Sender proseguirono fino al ciglio dello spiazzo antistante la caverna; si sedettero per osservare la grande pianura ai piedi della montagna, e poco dopo si voltarono indietro.
    La fresca, frizzante brezza mattutina faceva ondeggiare le criniere dei due leoni mentre i raggi solari mettevano in risalto la possente muscolatura di entrambi.
    I loro sguardi si incrociarono per un breve istante.
    -Roy, Werrin, avete ben chiaro dove si trova il leone da soccorrere?-
    Entrambi i leoni annuirono.
    -Si, si trova in una brughiera a circa un giorno e mezzo di marcia da qui, e nel tragitto c'è una caverna che ci farà da rifugio per la notte, all'interno c'è anche una fonte d'acqua.-
    Le leonesse annuirono.
    -Li attorno ci sono anche arbusti che producono bacche e piccola selvaggina da cacciare.-
    -Perfetto, possiamo partire allora; Jormungr è già stato avvertito?-
    Werrin annuì.
    -Si, ci ho pensato io stesso a comunicare il percorso che avremmo fatto e le tempistiche; ho calcolato che ci serviranno all'incirca quattro giorni per fare ritorno.-
    Sender osservò incuriosita il leone marroncino chiaro di fronte a lei.
    -Come mai quattro e non tre?-
    -Nel caso dovessimo trasportare quel leone e fosse particolarmente pesante, anche se dubito che il suo eventuale trasporto possa essere un problema; ci è stata fornita una limpida descrizione, è impossibile sbagliarsi.-
    -Perfetto allora, e comunque a questa eventualità non ci avevo pensato, bene, credo che possiamo partire allora.-
    Detto questo, le leonesse guaritrici si alzarono e si avviarono di buon passo sul sentiero che discendeva la montagna, seguite a breve distanza dalla loro scorta.
    I due leoni avevano lo sguardo fisso sulle leonesse davanti a loro, ogni più piccolo particolare di quei corpi lo conoscevano a memoria, ad ogni passo i fianchi delle leonesse ondeggiavano in perfetta simbiosi; sorelle anche nelle movenze avevano sempre detto tutti.
    Le forme perfettamente tondeggianti delle leonesse assieme al loro profumo, avevano ormai ipnotizzato i due leoni che le stavano seguendo a breve distanza, la loro attenzione era ormai concentrata soltanto su quello; ad un certo punto scivolarono entrambi su un lastrone levigato.
    Roy e Werrin caddero contemporaneamente sbattendo violentemente il muso a terra e ferendosi leggermente.
    Le leonesse si fermarono e accorsero preoccupate, per poi subito dopo scoppiare in una fragorosa risata.
    -E voi sareste la nostra scorta?-
    Vervada e Sender esplosero in una risata senza fine, rotolando a terra mentre i leoni imbarazzatissimi affossavano il capo tra le spalle, avevano un gran caldo, ma non era dovuto indubbiamente dalla temperatura.
    -Fatevi dare un'occhiata, imbranati!-
    Roy era assistito da Vervada, mentre Sender si stava dedicando a Werrin.
    I due leoni stavano cercando disperatamente di distrarsi e non far notare il proprio imbarazzo, ovviamente con scarsissimi risultati, facendo scoppiare a nuovamente a ridere le leonesse.
    -Siete davvero buffi!-
    Roy cercava di giustificarsi, guardando il terreno di fronte a lui.
    -Beh... Insomma... Può succedere di distrarsi a volte... No?-
    La risata successiva fu inevitabile, e il senso di vergogna dei due leoni aumentò a dismisura.
    Sender si avvicinò a Werrin, sedendosi di fianco a lui, aveva il muso solcato dalle lacrime e tra uno spasmo e un singhiozzo, si rivolse nuovamente al leone.
    -Sembra quasi che voi due non abbiate mai visto un posteriore!-
    Le leonesse esplosero nuovamente in una enorme risata mentre i due leoni si sdraiarono a terra coprendosi il muso con le zampe.
    -Finitela per favore... E' abbastanza imbarazzante sapete?-
    -Oddio, se continueremo di questo passo non arriveremo mai a destinazione!-
    -Arriveremmo invece... se voi due.. ecco... non...ecco... come dire... evitaste di ancheggiare in quel modo!-
    I quattro componenti esplosero nell'ennesima risata, e poco dopo tutto tornò come in precedenza.
    -Questa volta andiamo avanti noi? Che ne dici Roy?-
    Il leone sorrise.
    -Credo che sia meglio, almeno non faremo di nuovo figure meschine!-
    Ripresero la marcia, il sentiero era ricoperto di pietra a scaglie, staccatasi dalla grande montagna che li sovrastava a causa del calore cocente del sole e dalle intemperie.
    Passarono poco meno di dieci minuti e la scena precedente si ripropose, ma questa volta a parti invertite.
    -Che succede? Mi pare una scena già vista da qualche parte... Sembra che voi due... Non abbiate mai visto un posteriore!-
    -Roy piantala!! Ci siamo solo distratte! Ecco!-
    -Immagino che siano stati i sassolini a terra la causa di tale distrazione! Oppure potrebbero essere state le... Le nuvole?-
    Il gruppo riprese a ridere, poi Sender ammutolì tutti quanti.
    -Beh, il mio Werrin ha un gran bel posteriore! Chissà se è stata quella la mia distrazione...-
    -Sorella ma che dici! Sei impazzita?-
    Esclamò stupita Vervada.
    -Dico la verità! E lo dici anche tu del tuo Roy quando siamo sole! Ah!-
    Le sorelle guaritrici ripresero a ridere copiosamente mentre i due leoni se avessero potuto, sarebbero scappati a gambe levate da quella situazione di imbarazzo.
    Passarono alcuni minuti di totale silenzio, poi Roy commentò a denti stretti rivolto al fratello.
    -Jormungr ci ha mandato per difenderle, ma non ha pensato che qualcuno dovesse difendere noi da loro!-
    -Eh, hai ragione... le femmine... predatrici.. E' nel loro “io” metterci sempre in imbarazzo. Non so come mai, ma ho l'impressione che lo stiano facendo apposta.-
    -Beh, dai; un pochino ce la siamo cercata, non credi?-
    Werrin sorrise.
    -Forse.-
    Continuarono la marcia per tutto il giorno; si stavano addentrando nella pianura, l'erba alta ondeggiava spinta dal vento mentre il calore cocente del sole dava una visione distorta degli alberi in lontananza.
    L'atteggiamento dei quattro era radicalmente cambiato; Roy e Werrin si muovevano veloci e furtivi, captavano e neutralizzavano qualsiasi movimento sospetto, fortunatamente questi non erano mai una minaccia o un pericolo; le leonesse si sentivano protette.
    Nessuno rideva, nessuno scherzava, i sensi erano all'erta, impegnati nella costante ricerca del pericolo; Vervada e Sender potevano contare sulla protezione devota di due autentiche macchine da guerra, nulla sfuggiva loro.
    Mancava ancora qualche ora all'arrivo della sera, quando i quattro si trovarono di fronte ad una piccola collina dai fianchi piuttosto ripidi, molti strati di roccia erano ben visibili, arbusti secchi facevano capolino da anfratti tra le rocce grigie, in netto contrasto con l'ambiente circostante, molto più vivo e rigoglioso; e alla base di questa vi era una piccola grotta, non era molto profonda, ma era un ottimo riparo dalla rugiada notturna che da li a breve sarebbe sopraggiunta.
    -Dobbiamo prepararci per la notte, io e Roy andremo a caccia, c'è molta selvaggina nei paraggi, voi intanto riposate, saremo di ritorno a breve.-
    Le leonesse annuirono e si diressero verso l'ingresso della grotta.
    -Roy, ma non avevate detto che c'era anche una fonte d'acqua all'interno?-
    -Si Sender, sul fondo noterete la roccia erosa da un rivolo continuo.-
    Le leonesse si addentrarono e notarono subito solco provocato dall'acqua; quel continuo flusso scorreva velocemente, levigando alla perfezione quello strato di tenera roccia calcarea, per poi scomparire in un anfratto.
    Roy e Werrin lasciarono le sorelle guaritrici e si avviarono per la battuta di caccia; tutt'attorno crescevano arbusti fitti, ottimi per tendere imboscate e quelli che crescevano vicino alla grotta offrivano bacche dal sapore dolciastro e in gran quantità.
    La sera stava sopraggiungendo quando da dietro una piccola collina fecero ritorno i due leoni.
    Il sole basso all'orizzonte dietro di loro proiettava sul terreno lunghe ombre facendoli apparire ancora più possenti e maestosi di quanto già non fossero.
    Entrambi portavano stretto tra le fauci il frutto della loro caccia: un cervo.
    -E quello da dove salta fuori?-
    -Cara Vervada, non sai che noi siamo pieni di risorse?-
    Roy aveva chiaramente sul muso l'espressione soddisfatta, quasi volesse far capire di essere il miglior cacciatore del mondo.
    -Oh, mi scusi sua maestà!-
    -Hai finito di prendermi in giro?-
    -Giammai caro mio! Questo è uno dei pochi momenti che abbiamo a disposizione e non intendo farmelo scappare!-
    Roy sorrise.
    -Poi comincio io a prendere in giro te, fai attenzione..-
    I quattro risero godendo della compagnia reciproca, scherzarono per tutta la serata; quando erano in branco non sarebbe potuto accadere, le leonesse non volevano che fosse resa pubblica la loro situazione sentimentale.
    La notte stava sopraggiungendo e i leoni si stavano disponendo nella caverna.
    -Roy, Vervada, potete andare fuori? Vorremmo un po di intimità io e Sender..-
    -Werrin non ci pensiamo neanche! Voi andate fuori! Noi restiamo qui! E dobbiamo ancora cenare!-
    I due leoni presero a spintonarsi con un'espressione divertita sul muso, mentre le leonesse incitavano il rispettivo compagno, poi improvvisamente, dopo un rapido scambio di sguardi, le sorelle scattarono contemporaneamente in avanti colpendo i due leoni impegnati in quella lotta giocosa, facendoli ruzzolare fuori.
    -Voi starete fuori e noi qui dentro, mi sembra la soluzione migliore!-
    -Vervada! Sender! Così trattate i vostri compagni?-
    Le leonesse stavano per rispondere quando i due leoni si voltarono e scattarono contemporaneamente in avanti, espressioni feroci si erano stampate sui loro musi e correndo velocemente si portarono nei pressi di un grosso arbusto li vicino.
    Roy balzò in avanti entrando a capofitto in quella selva di rami, atterrando e bloccando con la sua ferrea morsa la gola dell'intruso, mentre Werrin aveva afferrato un arto posteriore e lo stava trascinando allo scoperto.
    Un giovane leone dal manto scuro era disteso, tremante a terra.
    La ferrea stretta di Roy impediva al giovanissimo leone di respirare e di li a poco avrebbe perso i sensi, poi la morsa letale si allentò leggermente; in quell'istante sopraggiunsero anche le sorelle guaritrici.
    -Adesso ti lascerò andare, ma se fai una mossa sbagliata, ti sviscero.
    Intesi?-
    Il leone non ebbe nessuna reazione, aveva gli occhi completamente sgranati, era terrorizzato.
    Roy strinse nuovamente la presa e diede un forte scrollone al suo prigioniero.
    -Hai capito?-
    Il leone annuì col capo e lentamente fu lasciato libero.
    Rimase sdraiato a terra mentre un piccolo rivolo di sangue macchiava il pelo del collo dove era stato bloccato.
    Ansimava pesantemente, era molto giovane con un accenno di criniera sul capo ma la sua particolarità erano gli occhi; un occhio verde, l'altro blu.
    I due leoni erano di fronte a lui, in assoluto silenzio, concentrati su ciò che sarebbe potuto succedere, poi lentamente si mise seduto.
    -Che ci fai qui e come ti chiami!-
    Il leone gemette, non parlava e aveva gli occhi chiusi con il muso sempre rivolto a terra e l'espressione sofferente oltre che spaventata.
    Werrin alzò una zampa e colpì il giovanissimo leone che aveva di fronte sul muso, scaraventandolo a terra.
    -Avanti! Parla! Chi sei e cosa ci fai qui!-
    A quella frase, il leone si raggomitolò su se stesso e si coprì il muso con le zampe anteriori, cominciando a singhiozzare.
    -Non lo capisci con le buone, vediamo se lo capisci con le cattive allora!-
    Werrin ringhiò ferocemente mettendo in mostra la sua terrificante chiostra di zanne ferine, avvicinandosi minacciosamente al leone indifeso raggomitolato a terra.
    -Werrin! Basta! Fermati!-
    Sender si mise tra il leone a terra e il compagno.
    -Basta!-
    In quell'istante, il giovane leone esplose a piangere copiosamente e si lanciò al collo della leonessa strillando.
    -DICCELO!! CATTIVO E PREPOTENTE!! NU CI SI FA MALE MICIU!!!-
    Tutti rimasero come impietriti mentre il giovane leone continuava nel suo pianto a dirotto.
    -S...scusa? c..che hai detto?-
    Disse Sender imbarazzata mentre fissava con un sopracciglio inarcato il giovanissimo leone che la stava stringendo a se continuando a piangere incessantemente.
    -Iu... Iu mi ci chiamo Furyjon...-
    Poi indicò Werrin con una zampa, gli occhi divennero due fessure e aggrottò il muso portando le vibrisse in avanti.
    -E TU CI SEI CATTIVO!!!!! CATTIVO E PREPOTENTE!!!-
    Poi il leone riprese a piangere.
    -Ma... ma che dice questo?-
    I quattro leoni erano sbigottiti.
    -Ascolta ehmm.. Furyjon.. che ci fai qui da... da solo? Dove sono i tuoi genitori?-
    Il giovanissimo leone osservò per un istante Vervada, poi, facendo spallucce, rispose.
    -Nu ce lo so iu... Ecco.. Iu ci dormivo.. E poi... Boh!-
    -Dove stavi dormendo?-
    -Iu ci stavo dormendo taaanto distante da qui! Ci ci ecco.. Poi mi ci sono svegliato, e ci ero solo, ecco..-
    Roy si avvicinò leggermente, mentre veniva squadrato dal giovane leone.
    -Ma perché parli in questo modo?-
    -Ma perché me piccino!-
    -Io credo che tu abbia qualche problema invece; anzi più di uno.-
    Il giovane leone guardò con espressione accusatoria i due fratelli.
    -Iu nu ci ho problemi! Ecco! Io ci ho solo fame, sete, cionno!-
    Poi volgendo lo sguardo verso Sender
    -E me bisogno di coccole!-
    Werrin fissò intensamente il giovane leone.
    -Scordati di essere coccolato e levati!-
    -Eddai gelosone!- Replicò la leonessa, che nel mentre distaccava il giovane leone. -Furyjon, ascolta, abbiamo cibo e acqua, e potrai riposare nella grotta mentre noi staremo di guardia fuori, va bene?-
    Il giovane leone si fece triste.
    -Pecché nu ci dormi con me e mi ci coccoli? Mi ci piace le coccole ce lo sai?-
    -Ma perché ci sono tanti tanti tanti mici cattivi qui, e noi facciamo la guardia, in modo che nessuno ti faccia del male.-
    -Ma anche lui è cattivo, e prepotente anche!-
    Disse indicando Werrin che si stava spazientendo vistosamente.
    -No Furyjon, Werrin non è' cattivo, lui mi vuole proteggere, ecco perché fa così; e Roy vuole proteggere mia sorella. Hai capito perché si comportano così?-
    Il giovane leone si grattò la testa inarcando un sopracciglio.
    -Ci ho capito adesso; siete fidanzatini allora!-
    Quell'improvvisa affermazione imbarazzò il gruppo.
    -Beh, ecco... Può darsi..-
    Rispose Sender imbarazzatissima.
    -Ci ci ci che ce lo siete!!!-
    Il giovanissimo leone si era alzato e stava saltellando in cerchio attorno alla leonessa mentre gli altri guardavano la scena ridendo.
    -Tu non sei per nulla normale!-
    -Iu ci ho fameeeeeee!!!!!-
    -Allora andiamo a mangiare, vieni.-
    I cinque leoni si avviarono verso l'ingresso della grotta dove era stato temporaneamente abbandonato il cervo cacciato poco prima.
    Lasciarono cominciare il nuovo arrivato, poi le leonesse si unirono al banchetto; i due leoni invece rimasero di guardia.
    Solo quando gli altri ebbero finito iniziarono; prima uno, poi l'altro.
    Vervada uscì dalla grotta in quel momento.
    -Si è addormentato; ma dove sono Werrin e mia sorella?-
    -E si sente! Non capisco se stia russando o se si stia esercitando nel ruggito! Quei due non so dove siano, comunque non saranno di certo lontani.-
    -Roy! Guarda che tu sei uguale!-
    -Sarà, ma volevo stare un po da solo con te stanotte, siamo sempre separati e ci vediamo sempre di nascosto.-
    -Lo so, ma pare che ora non sia possibile, avremo tempo, vedrai.-
    -Posso farti una domanda?-
    -Certamente, se posso ti rispondo più che volentieri, lo sai.-
    Il leone abbassò lo sguardo e parlò a voce bassa.
    -Perché né tu, né tua sorella, volete rendere pubblico quello che c'è tra noi?-
    Vervada osservò il compagno con espressione neutra.
    -Non abbiamo mai affrontato questo tema prima d'ora, mi pare più che giusto ora parlarne.-
    Roy sollevò lo sguardo osservando la compagna.
    -Abbiamo compiti ben precisi, né io, né mia sorella vorremmo che la cosa se resa pubblica, potesse distrarci dai nostri impegni.-
    -Capisco, vedremo poi col tempo, la situazione potrebbe cambiare.-
    -Sicuramente cambierà, però ora, con i tempi che corrono, non possiamo permetterci distrazioni di nessun genere.-
    Roy annuì, poi riprese a parlare.
    -Cambiando discorso, che te ne pare di Furyjon?-
    -E' il leone più strano che abbia mai visto! Credo che sia stato abbandonato quando era molto piccolo a giudicare da come si comporta, e che sia cresciuto arrangiandosi, e senza mai incontrare nessuno, ecco perché parla e si comporta in quel modo, proprio come un cucciolo appunto.-
    -Sender la pensa come te?-
    -Si, esattamente come me.-
    -Il che non è una novità, pensate sempre nello stesso modo.-
    -Siamo sorelle gemelle.-
    -Infatti, come me e Werrin.-
    Vervada sorrise.
    -Tu e Werrin siete sorelle gemelle? Questo non me lo avevi mai detto!-
    -Ma che scema che sei! Stento a credere che tu e tua sorella vi comportiate in modo totalmente opposto a come siete realmente.-
    La leonessa si fece seria.
    -Quando viene richiesto il nostro aiuto, non possiamo permetterci di scherzare per nessuna ragione; proprio come te e Werrin.-
    -Esatto, hai ragione.-
    -Ovvio, io ho sempre ragione!-
    -Quasi sempre...-
    -E quando non avrei ragione? Fammi un esempio, coraggio.-
    -Quando hai detto che io e Werrin siamo sorelle ad esempio?-
    -Questo non lo so, potrebbe anche essere!-
    Disse sorridendo e colpendo leggermente sulla spalla il compagno.
    -Ma senti questa! Potrei dimostrarti che noi non siamo assolutamente sorelle...-
    La leonessa sorrise maliziosamente.
    -E come me lo dimostreresti? Sentiamo?-
    Werrin sorrise nello stesso modo, cingendo dolcemente una zampa delle leonessa; andarono a sdraiarsi in un piccolo spiazzo delimitato da arbusti, incorniciato da un cielo limpido e stellato.
    La notte passò velocemente, entrambi avrebbero voluto che non finisse mai, poi si addormentarono.
    -SVEGLIA PICCIONCINI!!!!!!!!-
    Roy saltò sulle quattro zampe spaventato e cominciò a guardarsi attorno ansimando pesantemente, stessa cosa fece la sua compagna.
    -Werrin! Vuoi farmi morire per caso?-
    -Fratellino, eravate così dolci abbracciati mentre stavate dormendo che quasi mi dispiaceva svegliarvi!-
    -E giustamente hai deciso di svegliarci urlando!-
    -Non ho saputo resistere! E poi adesso siamo pari! Non ho ancora dimenticato quella volta che per svegliarmi mi hai riempito la bocca di sale!-
    Werrin sorrise a denti stretti abbassando le orecchie e infossando la testa tra le spalle.
    -E vabbeh, dai... era uno scherzo innocente!-
    -Si si, come no, quasi soffocavo! Andiamo a svegliare quel coso strano e torniamo alla montagna.-
    -Va bene, Vervada, dove stai andando?-
    Chiese il leone alla compagna che stava camminando in direzione opposta alla loro.
    -Non preoccuparti, sarò di ritorno a breve.-
    Detto ciò, la leonessa scomparve tra i cespugli.
    -Allora? Com'è andata sta notte?-
    Chiese Werrin in modo appena percettibile al fratello.
    -Ma che ti frega!-
    -Eddai, si fa per parlare, no?-
    -Certo, e a te invece?-
    Il leone alzò istintivamente il capo.
    -Non è successo nulla!-
    -Si si, come no caro fratellino; e come mi spieghi allora il tuo sguardo imbarazzato?-
    -MA CIAO!!!!!-
    Quell'urlo improvviso fece sobbalzare i due leoni.
    -Furyjon!-
    Il giovanissimo leone si stava avvicinando al piccolo trotto.
    -Mi ci sono svegliato, non ci ho visto nessuno e vi ci sono venuto a cercare!-
    -E ce ne siamo accorti!-
    -E ci! Adesso dove ci andiamo?-
    -Facciamo ritorno alla nostra montagna, dove ci aspetta il resto del branco.-
    -E ci è tanto lontano?-
    Chiese il giovanissimo leone spalancando gli occhi come se dovesse essergli svelato chissà quale grande segreto.
    -Non molto, prima di sera saremo arrivati.-
    Il giovane leone si fece triste.
    -Cogì tanto? Ma mi ci fanno male le zampine poi!-
    -Se non ce la fai, ci fermiamo per farti riposare, no?-
    -Pecché invece nu mi ci portate?-
    -Perché pesi! E perché sei grande ormai!-
    In quell'istante arrivarono le sorelle leonesse.
    -Ah, ti sei svegliato!-
    -Facendoci venire un accidente...-
    Disse Roy guardando di storto il giovane leone che si stava sedendo di fianco a lui, il quale per tutta risposta, sfoggiò un sorriso smagliante.
    -Ci!! Ci sono pronto a partire!-
    -Lo avete già istruito,vedo.-
    -Gli abbiamo detto soltanto che andiamo verso la montagna.-
    Roy e Vervada si scambiarono uno sguardo rapido.
    -Mettiamoci in marcia, abbiamo molta strada e non molto tempo a disposizione.-
    I due leoni erano in testa, seguiti dal giovane Furyjon e dalle sorelle guaritrici, diretti verso la montagna dove il branco li stava attendendo.
     
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  2. Keyla
     
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    ma..ma ci è proprio ccemo xD oddio..lacrime xD MUOTIVI A PROSEGUIRE KE SONO CURIOSAAAA :P ..cmq bravo..mi piace come scrivi,lo sai ^^ ed è molto divertente xD
    ti amo =)
     
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  3.  
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    AHAHAHAH grazie chicca =) amore però... come sarebbe a dire... "ma ci è proprio ccemo"???
    mi sento tirato in causa!!! anche io ci parlo cogi con te ce lo ciai? XD
    ahahahhahaha
    ok... megafigura di mmmmmm... XD

    dai, quando sono in vena continuo =)
    appr.....
    ti amo bimbetta mia =)
     
    .
  4.  
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    ho notato le oltre mille visite a questo topic, non ci avevo fatto caso in precedenza.
    un grazie a tutti coloro che seguono la mia FF!!!
    purtroppo so di non essere veloce nello scrivere, ma scrivo soltanto quando mi sento ispirato =)

    grazie a tutti quanti!!!
    a breve posterò un nuovo capitolo =)

    GRAZIE!
     
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    “Aika, spero che tu abbia buone notizie dato che mi hai disturbato.”
    “Si Shruykan; Rasur e Loynaar sono partiti da poco e si stanno dirigendo nella valle dove giacciono i due leoni che mi avevate assegnato come scorta.”
    Dopo poco tempo, il demone nero continuò.
    “I due cuccioli sono li?”
    “Credo di si, non ne sono sicura.”
    “Non è importante al momento; Aika, da questo momento avrai anche tu il potere di dominare le menti e controllare la materia, il tuo compito sarà quello di portare la pietra alla fortezza, nel mentre io e Uthrax provvederemo ad eliminare per sempre quei due.”
    “I cuccioli?”
    “No, Rasur e Loynaar, i cuccioli per ora non sono importanti, ci penseremo poi o se si dovesse presentare occasione; abbiamo altre priorità adesso.”
    “Come vuoi, Shruykan.”
    Il demone nero inchiodò a terra la lupa col suo raggio mentale, facendola gemere a denti stretti.
    “Aika, fai una mossa sbagliata e farai una brutta fine, ricordalo.”
    Quasi reverenzialmente la lupa rispose.
    “Non potrei mai, non giro le spalle a chi mi sta dando la possibilità di vendicarmi!”
    Il demone nero si ritrasse immediatamente dalla mente della lupa.
    La grotta era illuminata fiocamente dal tenue bagliore che emanava la pietra, tutti dormivano ancora, persino Jormungr che poco prima era stato svegliato da Werrin.
    Gli occhi di Aika cercavano incessantemente le sagome dei due cuccioli, anche se non gli era stato detto di farlo, sapeva che dovevano essere eliminati, oppure condotti assieme al branco nella fortezza.
    La lupa lentamente si alzò, i piccoli non erano nella grotta, probabilmente erano usciti di buona mattina per allenarsi chissà dove e chissà in quale modo per ordine dei demoni; il suo sguardo si posò su tutti gli occupanti della grotta, immersi nel sonno, i loro respiri rilassati si udivano echeggiare nella grande sala centrale.
    Aika appoggiò lentamente una zampa sulla grande pietra al centro della sala, sentì la fredda pietra pulsante di luce irradiare energia nel suo corpo, incessantemente in un flusso continuo.
    La lupa chiuse gli occhi e dilatò la mente, abbracciando col suo nuovo potere tutti gli occupanti della caverna, lentamente, senza farsi accorgere; poi con un improvviso guizzo di energia, serrò in una stretta morsa il volere del branco.
    Tutti si svegliarono di soprassalto, terrorizzati e impotenti di compiere qualsiasi azione.
    -Aika! Che stai facendo!-
    La lupa rise, dapprima quasi impercettibilmente, poi aumentando sempre più il tono, fino quasi a diventare assordante, per poi placarsi immediatamente.
    -Vuoi proprio sapere cosa sto facendo James?-
    Il lupo azzurro ringhiò ferocemente, ma Aika bloccò loro la facoltà di parlare.
    -Ti dirò molto brevemente cosa ho intenzione di fare, mio caro capobranco.-
    Tutti quanti rabbrividirono, il loro destino era in mano a quella lupa totalmente impazzita.
    -Da quando sono entrata a far parte del branco sono sempre stata trattata come se non fosse necessaria la mia presenza; adesso ho la possibilità di trovare la mia vendetta!-
    Il branco paralizzato guardava atterrito la lupa bianca e rossa che passeggiava con tranquillità al centro della grande sala circolare.
    -Jormungr, quasi dimenticavo; ricordo ancora quello che mi hai fatto la prima volta che ci siamo incontrati, sai? Troverò il modo per ripagarti, non ho fretta.-
    Il leone grigio non riusciva a parlare ma nella sua mente ribolliva l'odio più profondo.
    “Maledetta! Ci hai ingannato!”
    -Alla fortezza adesso! Non abbiamo tempo da perdere!-
    gracchiò Aika, poi il branco si mosse all'unisono, una volontà non loro li stava obbligando a muoversi, li obbligava a percorrere il corridoio che li avrebbe portati fuori dalla sicurezza che offriva loro la grotta.
    Aika indirizzò i suoi pensieri sulla pietra, la quale iniziò a tremare, mentre piccole schegge di pietra saettavano nell'aria, impattando contro le pareti.
    Con un forte stridìo, la pietra luminescente si mosse e lentamente si staccò dal terreno, lasciando al suo posto una voragine, dalla quale si intravvedeva la piccola sala sottostante.
    La lupa rimase a bocca aperta mentre guardava quella grande pietra fluttuare nell'aria di fronte a lei, illuminando tutta la zona circostante con la sua tenue luce.
    Lentamente, preceduta dal masso, Aika uscì dalla caverna con il branco al seguito.
    Appena tutti furono fuori, la lupa indirizzò un raggio mentale verso la vasta pianura antistante; doveva mettersi in contatto coi demoni che attendevano notizie.
    Improvvisamente Shruykan e Uthrax si materializzarono di fianco alla grande pietra.
    -Ottimo lavoro Aika, lo terremo in considerazione e tu ne sarai premiata; adesso conduci il branco e la pietra alla fortezza, poi attendi il nostro ritorno; abbiamo un esercito da creare e il passaggio da riaprire.-
    La lupa chinò il capo senza parlare.
    I demoni appoggiarono le zampe sulla grande pietra e l'onda d'urto provocata da quell'esplosione di energia atterrò tutto il branco.
    Potentissime scariche elettriche saettarono nell'atmosfera, seguite da un cupo rombo mentre le criniere dei leoni demoniaci venivano sconvolte e agitate dal potere di quel masso.
    Improvvisamente tutto cessò, i demoni rimasero seduti immobili di fianco alla pietra fluttuante, come se nulla fosse accaduto.
    -Aika, porta il branco alla fortezza.-
    Uthrax stava volgendo il capo in direzione del demone nero, con lentezza quasi innaturale.
    -Abbiamo immagazzinato una quantità incredibile di energia, saremo di ritorno non appena avremo spazzato via quei due traditori.-
    Detto ciò, i demoni svanirono e tutto tornò come prima.
    La lupa si mise in marcia, seguita dalla pietra e subito dietro, dal branco.
    Jormungr incrociò per un attimo lo sguardo della compagna, il muso della leonessa era completamente rigato dalle lacrime e lo sguardo era fisso a terra.
    La rabbia gli ribolliva in corpo ma non poteva ribellarsi a quel volere; nessuno era in grado di farlo.
    “Miremel ti proteggerò, vedrai; nessuno ti farà del male, te lo prometto!”
    Avrebbe voluto urlarlo al mondo intero, ma riuscì soltanto a pensarlo.
    Pochi istanti dopo, i demoni giunsero nel piccolo spiazzo dove giacevano i corpi dei due leoni assegnati precedentemente ad Aika per il suo sostentamento.
    -Sappiamo cosa fare, dobbiamo solo aspettare che arrivino, sono a poca distanza.-
    -Si lo so Shruykan, ho avvertito la loro presenza.-
    Il demone bianco osservò stancamente ciò che lo circondava.
    -Abbiamo accumulato in pochissimi istanti una quantità talmente grande di energia che saremmo in grado di combattere contro un esercito intero, quei due non hanno scampo questa volta.-
    Detto ciò scomparvero e nello stesso istante, i corpi dei due giovanissimi leoni deceduti da tempo ormai, sussultarono.
    Il giorno stava avanzando, ormai la mattinata era a metà, i raggi solari illuminavano quella piccola oasi, riscaldando l'aria.
    Una coppia di farfalle stava giocando attorno a un fiore giallo, volteggiando una attorno all'altra, rincorrendosi in quella che sembrava una danza a mezz'aria mentre un cardellino cinguettava allegramente su di un ramo a poca distanza.
    Il robusto becco si muoveva velocemente mentre veniva intonata la sua melodia, il capo rosso e bianco ruotava per meglio osservare il territorio circostante mentre le piccole ali gialle e nere si aprivano e chiudevano a scatti, velocemente.
    Improvvisamente il volatile spiccò il volo e nel mentre comparvero i leoni demoni.
    Lentamente, a passi misurati, il demone ocra e la compagna si avvicinarono ai corpi distesi a terra.
    -Occhi aperti Loynaar.-
    -Ho notato, è strano però che in tutto questo tempo nessun mangia carogne abbia approfittato di loro.-
    I demoni esplorarono l'area circostante con il loro potere mentale.
    Tentacoli di energia esplorarono l'area, insinuandosi in ogni anfratto, nulla venne tralasciato, tranne che la coppia di leoni privi di vita.
    La coppia di demoni tornò a occuparsi dei leoni a terra.
    -E' giunta l'ora di vedere se celano al loro interno ancora dell'energia demoniaca, è l'unica spiegazione al perché i loro corpi sono ancora intatti.-
    Rasur chiuse gli occhi e indirizzò il suo raggio mentale verso la coppia di leoni.
    “Sorpresa Rasur!”
    Il demone ocra spalancò gli occhi e nello stesso istante un lampo di energia impattò violentemente contro il suo torace, scaraventandolo a una decina di metri di distanza.
    Loynaar non era riuscita ad intervenire in tempo, ma si stava comunque scagliando contro quell'invisibile avversario.
    Qualcosa la afferrò da dietro, atterrandola e immobilizzandola a terra.
    Qualcosa che la stava stringendo con inaudita potenza al collo, qualcosa che le lacerava le carni.
    Riuscì appena a vedere alle sue spalle una nera figura.
    In quell'istante, il demone ocra si rialzò sulle quattro zampe e di fianco alla leonessa distesa a terra, oltre che al demone nero, si materializzò anche il demone bianco.
    -Shruykan! Uthrax! Lasciatela immediatamente!-
    Il demone bianco prese ad avanzare lentamente verso Rasur, il quale assunse una posizione di difesa.
    -Vedi, dall'ultima volta che ci siamo incontrati, il nostro potere è aumentato vertiginosamente, ma il vostro, Rasur, mi pare che sia sempre lo stesso.-
    Il demone bianco scomparve e riapparve nello stesso istante alle spalle del demone ocra.
    Rasur scartò di lato e nello stesso istante le possenti mascelle di Uthrax si serrarono a pochi millimetri dal suo collo.
    -Non opporre resistenza, non serve a nulla, accetta la sconfitta e muori.-
    Il demone ocra ringhiò ferocemente mostrando la sua chiostra di zanne.
    -Mai!-
    Loynaar era distesa a terra, mentre Shruykan la stava violentemente azzannando al collo.
    Il demone nero era dotato di una dentatura spaventosa, formata esclusivamente da soli canini, i quali si incastravano perfettamente gli uni tra gli alti, una dentatura creata per dilaniare e tranciare di netto qualsiasi cosa addentasse.
    Il demone nero lanciò in aria la leonessa per poi colpirla violentemente e scagliarla a terra.
    Quella distrazione costò un notevole prezzo a Rasur, il quale subì un potente morso alla schiena da parte del demone bianco, e si trovò immobilizzato anch'egli a terra, di fronte alla leonessa.
    Entrambi si stavano guardando negli occhi, le loro menti riuscirono a unirsi.
    “Rasur, mi dispiace, non sono stata abbastanza veloce.”
    “Non fartene una colpa Loynaar, non avremmo potuto fare nulla contro di loro, sono diventati troppo potenti per noi.”
    “Avevamo molte speranze, non siamo riusciti ad istruire i piccoli, nessuno riuscirà a salvarsi, purtroppo, è la fine, sia per noi che per tutti.”
    “Abbiamo fallito entrambi.”
    La leonessa tacque per un istante.
    “Rasur, forse non è ancora detta l'ultima parola!”
    “Che vuoi fare Loynaar?”
    “Appena la presa si allenta, fuggi più velocemente possibile, fidati di me!”
    Le possenti mascelle del leone nero si stavano serrando sempre più sul collo della leonessa, da li a poco sarebbero riuscite a staccargli la testa di netto.
    Fulmini azzurri saettarono dagli occhi della leonessa con una velocità e potenza tale da quasi non essere visti; la stretta sul corpo di Rasur si allentò e questi riuscì a liberarsi, e trasformandosi in sfera luminosa prese a fuggire.
    Il tempo si fermò.
    “Loynaar, avanti! Scappa!”
    La leonessa sorrise malinconicamente, rimanendo in contatto mentale col suo compagno.
    “No Rasur, se scappo anche io, ci prenderanno e sarà finita davvero, ma se tu porti avanti gli insegnamenti dei piccoli, ancora una speranza c'è.”
    “Non fare la cocciuta proprio adesso! Andiamo!”
    “Ascoltami Rasur, le mie ferite e la mia poca energia, mi impedirebbero di viaggiare, potrei spostarmi non di molto.”
    “Te la fornirò io! Dai! Muoviti!”
    La leonessa sorrise nuovamente.
    “No, c'è rimasta una sola speranza, e quella speranza la devi coltivare e portare a termine tu, Rasur.”
    “Smettila e muoviti! Adesso!!”
    “Sai, quando abbiamo trovato quel branco, io cercai nella mente di Miremel, e ci trovai amore, amore immenso nei confronti del compagno, Jormungr, se avrai fortuna e riuscirai a tornare da loro, chiedi di poter esplorare la sua mente per capire di cosa sto parlando, so che non capisci adesso, però so che dopo lo capirai, e credo di condividere quell'amore sai? Si, credo di condividerlo... Per te...”
    Detto ciò, la leonessa demone interruppe il contatto mentale col compagno.
    “LOYNAAR!!!! NOOOOO!!!!”
    Gli occhi blu intenso della leonessa persero immediatamente a loro lucentezza e divennero neri quasi istantaneamente, milioni di crepe pervasero il suo corpo, come terreno arido di deserto, dalle quali provenivano lampi di luce.
    Il corpo della leonessa esplose violentemente in un bagliore accecante, tutta l'energia in esso contenuta venne scagliata contro i demoni che scomparirono istantaneamente come fossero stati vaporizzati.
    Rasur viaggiava velocemente allontanandosi da quel posto mentre veniva urtato da quell'improvvisa esplosione di energia.
    Viaggiò velocemente, fermandosi ai piedi della montagna, privo ormai di forze per poter arrivare alla grotta.
    Assunse nuovamente la sua forma animale e si accasciò all'inizio del sentiero perdendo i sensi.
    Lento, il giorno trascorse, una lieve brezza costante agitava le piante ai piedi della grande montagna, in lontananza erano appena visibili due sagome che si stavano avvicinando velocemente.
    -Accidenti Tuhuma! Sono stanchissimo! È da questa mattina che corriamo! Domani dormirò tutto il giorno!-
    -Anche io sono stanchissimo, ma è il nostro allenamento.-
    -Vorrei che finisse presto perché davvero non...-
    Il piccolo lupo azzurro smise di parlare e si fermò, imitato dal giovane leone.
    -Lo vedi?-
    Leone e lupo erano fermi immobili, uno di fianco all'altro e stavano osservando una sagoma ai piedi della montagna.
    -Avanziamo lentamente finché non capiamo, e attenzione alle imboscate e gli attacchi mentali.-
    -Devo fare attenzione anche a qualcosa d'altro?-
    Tuhuma guardò storto il piccolo lupo.
    -Spiritoso... Fai attenzione!-
    I due cuccioli presero ad avanzare lentamente, distanziandosi tra loro di circa venti metri
    A passi lenti e misurati, i due piccoli, lentamente, si avvicinarono al corpo immobile disteso a terra; poi Tuhuma si arrestò.
    -RASUR!-
    Entrambi i piccoli presero a correre in direzione di quel corpo immobile e in pochi attimi lo raggiunsero.
    -Guarda! È sfinito! Non ha più energie!-
    -Che possiamo fare Tuhuma?-
    Il piccolo leone volse lo sguardo verso la montagna.
    -Dobbiamo portarlo dalla pietra e alla svelta!-
    -Da soli non ce la faremmo mai! Vado a chiamare aiuto, tu aspetta qui!-
    Iorody imboccò il sentiero che conduceva alla grotta, correndo a perdifiato finché non scomparve alla vista del leone, il quale si sedette vicino, in attesa di aiuto.
    Passò circa un'ora quando il piccolo lupo azzurro ghiaccio fu di ritorno.
    -Non c'è più nessuno!-
    Il sangue gelò nelle vene del giovane leone.
    -Come non c'è più nessuno... Dove sono andati?-
    -Non lo so! La grotta è deserta!-
    -Accidenti! Abbiamo perso tempo inutilmente! Iorody aiutami! Dobbiamo portare Rasur alla pietra il più velocemente possibile!-
    I due piccoli guerrieri riuscirono a sollevare il leone demone e a posizionarsi sotto il torace, prendendo ad avanzare lungo il sentiero che si arrampicava ripido sul fianco della montagna.
    Fecero poca strada quando tutta la stanchezza degli allenamenti del giorno si fece sentire.
    La vista iniziava ad annebbiarsi ad entrambi mentre il loro respiro si faceva pesante, l'aria usciva sibilando dai loro piccoli polmoni che lavoravano incessantemente e velocemente come mantici.
    Iorody cadde a terra esausto, lasciando improvvisamente tutto il peso sulla schiena di Tuhuma che per poco non rimase schiacciato.
    -Scusa ma non ce la faccio più.-
    Il piccolo leone non riusciva più a distinguere le forme che aveva di fronte, aveva la sensazione che la testa gli scoppiasse.
    Improvvisamente tossì, sputando un grumo di sangue.
    -Tuhuma stai bene?-
    Chiese il piccolo lupo preoccupato.
    -Si, sto bene Iorody, ma non riuscirò a trasportare Rasur, devo riposare e anche tu, appena staremo un pochino meglio, riprenderemo la risalita.-
    Il lupo azzurro annuì e si sdraiò in una piccola conca del terreno, imitato dall'amico.
    La stanchezza li sopraffece in brevissimo tempo, entrambi persero i sensi quasi istantaneamente.
    Il giorno passò senza che i tre avessero ripreso conoscenza, così come la notte seguente.
    Fu Tuhuma che all'alba del giorno dopo si svegliò per primo.
    -Accidenti! Iorody sveglia presto! Dobbiamo andare!-
    Il piccolo leone stava scuotendo l'amico ancora addormentato, e in breve tempo il piccolo lupo si svegliò.
    Iorody era più piccolo di statura rispetto a Tuhuma, ed era quest'ultimo a doversi sobbarcare maggiormente il peso di Rasur durante l'ascesa.
    -Siamo appena a metà! Dobbiamo sbrigarci!-
    -Tuhuma, più di così non possiamo fare.-
    -Lo so ma..-
    Il giovane leone scivolò e tutto il peso del demone ricadde su di lui.
    Un urlo di dolore seguito da uno schiocco immediato, come lo spezzarsi di un ramo, echeggiarono per il fianco della montagna.
    Il piccolo lupo scostò immediatamente il corpo inanimato del demone da sopra all'amico, che rimase a terra con gli occhi stretti in una smorfia di dolore.
    -La zampa! Credo di essermela rotta! Che male!-
    Il piccolo lupo osservava la veridicità di quella affermazione; la zampa anteriore destra di Tuhuma era ruotata verso l'esterno di un quarto e stava gonfiando a vista d'occhio.
    -E adesso?-
    Il piccolo leone digrignava i denti dal dolore mentre si sforzava a parlare.
    -Adesso dovrai portare tu Rasur in cima e da solo, io non posso più aiutarti, prima gli forniamo energia per riprendersi, prima mi guarisce la zampa, prima capiamo cosa sta succedendo!-
    Il piccolo lupo azzurro annuì e si caricò immediatamente il demone sulla schiena, mentre il giovane leone si stava alzando.
    Tuhuma era costretto a saltellare con l'anteriore, ma a ogni scossone, saette di dolore gli percorrevano la schiena piantandosi violentemente nel cervello; l'amico avanzava lentamente, ma era costretto a fermarsi spesso a causa del sentiero dissestato e della stanchezza.
    In due giorni di viaggio dopo quell'incidente non avevano percorso neppure tre quarti di ascesa e Rasur non accennava a dare segni di vita.
    Improvvisamente il piccolo lupo guaì e si accasciò a terra.
    -Che ti succede Iorody?-
    Chiese il giovane leone allarmato.
    -Nulla Tuhuma, devo solo riposare un pochino.-
    Il leone si avvicinò lentamente saltellando per non poggiare l'arto fratturato a terra.
    -Hai delle ferite profonde sulle zampe!-
    -Non è nulla, davvero; mi devo solo riposare un pochino.-
    “Temo che non riusciremo a salvarti, Rasur... Mi dispiace amico mio...”
    Pensò tra se Tuhuma, poi sprofondarono nuovamente nel sonno profondo.
    La sera del terzo giorno di ascesa aveva fatto la sua comparsa con un improvviso calo di temperatura e Tuhuma si svegliò improvvisamente percorso da un brivido di freddo.
    -Iorody, sveglia, dobbiamo andare!-
    Il piccolo lupo aprì lentamente gli occhi.
    -Non riesco Tuhuma.. Non posso trasportarlo.-
    Il giovane leone abbassò lo sguardo a terra e sussurrò con un filo di voce.
    -Lo so, dobbiamo lasciarlo qui e andare a ripararci se non vogliamo morire anche noi di freddo.-
    Le lacrime solcarono il piccolo muso di Iorody.
    -Come possiamo fare una cosa simile Tuhuma...-
    -E' necessario Iorody; purtroppo è necessario.-
    -MA IO TI CE LO HO DETTO CHE CI SENTO VOCI QUI!!! CI CI !!! CE LO CIO'!!-
    Entrambi i cuccioli si voltarono immediatamente in direzione di quella voce squillante e si trovarono di fronte un giovane leone dal manto scuro che li stava osservando con espressione stupita sul muso e grandi occhi spalancati.
    -E tu chi sei?-
    -Io ci sono Furyjon! Ci! E tu chi sei?-
    -...Vervada sappi che io lego adesso!-
    -E dai Werrin! È un cucciolo! Ha soltanto voglia di gioc....-
    La leonessa guaritrice trasalì trovandosi di fronte i due cuccioli e il demone ocra, tutti quanti a terra immobili e in pessime condizioni.
    -E voi cosa ci fate qui? Cosa sta succedendo?-
    Tuhuma si rivolse al gruppo digrignando i denti a causa del dolore.
    -Stavamo rientrando dall'allenamento quando abbiamo trovato Rasur in queste condizioni, dobbiamo portarlo immediatamente dalla pietra!-
    -Perché non avete chiesto aiuto al branco?-
    -Perché il branco è scomparso! Sono spariti tutti!-
    L'incredulità si impadronì all'istante dei nuovi arrivati.
    -Come sarebbe a dire che sono spariti tutti quanti...-
    -Vedrete voi stessi, adesso dobbiamo andare! Non so quanto riesca a resistere ancora Rasur così!-
    Il piccolo leone si voltò per riprendere l'ascesa quando una fitta improvvisa gli fece perdere l'equilibrio facendolo cadere a terra rovinosamente.
    La zampa spezzata di Tuhuma impattò violentemente contro il terreno e un dolore sordo, immenso, pervase il corpo del piccolo leone.
    Tuhuma trattenne il respiro, l'aria si rifiutava di entrare nei piccoli polmoni, poi tutto si fece nero; perse i sensi a causa del dolore.
    -Accidenti! Roy, Werrin presto! Dobbiamo portarli immediatamente nella grotta prima che il tempo peggiori!-
    I due leoni si avvicinarono immediatamente.
    -Va bene Vervada, Roy tu trasporta Rasur, io mi occuperò dei piccoli!-
    -Ma si ci sono fatti la bua?- disse il giovane leone dagli occhi verde-blu mentre si stava avvicinando al demone ocra disteso a terra.
    -Si Furyjon, adesso andiamo alla grotta, così li curiamo.-
    -Poverino... ecco... mi ci dispiace...-
    Il giovane leone assunse un'espressione triste poi piano piano allungò una zampa fino a sfiorare la fronte del demone.
    -Furyjon allontanati che dobbiamo andar...-
    Un lampo improvviso di energia si trasmise tra i due da quel semplice contatto, Rasur ebbe un sussulto mentre il giovane leone si sedette tremante in un angolo.
    -Furyjon! Stai bene?-
    -Ci sono stanco... ecco...-
    Gli occhi del leone erano divenuti completamente grigi.
    -Credo che ci dovrai parecchie spiegazioni in futuro, adesso mettiamoci in marcia.-
    -Ci, poi ti ce lo dico, adeccio nu però...-
    Sender si avvicinò al giovane leone ansimante.
    -Ce lo dirai poi, ora devi riposarti; ce la fai a camminare fino alla grotta?-
    -Ma iu ci sono tanticcimo stanco... ecco...-
    Disse assumendo un'espressione triste, come un cucciolo che viene sgridato dai genitori per qualche marachella combinata.
    -Se ce la fai, poi ti faremo tante coccole.-
    Disse la leonessa sorridendo.
    Il giovane leone sollevò a fatica la testa.
    -Iu ci provo, ma nu so... io ci sono miciu stanco.. ecco...-
    Werrin si avvicinò al duo.
    -Furyjon, ascolta, fai quello che riesci a fare, piano piano, io porto Rasur nella grotta e poi torno subito a prenderti.-
    Il giovane leone si volse verso il leone marroncino di fronte.
    -Mi ci porti davvero tu?-
    -Si ti porto io.-
    Disse Werrin sorridendo.
    -Ma se mi ci porti tu, poi mi ci fanno lo stesso le coccole?-
    Furyjon cambiava continuamente espressione, da stupito a triste, da incredulo a serio, era riuscito a farsi voler bene ed entrare nelle simpatie di tutti in brevissimo tempo.
    -Ma si che te le fanno lo stesso le coccole!-
    -Allora ci provo!-
    Disse sorridendo, mentre Vervada si stava avvicinando.
    -Furyjon, ma stai bene? Sei sicuro?-
    Il giovane leone si fece pensieroso, poi dopo poco rispose.
    -Ci sono solo stanco... ecco...-
    -Va bene, noi andiamo, Sender, rimani qui con lui.-
    La leonessa annuì alla sorella, entrambe avevano notato gli occhi completamente grigi del giovane leone ed erano molto preoccupate per quel cambiamento improvviso.
    Roy si occupò del demone, caricandoselo sulle possenti spalle mentre Werrin trasportò i piccoli, chiudeva la fila Vervada che li seguiva a breve distanza.
    I leoni scomparvero velocemente alla vista, risalivano in sentiero al piccolo trotto nonostante il peso che gravava su di loro.
    -Furyjon, te la senti di fare qualche passo?-
    Il giovane leone aveva il muso rivolto a terra.
    -Ci, ma ci andiamo piano piano.-
    -Si piccolo, piano piano, e quando sei stanco ti fermi.-
    -Allora mi ci fermo adeccio!-
    La leonessa sorrise.
    -Dai, adesso no, tra un pochino semmai.-
    -Se mi ci coccoli un pochino, mi ci fermo un pochino dopo!-
    La leonessa sorrise nuovamente.
    -Ma sentilo! Va bene, ma solo pochino però.-
    Sender si affiancò al piccolo leone e strofinò la testa contro quella di lui, seguendo i lineamenti del muso, inclinando leggermente il capo e socchiudendo gli occhi, poi si sedette di fronte al giovane leone sorridendo.
    -Furyjon, sei in estasi? Hai un'espressione inebetita incredibile!-
    -Ma mi ci piacciono le coccole!-
    -Ma me ne sono accorta!-
    Disse la leonessa ridendo divertita.
    -Dai, adesso andiamo, prima che il tempo peggiori.-
    Il giovane leone si alzò e cominciò la risalita, trascinando le zampe a terra; non gli era possibile nascondere tutta la stanchezza che aveva in corpo.
    Nel mentre Roy, Werrin e Vervada erano arrivati all'imboccatura della caverna.
    Werrin lasciò i piccoli all'ingresso della caverna adagiandoli delicatamente a terra.
    -Vervada torno a prendere Furyjon, tra poco sarò qui.-
    La leonessa annuì.
    -Va bene, intanto noi entriamo.-
    Detto questo, il leone si voltò e discese il sentiero in piena corsa.
    Velocissimo scomparve alla vista e dopo una decina di minuti raggiunse Sender e il giovane leone che lentamente stava arrancando per il sentiero.
    -Eccomi, adesso ti porto io sulle mie spalle.-
    Werrin ansimava leggermente mentre parlava.
    -Ma ci sei stanco anche tu!-
    -Un pochino si, ma tu lo sei di più, dai Furyjon, vieni che ti porto io adesso.-
    Il giovane leone si sedette mentre guardava il leone marroncino di fronte a lui.
    -Cugia...-
    Disse sottovoce con espressione triste sul muso.
    -Scusa? Per cosa?-
    Werrin guadava incredulo il giovane leone.
    -Pecchè iu ti ci ho detto che ci sei cattivo e prepotente... ecco... -
    -Ma piantala Furyjon! Lo avrei detto anche io, sai? Mi sono comportato male e me lo sono meritato!-
    Il leone prese a singhiozzare e di slancio abbracciò il collo del leone marroncino, piangendo.
    -Tu ci sei buono! Ecco! E iu ti ci vojo bene e ti ci sono amico!-
    Sender a quella scena inclinò leggermente la testa di lato, e sorridendo esclamò
    -Ma che tenero!-
    Werrin invece non sapeva assolutamente come comportarsi, Furyjon lo stava abbracciando e stava piangendo, sentiva chiaramente che le lacrime gli stavano inzuppando il manto; era imbarazzatissimo.
    -Se ti vedesse Vervada...-
    Disse in modo appena percettibile la leonessa.
    -Furyjon, dai... Non fare così... Anche... anche io ti voglio bene e sono tuo amico; basta dai...-
    Il giovane leone si distaccò leggermente mantenendo comunque quell'abbraccio.
    -Ma davvero davvero mi ci vuoi bene?-
    -Davvero davvero.-
    Werrin sorrideva mentre l'espressione triste del giovane leone si trasformava in un sorriso smagliante.
    -Andiamo adesso Furyjon, ci stanno aspettando nella grotta.-
    Detto ciò, Werrin si caricò il giovane leone sulle spalle e iniziò a salire rapidamente lungo il sentiero seguito da Sender.
    In breve tempo arrivarono di fronte all'ingresso della grotta, ma il giovane leone preoccupava i due; non parlava ed era rimasto per tutto il tempo della risalita con il muso appoggiato al fianco di Werrin.
    In quell'istante Roy stava uscendo, era terrorizzato, come se la morte lo avesse sfiorato.
    -Siamo in una marea di guai.-
    -Roy che sta succedendo? Cosa c'è?-
    -Il branco... E' scomparso.-
    -Come sarebbe a dire che è scomparso?-
    -E assieme al branco, è scomparsa anche la pietra lunare.-
     
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    I due branchi

    Iorody e Tuhuma giacevano in un angolo del corridoio che portava alla grande sala circolare della caverna, la stanchezza e il dolore li avevano sopraffatti e ora riposavano, assistiti dalle sorelle guaritrici; Furyjon dormiva raggomitolato in un angolo e a poca distanza giaceva Rasur, apparentemente sembrava come morto.
    -Roy, andiamo a vedere cosa è successo.-
    Il leone marroncino sospirò.
    -Werrin, c'è poco da vedere; dove prima c'era la grande pietra, ora c'è soltanto una voragine che lascia intravvedere la piccola stanza sottostante. La grotta è deserta.-
    -Completamente deserta? Hai controllato?-
    -No, lo ho dato per scontato.-
    -Infatti non lo è.-
    Una voce da cucciolo provenne da dietro di loro, e si udirono leggeri passi nel corridoio buio.
    Roy e Werrin si misero in posizione di difesa, artigliando la dura roccia del corridoio con i loro artigli e mettendo in mostra le zanne feroci con un cupo ringhio minaccioso.
    Dal fondo immerso nell'oscurità della grotta emersero i due cuccioli di lupo.
    -Hyrador! Beroam! Cosa è successo?-
    Lentamente i cuccioli di lupo si avvicinarono ai leoni, i quali fecero scomparire all'istante le loro espressioni minacciose.
    -Non lo sappiamo; quando ci siamo svegliati non c'era nessuno.-
    Tuhuma aprì per un breve istante gli occhi e con voce affaticata prese a parlare.
    -L'incantesimo di Loynaar, ricordate?-
    Il gruppo di leoni si volse verso il cucciolo di leone.
    -Si, hai ragione, ora ricordo.-
    Disse Sender rivolta al piccolo.
    -Riposati Tuhuma, ne hai davvero moltissimo bisogno.-
    Il giovane leone non se lo fece ripetere due volte; cadde nuovamente in un sonno profondo.
    -Vervada, cerca quei funghi particolari, abbiamo bisogno di mangiare qualcosa, io nel mentre vado a cercare gli strumenti per la zampa di Tuhuma e gli ingredienti necessari per l'impiastro da dare a Iorody.-
    La leonessa guaritrice annuì alla sorella e si addentrò nell'insolita oscurità che dimorava nella grotta.
    -Nel mentre, io e Roy cercheremo di capre cosa sia successo.-
    -Va bene Werrin, ma non credo che riusciate trovare nulla.-
    -Spero di trovare qualcosa invece.-
    I due fratelli si addentrarono anch'essi nella caverna.
    -Roy, accidenti! È buio pesto qui! Non si vede nulla!-
    -Già, aspettiamo un attimo che la vista si abitui, poi agiamo di conseguenza.-
    Passarono pochi istanti e i leoni riuscirono a distinguere con minore difficoltà ciò che li stava circondando.
    Si avvicinarono alla cavità che aveva lasciato la pietra luminosa.
    La cavità era di forma conica e profonda circa due metri; su fondo si intravvedeva un foro, dal quale si vedeva la piccola sala sottostante.
    -Accidenti! Ma come hanno fatto?-
    -Proprio non ne ho idea Roy; adesso si capisce realmente quanto possa essere grande la pietra; e dubito che il branco abbia potuto sollevarla e portarla via in così poco tempo.-
    Il leone guardò il fratello.
    -Credi che possano essere stati i demoni?-
    Werrin annuì.
    -Ne sono quasi totalmente convinto.-
    -Resta il fatto che senza pietra, non sappiamo come aiutare Rasur.-
    -Già, non ho proprio idea di come poter fare.-
    -Qualcosa ci verrà in mente, torniamo dagli altri adesso.-
    -Ma qui nu ci vede nulla! Vi ci sento ci ma nu vi ci vedo!-
    I leoni sospirarono.
    -Furyjon! Che ci fai qui?-
    -Vi ci ho sentiti e vi ci sono venuto a cercare!-
    -Attento che è buio, potresti farti male lo sai?-
    -Prima ci! Adeccio nu! Iu ci vedo chiaro e bene!-
    -Come sarebbe a dire che tu ci vedi chiaro e bene?-
    Roy rimase stupito da quella frase e continuò poco dopo.
    -Vorresti dirci che tu vedi bene con questo buio?-
    -E ci!!-
    -Dicci cosa vedi allora.-
    Il giovane leone si guardò attento attorno.
    -Ci vedo che nu ci è necciuno qui! Ci vedo... Aspetta! Ci vedo pochino di luce! Ci!!! Poca poca luce ce la vedo!-
    -Dove la vedi la luce?-
    -Nel buco! Ci ci! A metà ci è poca luce!-
    -Potrebbe essere un piccolo frammento della grande pietra! Furyjon dicci di preciso dove la vedi!-
    Ci che ti ce lo dicio! Però iu nu ci vado perchè ci ho paura.-
    Disse il giovane leone con tono triste ed impaurito.
    -Non ti preoccupare che a quello ci pensiamo noi, è sufficiente che tu ci dica dove vedi la luce.-
    -Ci aspetta allora, vienici con me.-
    Roy seguì il giovane leone, avvicinandosi al cratere lasciato dalla pietra.
    -Ecco! La luce ci è in fondo! Ma iu ci sono miciu piccino e ci ho palula!-
    I fratelli leoni iniziarono a ridere.
    -Miciu piccino? Palula? Furyjon sei davvero simpatico! Ha!-
    Il giovane leone aveva assunto un tono di voce ancora più triste.
    -E ci, ecco... Iu piccino.-
    Roy si lasciò scivolare nel cratere dove prima alloggiava la pietra, teneva le zampe posteriori larghe per evitare di finire incastrato nel foro che portava nella sala sottostante.
    -Furyjon, indicami adesso dove vedi la luce.-
    -Ci che ti ce lo dico! Davanti al tuo nasone! Proprio davanti!-
    Roy iniziò a grattare la roccia con gli artigli della sua zampa, incredibilmente la roccia era molto friabile e si sgretolava facilmente.
    -Roy ci riesci? Vuoi che ti dia una zampa?-
    -Grazie Werrin, ma riesco senza difficoltà.-
    -A che punto sei?-
    -A quanto pare, c'è una vena di pietra lunare qui, la luce filtra di una crepa, devo solo trovare la sorgente.-
    Roy continuò a grattare delicatamente la roccia, e man mano Furyjon dava informazioni su ciò che vedeva.
    Passarono alcune ore, poi il leone marroncino sussultò.
    -Ce l'ho fatta! Aiutami Werrin!-
    Il leone porse la zampa al fratello, aiutandolo a tornare nella grande sala circolare della grotta.
    -Andiamo da Rasur! Presto!-
    I tre leoni imboccarono il corridoio, Roy teneva tra le fauci una piccola gemma di pietra lunare grande come una noce.
    In brevissimo tempo raggiunsero Rasur, assistito dalle leonesse guaritrici.
    -Non si è mai mosso, non sappiamo cosa fare io e Vervada.-
    -Abbiamo trovato un piccolissimo frammento di pietra lunare, speriamo serva a rimetterlo in piedi.-
    -E dove lo avete trovato?-
    -Nella voragine lasciata dalla pietra, ma non siamo stati noi a trovarlo, bensì Furyjon.-
    Il giovane leone sfoggiò un sorriso smagliante.
    -Il nostro giovane credo abbia molte cose da spiegarci.-
    Furyjon spalancò gli occhi.
    -Ma nu ci so cosa vi ci devo dire iu!-
    Tutti sorrisero, poi Roy avvicinò il frammento alla zampa del demone ocra.
    Man mano che lo avvicinava, avvertiva uno strano formicolio e l'aria iniziava a vibrare.
    Piccoli lampi di energia si generarono dalla pietra adagiata a pochi centimetri dalla zampa del demone, e trasferirono nel corpo esanime del leone ocra nuova energia.
    Improvvisamente lo scambio di energia si arrestò, Rasur rimase immobile a terra per alcuni istanti, poi lentamente aprì gli occhi e si guardò attorno.
    -Questa energia non mi basta, portatemi vicino alla pietra.-
    Roy gli si avvicinò lentamente.
    -Dovrai fartela bastare Rasur, la pietra è scomparsa e abbiamo trovato solo questo piccolo frammento.-
    Il leone indicò la minuscola pietra mentre il demone guardava attonito.
    -Come sarebbe a dire che la pietra è scomparsa?-
    -Non sappiamo come sia stato possibile, ma la pietra non c'è più; e con essa anche il branco è scomparso.-
    Rasur ringhiò.
    -Shruykan e Uthrax! È opera loro.-
    Il gruppo si sedette a semicerchio di fronte al demone.
    -Chi sono?-
    -Sono due demoni, sono coloro che ci hanno attaccato quando siamo arrivati nel piccolo spiazzo dove giacevano i due giovani leoni.-
    -Siete stati attaccati?-
    -Si, ma di questo vorrei parlarne dopo, quando sia Tuhuma che Iorody si saranno svegliati; credo sia giusto dato che Loynaar era una dei loro maestri.-
    Il gruppo annuì in silenzio, e colsero l'occasione per riposare per tutto il tempo successivo.
    Verso sera Iorody e Tuhuma lentamente si svegliarono, e videro entrambi il demone ocra seduto vicino a loro.
    -Rasur, che cosa è successo? Dov'è Loynaar?-
    -Mangiate qualcosa prima, dovete ritrovare le forze, poi vi racconterò i fatti.-
    I cuccioli annuirono e presero a mangiare quegli strani funghi insapore che crescevano nella grotta.
    Il pasto non durò molto, ma ben presto tornò il vigore nei loro corpi.
    -Raccontaci.-
    Il demone ocra fece un lungo silenzio; tutti erano abituati a quello strano modo di fare, credevano fosse soltanto un metodo per ottenere la massima attenzione.
    -Quando siamo giunti nel luogo descritto, io e Loynaar siamo stati attaccati da altri due demoni.-
    I cuccioli trattennero il respiro.
    -Altri due demoni, ma molto più potenti di noi, demoni che conoscevamo già; servi fedeli dell'imperatore ovviamente, e adesso sono qui tra noi.-
    Tuhuma guardava incredulo Il demone di fronte a lui, incapace di parlare.
    -Per primo sono stato attaccato io, mentre cercavo di scoprire qualcosa su quei corpi, Loynaar ha cercato di difendermi ed è stata attaccata a sua volta; ho cercato di difenderla, ma senza successo, tant'è vero che siamo stati entrambi immobilizzati a terra.-
    Tuhuma e Iorody ascoltavano con i piccoli occhi spalancati, incapaci di credere a ciò che stava dicendo a tutti il loro maestro, sentivano dentro di loro un vuoto, una sensazione che pian piano stava crescendo a dismisura, un dolore sordo che stava prendendo il sopravvento su di loro.
    -Nessuno di noi poteva farcela, eravamo condannati, ma Loynaar ha lanciato il suo attacco definitivo contro i demoni, permettendomi di fuggire per venire da voi.-
    -Attacco definitivo?-
    Disse Tuhuma singhiozzando.
    -Si, è l'ultimo attacco che un demone può lanciare, un attacco che utilizza tutta la potenza che può contenere il nostro corpo, e la indirizza contro l'avversario.-
    Tuhuma e Iorody non riuscirono più a trattenere le lacrime mentre il resto del branco si stringeva a loro.
    -Loynaar si è sacrificata perché io potessi raggiungervi e terminare gli allenamenti.-
    Un'improvviso spostamento d'aria scaraventò a terra tutti gli occupanti del buio corridoio.
    -LOYNAAR!!!!!!!-
    I cuori dei due giovani guerrieri battevano forte mentre il dolore per la perdita della leonessa demone diveniva insopportabile, straziante.
    Attorno ai due giovani, l'aria tremolava rendendo la visuale distorta, sempre più velocemente; i due cuccioli avevano entrambi gli occhi chiusi e un'espressione addolorata sul muso, le loro lacrime continuavano a scendere in maniera incessante.
    Improvvisamente un ruggito, forte, potente, rimbombò per tutto il corridoio uscendo poi dalla caverna e disperdendosi per la pianura in fondo alla montagna.
    Gli occhi verde smeraldo del piccolo leone divennero rossi come un rubino che brilla al sole, lentamente anche il manto divenne rosso come il fuoco, emanava una potenza incredibile, lentamente comparvero scaglie dalla forma esagonale, che ricoprirono interamente il corpo del piccolo come fossero parti di una corazza impenetrabile, sul capo crebbero una doppia serie di corna ricurve, dalle quali si levarono in aria imponenti scariche di energia, e contemporaneamente sul torace crebbe un'altra coppia di zampe dai lunghi artigli ricurvi; la coda del piccolo si agitava nervosamente, anch'essa ricoperta di dure scaglie e terminante con una protuberanza irta di spine e aculei.
    Il piccolo branco era terrorizzato a quella visione, poi un ululato di incredibile potenza sconvolse nuovamente la tranquillità della pianura.
    Dietro di loro, Iorody aveva avuto la stessa trasformazione, grosse scaglie color ghiaccio ricoprivano per intero il piccolo corpo, arti con artigli affilatissimi si muovevano nervosamente mentre saettavano lampi di cristallina energia nell'atmosfera.
    -Cosa vi sta succedendo?-
    Vervada guardava terrorizzata i piccoli assieme alla sorella, mentre Roy e Werrin si pararono di fronte a loro per proteggerle.
    Improvvisamente i due cuccioli guerrieri tornarono alla loro forma abituale e caddero a terra svenuti.
    Ci fu un lunghissimo silenzio nella caverna, poi fu Furyjon a parlare.
    -Cogia ci è successo?-
    Il demone ocra si rivolse agli altri con voce fredda.
    -I guerrieri hanno scoperto il loro potere.-
    Lentamente le leonesse guaritrici si avvicinarono ai due cuccioli privi di sensi a terra.
    -La zampa di Tuhuma è guarita! Così come le ferite di Iorody! Incredibile!-
    Fu nuovamente il demone a spiegare.
    -No, non è incredibile, quando i piccoli hanno scoperto il loro potere, la forza generata ha guarito loro le ferite all'istante.-
    -Adesso come stanno?-
    -Come se avessero corso ininterrottamente per due giorni di fila; hanno bisogno di riposare.-
    Il demone si voltò verso i due fratelli lupi.
    -Intanto potremmo cercare di capire cosa sia successo qui, e trovare il branco.-
    I fratelli lupi guardarono intensamente il demone di fronte a loro.
    -Ascoltate, capisco che possiate essere in collera con noi per quello che è stato fatto, ma era l'unica possibilità per sapere.-
    Beroam volse tristemente lo sguardo a terra mentre il fratello, Hyrador, sostenne lo sguardo del demone.
    -Non vi è bastato quello che abbiamo dovuto soffrire? Volete aggiungere nuove sofferenze?-
    -Vorremmo soltanto sapere quello che è successo e cercare di salvare tutti quanti.-
    -Io e mio fratello Hyrador, saremo a vostra disposizione per cercare di salvare il branco e vendicare la morte dei nostri genitori.-
    Intervenne Beroam.
    -Raccontateci tutto dall'inizio.-
    Beroam sospirò mentre si stava per sedere a terra.
    -Quello che sappiamo lo sapete già anche voi; quando il nostro branco è stato portato via, gli anziani che erano con noi ci hanno detto di rimanere nascosti nella caverna,il resto lo ha fatto la paura che avevamo in quel momento, poi siete arrivati voi.-
    -Non sapete quindi nient'altro?-
    Il piccolo lupo scosse il capo.
    -Cosa facciamo adesso Rasur?-
    Il demone rimase sorpreso che chiedessero proprio a lui cosa fare.
    -Al momento resteremo qui, abbiamo cibo e acqua; in oltre ci vorrà qualche giorno perché i i piccoli si riprendano totalmente.-
    -Mi pare la cosa migliore, però adesso ho un'altra domanda.-
    -Dimmi Werrin.-
    -Non a te Rasur, ma a lui!-
    Disse il leone marroncino indicando il giovane leone marroncino scuro.
    -Cosa vuoi che ti ci dico iu?-
    -Ad esempio come fai a vedere al buio, e come hai fatto a dare energia a Rasur quando lo abbiamo trovato.-
    Furyjon guardò incredulo il leone di fronte.
    -Ma iu nu ce lo ciò, davvero, credimici!-
    -Te lo spiego io.-
    Intervenne Rasur.
    -Furyjon era un cosiddetto “non -demone”, ossia un demone a tutti gli effetti che però non sapeva ancora di esserlo.-
    Vervada inarcò un sopracciglio stupita.
    -Cosa hai detto?-
    Rasur sorrise.
    -Allora, come voi sapete, nell'universo parallelo dal quale proveniamo, si generano e vengono distrutti in continuazione demoni, ecco, Furyjon non è altro che un demone appena creato, che chissà per quale assurdo motivo, è riuscito a uscire, ha assunto le forme di un leone in questo caso, e soltanto oggi ha scoperto di essere un demone.-
    -Va bene, non ci ho capito nulla!-
    Intervenne Roy spazientendo Rasur.
    -Partiamo dall'inizio allora.-
    Rasur si sedette mentre gli altri assumevano posizioni comode.
    -I demoni si creano quando certe quantità di forza vanno in contrasto tra loro, ad esempio quando due demoni si attaccano a vicenda.-
    Il gruppo annuì.
    -Da questo scontro di forze, nasce un demone; il quale però non scopre le sue potenzialità finché non entra in contatto con un demone formato.-
    -Adesso è un po più chiaro.-
    Dichiarò Sender.
    -Questo è il caso di Furyjon, ah avuto contatto con me e adesso anche lui ha scoperto le sue potenzialità; sia quelle particolari e individuali, come vedere al buio, sia quelle comuni, come bloccare con la mente e il tutto il resto.-
    -Senza allenamenti? Ma come è possibile?-
    -Sender, è possibile in quanto tra me e lui si è instaurato un contatto, e da quel contatto sono state passate le mie conoscenze.-
    -Adesso è chiaro, grazie.-
    -Ora dobbiamo capire che ne è stato del branco e della pietra.-
    -Credo che quei due demoni siano i responsabile della sparizione della pietra, e di conseguenza anche del branco.-
    Il demone ocra si volse verso Sender, la quale lo stava fissando intensamente.
    -Forse del branco, ma non della pietra.-
    -Che vorresti dire?-
    -L'unico che ha scoperto il modo di maneggiare le pietre nel nostro mondo parallelo, è Berial; nessuno di noi demoni è in grado di farlo, o meglio, sappiamo maneggiare soltanto frammenti piccolissimi, nulla di più.-
    -Potrebbe aver insegnato a qualcuno il modo.-
    -Non lo farebbe mai, insegnare a maneggiare le pietre o i frammenti, è molto rischioso; non perché la loro instabilità potrebbe farli esplodere, ma bensì perché chi ne è in grado, diventa automaticamente una minaccia per lui, in quando potrebbe contrastarlo, e se in possesso della pietra, costui diverrebbe imbattibile.-
    -Quindi chi può aver portato via la pietra?-
    -Qualcuno che non è a conoscenza del rischio che corre e che non saprebbe come usare il potere della pietra lunare e che non sia demone dato che questo effetto collaterale avviene soltanto con noi.-
    -Quindi qualcuno che non è venuto a contatto con demoni e non sa come e cosa farsene di quella pietra, ma che potrebbe fare tutto questo per un proprio tornaconto personale, giusto?-
    Rasur tacque per un paio di minuti, imitato da tutti.
    -Qualcuno con le capacità di un demone, ma che non è un demone.-
    -Soltanto un individuo mi viene in mente in questo momento.-
    -Chi, Vervada?-
    La leonessa guaritrice incrociò gli occhi della sorella, rimasero alcuni istanti a fissarsi senza parlare, poi entrambe si voltarono.
    -Aika.-
    Rasur sussultò.
    -Questo spiegherebbe tutto quanto!-
    -Esatto Rasur.- Sender parlava e osservava tutti i presenti. -Spiega tutto; è stata lei a condurre li i demoni per farvi sferrare quell'attacco, ed è stata lei a condurre chissà dove il branco!-
    Il demone ocra ringhiò.
    -E sarà lei a pagarne le conseguenze!-
    Rasur esplose in un bagliore accecante e scomparve velocemente sotto forma di sfera luminosa.
    -Adesso dove starà andando?-
    -Non ne ho idea, Sender, ma una cosa è certa: se trova quella lupa la distrugge!-
    -Vervada io non credo che stia andando a cercare Aika, credo che stia andando dove dimorava il branco degli scavatori.-
    Beroam e Hyrador si rattristarono.
    -Ci piacerebbe poter tornare un giorno in quelle terre.-
    -Tranquilli piccoli, avrete la possibilità di tornare a tempo debito.-
    I due cuccioli guardarono con espressione triste Roy.
    Nel mentre, il demone ocra viaggiava velocissimo, rasente al terreno, in direzione della grande caverna sotterranea, vecchia dimora degli scavatori.
    Dopo pochi minuti raggiunse le colline rigogliose che delimitavano la pianura antistante alla grotta sotterranea.
    Lentamente diminuì velocità e quando si fermò, assunse nuovamente la sua forma animale.
    Dalla cima di una piccola collina, osservava con attenzione l'ambiente di fronte a lui; non vedeva nulla di insolito.
    Sempre lentamente iniziò a discendere il leggero pendio avvicinandosi.
    Sempre coi sensi alla massima attenzione, avanzava lentamente, osservando il grande sentiero che conduceva alla pianura; l'erba infestante stava ormai quasi ricoprendo interamente il calpestio della terra, ma rimaneva comunque sempre ben visibile.
    Arrivò dopo alcune ore di fronte all'ingresso della caverna sotterranea, ma la sua attenzione era rivolta ad altro.
    Silenzio.
    Sentiva solamente il rumore generato dal vento che soffiava debolmente e agitava leggermente le fronde degli alberi; ma non sentiva altro.
    Sembrava che la vita si rifiutasse di rimanere li.
    Discese nelle profondità della terra, addentrandosi nella grande caverna, osservando con grandissima attenzione ogni dettaglio, ogni minimo anfratto, ma non trovò assolutamente nulla.
    Il luogo era completamente deserto, quindi decise di riemergere.
    Si sedette osservando distrattamente ciò che lo circondava, alberi secchi nelle vicinanze che man mano ci si allontanava da quel posto tornavano alla vita, quasi ci fosse una maledizione in quella landa.
    “Cosa diavolo sarà successo qui...”
    Pensò tra se; non riusciva a capire quali potessero essere le cause.
    Dilatò la mente, lanciando tentacoli indagatori di energia tutt'attorno, quando improvvisamente sentì un calo di energie, come se qualcuno o qualcosa lo usasse come sostentamento; immediatamente arrestò il flusso di energia.
    “C'è qualcosa che non va qui.”
    Ispezionò la zona con circospezione, lanciando piccole sonde di energia, dalle quali sperava di poter capire da dove provenisse quel potere che gli rubava energia vitale.
    Dovette interrompersi più volte; a causa di distrazioni improvvise, quel magnete gli aveva estirpato gran parte di forza vitale.
    Rasur dovette attingere energia dall'ambiente che lo circondava, molta flora presente in quel luogo abbandonò la vita per donarla al demone.
    Riuscì a trovare con precisione il luogo esatto che avidamente assimilava energia da qualsiasi cosa fosse nei paraggi, quindi iniziò molto cautamente ad esaminare la zona per capire di cosa si trattasse.
    Dilatò la mente e lentamente iniziò a sondare il terreno in cerca di un indizio, quando un guaito straziante lo fece arrestare immediatamente.
    “Chi sei? Che ti è successo?”
    Nessuno rispose, il demone udiva soltanto un lamento continuo, e singhiozzi.
    “Chi sei?”
    “Vattene e lasciami in pace!”
    Il demone ocra rimaneva immobile, seduto a terra, fissava l'orizzonte distrattamente, come fosse in trance.
    “Dimmi cosa ti è successo, potrei poterti aiutare.”
    Ci fu un lungo pianto di disperazione, il demone rimase pazientemente in silenzio, facendo comunque avvertire la sua presenza; poi improvvisamente silenzio e poco dopo l'entità rise, rise come impazzito.
    “E come potresti aiutarmi? Sono Numa! E sono il capobranco degli scavatori! E lei è Aysha, la mia regina! Inchinati!”
    Il demone ocra assecondò le richieste.
    “Io sono Rasur, viaggiatore, amico di Jormungr e Miremel, vengo in pace a portarti visita.”
    “Sono grandi amici! Sei il benvenuto nel nostro branco! Ti metteremo a disposizione gli alloggi migliori per la tua permanenza!”
    Il demone ocra lanciò un tentacolo di energia per sondare il terreno sottostante, in cerca del lupo.
    Lo trovò a circa due metri sotto il suolo, inglobato in un grande masso di roccia trasparente la quale irradiava luce propria.
    “Numa, posso vedere attraverso i tuoi occhi?”
    Il lupo annuì mentalmente e Il demone si insinuò nella mente del lupo, e vide attraverso gli occhi del capobranco.
    “Aiutami Rasur, per favore...”
    Il demone vide la compagna del lupo; era distesa di fronte a lui, completamente sbranata, irriconoscibile, e inglobata nella stessa roccia, in modo che il compagno la vedesse sempre obbligatoriamente, e lui era tenuto in vita da un incantesimo che gli faceva assimilare energia vitale dall'ambiente, rendendolo immortale.
    “Rasur, capisci quale è la mia condanna? Sono costretto a vivere in eterno in questa situazione... Aiutami ti prego...”
    “Numa, hai visto? È sera, il sole sta calando all'orizzonte...”
    Il demone inviò al lupo bianco l'immagine del tramonto, e lentamente usando il suo potere magico, tolse la vista al capobranco degli scavatori, immergendolo lentamente nelle tenebre.
    “E' davvero tantissimo tempo che non arrivava la notte, chissà come mai; tu lo sai Rasur?”
    “Si Numa, il tempo è cambiato, e la notte arriva raramente, è sempre giorno.”
    “Lo ho notato, ma non lo sapevo, beh, adesso è arrivata per fortuna; quanto durerà? Lo sai Rasur?”
    “Durerà per moltissimo tempo, così potrai riposare.”
    “Io sono il capobranco, non posso riposare!”
    “Per un po di tempo soltanto, poi riprenderai i tuoi impegni da reggente.”
    “Si, io e la mia regina abbiamo bisogno di riposare.”
    “Riposerete assieme, ma dimmi, ricordi cosa è successo?”
    “Perché dovrei dirtelo?”
    Il demone tacque per un breve istante.
    “Jormungr mi ha mandato, vorrebbe aiutarti.”
    Il lupo fu colto da un dolore talmente forte da riuscire a trasmetterlo perfino al demone che si stava schermando per precauzione da eventuali attacchi.
    “Sono arrivati, ci hanno chiesto se avevamo visto o aiutato dei leoni, ci hanno catturati e obbligati a servirli, e poi hanno fatto uccidere davanti ai miei occhi la mia compagna.”
    Il lupo bianco esplose a piangere copiosamente.
    “E mi hanno condannato per sempre a questo! Questo è l'unico momento di quiete! L'unico momento che il mio tormento è placato dalla notte! Da questa improvvisa notte! “
    “Ti aiuterò Numa, stai tranquillo; te lo prometto.”
    “Sai che ti dico Rasur?”
    Il lupo tacque per un lungo periodo.
    “Spero che questa notte duri per sempre!”
    “Dimmi chi sono i colpevoli.”
    “Hanno detto di chiamarsi Shruykan e Uthrax... Altro non so.”
    Il demone ocra ruggì ferocemente mentre la rabbia gli ribolliva nel corpo.
    “Numa, ti giuro che tu, la tua compagna, il tuo branco, e tutti coloro che sono stati vittima di loro due, sarete vendicati a dovere!”
    “Non avere pietà Rasur, Non averne! Giuramelo! Non averne proprio come loro non ne hanno avuta ne con me, ne con la mia compagna!”
    “Te lo giuro, Numa.”
    “Ti ringrazio.”
    “Numa, è giunto il momento di riposare.”
    “E quanto posso dormire?”
    “Riposerai per molto tempo, tutto il tempo che lo vorrai.”
    “E Aysha? La rivedrò mai più?”
    “Ti sta aspettando, ora riposa Numa, sei stato un grande capobranco e sarai ricordato per sempre.”
    “Dici davvero?”
    “Si.”
    Rasur inviò al lupo bianco l'immagine della compagna, sorridente.
    “Amore mio, che bello rivederti!”
    Il demone fece sorridere quell'immagine inviata mentalmente.
    “Va con lei, va da lei Numa; riposa in pace.”
    Rasur usò la sua magia, interrompendo l'incantesimo che teneva in vita il lupo bianco, donandogli la pace eterna.
    Rimase li seduto per molto tempo, riflettendo su quanto aveva visto e saputo; poi si alzò e dopo essersi trasformato nuovamente in sfera luminosa, fece ritorno alla grande montagna, dove il resto del branco lo stava aspettando.
     
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    Nella fortezza


    La notte stava per sopraggiungere quando la lupa bianca e rossa raggiunse il limitare della collina oltre la quale faceva capolino quella tetra struttura, una costruzione immensa, completamente nera, la quale sembrava fosse sorta dalle viscere della terra.
    Aika avanzava a passo lento, al suo fianco fluttuava nell'aria la grande pietra luminosa, dalla quale la lupa traeva continuamente energia, e immediatamente dietro, il branco catturato di leoni e lupi provenienti dalla grande montagna.
    In breve tempo giunsero su un sentiero, l'assenza di erba e la terra che si levava ad ogni passo lasciava intendere che quel tratto di strada fosse molto trafficato, eppure terminava contro la parete nera e perfettamente levigata di quella struttura.
    La lupa si fermò appena raggiunse la fine di quel calpestio, imitata da tutti coloro che la seguivano; in quell'istante comparvero dal nulla i due demoni.
    -Aika, ti stavamo aspettando.-
    La lupa infossò leggermente il capo tra le spalle, rispondendo con voce tremante.
    -Scusate il ritardo, ma purtroppo non sono riuscita a fare più velocemente di così.-
    -Ci hai portato la pietra, e questo è sufficiente per giustificare l'attesa, in oltre vedo che hai portato con te nuova forza lavoro.-
    -Si Shruykan, questo è il branco della grande montagna dove vi era nascosta la pietra.-
    Il demone nero osservò tutti gli individui, lentamente il suo sguardo si spostava da un lupo ad un leone, osservava tutti con fare pigro mentre l'inquietudine generale aumentava e il senso di disagio iniziale divenne man mano terrore allo stato puro.
    -Non vedo i due cuccioli.-
    La lupa rabbrividì a quelle parole.
    -Infatti non ci sono; non so dove siano andati, se ne avessi avuto la possibilità li avrei fatti fuori io stessa, oppure li avrei condotti da voi, ma purtroppo erano già andati via.-
    Il demone nero rimase un istante in silenzio e con lo sguardo perso nel vuoto prima di proseguire.
    -Non è importante adesso, risolveremo la questione dopo.-
    -Siete riusciti a eliminare quei due demoni?-
    Comparve un' espressione minacciosa sul muso del leone nero.
    -Soltanto uno, l'altro ci è sfuggito.-
    Una moltitudine di sguardi terrorizzati comparvero sui musi del branco rapito dalla lupa, i quali non passarono inosservati al demone bianco.
    -Aika, come mai nessuno di loro parla?-
    -Uthrax, ho tolto loro la facoltà di parlare e li ho obbligati a seguirmi fino a qui.-
    Il demone bianco si avvicinò alla lupa, la quale si acquattò a terra sollevando una zampa e gemendo quasi a implorare pietà.
    -Vedo che hai imparato presto, credo che ci sarai d'aiuto, finché non troveremo qualcuno in grado di fare meglio quello che farai tu.-
    -Si mio signore, cercherò di fare meglio che posso e non deluderti mai.-
    Uthrax sorrise biecamente.
    -Perché sai quello che potrebbe succedere vero?-
    Il demone bianco bloccò mentalmente la lupa e con una violenza inaudita le inviò mentalmente immagini di torture indicibili e agonie terrificanti, fino al punto che Aika stava per perdere i sensi.
    -Spero di essere stato chiaro.-
    -Si.-
    Rispose la lupa ansimante e con un filo di voce distesa e tremante a terra.
    In quel momento il demone nero le si avvicinò e le alitò sul muso infondendole energia e vigore nuovi.
    -Seguici adesso, portiamo la pietra nella sala centrale.-
    -Va bene miei signori; ma il branco?-
    Disse volgendo indietro il capo e osservando tutti quegli individui immobili dietro di lei.
    Con un cupo rombo la terra iniziò a tremare mentre la spessa lastra di pietra nera discendeva negli abissi della terra mostrando l'interno della fortezza.
    -Falli entrare, di loro ci occuperemo dopo, adesso abbiamo altro a cui pensare, dopodiché liberali; non potranno più sfuggirci.-
    Aika annuì ed iniziò lentamente ad avanzare mentre di pari passo la pietra la seguiva, sempre al suo fianco; immediatamente dietro vi era il branco della grande montagna, obbligato ad entrare in quella fortezza da una forza innaturale.
    Ogni individuo era in preda al terrore, ognuno avrebbe voluto fuggire, urlare, alcuni ribellarsi, ma la magia che li bloccava era troppo forte per essere vinta.
    Appena l'ultimo fu dentro, l'enorme lastra di pietra si chiuse; la loro libertà svaniva man mano che la pesante lastra chiudeva ermeticamente l'uscita, non si vedeva nulla, l'oscurità più totale regnava, si sentiva solo il respiro affannoso di altri individui, l'odore forte e pungente di muffa mischiato a quello dolciastro e nauseabondo di corpi in decomposizione, l'umidità in quel luogo infernale era spaventosa.
    Lentamente al centro di quella grande sala si accese una sfera, un fuoco fatuo fluttuante, che permetteva di vedere, illuminando fiocamente quella zona della fortezza.
    Jormungr, Miremel, Jessy e James si ritrovarono vicini gli uni agli altri; si guardavano intensamente negli occhi ma nessuno riusciva a parlare o muoversi.
    Le compagne dei capibranco tremavano vistosamente, terrorizzate.
    Improvvisamente la forza che li stava dominando scomparve, e tutti caddero a terra.
    Jormungr scosse il capo più volte, imitato da tutto il branco; si sentiva frastornato, intontito, e gli arti gli dolevano, poi iniziò a guardarsi lentamente attorno cercando di sollevarsi da terra.
    Quello che vide lo lasciò senza respiro.
    Leoni e lupi, un numero incredibile di individui ridotti al limite della sopravvivenza, tutti quanti sdraiati a terra, ansimanti e in un angolo di quella grande sala vi era una montagna di cadaveri.
    Il leone grigio rimase pietrificato a quella visione, così come il resto del branco.
    -Siamo in un incubo Jormungr? Svegliami ti prego...-
    -Purtroppo no Miremel. Purtroppo no.-
    La leonessa si avvicinò velocemente al compagno, appoggiando con forza il capo al petto di lui, iniziando a piangere spaventata.
    -Nessuno ti farà del male, te lo prometto.-
    La leonessa bianca sollevò la testa, i grandi occhi verdi erano arrossati dal pianto e dalle lacrime che scendendo lungo gli zigomi le inzuppavano il muso.
    In quel momento arrivarono in piena corsa Jody e Lex, arrestandosi di fronte ai capibranco.
    -State bene? Jormungr, che facciamo?-
    -Lex! Jody! Grazie al cielo!-
    -Si Jormungr, siamo qui, e cercheremo una via d'uscita da questo inferno!-
    -Vorrei fosse possibile.-
    -Non diamoci per vinti subito, ci sarà pure una scappatoia non credi?-
    Lo sguardo del leone grigio si fece duro, deciso.
    -Hai ragione Lex, allora: ispezioneremo ogni lato della struttura e tra dieci minuti ci ritroveremo tutti di nuovo qui, va bene?-
    I leoni e James annuirono.
    -Andiamo, muoviamoci! E speriamo di trovare qualcosa!-
    -E' inutile che cerchiate una via di fuga, non esiste.-
    La voce proveniva da un grande lupo nero a poca distanza dietro di loro voltato di schiena.
    -Jasir!-
    -Si Jormungr, sono io; sono proprio io.-
    -Che ci fai qui? E il branco degli scavatori? Dove sono tutti?-
    -Morti, siamo rimasti una ventina, forse meno.-
    Le lacrime invasero gli occhi del leone grigio.
    -Come sarebbe a dire... Morti...-
    Il grande lupo nero tossì ripetutamente, sputando un grosso grumo di sangue rappreso.
    -Si, più di metà branco è morto nell'attraversata del deserto, quando i demoni ci hanno catturato, gli altri poi, sono morti di stenti e fame mentre ci obbligavano a costruire questa fortezza.-
    -La avete costruita voi?-
    Il lupo annuì.
    -Si, siamo stati obbligati con la magia, i primi sono morti scavando, nessuno di noi poteva ribellarsi al volere dei due demoni; ci hanno fatto scavare, e scavare, e scavare, finché le nostre zampe non si sono consumate, e anche in quel momento, siamo stati obbligati a scavare, e a morire.-
    -Ci sarà pure un modo per andare via da questo luogo!-
    -Non esiste invece, le fondamenta sono molto profonde, e i blocchi di pietra sono stati fusi assieme con la magia; questa struttura è come se fosse formata da un blocco unico.-
    -E la porta allora?-
    -Quella la si può muovere soltanto con la magia dei demoni.-
    Il leone grigio si avvicinò di qualche passo al lupo nero, sempre voltato di spalle.
    -Jasir che ti hanno fatto?-
    -Questo...-
    Il lupo si volse verso i capibranco, il suo muso aveva lineamenti duri, squadrati, la rigati da lacrime, che scivolavano cadendo a terra.
    Lentamente Il lupo si alzò, ticchettando in modo strano sul nero pavimento di quella prigione, e si voltò lentamente.
    Gli arti anteriori del lupo erano trasformati, zampe tozze e scure irte di duri puntoni, terminavano con potenti artigli atti a scavare la terra e a frantumare pietra, impedendo però il normale movimento.
    -Capisci adesso Jormungr? Questa mutazione è stata una conseguenza, prima ci facevano scavare con le nostre zampe! Eravamo obbligati a scavare anche quando le nostre zampe si consumavano cercando di frantumare la pietra! Così ci facevano morire!-
    Il lupo nero si lasciò cadere a terra pesantemente, e in quell'istante i pavimento iniziò a tremare.
    Shruykan e Uthrax si trovavano nella piccola sala, dove si trovava il gate sigillato, dietro di loro vi era la lupa bianca e rossa con al suo fianco la grande pietra fluttuante a mezz'aria.
    Entrambi i demoni contemporaneamente appoggiarono una zampa sulla liscia superficie della grande pietra, la quale iniziò immediatamente a pulsare, generando potenti lampi di luce e scariche elettriche che saettavano nell'aria e si disperdevano impattando contro le pareti della sala.
    Improvvisamente i due demoni scaricarono contemporaneamente tutta l'energia che erano riusciti ad assimilare contro la roccia fusa che chiudeva il passaggio.
    L'impatto di quell'enorme mole di energia generò un bagliore intensissimo, che durò parecchi secondi, poi improvvisamente cessò.
    Sul pavimento di quella sala, vi era un lago bollente di roccia fusa, il colore arancione si rifletteva contro le pareti della grotta e la temperatura dell'aria aumentava costantemente.
    Lentamente la roccia si stava raffreddando, ma continuava a splendere una strana luce violacea.
    Improvvisamente dal cuore pulsante di quella luce, saettò nell'aria una sfera rossa come il fuoco, vagò per la sala velocissima, poi si fermò fluttuando a mezz'aria e lentamente discese a terra.
    Dal pavimento della sala si levò uno spesso strato di nebbia fitta, e da essa prese forma un leone.
    I fuochi fatui posizionati negli angoli della sala si estinsero lasciando tutto nell'oscurità più totale; persino la grande pietra smise di pulsare.
    La lupa si stava guardando attorno, in silenzio, mentre l'inquietudine la stava assalendo.
    Sentiva soltanto un respiro affannato a poca distanza, ma non riusciva a capire da dove provenisse.
    -Finalmente libero.-
    La voce fredda come ghiaccio del demone echeggiò nella sala.
    -Si nostro Signore, siamo riusciti a riaprire il gate tra i due mondi.-
    I fuochi fatui negli angoli della grotta ripresero vigore, illuminando fiocamente la sala.
    Aika trattenne il respiro colta dal terrore abbassandosi fino a rasentare il suolo.
    Di fronte a lei c'era un demone rosso fuoco che la stava fissando.
    -N...non... fa...farmi del male ti...ti prego!-
    Grandi occhi gialli privi di pupilla stavano fissando la lupa bianca e rossa mentre una feroce chiostra di zanne veniva messa in mostra da quel leone innaturale.
    -Questo lo deciderò io!-
    Aika fissava terrorizzata il grande demone rosso fuoco, dalle lunghe orecchie sottili ed affilate, rivolte all'indietro, mentre la folta criniera ondeggiava come se una leggera brezza la agitasse, rossa anch'essa, come se fosse intrisa di sangue, sul corpo si formarono piccole macchioline nere, le quali cambiavano in continuazione la loro forma.
    -Mio Signore, questa lupa ci ha aiutati a farti uscire dalla tua prigione.-
    Il demone rosso fuoco volse lentamente lo sguardo verso il demone nero.
    -Con quali mezzi vi ha aiutato?-
    -Trasportando fino a qui quella pietra lunare.-
    Il demone girò pigramente il capo, rimanendo sbalordito appena vide la pietra.
    -E' immensa! Come il potere che è racchiuso in essa!-
    Il demone rosso fuoco si avvicinò a passi lenti, misurati, alla grande pietra fluttuante, fino quasi a sfiorarla col naso, poi senza preavviso, la pietra iniziò a pulsare sempre più intensamente, finché il suo bagliore non divenne accecante, poi con un improvviso boato, il bagliore cessò.
    La lupa riaprì lentamente gli occhi e vide che la pietra era scomparsa; nel mentre il demone rosso si sedeva pigramente a terra.
    -E' scomparsa!-
    Aika si guardava sgomenta attorno, la pietra non c'era più, poi sentì i demoni ridere.
    -Sciocca lupa; non è scomparsa.-
    Il demone rosso fuoco volse lentamente il capo e al centro della sua fronte, semi nascosta dalla criniera, vi era una gemma grande come una noce, la quale irradiava una tenue luce rosata.
    Il demone bianco si avvicinò ad Aika.
    -E' grazie a lei se siamo riusciti a portare fin qui la pietra, noi non saremmo mai stati in grado di maneggiarla; sarebbe esplosa.-
    -Lo so Uthrax, ma dimmi ora, come è stata costruita questa struttura?-
    -Col lavoro svolto da leoni e lupi che abbiamo trovato qui.-
    -Riuscite a tenerli sotto controllo? Devono essere molti suppongo.-
    Il demone nero si fece avanti.
    -Non è semplice date le nostre modeste capacità.-
    Il demone rosso fuoco volse lo sguardo verso la lupa, la quale sentì il terrore aumentare dentro di lei in maniera vertiginosa.
    -Dunque è grazie a te se il gate è stato riaperto.-
    Aika gemette mentre il demone le si stava avvicinando minacciosamente, poi con una mossa improvvisa ed inaspettata il demone appoggiò una zampa sulla fronte della lupa.
    -Questo è il dono per averci aiutato a riaprire il gate.-
    Aika fu bloccata nei movimenti da una ferrea morsa di energia, ansimava pesantemente mentre il terrore si insinuava in ogni fibra del suo corpo.
    -Accetti il dono di servirmi e far rinascere il mio impero?-
    La lupa aveva gli occhi vitrei, il terrore allo stato puro la stava divorando.
    -Accetti?-
    Improvvisamente si riebbe.
    -Si, accetto!-
    Dalla zampa del demone saettarono nell'atmosfera lampi di energia mentre una fiamma cremisi divampò, bruciando il pelo sulla fronte della lupa, la quale strizzò gli occhi, gemendo per il dolore acuto che provò in quell'istante.
    Il demone tolse la zampa e tutto cessò all'istante.
    -Come ti chiami?-
    -Aika.-
    Rispose ansimando pesantemente, mentre un odore pungente permeava l'aria di quella sala.
    -In questo momento, io, Berial, signore del pozzo delle anime, ti ho donato una fonte di energia eterna; ma fai attenzione, tradisci il tuo giuramento e ne pagherai le conseguenze per l'eternità.-
    Aika rabbrividì.
    -Non vi deluderò.-
    -Sarà meglio per te; il tuo compito sarà quello di controllare la nostra forza lavoro per i momento; noi ci occuperemo invece di creare un esercito per conquistare questa terra.-
    -Non avrete problemi di certo mio Signore; c'è soltanto un demone e due cuccioli che devono essere eliminati, poi nessuno potrà contrastarvi.-
    Il demone rosso si rivolse ai due demoni dietro di lui.
    -Rasur e Loynaar immagino; non sono ancora stati eliminati?-
    -No Berial, abbiamo solo eliminato Loynaar; Rasur è ancora vivo e a quanto pare è assieme a due cuccioli, e pare che siano in grado di poterci contrastare.-
    -In che modo Uthrax?-
    -Possiedono un potere magico, ma non sanno utilizzarlo ancora.-
    -Ne mai sapranno utilizzarlo.-
    Disse il demone rosso fuoco scomparendo sotto forma di spessa nebbia, lasciando la lupa a bocca aperta, incredula.
    -Adesso sai quale è il tuo compito, vai e svolgilo; e fai in modo che tutto funzioni alla perfezione.-
    La lupa si voltò di scatto verso il demone nero.
    -Shruykan da sola non credo di farcela.-
    Il demone rispose ringhiando.
    -Non ci interessa come farai, devi riuscirci in un modo o nell'altro!-
    Aika rimase per qualche attimo in silenzio.
    -Se chiedessi aiuto? Sapete, ci sono altri come me che vorrebbero vendicarsi dei torti subiti.-
    -E vorresti dare anche a loro il potere magico che hai tu?-
    -Solo una minima parte Shruykan; pensavo di dare loro soltanto la possibilità di bloccare le azioni.-
    -Quindi vorresti avere il tuo piccolo esercito personale.-
    -Il mio sarebbe soltanto un metodo per poter controllare meglio tutti, e comunque la nostra forza sarebbe talmente limitata da non costituire nessuna minaccia per voi.-
    Il demone nero tacque per un breve istante.
    -Entro quanto tempo riusciresti a contattare questi individui?-
    -Entro un giorno al massimo; li ho avvistati nei pressi della grande montagna, e si stavano dirigendo proprio verso di noi, sono un branco misto di leoni e lupi, individui senza scrupoli i quali vogliono solo vendetta.-
    -Allora vai, e di loro che si aggiungano a noi; o in aiuto come guardie, o come schiavi!-
    Aika annuì.
    -Allora parto immediatamente!-
    -Vai e torna presto, ma soprattutto non fare scherzi!-
    -Non posso tradire chi mi da questa opportunità!-
    La lupa si voltò e correndo velocemente si avvicinò alla grande porta di pietra, passando in mezzo al branco che ancora si trovava li.
    Con uno stridio assordante, la pesante lastra di pietra scivolò lentamente verso il basso e nello stesso momento una forza oscura bloccò i movimenti di tutti gli individui presenti; finché la lupa non riuscì ad uscire dalla fortezza, in quell'esatto istante, la pesante lastra di pietra nera richiuse il passaggio e l'energia che teneva bloccati i prigionieri si dissolse.
    La lupa correva veloce, ogni suo passo sollevava piccole nuvolette di polvere dal terreno arido del sentiero calpestato quotidianamente dal branco prigioniero, poi improvvisamente lasciò la strada tracciata e si immerse in una zona ricoperta di erba alta.
    Non provava fatica, quella gemma donatagli dal demone rosso le infondeva energia continuamente.
    Raggiunse la cima di una piccola collina e si fermò a scrutare l'orizzonte.
    Notò a non molta distanza da dove si trovava in quel momento, un branco misto di leoni e lupi, in tutto contava circa quindici elementi.
    Aika a passo svelto discese il dolce pendio della collina verdeggiante e iniziò ad avvicinarsi a quel gruppo.
    -Tu chi sei?-
    Tutti i componenti di quel branco si alzarono mentre la lupa si avvicinava loro riducendo man mano il passo, fino a fermarsi poi a poca distanza da loro.
    -Mi chiamo Aika, e sono venuta a proporvi un affare.-
    Un leone si alzò e fece qualche passo in avanti, aveva una profonda cicatrice sul labbro, dalla quale si intravvedevano le zanne feroci; doveva essere quasi certamente il capo.
    -Tu vorresti proporre a noi un affare? Sentiamo, di che si tratta?-
    -Ho bisogno di guardie che mi aiutino a tenere sotto controllo un branco.-
    Il leone sorrise.
    -Davvero? E sentiamo, quanti esseri dovremmo tenere sotto controllo e poi, cosa otterremmo da questo?-
    Aika si sedette a terra.
    -Il branco è molto numeroso; più di mille individui al momento e comunque il loro numero è in continuo aumento, e voi ne guadagnereste la possibilità di rimanere liberi e vendicarvi di tutti i torti subiti in passato.-
    Il leone sorrise, dapprima piano, in modo appena udibile, poi in un crescendo continuo, finché la risata non divenne assordante, imitato dal resto del branco, mentre la lupa rimaneva in silenzio, impassibile, di fronte a loro.
    -Fammi capire bene, tu vorresti che noi in quindici tenessimo sotto controllo un branco formato da più di mille individui e per di più in cambio della libertà?-
    -Esattamente.-
    Il gruppo riprese a ridere intensamente mentre la lupa si stava innervosendo; poi il leone riprese a parlare con un cupo ringhio.
    -Adesso ascoltami bene, vattene finché puoi, altrimenti potresti anche diventare la nostra cena; vattene e non tornare più!-
    -Vedo che non avete capito cosa vi sto offrendo.-
    Il leone scattò improvvisamente in avanti ringhiando ferocemente e snudando gli artigli, puntando dritto sulla lupa bianca e rossa di fronte, levando una zampa in aria per colpirla, quando un'improvvisa morsa gli bloccò i movimenti.
    Aika si alzò e si avvicinò al leone immobile, mentre il resto del branco rimaneva attonito, immobile a osservare la scena senza capire cosa stesse succedendo.
    La lupa spalancò le fauci e morse violentemente la zampa levata in aria del leone il quale digrignò i denti dal dolore.
    In quell'istante il gruppo si alzò all'unisono per caricare la lupa immobile che li stava fissando, quando improvvisamente una forza bloccò i movimenti del branco alla carica.
    -Capite adesso cosa vi sto offrendo?-
    Aika incominciò a passeggiare tra di loro.
    -Vi verrà fornito il mio stesso potere, potrete immobilizzare il branco a vostro piacimento, nessuno potrà farvi del male; ma sarete sotto al mio comando.-
    -Noi non ci sottometteremo mai a te!-
    Aika sorrise.
    -Io vi consiglio vivamente di farlo, perché o in questo modo, o nell'altro, sarete comunque sottomessi e obbligati a lavorare per la nostra causa.-
    Il leone ringhiò.
    -Non ci sottometteremo mai!-
    La lupa andò a sedersi di fronte al leone immobilizzato.
    -Non prendere decisioni affrettate, lascia che ti mostri quello che ti aspetterebbe se non accettassi la mia proposta.-
    La lupa inviò mentalmente immagini al gruppo riguardanti le torture alle quali erano continuamente sottoposti i prigionieri del branco, quando terminò, il gruppo rimase in silenzio per parecchi istanti; la lupa sembrava compiaciuta di se stessa.
    -Allora? Sto aspettando una risposta.-
    Il leone si rivolse a voce bassa ad Aika.
    -Cosa dovremmo fare?-
    -Adesso ci siamo, seguitemi e vi spiegherò nel tragitto.-
    Aika e il gruppo si avviarono verso la struttura che li stava aspettando, nel mentre, la lupa spiegava loro cosa avrebbero dovuto fare e quali sarebbero stati i loro vantaggi.
    Dopo un paio di ore, il gruppo arrivò alla fortezza, e in quel momento, la pesante lastra di pietra si abbassò per far entrare il gruppo, poi si richiuse alle loro spalle.
    In quel momento, su uno spiazzo sopraelevato comparvero i tre demoni.
    Shruykan planò lentamente fino ad arrivare di fronte alla lupa, la quale abbassò le orecchie, impaurita.
    -Vedo che sei riuscita nel tuo compito.-
    -Si Shruykan, il gruppo si è unito alla nostra causa.-
    Il demone nero sorrise mettendo un mostra i suoi canini terribilmente smisurati.
    -Bene, infonderò loro il potere di bloccare le azioni.-
    Detto ciò, i componenti del gruppo furono scossi da un fremito improvviso.
    In quell'istante il demone rosso fuoco parlò al branco tenuto prigioniero.
    -Tutti voi sarete protagonisti del trionfo del nuovo impero!-
    -MAI CI PIEGHEREMO!-
    Scese il gelo nella fortezza.
    Il demone rosso scomparve istantaneamente e si materializzò di fronte a colui che si era ribellato.
    -Tu che sei talmente audace da ribellarti, dimmi come ti chiami, così che tutti sappiano il nome di chi sto per uccidere.-
    Levando il capo e assumendo uno sguardo impavido, il leone parlò ad alta voce.
    -Io sono Jormungr! Signore del branco della grande montagna!-
    Veloce come una freccia, Berial trafisse la mente del leone grigio, piegandolo istantaneamente al suo volere e scandagliando senza nessuna pietà la sua coscienza, la sua mente, i suoi ricordi, lasciandolo a contorcersi e gemere di dolore, mentre rivoli di sangue fuoriuscivano dalle sue narici.
    Poi la presenza del demone si fece meno invadente, aveva trovato qualcosa nella mente del leone.
    Miremel venne sollevata in aria da una forza invisibile, e venne condotta assieme al compagno in una stanza isolata dal resto del branco.
    -Adesso ho una questione da sbrigare, dopo tornerò ad occuparmi del branco.-
    Detto ciò, Berial scomparve.
    Jormungr e Miremel giacevano in una stanza illuminata da un fuoco fatuo; completamente spoglia ma con una pianta rampicante che ricopriva interamente una parete.
    Entrambi non riuscivano a parlare ne a muoversi; la magia li bloccava a terra.
    -Ecco il nostro ribelle; sai, non è stata una mossa felice la tua.-
    Il capo de demoni si materializzò al centro della stanza, mentre un brivido di terrore percorse i corpi dei due prigionieri.
    -Sai, sto ancora cercando un metodo per punire la tua insolenza, e allo stesso tempo, credo che anche lei debba vedere quale sarà la tua punizione.-
    Gli occhi di Jormungr si muovevano nervosamente, mentre l'aria entrava e usciva dal suo torace in modo velocissimo; il cuore del leone grigio batteva all'impazzata.
    -Sai una cosa Jormungr? Hai una compagna davvero bella.-
    La leonessa bianca venne colpita da una potente zampata del demone, e scagliata contro una parete della stanza cadendo, di schiena sul pavimento della sala, e nello stesso istante, venne immobilizzata a terra dalla pianta che aveva improvvisamente preso vita; Jormungr venne invece trascinato e immobilizzato contro una parete sempre da quei tentacoli di rampicanti.
    Berial si stava avvicinando lentamente alla leonessa mentre parlava sottovoce, in modo appena percettibile.
    -Già, la tua compagna è davvero bellissima sai?-
    Il demone aveva allungato una zampa e snudato gli artigli, stava sfiorando il torace e scendendo lentamente verso il candido ventre della leonessa con lenti movimenti sinuosi mentre questa era immobilizzata a terra supina e singhiozzante.
    -Ne farei volentieri la mia regina, ma purtroppo noi demoni non abbiamo gli stimoli della carne.-
    Il leone grigio respirava velocemente mentre la furia esplodeva dentro di lui, in quel momento la porta della sala si aprì, dando così modo al gruppo delle nuove guardie reclutate dalla lupa bianca e rossa di entrare.
    -Consideratelo un regalo di benvenuto, è vostra; divertitevi ma non uccidetela, mi serve ancora viva.-
    Berial scomparve liberando da qualsiasi sorta di incantesimo la leonessa, la quale si alzò immediatamente, ma la sua libertà durò poco; fu nuovamente bloccata nei movimenti da una fonte di energia molto meno potente della precedente, ma ugualmente efficace e fatta cadere nuovamente a terra, mentre il gruppo di leoni e lupi si avvicinava a lei ridendo biecamente.
    -Cosa avete intenzione di fare?-
    Pronunciò Miremel con la voce terrorizzata e rotta dal pianto, mentre si sentiva afferrare con forza dietro la testa.
    Le urla di dolore di Miremel echeggiarono nella fortezza tutta la notte, mentre il compagno era costretto a guardare senza poter fare nulla.
    Quando giunse il mattino, il gruppo di carcerieri lasciò la stanza; Jormungr aveva il manto completamente inzuppato e ricoperto di lacrime, non aveva smesso un solo istante, mentre la compagna andò trascinandosi in un angolo della sala; il suo sguardo perso nel vuoto era totalmente inespressivo, il manto del collo aveva profonde ferite causate dai morsi subiti, e gli arti posteriori erano completamente intrisi di sangue.
    “Miremel... Non sono riuscito a proteggerti... Perdonami...”
     
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    dopo secoi di inattività, ritorno con un nuovo capitolo =)


    Servi


    La notte era passata velocemente, tranquillamente.
    Il piccolo branco dormiva profondamente, immerso nel buio della grotta, mentre i primi raggi solari illuminavano il corridoio d' ingresso.
    Persino Rasur riposava profondamente rimanendo completamente immobile.
    I primi a svegliarsi furono i fratelli leoni, i quali si avviarono lentamente verso l'uscita della caverna.
    Giunti sul limitare, sbadigliarono contemporaneamente, mettendo in mostra ai deboli raggi solari del mattino la loro temibile chiostra di zanne, stirando le membra indolenzite dal lungo sonno.
    -Roy, sono davvero preoccupato per tutto quello che sta succedendo.-
    -Lo sono anche io Werrin, a questo punto non so più che fare.-
    I fratelli stavano scrutando distrattamente l'orizzonte, silenti.
    -Uranus, Iorody, e i fratelli lupi riusciranno a terminare l'allenamento e riusciranno a contrastare i demoni?-
    -Roy, detto tra noi, credo che abbiano poche speranze; specialmente ora che i demoni hanno la pietra.-
    Werrin si fece scuro, con lo sguardo rivolto a terra.
    -Siamo condannati, è questo che vuoi dire?-
    -Una speranza c'è sempre, ma le probabilità di riuscita questa volta sono troppo scarse.-
    -Hey guarda laggiù!-
    Roy drizzò di scatto il capo scrutando l'orizzonte e notando una sagoma scura in lontananza, che lentamente si avvicinava alla montagna.
    -Abbiamo visite a quanto pare, e non credo siano di cortesia; prepariamoci.-
    -Va bene, io intanto avviso il branco; tu tieni d'occhio la situazione, arrivo in un momento.-
    Il leone si volse di scatto e si gettò a capofitto nel corridoio che portava alla grande sala circolare, dove il resto del branco riposava ancora, mentre Roy non perdeva di vista quella sagoma scura in lontananza.
    Dopo un paio di minuti Werrin riemerse dall'oscurità della caverna, seguito dalle leonesse guaritrici.
    -Sei riuscito a capire chi o cosa possa essere?-
    -Negativo, scendiamo fino ai piedi della montagna, poi lo aggireremo e lo coglieremo alle spalle, intanto riusciremo ad essere talmente vicini da poter vedere con chi abbiamo a che fare.-
    Vervada intervenne.
    -E se dovesse essere un demone? Cosa farete?-
    Roy levò il capo con espressione fiera.
    -Lo affronteremo, dandovi l'opportunità di fuggire.-
    -Ma non avreste speranza contro un demone!-
    -Lo sappiamo Vervada, ma così facendo vi faremo guadagnare tempo prezioso per la fuga.-
    -Ma per voi non ci sarebbe scampo!-
    Roy sospirò.
    -Lo sappiamo, ma questo potrebbe servire per farvi fuggire.-
    -Roy, Werrin, deve esserci una soluzione alternativa, andiamo.-
    -Al momento non c'è; Rasur è troppo debole, Tuhuma e Iorody non saprebbero ancora neanche da che parte iniziare e i due fratelli lupi men che meno, dato che non hanno avuto ancora nessun insegnamento.-
    -Ma c'è anche Furyjon!-
    Roy si avvicinò alla leonessa terrorizzata.
    -Vervada, ti capisco, capisco cosa intendi, ma Furyjon non è in grado di affrontare nessuno ancora.-
    La leonessa strizzò gli occhi e una lacrima solitaria le rigò i dolci lineamenti del muso.
    -Non è sicuro che sa un demone, ma se dovesse esserlo, siamo pronti a sacrificarci per darvi l'opportunità di fuggire, cosicché possiate trovare un altro nascondiglio in modo che i piccoli possano terminare il loro allenamento, ed essere quindi in grado di poter contrastare i demoni e il loro piano di distruzione; siete l'unica speranza che abbiamo, lo capite vero?-
    Le sorelle leonesse abbassarono lo sguardo a terra mentre i compagni si stavano avviando verso il sentiero che portava ai piedi della grande montagna.
    -Werrin! Aspetta!-
    I fratelli si arrestarono guardando indietro verso le compagne, le quali si stavano avvicinando velocemente.
    Le leonesse impattarono con violenza contro il petto dei compagni, strofinando con forza il capo contro di loro, contro la criniera morbida che celava la possente muscolatura del collo e del torace dei giovani combattenti.
    Nessuno di loro parlava, si udiva soltanto il lieve fruscio che le leggera brezza generava a contatto con gli anfratti della roccia.
    Nessuno riuscì a trattenere le lacrime in quel momento.
    -Andate ora, dite agli altri quello che devono fare, e se vedete che le cose si mettono male, discendete dal lato opposto a questo; c'è un ripido sentiero che scende quasi verticalmente la montagna.-
    Immediatamente i fratelli si voltarono e di scatto si allontanarono velocemente, seguendo il sentiero che li avrebbe portati ai piedi della montagna, lasciando le compagne li sul posto, immobili e con la bocca leggermente aperta, incapaci di dire qualsiasi cosa, mentre un dolore forte, grave, stava crescendo dentro di loro.
    -Eccovici! Cogia ci fate qui?-
    -Nulla Furyjon, andiamo, vieni.-
    Il giovane leone demone divenne serio.
    -Dimmici cogia ci succede... ti ci prego... ti ci aiuto iu sai?-
    Sender scoppiò in lacrime e si allontanò correndo mentre la sorella rimase li immobile.
    -Non è successo nulla Fury, davvero... Vieni, andiamo dagli altri e prepariamoci, potremo dover scappare da qui tra poco.-
    Il giovane leone mostrava un'espressione confusa, ma annuì e si diresse assieme alla leonessa guaritrice verso la caverna.
    Giunsero dopo pochi passi sullo spiazzo antistante l'ingresso del rifugio e Vervada si avvicinò alla sorella.
    -Vado dentro e comunico agli altri quello che sta succedendo, tu rimani qui, tra poco arrivo...-
    Sender annuì, lasciandosi sfuggire un singhiozzo.
    La leonessa intravide i fratelli leoni che ormai avevano già raggiunto la grande piana ai piedi della montagna e velocemente si spostavano lateralmente per aggirare e cogliere alle spalle quella figura scura che si stava avvicinando sempre più alla montagna.
    In quell'istante uscì dal corridoio della grotta Vervada, la quale si portò velocemente di fianco alla sorella e le si sedette di fianco; i loro cuori battevano all'impazzata, terrorizzate da ciò che sarebbe potuto accadere da li a pochissimo.
    Roy e Werrin avanzavano veloci, rasenti al terreno, silenziosi come ombre, letali come un fulmine pronto a scaricare la propria tensione distruttrice sul terreno.
    In meno di trenta minuti erano riusciti a portarsi in linea con quella strana figura, ma era ancora impossibile per loro capire cosa fosse, a causa della loro posizione leggermente sottostante.
    Intanto, dall'alto della montagna, le leonesse guaritrici osservavano impotenti la scena; silenziosamente e senza dire nulla, Furyjon si avvicinò a loro, sedendosi leggermente in disparte.
    Strisciando col ventre a terra, i due leoni si avvicinavano sempre più al loro obiettivo, fino a ritrovarsi a una decina di metri di distanza.
    Improvvisamente Roy si alzò, uscendo allo scoperto e facendo trasalire chi gli stava di fronte.
    Sorridendo si avvicinò, imitato dal fratello.
    -Sefyria! Che gioia vederti! Credevamo fossi stata catturata anche tu!-
    -Ma voi due siete matti! Volete farmi proprio morire, eh?-
    -Sono successe brutte cose ultimamente, andiamo verso la montagna, ti spiegheremo la.-
    -Va bene Roy, ma con calma, sai che non riesco a muovermi velocemente.-
    -Si, come no, è una scusa per farti portare per caso? Guarda che anche se sei la sorella di Jormungr, con noi non attacca!-
    La leonessa sorrise.
    -Sei il solito deficiente! Come quando eravamo cuccioli! Non cambi mai!-
    -Devo considerarlo un insulto per caso?-
    La leonessa sorrise.
    -Dovresti iniziare a preoccuparti se non lo fosse!-
    I tre leoni sorrisero e si avviarono per tornare alla montagna, nel mentre le leonesse sembravano distendere i nervi; avevano intuito dello scampato pericolo.
    -Vervada, è andato tutto bene per fortuna!-
    La leonessa sospirò.
    -Si, per fortuna si!-
    -Torniamo dentro e avvisiamo gli altri che non c'è più pericolo.-
    Le sorelle guaritrici e il giovane leone demone si alzarono, ma prima che riuscissero a voltarsi, videro i loro compagni sbalzati in aria e ricadere violentemente a terra, poi successivamente anche il terzo individuo venne sbalzato in aria.
    Alle leonesse si gelò il sangue nelle vene mentre il terrore si impadroniva di loro.
    -ROY!!! WERRIN!!!!-
    Il trio rimaneva immobile a parecchia distanza dalla montagna, mentre dal terreno fuoriusciva una strana nebbia dal colore verde acceso, e da essa prese forma un grande leone, anch'esso di colore verde.
    Le leonesse trattennero il respiro, poi Vervada si rivolse al giovane demone.
    -Fury! Va a chiamare Rasur!! Sbrigati!!-
    Il giovane demone rimase immobile, terrorizzato, ma dopo poco rispose.
    -Ma nu ci può! Nu ci ha forza!-
    -Vai ti prego!-
    -Nu mi risponde! Ci è stanchiccimo lui!-
    Vervada scattò immediatamente, percorrendo il tragitto fino al demone ocra in una frazione di secondo, chiamandolo e supplicandolo, colpendolo violentemente sul muso con forti zampate, ma il demone sembrava come morto.
    Nel mentre, i due fratelli e il terzo leone stavano per essere portati via dal demone comparso improvvisamente nella pianura.
    In quell'istante, Vervada uscì nuovamente dalla grotta, e vide ciò che stava succedendo in lontananza, impotente di fare qualsiasi cosa.
    -Roy...-
    Sussurrò mentre le lacrime scorrevano sul suo muso come un fiume in piena; suo e della sorella.
    -Quello.... Quello ci è cattivo.. Ci è cattivo e prepotente!-
    Furyjon abbandonò la sua tipica espressione giocosa, facendo comparire un feroce ringhio, mentre i suoi occhi grigi iniziarono a fiammeggiare.
    -Nu ci si fa bua mici amici!-
    Il giovane demone ruggì ferocemente, ruggì in modo innaturale, un ruggito talmente potente che fece tremare le rocce distaccate dal pavimento, snudando poi gli artigli e conficcandoli in profondità nella dura roccia levigata dalle intemperie, quindi scattò in avanti lanciandosi nello strapiombo che delimitava lo spiazzo antistante alla grotta, avvicinando gli arti più possibile al corpo, scendendo la parete verticale della montagna, a pochi centimetri dalla roccia, e quando stava ormai per schiantarsi a terra, esplose come una saetta, dirigendosi verso l'entità verde che lo aveva ormai individuato e stava a sua volta per affrontarlo.
    -PREPOTENTE!!!-
    Ringhiò con ferocia il giovanissimo demone.
    La battaglia che ne scaturì si risolse in una frazione di secondo; Furyjon assunse le sue sembianze feline a pochissima distanza dal demone verde e contemporaneamente addentò con forza il collo della creatura, facendola scomparire all'istante in un'esplosione di nebbia verdognola.
    I fratelli ripresero per un breve istante conoscenza, e videro il giovane leone con espressione feroce sul muso.
    -Nu ci si fa cattivo con i miei amici, ecco.-
    Disse il giovane demone con voce feroce, poi per i due leoni, tutto tornò di nuovo nero e persero nuovamente conoscenza.
    Il giovane demone sollevò con la sua forza magica i tre leoni incoscienti distesi a terra, e li trasportò verso il sentiero ai piedi della grande montagna, nel mentre le sorelle guaritrici scendevano lungo il sentiero in una incessante e disperata corsa.
    Giunsero contemporaneamente all'inizio del sentiero e le leonesse si lanciarono al capezzale dei rispettivi compagni; erano talmente scosse dagli eventi che non riuscivano a fornire una prima assistenza.
    -Mi ci aiutate? Vi ci prego iu... Nu ci riesco a portarli fino su in cima! Ci sono piccino iu ancora...-
    Disse il giovane demone con espressione triste e avvilita sul muso.
    Entrambe le leonesse si avvicinarono al giovane leone e contemporaneamente lo abbracciarono mentre davano sfogo ad un copioso e liberatorio pianto.
    -Li hai salvati! Ti siamo debitrici! Per sempre Fury!-
    Il giovane leone sorrise.
    -Ma ci sono miei amicici loro! Ci si fa per gli amicici!-
    Vervada rise, nonostante continuasse nel pianto di sfogo.
    -Sei incredibile Furyjon! Davvero! Ora portiamoli alla grotta, hanno bisogno di assistenza.-
    Il giovane demone rispose facendo una linguaccia.
    -E ci! Andiamo! Però pianino pecchè ci ciono stanco iu...-
    In quell'istante una sfera luminosa fluttuò nell'aria e andò a posarsi sul terreno vicino al giovanissimo demone, poi si materializzò il demone ocra.
    -Rasur! Ci hai visto che bravo iu miciu?-
    Esclamò sorridendo il giovane leone dagli occhi grigi.
    -No, non ho visto, non avevo le forze necessarie per poterti aiutare, però posso vedere quello che è successo attraverso i tuoi ricordi.-
    -Adeccio?-
    -No, non adesso, prima portiamo i feriti nella grotta, poi faremo tutto il resto.-
    -Ci!-
    Annuì il giovane demone e unendo le loro forze, in brevissimo tempo trasportarono i corpi inerti dei feriti nella caverna sulla cima della montagna, mentre le leonesse guaritrici li seguivano preoccupate.
    -Sono soltanto storditi, non preoccupatevi.-
    Disse con voce calma il demone ocra alle sorelle leonesse che lo seguivano; loro annuirono senza pronunciare parola.
    Dopo circa un ora di lenta risalita del lungo sentiero, il gruppo raggiunse lo spiazzo antistante alla caverna; ad attenderli c'erano Tuhuma e Iorody, seduti ai lati dell'ingresso.
    -Ci dispiace... Non abbiamo potuto aiutarvi... Eravamo troppo stanchi... Non ci siamo accorti di nulla.-
    Rasur si avvicinò al cucciolo di leone.
    -Non ti preoccupare, il nostro Furyjon ha saputo gestire al meglio la situazione e salvare tutti quanti.-
    In quell'istante, il giovane leone demone passò davanti a tutti saltellando a zampe unite e con un'espressione soddisfatta stampata sul muso, facendo scoppiare l'intero branco in una breve risata.
    Poi Rasur si avvicinò ai corpi privi di sensi dei leoni distesi a terra.
    -Non ci sono ferite profonde, sono soltanto stati storditi; nulla di più.-
    Vervada e Sender sospirarono.
    Poi il demone ocra si avvicinò a Furyjon.
    -Posso ora vedere cosa è successo attraverso i tuoi ricordi? Mi interessa solo il combattimento che hai fatto, nulla più.-
    Il giovane demone annuì.
    Rasur si insinuò nella mente del giovane demone e scavò nei suoi ricordi recenti, trovò immediatamente il ricordo della battaglia; esaminò attentamente ogni minimo particolare, poi si ritrasse lasciando di nuovo libero il giovane demone.
    Furyjon rimase comunque immobile, a bocca aperta e con la lingua penzolante di lato e gli occhi socchiusi in un'espressione esilarante.
    -Furyjon, puoi rimettere a posto la lingua!-
    Il giovane leone scrollò il capo più volte.
    -Quell'entità contro la quale ha combattuto Furyjon, non è un demone per nostra fortuna, ma bensì un servo generato con la magia, lo scopo dei servi è solo quello di controllare, pattugliare territori e come in questo caso, catturare individui per poi sottometterli successivamente; sono facilmente battibili per noi demoni, ma per voi, è praticamente impossibile, solo chi è come Tuhuma, Iorody, Beroam e Hyrador possono sconfiggerli.-
    Tuhuma si sedette di fronte al demone.
    -Possiamo sconfiggerli perchè sappiamo resistere agli attacchi mentali?-
    -Non proprio per questa ragione, ma soprattutto perchè potete usare magia; in oltre, di questi servi se ne possono evocare milioni, in quanto necessitano di una minima quantità di energia.-
    -Perfetto, quello che non volevamo sentirci dire.-
    Disse il giovane leone sbuffando.
    -Si, ma sono anche facili da battere per voi.-
    -Se ne sei convinto tu, Rasur...-
    -Attacca appena sei pronto!-
    -Cosa?-
    Il demone chiuse gli occhi e con l'ausilio della sua magia generò dal nulla un servo.
    -COSA STAI FACENDO RASUR!!!-
    Strillò Tuhuma e in quel momento, il servo si scagliò contro il piccolo leone a fauci spalancate.
    Il giovane leone scartò di lato ed evitò per due volte gli attacchi del servo, poi attaccò a sua volta azzannandolo ad un arto e nello stesso istante quest'ultimo scomparve.
    -Hai visto Tuhuma? Non è stato difficile.-
    Il giovane leone ansimava pesantemente, non tanto per la fatica ma bensì per il combattimento non atteso.
    -Potevi ameno avvisarmi che mi avresti fatto combattere!-
    Il demone ocra sorrise.
    -Devi sempre essere pronto, potresti essere costretto in qualsiasi momento a combattere.-
    -Lo sappiamo, piuttosto, credi che sia sicuro rimanere qui?-
    Il demone ocra rimase per un breve periodo in silenzio.
    -Al momento non possiamo andarcene; almeno non finchè tutti non hanno recuperato completamente le forze.-
    -Dopo cosa faremo?-
    Chiese con un filo di voce Iorody.
    -Dopo credo che dovremo abbandonare la montagna, dato che ormai sanno che siamo qui; dovremo cercare un altro luogo, e fare attenzione a tutto finchè non troviamo un modo per poter contrastare i demoni.-
    Tuhuma era pensieroso.
    -Rasur, stavo pensando al servo che hai generato e ho una domanda da farti.-
    Il demone si volse verso il piccolo leone.
    -Dimmi pure.-
    -Per sconfiggere il servo che hai creato, è bastato un morso, quindi sono facilmente battibili; e come ho potuto morderlo io, può riuscirci benissimo chiunque altro, colpirlo in generale intendo.-
    -E' vero, però parte del tuo potere viene trasmessa attraverso il morso o il colpo inferto, e questo potere ha la capacità di annientare i servi.-
    -Capito; possiamo catturarli?-
    -Si, si possono catturare, ma non ha nessuna utilità; i servi non hanno personalità, eseguono solo ordini, e in oltre generarne uno costa meno energie piuttosto che cercare di catturarlo.-
    -Quindi non possiamo avere nessuna informazione da loro?-
    -Esattamente.-
    -Buono a sapersi, così eviteremo di sprecare energie inutilmente.-
    -C'è un'altra cosa di fondamentale importanza da tenere presente.-
    -Cosa Rasur?-
    Disse il giovane leone osservando attentamente il demone ocra che gli stava di fronte.
    -I servi vengono generati quando i demoni scarseggiano.-
    Il demone si rivolse all'intero branco che lo stava ascoltando.
    -Mi è stato raccontato che in passato i demoni del pozzo delle anime erano stati quasi tutti sterminati da Berial, e quindi egli aveva generato questi servi, proprio per sopperire a questo problema.-
    Sender si rivolse al demone ocra che stava spiegando.
    -Quindi vorresti dire che se ci sono i servi è perchè non ci sono abbastanza demoni qui?-
    -Esattamente, e per due ragioni.-
    Il demone fece una piccola pausa.
    -O perchè il pozzo delle anime è ancora sigillato, oppure perchè Berial ha sterminato tutti i demoni rimasti nel pozzo per assimilarne la loro energia; se così fosse, ci troveremmo di fronte un avversario davvero pericoloso e potente, se consideriamo anche il fatto che è in possesso della pietra lunare.-
    Tuhuma si alzò.
    -Quante probabilità ci sono che Berial abbia sterminato tutti gli altri demoni per racimolare nuova energia?-
    -Direi che possiamo averne quasi la certezza, Berial sa che per uscire dal pozzo delle anime ha bisogno di una quantità incredibile di energia, e quindi posso affermare con sicurezza che tutti gli altri demoni sono stati sterminati; in oltre, con la pietra a sua disposizione, può raggiungere una potenza ancora più mostruosa.-
    -Però battere un servo è molto più facile che sconfiggere un demone, quindi anche se la situazione è lo stesso molto grave, potremmo avere una speranza in più.-
    -Si Tuhuma, però non tutti possono battere un servo, ricordalo.-
    Werrin si alzò per fare qualche passo.
    -Dobbiamo solo cercare di trovare un metodo efficace per contrastarli, e anche cercare di scoprire quali sono le loro intenzioni.-
    Rasur si alzò a sua volta e si avviò verso l'uscita.
    -Si ma non sarà una cosa semplice; riposate ora, dobbiamo mantenerci in forma, io intanto monterò di guardia.-
    Detto questo, Rasur si avviò verso l'uscita, fermandosi vicino a Tuhuma.
    -Se dovessi aver problemi coi servi, avrò bisogno del tuo aiuto e di quello di Iorody; non abbiate paura perchè siete perfettamente in grado di combattere.-
    Il giovane leone annuì.
    -Va bene Rasur, nell'eventualità saremo pronti.-
    In quell'istante, un movimento improvviso catturò la loro attenzione.
    Dietro di loro, uno dei tre leoni distesi a terra riprese lentamente conoscenza.
    -Che mal di testa!-
    Il giovane leone si avvicinò alla leonessa stesa a terra.
    -Sefyria! Come ti senti?-
    La leonessa volse il capo in direzione della voce.
    -Tuhuma sei tu?-
    -Si sono io! Come stai?-
    -Mi ha per caso investito un bufalo infuriato? Non c'è una parte del mio corpo che non mi faccia male!-
    Il giovane leone sorrise.
    -Magari fosse stato un bufalo infuriato!-
    -Dove sono Lex e Jody?-
    Nella caverna scese il silenzio e la giovane leonessa di colore grigio cominciò a guardarsi attorno con aria interrogativa.
    -Tuhuma, dov'è mio fratello? E dove è Jody?-
    Il demone ocra intervenne.
    -Sono stati catturati e non ne abbiamo ancora notizie; non sappiamo dove sono stati portati, ne se sono ancora vivi, ma abbiamo intenzione di scoprirlo al più presto.-
    La leonessa rimase a bocca aperta mentre i suoi occhi verde smeraldo diventarono lucidi dalle lacrime che cercava a stento di trattenere.
    -Come sarebbe a dire... catturati?-
    -Purtroppo si, e a quanto pare, non sono stati gli unici.-
    Aiutato dal resto del branco, Rasur spiegò alla leonessa quello che era accaduto; da come era riuscito a fuggire dal pozzo delle anime con la compagna Loynaar, la fuga degli altri due demoni, Shruykan e Uthrax, alla scoperta del potere magico dei cuccioli, alla cattura del branco della grande montagna, il branco degli scavatori e alla sparizione della pietra lunare.
    La leonessa rimase ad ascoltare in silenzio, immobile, con lo sguardo quasi perennemente a terra.
    -E poi ci sono altre cose che ho scoperto, ma preferirei aspettare che Roy e Werrin si riprendano, per non ripetermi.-
    Il branco annuì.
    In quel momento comparvero anche i due fratelli lupi.
    -Oh, eccovi. Come vi sentite?-
    Iorody stava andando in contro ai fratelli.
    -Stiamo bene, abbiamo riposato e siamo in forma; ci sono novità immagino.-
    -Si Beroam, Rasur ci aggiornerà appena Roy e Werrin riprenderanno conoscenza.-
    Il giovane lupo poi rivolse l'attenzione alla nuova componente del branco.
    -E tu chi sei?-
    La leonessa non rispose, distrutta dal dolore; fu quindi Tuhuma a rispondere al suo posto.
    -Lei è Sefyria, è la sorella di Lex, è ambasciatrice presso un branco felino a est della montagna, e di tanto in tanto, viene a farci visita.-
    Sefyria era una leonessa molto giovane e l'incarico che le era stato assegnato lasciava chiaramente intendere il carisma del suo carattere.
    Gli occhi verdi, anche se velati dalle lacrime, dimostravano vivacità e allo stesso tempo dolcezza, un piccolo ciuffo di pelo cresceva disordinatamente sulla fronte della leonessa, quasi fosse un accenno di criniera, anch'essa grigia, ma di tonalità più chiara rispetto al resto del manto, le zampe corte e il corpo leggermente tozzo non le permettevano di spostarsi velocemente, in oltre il suo muso era squadrato e imponente, fisicamente i canoni di bellezza felina non le si addicevano gran che.
    Nonostante ciò era molto amata e ben voluta, sia dal branco della grande montagna, sia dal suo branco ad est.
    Il tempo trascorreva lentamente, Tuhuma e Rasur rimanevano di guardia mentre il resto del branco oziava nell'attesa che i fratelli leoni svenuti riprendessero conoscenza.
    Giunse infine la sera, e con essa, giunsero anche i primi morsi della fame.
    Il branco si sfamò con i funghi insapore che crescevano nella caverna.
    -Tuhuma, riusciremo mai a capire come fanno questi funghi a crescere qui dentro?-
    -Credo proprio di no Iorody.-
    Lentamente, i fratelli leoni si svegliarono lamentandosi per il dolore; Vervada e Sender non li avevano mai lasciati soli, rimanendo al loro fianco per tutto il tempo, riempiendoli continuamente di attenzioni.
    -Prima non vi consideravate quasi mai, adesso non vi siete staccate un secondo da loro; credo che tra voi ci sia qualcosa che ci avete sempre tenuto segreto, vero?-
    Vervada e Sender sorrisero al piccolo leone dagli occhi verdi, il quale sorrise loro a sua volta, mentre Werrin lentamente voltava il capo indolenzito verso di lui.
    -Tuhuma, fatti gli affari tuoi!-
    -Ma senti che insolenza, non ci si rivolge al grande guerriero in questo modo.-
    Disse gongolandosi.
    -Senti, agglomerato minuto di pulci, non sono affari tuoi quello che siamo noi!-
    Ribattè in tono scherzoso Roy.
    -Ce lo ciapevo iu! Ci ci! Ci siete amici amici amicici voi quattro!-
    Tutti quanti sorrisero.
    -Ecco, ci mancava il commento del nostro Fury!-
    Il giovane leone si sedette e infossando il capo tra le spalle, fece una linguaccia verso Sender che lo stava osservando divertita.
    -Vedo che vi siete ripresi.-
    Disse Rasur, mentre stava rientrando nella grotta.
    -Si, doloranti, ma siamo in forma.-
    -Perfetto Roy, ora rifocillatevi, poi spiegherò quello che ho scoperto recentemente.-
    I fratelli leoni divorarono velocemente il loro pasto, consistente in quegli strani funghi insapore, i quali però fornirono quasi istantaneamente energia ai loro corpi.
    Appena terminarono, Rasur si sedette e il branco prese posto vicino a lui per partecipare alla discussione.
    -Come credo abbiate immaginato, mentre stavate tornando alla montagna, siete stati attaccati.-
    Roy annuì.
    -Si, ovviamente ce ne siamo accorti, però ne io, ne mio fratello suppongo, siamo riusciti a capire chi o cosa ci abbia attaccato, e credo che neppure Sefyria sia riuscita a capirlo.-
    La leonessa e Werrin annuirono.
    Il demone ocra si mise comodo a terra, incrociando le zampe anteriori.
    -Noi li chiamiamo “servi”, sono entità senza coscienza, e servono solo ed esclusivamente per controllare confini, pattugliare, oppure come in questo caso, oltre che controllare, anche per catturare.-
    -Quindi noi abbiamo corso il rischio di essere catturati?-
    -Si Roy, per vostra fortuna però Furyjon è riuscito ad intervenire in tempo e liberarvi.-
    Il leone inarcò un sopracciglio.
    -Furyjon? Non vorrei sembrare scortese nei suoi confronti, però se è riuscito a batterlo, non deve essere un grande avversario.-
    Il giovane demone si alzò e andò di fronte al leone marroncino chiaro.
    -Nu ci è difficile, però tu nu ci puoi, pecchè nu ci hai magia, ecco...-
    Roy si rivolse al demone ocra con fare interrogativo.
    -Cosa vorrebbe dire?-
    -Furyjon vuol dire che solo chi ha poteri particolari può contrastare un servo, in quanto parte di quel potere viene infuso o nel morso, o nella zampata, capisci cosa intendo vero?-
    -Si capisco, in pratica, per noi sono invulnerabili.-
    Il demone ocra annuì.
    -Esattamente, per voi sono imbattibili.-
    Furyjon iniziò a saltellare sul posto a zampe unite.
    -Iu! Iu ci so! Ci ci! Ci so iu come si ci fa!-
    Tutti si volsero verso il giovane demone.
    -Tu cosa?-
    Chiese Sender incuriosita.
    -Iu ci so come si ci fa!-
    -Furyjon, non abbiamo tempo adesso, dobbiamo trovare una soluzione a questo nuovo problema.-
    Rispose seccamente Il demone ocra.
    -Ascoltamici ti ci prego! Guarda cogia ci ho pensato!-
    Tutti rimasero immobili, incuriositi dall'improvvisa iniziativa del giovane leone demone.
    Furyjon si alzò, e corse a prendere il frammento di pietra lunare trovato nel cratere lasciato dalla grande roccia luminescente e poi lo appoggiò a terra, di fianco a Roy.
    -Guarda miciu cogia ci ha pensato!-
    Il giovane demone socchiuse gli occhi, generando un servo sotto forma felina, il quale rimase immobile proprio di fronte al leone marroncino.
    -Adeccio, facci bua a servo.-
    Roy sollevò una zampa, e con fare insicuro ma veloce, colpì l'entità generata dal giovane demone, la quale si spostò di circa un metro, per poi tornare nella posizione iniziale.
    -Cogì nu successo niente, visto?-
    Vervada inclinò leggermente la testa di lato.
    -Non capisco cosa vuoi ottenere.-
    -Ti ce lo mostra miciu adeccio! Ci ci! Leoncione, adeccio metti tua zampona sulla pietra e fai di nuovo bua a servo.-
    Rasur sollevò di scatto il capo.
    -Furyjon sei un genio! Non ci avevo pensato!-
    Roy appoggiò una zampa sul frammento e con l'altra colpì il servo, il quale si smaterializzò all'istante.
    -Abbiamo un'arma per contrastare i servi generati! La pietra vi trasmette indirettamente energia! E basta solo una minima parte di pietra!-
    Il giovane demone sorrideva ampiamente.
    -Mi ci merito ricompensa!-
    Poi si rivolse alle leonesse guaritrici.
    -Ci voglio un bacino iu!-
    Vervada e Sender sorrisero e si portarono entrambe ai lati del giovane demone e contemporaneamente diedero una sonora leccata sulle guance di Furyjon, il quale strizzò gli occhi e infossò la testa tra le spalle.
    Rasur guardava invece verso l'uscita della grotta.
    -Abbiamo ancora una speranza.-
    Tuhuma gli si avvicinò.
    -Si, la abbiamo!-
     
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    Capire se stessi




    Passarono alcuni giorni durante i quali il branco cercava di escogitare un piano, trovare una possibile soluzione.
    Il problema principale era sempre lo stesso.
    Dove si trovavano i demoni?
    Dove avevano nascosto la loro dimora?
    Tuhuma ne era certo, la soluzione c'era, dovevano soltanto trovare un indizio, un semplicissimo indizio che magari avevano di fronte e non riuscivano a percepire, ad identificare.
    Nonostante le varie escursioni dei giorni passati, non avevano notato nulla, eppure avrebbero dovuto trovare qualche cosa che aiutasse a svelare quel mistero; nascondere quel numero enorme di lupi, leoni, non era per nulla facile.
    In oltre, avevano avvistato soltanto un servo, cosa alquanto strana secondo Rasur.
    Lentamente il sole stava sorgendo all'orizzonte, i suoi raggi inondavano l'entrata della grotta illuminando sia il pavimento che le pareti, perfettamente levigate, dando vita a giochi di luce.
    Il demone ocra stava uscendo lentamente dalla grotta, ed infine giunse sul limitare dello spiazzo antistante, proprio sul ciglio che dava sullo strapiombo.
    In quel punto la montagna sembrava fosse stata tagliata di netto da una enorme lama.
    La parete scendeva verticalmente, perfettamente perpendicolare al terreno sottostante.
    La leggera brezza che stava soffiando in quel momento faceva leggermente ondeggiare la folta criniera di Rasur.
    Tuhuma arrivò dopo qualche istante e si sedette di fianco a lui.
    La mole del leone demone era immensa, Il giovane leone non poté fare a meno di notare le possenti zampe anteriori, la muscolatura pronunciata era chiaramente ben visibile nonostante la pelliccia.
    -Che hai da guardare, Tuhuma?-
    Il giovane leone trasalì.
    -Niente, niente Rasur; stavo solo notando che è meglio sicuramente averti come amico!-
    -Che vuoi dire?-
    Il demone ocra rivolse lo sguardo verso il piccolo leone, il quale spostò lo sguardo nuovamente sugli anteriori del demone.
    -Stavo osservando le tue zampe, devi avere davvero una forza fuori dal comune, hai dei muscoli incredibilmente sviluppati!-
    Rasur sorrise mentre spostava nuovamente il suo sguardo verso l'orizzonte.
    -Non badare a quello Tuhuma, potrei anche avere le sembianze di uno scheletro ed avere la stessa forza.-
    Il giovane leone inarcò un sopracciglio.
    -Non ti seguo, che vuoi dire?-
    Il demone ocra si rivolse al giovane leone sempre osservando distrattamente l'orizzonte che gli si stagliava di fronte.
    -Quando combatti contro un demone, non devi badare all'aspetto fisico, la forza dei nostri attacchi non si basa sul nostro corpo, ma bensì sul nostro potere, e sono due cose ben diverse; potrei avere le sembianze di un cucciolo appena nato e il mio potere, la mia forza interiore, non cambierebbe assolutamente.-
    Rasur fece una pausa mentre il giovane leone continuava ad osservarlo attentamente.
    -Il nostro aspetto fisico è semplicemente o un deterrente, oppure una forma che ci piace particolarmente.-
    Tuhuma annuì.
    -Ho capito, grazie, lo terrò ben a mente.-
    Entrambi i leoni rimasero immobili a scrutare l'orizzonte.
    -Tuhuma.-
    Il giovane leone volse lo sguardo verso il demone che torreggiava sopra di lui.
    -Dimmi Rasur.-
    -Tuhuma, stai crescendo e stai diventando ogni giorno sempre più forte, manca davvero poco e il tuo allenamento a brave sarà terminato.-
    Il giovane leone sgranò gli occhi.
    -Ma che stai dicendo! Ma se non sono in grado di fare ancora nulla!-
    Rasur sorrise.
    -Questo lo dici tu!-
    Il demone ocra sorrise al giovane leone, poi con uno scatto improvviso lo scagliò nel vuoto di fronte a loro, poi anch'egli si lanciò dallo strapiombo.
    Tuhuma fu assalito dal panico, urlava terrorizzato mentre i suoi arti si muovevano in modo disordinato.
    In quel momento il demone si insinuò prepotentemente nella sua mente.
    “Sei un guerriero Tuhuma! Sei un guerriero! Domina il tuo potere!”
    Il giovane leone era in preda al panico più totale, le parole del demone non furono minimamente ascoltate.
    Rasur era di fianco al giovane leone che stava precipitando lungo la parete verticale della montagna, ruotando su se stesso.
    Il demone si stava già preparando per attenuare la caduta del giovane leone, cosa che sarebbe accaduta in una frazione di secondo.
    Tuhuma perse i sensi e Rasur esplose in tutta la sua potenza, arrestando la caduta del giovane leone ed adagiandolo a terra, poi dopo qualche istante, levitò nuovamente fino allo spiazzo antistante la grotta.
    Poco dopo il resto del branco uscì, allarmato dalle grida del giovane leone.
    -Che sta succedendo Rasur?-
    Chiese Vervada visibilmente spaventata.
    -Nulla di irreparabile, ho voluto testare le abilità di Tuhuma, ma forse è ancora presto; ha un potenziale enorme, ma deve imparare a conoscerlo, tutto qui.-
    Le leonesse guaritrici si avvicinarono al giovane leone incosciente a terra, osservandolo attentamente.
    -Non è ferito, vero?-
    Il demone si volse verso Sender che lo stava fissando con aria interrogativa.
    -No, non è ferito, è solo svenuto per lo spavento, non c'è da preoccuparsi, portiamolo dentro nella grotta.-
    -Questo spavento, come lo chiami tu, potrebbe invece essere l'inizio di una paura che potrebbe danneggiare seriamente il suo futuro!-
    Sender si stava rivolgendo in tono duro nei confronti del leone demone, mentre percorrevano il corridoio che li avrebbe portati nella grande sala circolare.
    -Potrebbe essere l'inizio di una fobia, noi non siamo demoni, non devi dimenticarlo, noi siamo leoni e lupi normali, e chi ha dei poteri, deve ancora abituarsi all'idea! Non dare sempre tutto per scontato Rasur, perchè c'è la possibilità che tu possa creare dei seri danni a qualcuno!-
    Il demone ocra volse di scatto il capo in direzione della leonessa guaritrice e discese immediatamente il silenzio.
    La tensione era palpabile, tutti sapevano che il demone non amava essere trattato in quel modo, e soprattutto, non badava molto alle sue reazioni.
    -Forse avete ragione.-
    Roy e Werrin tirarono un respiro di sollievo, mai si sarebbero aspettati che il demone reagisse in quel modo, Vervada e Sender invece continuavano a fissare con sguardo duro il leone ocra.
    In quell'istante, il giovane leone disteso a terra, riaprì lentamente gli occhi e le leonesse guaritrici gli si avvicinarono velocemente, preoccupate per il suo stato di salute.
    -Tuhuma! Come stai?-
    Il giovane leone cercò di rialzarsi da terra, ma era infermo sulle zampe e non riusciva a mantenere l'equilibrio, e cadde a terra rovinosamente.
    Rimase a terra ansimante, mentre Sender allungò una zampa per dargli conforto.
    Tuhuma si voltò di scatto e colpì la zampa della leonessa allontanandola da se, tra lo stupore generale, saltando poi sulle quattro zampe scoppiando in singhiozzi.
    -Come possiamo vincere se la paura mi impedisce di compiere qualsiasi cosa? Me lo spiegate?-
    Werrin si avvicinò rivolgendosi in modo calmo al leone che lo stava guardando, con gli occhi pieni di lacrime.
    -Dai Tuhuma, chiunque avrebbe avuto la tua reazione, non fare così.-
    -CHIUNQUE? IO NON POSSO PERMETTERMELO! SONO INUTILE ALLA CAUSA!-
    Ringhiò nei confronti di Werrin, che rimase impietrito dalla reazione del giovane leone.
    In quel momento, il leone demone si alzò e si avviò verso l'uscita della grotta, passando proprio di fronte al giovane leone.
    -Tuhuma, seguimi.-
    Dopo alcuni istanti, il giovane leone si avviò anch'egli verso l'uscita, singhiozzando.
    Giunto nello spiazzo antistante alla caverna, si avvicinò al demone che era seduto su una lastra di pietra leggermente sopraelevata.
    -Sai, forse hai ragione Tuhuma, non sarai utile alla nostra causa se continui a farti dominare dalla paura come prima.-
    Il giovane leone restava silenzioso, con lo sguardo rivolto a terra, lasciandosi scappare ogni tanto qualche singhiozzo.
    -Tuhuma, che cosa vuoi fare?-
    -... Non lo so... Credo che me ne andrò; non posso intralciarvi.-
    -Tuhuma tu sai troppe cose, non puoi andartene, devi restare e combattere.-
    Il giovane leone rimase in silenzio per alcuni minuti, poi con gli occhi arrossati dalle lacrime e il muso inzuppato, si rivolse al demone che stava aspettando una sua risposta.
    -Rasur, mi dispiace, ho deciso, me ne andrò lontano, dove non potrò nuocere alla causa; sono inutile.-
    A quelle parole il demone ocra ringhiò ferocemente.
    -LOYNAAR ALLORA E' MORTA SENZA MOTIVO! GLI INUTILI NON MERITANO DI VIVERE NEL SACRIFICIO DELLA MIA COMPAGNA!-
    Il demone afferrò Tuhuma sulla schiena con le sue potenti mascelle e lo scaraventò violentemente contro la dura parete di roccia, poi in una frazione di secondo, riafferrò il giovane leone per un posteriore scaraventandolo verso lo strapiombo che delimitava la piazzola della grande montagna.
    Il giovane leone cadde a terra rotolando, poi sentì l'aria vorticargli nelle orecchie.
    Tuhuma si rese conto che il demone lo aveva scaraventato nel precipizio e che da li a poco si sarebbe schiantato al suolo.
    Il giovane leone venne nuovamente colto dal panico più totale mentre vedeva la parete verticale della montagna scorrere velocemente e ancora più velocemente vedeva il terreno avvicinarsi verso di lui.
    In quell'istante gli tornarono in mente le parole appena pronunciate dal demone.
    Il tempo parve come fermarsi mentre il giovane leone ripensava a quella frase.
    “Loynaar, ti sei sacrificata perchè credevi in noi, credevi in me... invece..”
    Tuhuma ripensava alla leonessa demone, ai suoi grandi occhi blu, alla sua espressione dolce che aveva sempre quando si rivolgeva loro.
    Improvvisamente il giovane leone ruggì ferocemente e attorno a lui l'aria incominciò a vibrare, infine il suo corpo esplose in un bagliore accecante, e quasi istantaneamente la sua folle caduta si arrestò, poi iniziò a scendere lentamente.
    Quando toccò il terreno, il giovane leone ansimava pesantemente e i suoi occhi si erano trasformati in rubini rosso fuoco.
    -Ci voleva tanto?-
    La voce squillante di Iorody fece sussultare il giovane leone e i suoi occhi tornarono alla normalità
    -Che ci fai qui Iorody?-
    -Beh, diciamo che... Rasur mi ha mandato qui a controllare che non ti facessi troppo male.-
    -Rasur cosa!?-
    In quel momento si materializzò il demone ocra e si rivolse al giovane leone.
    -Si, lo ho mandato io anche se ero certo che non ti saresti fatto nulla.-
    Tuhuma si sedette a terra, non capiva quello che stava succedendo.
    -Hai vinto e dominato la tua paura, attraverso il ricordo di Loynaar.-
    Il giovane leone si lasciò sfuggire un singhiozzo.
    -Tuhuma, ascoltami, non devi darti per vinto dalle difficoltà, anche se ti sembrano insormontabili.-
    Il giovane leone volse lo sguardo verso l'amico, Iorody, che lo osservava sorridendo, poi verso il demone ocra, che lo stava osservando con il suo solito sguardo inespressivo.
    -Tuhuma, ricordati una cosa, aver paura non è sbagliato, ricordati che è proprio la paura che ti fa restare vivo, ti fa analizzare meglio il tuo avversario, devi imparare a dominarla, a conoscerla, e fare in modo che ciò che ti spaventa diventi la tua arma d'attacco più potente.-
    Iorody sorrise avvicinandosi all'amico.
    -Rasur ha ragione, devi solo imparare a dominarla, tutto qui, non immagini quante volte sono stato buttato giù di sotto!-
    il leone si volse di scatto verso l'amico.
    -Tu cosa??-
    -Ebbene si, caro mio, ho subito lo stesso tuo trattamento, solo che parecchie volte in più!-
    -Ti spiegherò mentre torniamo su alla caverna-
    Disse il giovane lupo azzurro mentre si avviava al fianco del demone ocra verso il sentiero.
    Durante la risalita verso la caverna, sia Iorody che Rasur parlarono con il giovane Tuhuma, cercando in qualche modo di acquietare il caos che aveva nella mente, ma con scarsi risultati.
    -Sai una cosa Rasur?-
    Disse sotto voce il giovane lupo azzurro al demone ocra.
    -Cosa Iorody?-
    -Credo che gli serva del tempo per sistemare i suoi pensieri, è riuscito al secondo tentativo a controllare il suo potere, ora secondo me, ha soltanto bisogno di tempo.-
    Il demone ocra annuì.
    -Lo penso anche io.-
    Poi rivolgendosi ad alta voce anche al giovane leone, Rasur invitò tutti ad entrare nella caverna, gli eventi della giornata avevano fatto scorrere molto velocemente il tempo ed era quasi sera ormai; nel giro di neanche un'ora sarebbe sopraggiunto il crepuscolo.
    Tuhuma si bloccò a pochi passi dall'entrata della caverna, Iorody se ne accorse e si fermò a sua volta.
    -Hey, che succede Tuhuma?-
    Il giovane leone aveva lo sguardo perso nel vuoto, e la cosa preoccupò non poco il lupo azzurro.
    Senza preavviso alcuno, Tuhuma si voltò di scatto e iniziò a correre verso il precipizio che delimitava lo spazzo antistante alla grotta e, giunto sul margine, balzò nel vuoto.
    Iorody trasalì e si precipitò verso il punto dal quale l'amico si era lanciato.
    L'aria vorticava attorno al corpo del leone, turbinando in maniera assordante mentre ad una velocità altissima si avvicinava al terreno sottostante.
    I battiti del cuore del giovane leone erano forti, veloci ma costanti.
    “Non ho paura... Non ho paura... Non ho paura...”
    Infine ruggì ferocemente.
    -NON HO PAURA!!!-
    A pochi centimetri dallo schiantarsi rovinosamente al suolo, Tuhuma esplose in un bagliore accecante e schizzò velocemente verso l'alto.
    Iorody e Rasur nel mentre osservavano la scena dall'alto della montagna.
    Tuhuma raggiunse una velocità incredibile e scomparve all'orizzonte, per poi ricomparire dopo qualche minuto e dirigersi verso la caverna.
    Fluttuò a mezz'aria per qualche istante, poi si adagiò a terra.
    La sua forma da grande felino aveva lasciato il posto al suo corpo da guerriero, e dalla doppia coppia di corna ricurve che aveva sulla fronte saettarono prepotentemente verso l'alto scariche di elettricità.
    Il demone ocra guardava fisso negli occhi il giovane guerriero che aveva di fronte.
    -Loynaar sarebbe fiera di te, Tuhuma.-
    Il giovane guerriero ruggì ferocemente e scagliò una potente saetta violacea contro la dura parete di roccia, la quale esplose all'istante.
    Poi tutto tornò normale.
    -Ora sei un vero guerriero Tuhuma, hai imparato a dominare il tuo potere.-
    Il giovane leone era di fronte al demone ocra, lo guardava con sguardo sicuro, il suo respiro era profondo e costante, la sua coda si muoveva nervosamente frustando l'aria.
    -Credo che ora noi tre possiamo fare una piccola ricognizione, e magari ora riusciremo a trovare qualche indizio, e chi lo sa, magari anche dove sono nascosti i demoni, che ne dite?-
    Rasur osservava i giovani guerrieri che aveva di fronte, i quali si guardarono per un brevissimo istante prima di annuire al demone ocra.
    Il giovani guerrieri iniziarono a camminare lentamente portandosi al fianco di Rasur, poi scattarono in una corsa senza freni, dritti verso lo strapiombo antistante, e giunti sul limite, balzarono nel vuoto.
    Il trio di guerrieri stava precipitando a una velocità sempre maggiore lungo la parete verticale della montagna, i loro arti anteriori rasenti al corpo, mentre i posteriori completamente distesi, veloci come una freccia scagliata dal più potente arco mai costruito.
    Poco prima di impattare contro il suolo sottostante, esplosero in tre differenti lampi di luce e schizzarono via verso l'orizzonte, per poi perdersi alla vista.
    In quel momento il resto del branco uscì dalla grotta.
    -Dove staranno andando secondo te?-
    Chiese Vervada alla sorella.
    -Non lo so, non ne ho proprio idea, ma spero con tutto il cuore che vada tutto bene.-
    In quel momento le si avvicinò Werrin.
    -Sender, cara, ormai sono guerrieri formati in tutto e per tutto.-
    -E ci che ce lo sono! Sono forti!-
    Roy sorrise.
    -Lo sappiamo Furyjon, lo sappiamo-
    Il giovane demone dapprima sorrise, poi fece una linguaccia nei confronti del leone marroncino, facendo sorridere tutto il branco.
    Intanto il trio di guerrieri comandati dal demone ora era già a notevole distanza.
    “Guerrieri, se dovessimo incontrare ostilità, non dobbiamo per forza combattere, possiamo anche evitare lo scontro; restiamo sempre in contatto mentale e seguite quello che vi dico, vedrete che non ci succederà nulla.”
    I due giovani risposero contemporaneamente.
    “Va bene Rasur.”
    La notte ormai stava scendendo in quelle lande sperdute, nonostante tutto , il trio di guerrieri continuava ad esplorare tutto il territorio.
    Rasur insegnava loro ogni minimo trucco per poter sfruttare al massimo il loro potere interiore.
    Ora i due giovani combattenti erano in grado di vedere al buio, trasformando i loro occhi in gemme.
    Nulla.
    Vagarono tutta la notte senza aver trovato la minima traccia di vita animale.
    Era troppo strano.
    “Non riesco a capire come abbiano fatto a nascondere tutti i vari branchi dispersi, forse hanno scavato sotto terra.”
    Iorody si rivolse con la sua voce squillante al demone in testa alla formazione.
    “Credo anche io che sia l'unica alternativa, perchè proprio non c'è altra spiegazione!”
    Il trio sfrecciava rasente al terreno ad una velocità quasi supersonica, poi il giovane leone si arrestò improvvisamente.
    “Fermatevi! Ho trovato qualcosa!”
    Il gruppo si arrestò immediatamente e tornò indietro fino al punto indicato dal giovane leone, poi planò lentamente fino a terra tornando alla propria forma animale.
    -Guardate! Queste sono impronte!-
    Rasur si avvicinò al giovane leone.
    -Hai ragione Tuhuma! Seguiamole e vediamo dove ci portano, ma ricordate, fate attenzione e il combattimento è l'ultima opzione.-
    I due giovani guerrieri annuirono.
    Il trio prese ad avanzare, seguendo quel calpestio che man mano diventava sempre più visibile, le tracce si moltiplicavano fino poi a diventare un sentiero chiaramente tracciato.
    -Facciamo attenzione, non lasciatevi distrarre, rimanete concentrati.-
    Sussurrò il demone ocra mentre lentamente e senza far rumore continuava ad avanzare fino a nascondersi tra la boscaglia, seguito dai suoi due giovani allievi.
    Presero a strisciare tra la fitta ed intricata vegetazione, avanzando lentamente senza generare alcun rumore, finchè non arrivarono alla base di una piccola collina dall'erba alta; il sentiero, che ormai era diventato una grande strada battuta, era a una trentina di metri di distanza da loro e la stavano seguendo parallelamente.
    I tre si riunirono, nascosti da un grande e fitto arbusto.
    -Avanzeremo nell'erba alta fino alla cima, poi vedremo il da farsi, non so perchè ma ho come l'impressione che siamo molto vicini.-
    Sussurrò Rasur.
    In quell'istante la terra tremò, e un sordo boato fece fuggire gli uccelli che tranquillamente dormivano sugli alberi limitrofi, in attesa del nuovo giorno.
    I tre si acquattarono immediatamente e rimasero immobili e in totale silenzio.
    Il demone sussurrò in modo appena percettibile ai due giovani guerrieri.
    -Schermate le menti, non usate nessun tipo di potere, fate silenzio.-
    Un potente rombo sconvolse il silenzio del loro nascondiglio, e tre sfere luminose sfrecciarono sopra le loro teste a velocità supersonica, e pochi secondi dopo, un lupo sfrecciò velocissimo lungo il sentiero fino a scomparire poi tra il fitto degli alberi resi completamente neri dalle tenebre.
    Rimasero alcuni minuti in completo silenzio, si udiva solo il loro respiro, lento e costante.
    Nulla.
    Iorody si avvicinò leggermente al grande demone sussurrando a bassa voce.
    -Rasur, vorrei provare a fare una cosa usando i miei poteri.-
    -No Iorody, non finchè non sapremo almeno cosa c'è dall'altra parte della collina.-
    Il trio prese ad avanzare strisciando lentamente, e dopo poco arrivarono sulla cima.
    Quello che videro li lasciò a bocca aperta.
    Una struttura nera come pece, immensa si stagliava fondendosi quasi con l'oscurità della notte.
    -La abbiamo trovata!-
    Sussurrò Tuhuma.
    Il trio si avvicinò molto lentamente, nascondendosi dietro un grande masso quasi completamente coperto da arbusti spinosi.
    -E' incredibile, sembra un unico, immenso monoblocco di pietra!-
    Sussurrò il giovane lupo azzurro ghiaccio.
    -Quella deve essere l'entrata.-
    Disse sottovoce il demone ocra, indicando con un rapido cenno del muso la fine del sentiero.
    -Che vuoi fare Rasur?-
    -Ancora non lo so Tuhuma, ma potrebbe essere la nostra occasione per liberare tutto il branco rinchiuso all'interno della struttura.-
    -E come facciamo ad entrare? Sembra completamente sigillata.-
    -Entrare non è un problema, il problema principale è un altro.-
    -Quale?-
    Chiese il giovane leone senza distogliere lo sguardo da quell'immensa e tetra struttura.
    -Servi Tuhuma, servi.-
    -Credi che all'interno possano esserci dei servi?-
    -Ne sono quasi certo, altrimenti come farebbero i demoni a sorvegliare tutti gli individui?-
    -Hai ragione.-
    Il demone volse lo sguardo verso i due giovani.
    -Questa sarà la vostra prima battaglia, non abbiate paura perchè siete assolutamente in grado di combattere.-
    I due giovani annuirono.
    -Siamo solo un pochino tesi, ma non abbiamo assolutamente paura.-
    Sussurrò Iorody.
    -Andiamo, ma non scatenate il vostro potere a meno che non sia necessario, e non prima di essere all'interno della struttura.-
    -Aspetta, voglio prima provare a fare una cosa.-
    Il demone guardò il giovane lupo e dopo un breve istante annuì.
    -Restate in silenzio, trattenete il respiro finché non ve lo dirò io.-
    Rasur sospirò volgendo gli occhi al cielo mentre Tuhuma si lasciò sfuggire un ghigno divertito.
    -Oh, scusami Rasur, lo dimentico sempre.-
    Sussurrò il giovane lupo.
    -Iorody, quante volte devo ripeterlo che noi demoni non respiriamo? -
    -Hai ragione, scusa.-
    -Devi tenerlo sempre bene a mente, perchè se un demone è immobile e non respira, non vuol dire che sia morto! E appena ti distrai, quest'ultimo può farti fuori!-
    Il giovane lupo abbassò le orecchie.
    -Scusami.-
    Disse con tono umile e timoroso Iorody.
    -Dai, smettila e procedi con quello che volevi fare.-
    Tuhuma trattenne il respiro, mentre il giovane lupo azzurro ghiaccio chiuse gli occhi.
    Improvvisamente le sue orecchie scattarono in avanti, il silenzio totale nel quale era immersa la piccola pianura scomparve, lasciando spazio a uno strano ticchettio, ticchettio che pian piano diventava sempre più forte e pronunciato.
    Iorody sentiva distintamente le zampe di una colonia di formiche calpestare il terreno del sottosuolo, si soffermò per qualche istante sorpreso per la sua nuova capacità, poi spostò l'attenzione verso la tetra struttura.
    Udì un gran caos, respiri affannosi, lamenti, urla di dolore.
    Si ritrasse immediatamente e scrollò più volte il capo come se fosse stato colpito da qualcosa.
    -Allora? Cosa hai fatto?-
    Chiese sussurrando in modo appena percettibile il demone ocra.
    -Riesco a udire qualsiasi cosa! Ho sentito le formiche calpestare il terreno nel sottosuolo, e ho sentito quello che sta succedendo all'interno della fortezza.-
    -Cosa sta accadendo?-
    Sussurrò Tuhuma.
    -Ho udito dolore, non so che stai succedendo la dentro, ma di certo se non interveniamo immediatamente, nessuno sopravviverà.-
    -Allora muoviamoci!-
    I due giovani allievi assottigliarono le palpebre e i loro occhi divennero due fessure.
    -Andiamo!-
    Il trio si portò velocemente verso l'ingresso della struttura, e non appena furono vicini, Rasur scambiò un rapido sguardo coi suoi giovani allievi, i quali annuirono.
    Il demone socchiuse gli occhi, e facendo affidamento al suo potere interiore, aprì la pesante saracinesca in pietra; questa prese a scendere lentamente, inabissandosi con un cupo rombo nel terreno.
    I due giovani presero a correre, abbandonando il riparo della fitta boscaglia, dirigendosi verso l'ingresso della struttura.
    Senza interrompere la loro corsa, balzarono verso la parete che lentamente stava scivolando verso il basso, scavalcandola di netto, incrociando le loro traiettorie in volo e compiendo una semi rotazione in aria; impattarono contro le pareti interne della fortezza e dandosi nuovamente una spinta con gli arti posteriori, atterrarono al centro della sala immersa nell'oscurità.
    Rimasero entrambi coi sensi all'erta, pronti a qualsiasi minaccia che potesse avvicinarsi, ma non accadde nulla.
    L'unica cosa che notarono immediatamente fu l'odore forte, pungente e dolciastro della carne in decomposizione che saturava ogni angolo della fortezza.
    Facendo affidamento al loro potere, trasformarono la loro vista, in modo da poter vedere anche al buio.
    Lo spettacolo fu spaventoso.
    Una montagna di corpi in decomposizione composta da più di un migliaio di cadaveri riempiva un angolo dell'immensa sala, molto più grande di quanto si sarebbero mai immaginati, e tutt'attorno un'infinità di individui, in precarie condizioni di salute, immobili e terrorizzati.
    In quel momento la pesante chiusura scomparve nel suolo, lasciando filtrare un leggero raggio di luce lunare.
    In quell'istante sentirono passi avvicinarsi verso di loro, poi comparvero dall'oscurità tre sagome.
    -Jody! Roy! Werrin! Siete vivi!-
    -Sapevamo che sareste venuti!-
    -Dove sono gli altri?-
    Esclamò preoccupato Tuhuma.
    -Jessy e James sono qui.-
    Gli occhi del giovane leone si inondarono di lacrime.
    -E i miei genitori?-
    Werrin abbassò lo sguardo.
    -Non lo sappiamo Tuhuma, sono stati portati via molto tempo fa da un demone rosso, che dice di chiamarsi Berial e da allora sono scomparsi.-
    Tuhuma singhiozzò mentre dall'oscurità emersero i due lupi bianchi, genitori di Iorody.
    Con la voce rotta dal pianto, Tuhuma si rivolse al gruppo che si era formato di fronte a lui, e nello stesso momento sopraggiunse anche Rasur, affannato dalla fatica per aver aperto completamente il varco della fortezza.
    -Portate fuori tutti quanti, io devo cercare i miei genitori!-
    -Tuhuma, capisco come ti senti, ma è inutile.-
    Disse a bassa voce il demone ocra.
    Il dolore del giovane esplose come un fiume in piena e un bagliore accecante avvolse completamente il suo corpo, quando cessò, il giovane leone aveva assunto la forma del guerriero che dimorava in lui.
    -No! Devo trovarli!-
    Ruggì e si volse di scatto, percorrendo la grande sala antistante.
    A ogni passo, la dura roccia a contatto con le sue zampe si incendiava e tutti si spostavano, terrorizzati alla vista del giovane che avanzava con passo lento e sicuro.
    Improvvisamente il giovane guerriero sentì una presenza avvicinarsi, si fermò e al suo fianco comparve il piccolo lupo azzurro ghiaccio.
    -Non sia mai che lascio un amico da solo!-
    Disse con la sua voce acutissima e squillante.
    -Grazie Iorody, grazie amico mio.-
    Sussurrò il giovane leone, con la voce rotta dal pianto.
    -Smettila di ringraziarmi e andiamo, abbiamo i tuoi genitori da ritrovare.-
    In quel momento il piccolo lupo azzurro esplose in un lampo di luce, trasformandosi in guerriero, poi volse lo sguardo verso l'amico.
    Entrambi avevano il corpo ricoperto da spesse placche esagonali, con una coppia di doppi arti anteriori, le code trasformate in potenti fruste e dal capo saettavano lampi di elettricità che si dissolvevano nell'aria.
    -Andiamo Tuhuma, facciamogli male!-
    Da dietro di loro, Jessy, la madre del piccolo lupo azzurro, pianse di commozione.
    -Iorody, sono fiera di te!-
    I due giovani guerrieri si muovevano con passo veloce nei corridoi infiniti di quella struttura; la mole di esseri viventi presenti in quella fortezza era incredibile.
    Ogni angolo ospitava lupi e leoni, ammassati, e in pessime condizioni fisiche, moltissimi stavano agonizzando e la ferocia dei due guerrieri nei confronti dei carnefici cresceva a dismisura.
    Coloro che invece erano in forze si davano un gran daffare per fare uscire tutti da quel lager senza speranze.
    Passò molto tempo e le speranze di trovare i genitori del giovane leone si affievolivano sempre più.
    -Tuhuma, abbiamo controllato quasi tutta la fortezza, quella è l'ultima stanza...-
    Il piccolo lupo abbassò lo sguardo.
    -... Mi dispiace...-
    Il giovane guerriero digrignava i denti mentre scariche di elettricità percorrevano le doppie corna ricurve che aveva sul capo.
    Scaricò tutto il suo dolore contro la porta in pietra che chiudeva la strada, e con una potente zampata mandò in frantumi la pesante lastra.
    La scena che si trovò di fronte fece esplodere tutta la sua rabbia.
    Un gruppo di leoni e lupi con gli arti rossi di sangue vicino a un leone grigio, imprigionato da una pianta rampicante ad una parete, ridotto a una maschera di sangue, e ai suoi piedi, una leonessa bianca, col manto intriso di sangue, anch'essa immobilizzata nei movimenti dalla stessa pianta rampicante, mentre un leone dal muso sfregiato le stava accarezzando il ventre con una zampa mentre la leccava sul muso.
    I due guerrieri sentirono una forza cercare di immobilizzarli, ma senza risultati.
    -Figlio mio...-
    La voce affaticata del leone grigio scatenò la furia di Tuhuma, il quale scagliò con tutta la violenza che aveva in corpo fulmini contro quel branco di aguzzini, incenerendoli all'istante, poi bloccò i movimenti del leone col muso sfregiato, immobilizzandolo completamente.
    -Sei morto...-
    ringhiò cupo il giovane guerriero.
    -Lui è mio!-
    La voce del leone grigio rimbombò in un sordo e feroce ruggito nella stanza quasi ricoperta di vegetazione.
    Tuhuma liberò il padre dalla morsa di quella pianta rampicante, e non appena il leone grigio si ristabilì, liberò dalla morsa magica anche l'altro leone.
    Jormungr scattò in avanti scagliandosi con tutta la rabbia che aveva in corpo contro l'altro leone, la forza che il suo corpo riuscì a liberare era spaventosa.
    Colpì più e più volte il suo avversario sul muso, strappandogli di netto il labbro già sfregiato, poi lo scaraventò contro la parete della stanza con una potente zampata sul capo.
    Infine, con un potente morso alla gola, il leone grigio bloccò a terra il suo carceriere.
    -Uccidimi se vuoi, ma sappi che con la tua compagna mi sono proprio divertito! Finalmente qualcuno la ha fatta divertire come si deve..-
    Jormungr fu accecato dalla rabbia e dal dolore, alzò una zampa e colpì violentemente il torace del leone immobilizzato, artigliò le costole del carceriere e con un violento strattone frantumò le ossa.
    Una nuvola di sangue schizzò nell'aria imbrattando le pareti, mentre le urla di dolore del loro aguzzino rimbombavano nei corridoi della fortezza, poi Jormungr spalancò le fauci e addentò il cuore del leone dal muso sfregiato.
    Sentì per qualche istante il battito del muscolo cardiaco sulla propria lingua, un battito pieno, forte, velocissimo, un battito di terrore, poi serrò la morsa e strappò con un brusco movimento del capo il muscolo cardiaco del leone, sputandolo poi di lato.
    -E ora mi sono divertito io!-
    Ringhiò il leone grigio voltandosi barcollando, per poi lasciarsi cadere a pochi passi dalla compagna, incosciente.
    I due giovani guerrieri accorsero verso i due leoni distesi a terra e coi loro poteri magici, li sollevarono e li trasportarono verso l'uscita.
    Il grande branco era in movimento e il demone ocra fluttuava a mezz'aria, osservando preoccupato.
    -Eccovi, li avete trovati!-
    Esclamò appena li vide.
    -Si, ma sono messi male; dove stai portando il grande branco?-
    Chiese Iorody.
    -La montagna non è più sicura, sanno che siamo li, andremo verso sud, ci sono delle paludi, è un luogo molto inospitale, non sospetteranno mai che siamo diretti li, almeno per il momento.-
    -E il branco alla montagna? Che ne sarà di loro?-
    Chiese preoccupato il piccolo lupo.
    -Ho già contattato Furyjon, si sono appena messi in marcia e ci stanno raggiungendo.-
    Tuhuma stava osservando il grande fiume di lupi e leoni che lentamente si stava muovendo.
    -Siamo troppo lenti, ci troveranno subito!-
    Il demone ocra annuì.
    -E' molto probabile, dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza.-
    Poi si rivolse al lupo azzurro ghiaccio.
    -Avete trovato ostilità all'interno?-
    Iorody scosse il capo.
    -No Rasur, nessun servo, solo un gruppo di leoni e lupi ai quali era stato dato un minimo potere, ma non ci hanno creato nessun problema; erano loro i carcerieri.-
    Il demone ocra si fece pensieroso.
    -Leoni e lupi invece dei servi? Mi pare molto strano; ma ci penseremo dopo, ora dobbiamo muoverci!-
    Le prime luci dell'alba stavano comparendo all'orizzonte mentre l'enorme branco si stava dirigendo verso sud, verso la grande palude che avrebbe dovuto dargli protezione, si sperava, per un po di tempo, almeno fino a quando non sarebbero riusciti a trovare una soluzione.
    Verso metà mattinata, il branco della montagna li raggiunse; Vervada e Sender si diedero subito un gran daffare per prestare le prime cure a quel fiume vivente e in lento movimento.
    Le due leonesse guaritrici erano aiutate da Beroam, il giovane lupo, il quale, con l'aiuto del suo magico potere, si occupava dei casi più urgenti.
    -Sender, questa poi; non me lo sarei mai aspettato!-
    La leonessa guaritrice sorrise al demone ocra.
    -Visto? Abbiamo insegnato tutto ciò che sapevamo a Beroam, e lui con l'ausilio della magia, riesce a fare dieci volte più di quello che saremmo in grado di fare io e mia sorella!-
    Il demone sorrise.
    -Notevole davvero, e non immaginate quanto ci possa essere utile in questo momento; suo fratello invece?-
    Chiese Rasur mentre si guardava attorno.
    -Hyrador ha la capacità di ricordarsi alla perfezione ogni luogo, ogni anfratto, ogni caverna; pare che non ci sia un luogo che lui non conosca!-
    -Incredibile davvero! Anche lui ci sarà molto utile! Ma dove sono ora?-
    La leonessa guaritrice si guardò velocemente attorno.
    -Beroam sicuramente starà aiutando coloro che ne hanno bisogno, è un lupo dal cuore d'oro, suo fratello sarà con gli altri.-
    Rasur volse lo sguardo verso il fondo dell'immensa colonna, e vide il giovane lupo dai mille colori, correre velocemente verso gli individui più lenti o zoppicanti, e dopo pochissimo tempo questi riacquistavano vigore.
     
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    Uno spiacevole incontro




    Tuhuma camminava lento, seguendo il passo del piccolo Beroam che si trovava al centro della carovana, e dall'altra parte vi era Sender.
    Avanzavano lenti ma non se la sentiva di incitare il giovane lupo a correre o fare più veloce.
    Capiva il suo stato d'animo e come poteva sentirsi in quel frangente.
    La temperatura torrida alterava la vista, facendo sembrare sfocato il paesaggio in lontananza.
    Riuscì appena in tempo a vedere un bagliore violaceo arrivare alle loro spalle.
    Istintivamente diede uno spintone a Beroam, il quale andò a finire addosso a Sender.
    Quella saetta colpì in pieno la schiena del giovane leone guerriero, bruciandogli istantaneamente la pelliccia e squarciandogli la pelle.
    Tuhuma cadde a terra sbattendo in preda a un dolore lancinante e sbattendo con violenza il muso su un sasso, mentre la leonessa e l'amico lupo lo guardavano terrorizzati.
    -Finalmente ci si incontra.-
    La voce atona, gelida, innaturale di Berial echeggiò vibrando nell'aria.
    Sender e Beroam si guardarono attorno spaventati senza riuscire ad individuare nessuno, poi improvvisamente, dal terreno si formò uno spesso banco di nebbia grigia che cominciò a vorticare furiosamente come se al suo interno ci fosse una tempesta.
    Mutò poi di colore, prendendo toni di rosso, finchè non si materializzò al suo interno un leone.
    La criniera rossa si muoveva ondeggiando come mossa dal vento, mentre il suo corpo cremisi sembrava fatto di fluida lava.
    Il demone guardò il giovane leone a terra, poi volse lo sguardo verso la leonessa e il giovane lupo, cominciando ad avvicinarsi a loro.
    Sulla sua fronte luccicò una piccola gemma e poi si formò una sfera luminosa pulsante.
    -Dunque, tu saresti il tanto temuto combattente, colui dal quale dovrei riguardarmi?-
    Disse a Tuhuma con voce gelida mentre si avvicinava agli altri due; il piccolo lupo e la leonessa lo guardavano impietrito.
    La sfera pulsante si spostò lentamente di fianco al demone rosso, il quale torreggiava su di loro.
    -Mi chiedo come mai Shruykan e Utrax abbiano così tanto timore di te-
    Berial guardava intensamente e con lo sguardo carico di odio sia Beroam sia Sender, proprio di fronte a lui a una decina di metri di distanza.
    Senza nessun preavviso, la sfera schizzò verso di loro, ma Beroam riuscì in una frazione di secondo a spostare Sender con uno spintone, facendola cadere di lato e lui riuscì a ritrarsi quel tanto che bastava per non essere colpito.
    Il bolo di energia andò a impattare contro un piccolo albero secco alle spalle dei due, spezzandolo di netto.
    -Questa volta ti è andata bene, ma riuscirai a scansarti anche dalla prossima?-
    Sender riuscì a rialzarsi quasi subito, imitata dal giovanissimo lupo che guardava terrorizzato quel demone.
    -Lasciali.. stare..-
    Disse con un filo di voce Tuhuma digrignando i denti mentre cercava di rialzarsi; ad ogni movimento la grande ferita sulla sua schiena urlava di dolore, mentre il manto era sempre più inzuppato dal suo stesso sangue e il terriccio arso dal sole, iniziava avidamente ad assorbire quello che stava cadendo a terra.
    Il demone si volse verso di lui, guardandolo con un'espressione minacciosa.
    -Non avere fretta, dopo mi dedicherò anche a te, ma prima credo sia giusto omaggiare i tuoi amici, non ti pare?-
    Una seconda sfera pulsante si generò scagliandosi immediatamente contro la leonessa, la quale era completamente impietrita dal terrore e venne colpita su una zampa anteriore, spezzandogliela con uno schiocco secco.
    Sender urlò di dolore, accasciandosi a terra sul duro sentiero, guardandosi con occhi vitrei la zampa spezzata e piegata al contrario.
    -Maledetto...-
    Ringhiò il giovane leone mentre assumeva una posizione di difesa nonostante la sua vista si stesse annebbiando;
    aveva perso già moltissimo sangue che gli stava gocciolando dal ventre e persino le sue zampe ne erano intrise.
    -Non maledetto.-
    Rispose atono il demone dopo essersi voltato per poi camminare lento verso di lui.
    -Per troppo tempo sono stato confinato in un mondo non mio, per troppo tempo mi è stato impedito di poter uscire da quel mondo; adesso sono qui per far nascere di nuovo il mio impero!-
    Esclamò fino a ruggire.
    -E tu vorresti impedirmelo?-
    Gli disse mentre si sedeva a terra sull'erba ormai secca, arsa dal sole, inclinando leggermente il capo su un lato, canzonandolo.
    -Tu che segui tutto quello che ti dice Rasur, come se fosse il migliore degli insegnanti? Il più saggio dei demoni?-
    Berial si rialzò, cominciando a spostarsi lentamente, come se fosse certo di essere invincibile.
    -Quanto sei ingenuo.-
    Disse il demone sedendosi di nuovo di fronte al giovane leone, osservando distrattamente quello che aveva attorno, per poi tornare a fissare Tuhuma.
    -Ma vediamo, per caso il tuo grande e saggio maestro ti ha detto quanti demoni ha cercato di uccidere, per poter diventare quello che io sono adesso?-
    Tuhuma gli ringhiò contro.
    -Altri come te! E mi dispiace che non ci sia riuscito!-
    Berial rise mentre si rialzava voltandosi un'altra volta, avvicinandosi poi alla leonessa, con passi lenti e cadenzati.
    -Un vero peccato, non trovi?-
    Nel mentre colpì con una zampata l'arto fratturato di Sender, la quale urlò di dolore, contorcendosi a terra.
    -Ti ho detto di lasciarli stare!-
    Ruggì Tuhuma lanciandosi contro al demone, il quale si volse con una rapidità incredibile e bloccò a terra il giovane leone, mettendogli una zampa sul collo.
    -Dovrai fare molto più allenamento se vuoi davvero battermi.-
    Avvicinò il suo muso a quello di Tuhuma mentre il giovane cercava di divincolarsi, ma le forze gli stavano venendo meno, ormai vedeva solo un'ombra di fronte a se.
    “Perchè.. perchè non ci riesco..”
    Pensò tra se il giovane leone, mentre la forza che lo inchiodava a terra aumentava sempre più, fino a fargli mancare il respiro, facendolo rantolare; la forza con la quale il demone rosso lo schiacciava a terra continuava ad aumentare e ben presto il giovane leone non riuscì più a respirare.
    -Permettimi di lasciarti un ricordo di questo incontro.-
    Il demone lo guardava dritto negli occhi col suo ghigno maligno stampato sul muso, con l'espressione di chi sa di aver sottomesso l'avversario, poi appoggiò l'altra zampa sulla schiena squarciata del giovane leone, conficcando un artiglio in profondità nella ferita, lacerandogli le carni fino al collo.
    Tuhuma urlò di dolore, poi tutto si fece nero e perse i sensi.
    -Il grande guerriero.-
    Disse il demone alzandosi, guardandosi compiaciuto la zampa intrisa col sangue di Tuhuma, voltandosi poi verso Beroam che terrorizzato era rimasto li, con gli occhi sgranati, tremante e immobile.
    -Scappa piccolo!-
    Urlò Sender ma Berial la raggiunse fulmineo e la colpì con una zampata violenta sul muso, spezzandogli un dente e facendole perdere i sensi.
    -Taci!-
    Ruggì il demone alla leonessa priva di sensi, riprendendo poi ad avvicinarsi al giovane lupo.
    -Tu e il tuo branco adesso non mi servite più, con il potere della pietra posso avere tutti i guerrieri che voglio, dillo ai tuoi amici e di anche loro che verrò presto a cercarvi, ovunque voi siate, non potrete mai sfuggirmi-
    Scattò in avanti fino ad arrivare a sfiorare il muso di Beroam, il quale si sedette a terra, ritrovandosi con la schiena contro un masso e sollevando una zampa per ripararsi da un possibile colpo inferto.
    -E quando vi troverò, per voi sarà la fine, una lenta e dolorosa fine.-
    Il demone fece schioccare la sua spaventosa dentatura a pochissimi millimetri dal piccolo muso del lupo, il quale, istintivamente si coprì, ma nel farlo colpì il leone demone proprio sulla fronte.
    I piccoli artigli impattarono contro quella gemma che Berial aveva tra gli occhi, facendola schizzare in aria.
    Il demone la seguì con lo sguardo durante la sua traiettoria.
    -Cosa hai fatto!-
    Ruggì e colpì il giovanissimo lupo con una potente zampata sul costato, frantumandogli le costole che emisero uno schiocco secco.
    Beroam cadde a terra a parecchia distanza, ogni volta che cercava di respirare il dolore lancinante glielo impediva mentre avvertiva il sapore dolciastro del sangue nella sua bocca, poi anche per lui, tutto si fece nero.
    Il demone si volse, la sua criniera si muoveva come se fosse ci fosse una forte tempesta in quel momento, anche se non spirava neppure un alito di vento.
    Vide la pietra proprio di fronte al giovane leone, esanime a terra.
    -Troveranno i vostri corpi-
    Ringhiò ferocemente il demone rosso, avvicinandosi a Tuhuma con passo deciso.
    -In tanti pezzi, disseminati per tutta la valle!-
    Ruggì furente.
    Tuhuma era sempre li, immobile, nella sua mente vorticavano migliaia di ricordi che apparivano e scomparivano con la stessa rapidità, improvvisamente gli apparve il ricordo di Rasur, il suo maestro.
    “Loynaar sarebbe fiera di te.”
    Il giovane leone aprì leggermente un occhio, anche se non riusciva a vedere nulla; ad ogni suo respiro avvertiva un dolore immenso, che gli arrivava dritto nel cervello.
    “Ho fallito...”
    Pensò tra se, avvilito.
    “Perdonatemi se potete..”
    Sollevò appena impercettibilmente lo sguardo, vedeva soltanto una grande ombra di fronte a se, poi qualcosa lo sollevò da terra tirandolo per una zampa anteriore e facendolo cadere di schiena sul duro sentiero mentre centinaia di minuscole scaglie di pietra gli si conficcarono nella carne viva.
    Tuhuma sgranò gli occhi mentre il dolore divenne insopportabile, ma qualcosa lo teneva cosciente.
    -Sentirai tutto, fino alla fine.-
    La voce del demone si insinuò prepotentemente nella sua mente.
    “Loynaar..”
    Pensò tra se, mentre rivedeva la leonessa demone durante i loro allenamenti, ricordò i suoi occhi, grandi e dolci ma al contempo di un altro mondo.
    Ricordò che ne era attratto, erano bellissimi.
    Cercava sempre di parlarle in modo che lei avesse il sole lateralmente, adorava il riflesso blu che i raggi solari riflettevano.
    Rotolò su un fianco, ansimante e con lo sguardo vitreo vide di nuovo la sagoma di Berial avvicinarsi a lui.
    “E' la fine..”
    Pensò tra se, pensando un'ultima volta alla leonessa, a quel bellissimo riflesso blu, stesso riflesso che per un istante soltanto vide davanti a lui.
    Vide proprio di fronte a lui quella gemma che pulsava di una tenue luce rosa, colpita dai raggi solari che la facevano luccicare con riflessi di uno splendido blu cobalto.
    Raccolse quelle pochissime forze che ancora aveva in corpo e allungò la zampa mentre la sua schiena ruggiva di dolore e a ogni movimento quelle minuscole scaglie si piantavano sempre più in profondità, lacerandogli sempre maggiormente le carni.
    Stava quasi per raggiungerla quando la poderosa zampa del demone gli bloccò il movimento a pochissimi millimetri dalla pietra.
    -Credevi di riuscirci per caso?-
    Ringhiò Berial mentre aumentando la pressione frantumò le ossa della zampa del giovane leone.
    Tuhuma urlò dal dolore mentre la sua mente rimaneva vigile, poi aprì di nuovo leggermente un occhio, non riusciva a distinguere nulla, ma vedeva appena davanti a se quel lieve bagliore rosa.
    -No..-
    Rispose tossendo mentre la sua bocca si riempiva di sangue.
    -Ci sono riuscito..-
    Disse con un filo di voce mentre snudava gli artigli, sfiorando la pietra.
    La gemma esplose in un bagliore accecante che scaraventò il demone contro un grande masso, poi tutto tornò normale.
    Tuhuma assorbì una immensa quantità di energia che risanò all'istante il suo corpo ed ora era li, di fronte a Berial.
    -Per troppo tempo il mio spirito guerriero ha dormito, adesso è ora che si risvegli!-
    Ruggì ferocemente esplodendo in un bagliore accecante, trasformandosi in guerriero quasi istantaneamente e il suo corpo si riempiva di dure placche esagonali, sul capo crescevano le doppie corna dalle quali presero a saettare lampi di elettricità, ma il demone rosso se ne accorse immediatamente e bersagliò Tuhuma con centinaia di sfere pulsanti di energia che il giovane guerriero evitò con movimenti laterali fulminei, ma che permisero a Rasur di raccogliere di nuovo la gemma con una rapidissima corsa ed alzarsi in volo allontanandosi velocemente.
    “Ci rivedremo, puoi starne certo.”
    Tuhuma ruggì ferocemente, avrebbe voluto inseguirlo ed annientarlo, ma non poteva, Beroam e Sender erano li ed avevano bisogno urgentemente del suo aiuto.
    Abbandonò la sua forma guerriera, tornando alla normalità, avvicinandosi velocemente ai due.
    -Come cavolo si fa adesso!-
    Esclamò ad alta voce cercando di ricordare quello che aveva visto fare alle leonesse guaritrici, ma il timore di commettere l'errore fatto da Beroam con quel giovane lupo ferito, lo scoraggiò nell'intraprendere qualsiasi azione.
    Doveva per forza tornare al suo branco, il prima possibile.
    Si immerse nella sua fonte di magia che quasi lo spaventò, ne aveva assunta davvero tanta da quella gemma e sembrava aumentare sempre.
    “Che strano..”
    Pensò tra se mentre si guardava la zampa fratturata in precedenza dal demone e ora perfettamente sana.
    “Chissà come è poss...”
    Si interruppe notando un minuscolo frammento rosaceo appena sotto il suo artiglio.
    -Ecco perchè!-
    Esclamò, pensando che con quel minuscolo frammento di energia continua avrebbe potuto percorrere senza affaticarsi tutta la strada fino al suo branco.
    Sollevò quindi sia la leonessa che il lupo e cominciò a planare, spostandosi nella direzione seguita dal branco.
    “Devo fare attenzione a non rimanere a corto di energia, altrimenti siamo fregati..”
    Pensò tra se, continuando a monitorare interiormente la sua forza e aumentando sempre maggiorente la velocità di spostamento.
    Si guardò parecchie volte alle spalle, sondando tutta l'area che stava attraversando, il timore di un nuovo attacco lo assillava continuamente e sapeva di essere un facile bersaglio, il trasportare i due amici non gli permetteva di fare brusche manovre; avrebbe potuto interrompere senza volerlo il flusso magico e i due sarebbero precipitati al suolo senza alcuna possibilità di sopravvivere da quell'altezza.
    Si rese ben presto conto anche che quel minuscolo frammento gli stava donando tutta l'energia che gli serviva senza però intaccare quella che già possedeva.
    Era quasi sera quando intravide in lontananza la grande colonna e di fronte ad essa, una vastissima zona paludosa.
    Aumentò ancora la sua velocità e raggiunse in poco tempo gli altri, che vedendolo arrivare in volo lanciarono subito l'allarme, avendolo scambiato per una minaccia.
    Dal centro di quella colonna esplose un bagliore e in brevissimo tempo, si ritrovò di fronte una sfera luminosa color ocra.
    -Rasur aiutami!-
    Esclamò mentre il demone prendeva forma felina di fronte a lui.
    -Tuhuma! Che è successo?-
    Gli chiese e il suo tono di voce lasciava trasparire tutta la sua preoccupazione, oltre che la vista di Beroam e Sender in grave difficoltà.
    -Dopo!-
    Rispose il giovane leone, riprendendo a muoversi verso il branco.
    -Portami Vervada! Sbrigati!-
    Ordinò e il demone ocra si lanciò in picchiata sul lato di quella immensa colonna.
    Tuhuma invece planò lentamente verso una zona erbosa, all'ombra di un grande albero dalle piccole foglie verde intenso in contrasto con la zona arida nella quale si trovavano e subito sotto l'albero, notò un piccolo rigagnolo di acqua che emergeva formando un minuscolo laghetto ai piedi di una grande roccia.
    Adagiò quindi il più dolcemente possibile a terra sia la leonessa che il piccolo lupo, attendendo l'arrivo del leone demone e della leonessa guaritrice.
    Improvvisamente Beroam ebbe uno scossone, seguito da altri, spalancò gli occhi vitrei e smise di respirare.
    Tuhuma fu colto dal panico mentre dalla bocca del piccolo lupo cominciava ad uscire un fiume di sangue.
    “E adesso che faccio?”
    Si domandò mentre il terrore lo stava per assalire ma lo scacciò immediatamente.
    “Proviamoci.”
    Si disse, immergendosi nella sua fonte immensa di potere, lanciando tentacoli di energia e analizzando il corpo del giovanissimo lupo.
    Quello che vide lo lasciò senza respiro.
    Beroam aveva tutte le costole rotte e queste gli avevano bucato i polmoni, stava annegando nel suo stesso sangue, oltre che avere moltissime altre fratture interne.
    Cercò di entrare nella mente del giovane lupo per trovare tra i suoi ricordi il modo di guarirlo, ma impattò contro una serie infinita di metodi di guarigione, di piante curative e patologie insegnategli chissà come dalle leonesse guaritrici che lo lasciarono sgomento.
    Decise quindi di provare lo stesso da solo, non aveva tempo da perdere.
    Si immerse nuovamente nel suo potere e agì sul torace del piccolo lupo, facendo fuoriuscire le costole dai polmoni, risaldando questi ultimi con la sua magia.
    I polmoni del piccolo lupo si ricoprirono di una ragnatela bianca che li ricucì a dovere, anche se in maniera approssimativa, poi fece la stessa cosa sulle coste, risaldandole assieme e unendole alla cartilagine dello sterno, poi ripulì i polmoni dal sangue, facendolo uscire.
    “Quasi me ne dimenticavo!”
    Si disse tra se facendo un respiro profondo per allentare un po la tensione, stava infatti per dimenticare quella cosa fondamentale.
    Agì quindi sui muscoli del torace del piccolo lupo, facendo espandere i piccoli polmoni che si riempirono di aria; fece questa operazione un paio di volte, poi vide che Beroam aveva ripreso a respirare autonomamente.
    Si lasciò cadere a terra di schianto, era ancora teso nonostante Beroam fosse fuori pericolo anche se ancora mal concio; pochi istanti dopo sentì delle urla che si stavano avvicinando e volse il capo in quella direzione.
    Passò pochissimo tempo e vide arrivare Rasur che teneva tra le fauci Vervada, a testa in giù, che si dimenava come un'anguilla catturata da un pescatore.
    -Rasur mettimi giù o giuro che ti ammazzo! Dove mi stai portando! Disgraziato!-
    Urlava la leonessa guaritrice, poco prima di essere lasciata, ancora a mezz'aria, e cadere violentemente sbattendo il muso a terra.
    -Vieni qui che ti disosso!-
    Sbraitò.
    -Vervada aiutami! Presto!-
    Esclamò Tuhuma a voce alta facendo voltare di scatto la leonessa che rimase impietrita sul posto.
    Vervada cambiò immediatamente espressione, portandosi velocemente prima da Sender, poi da Beroam, infine si rivolse ai due leone appena dietro di lei.
    -Mi servono erbe e stecche di legno!-
    Esclamò, ma la sua voce tremava, così come il suo corpo.
    -Presto! Non c'è tempo da perdere!-
    Tuhuma si insinuò nella sua mente in modo veloce e anche rude, ma senza volerlo.
    La leonessa spalancò la bocca e si lasciò cadere seduta a terra, come se fosse stata lanciata in un lago ghiacciato in pieno inverno.
    -Scusa.. che erbe ti servono? Fammele vedere così te le vado a cercare.-
    Le disse ma intervenne Rasur.
    -Mostrami quello che bisogna fare e lo farò io.-
    Fece qualche passo avanti fermandosi di fronte alla leonessa guaritrice.
    Vervada era visibilmente scossa, sia dal viaggio, sia dall'essersi ritrovata di fronte la sorella in quelle condizioni.
    -Va bene lo stesso, ci riuscirò comunque.-
    Disse il demone ocra col suo tono atono, immergendosi nel suo potere ed appoggiando una zampa sulla fronte di Sender.
    Tuhuma gli si avvicinò non appena notò che si stava indebolendo e gli appoggiò una zampa sulla spalla, infondendogli nuova energia.
    -Non farlo.-
    Gli disse Rasur.
    -Quella energia serve a te.-
    -Non preoccuparti, ne ho una scorta molto grande, poi ti spiegherò tutto quanto.-
    Rispose il giovane continuando, mentre Rasur sanava il corpo martoriato della leonessa, risaldandole le ossa fratturate della zampa e ricostruendole magicamente la zanna spezzata; poi si spostò su Beroam, facendo lo stesso e il giovane leone continuava a donargli potere appena si rendeva conto che questi iniziava a scarseggiare nel demone ocra.
    Passò qualche ora prima che Rasur riuscisse a curare i due, mentre Vervada restava costantemente in apprensione.
    Tuhuma sentì passi veloci che stavano arrivando in quella direzione e si volse curioso.
    Vide sbucare dalla boscaglia la sagoma del piccolo lupo azzurro che correva velocissimo verso di loro, seguito da Roy e Werrin, i due fratelli leoni.
    -Tuhuma! Sei arrivato finalmente!-
    Esclamò felice di rivederlo, ma si arrestò non appena vide a terra gli altri due corpi, imitato dai fratelli.
    Werrin riconobbe immediatamente Sender a terra; le si avvicinò lentamente, tremando di paura mentre le lacrime sgorgavano copiose dai suoi occhi.
    -Non preoccuparti, adesso sta bene.-
    Gli disse Tuhuma, lasciandogli il passo, ma lui guardava fisso davanti a se, dove la leonessa riposava, immobile.
    Si mise di fianco a lei, guardandola fissa mentre con una zampa le accarezzava in modo appena percettibile i lineamenti del muso.
    -Amor mio... -
    Disse solamente con la voce rotta dal pianto, mentre Tuhuma e Iorody si scambiarono un'occhiata interrogativa.
    Tuhuma si mise in contatto mentale col piccolo lupo azzurro.
    “Amor mio? Ma tu lo sapevi?”
    Gli chiese incredulo.
    “Ma proprio no! Quando sono assieme neanche si degnano di uno sguardo! Ma chi lo avrebbe mai detto!"
    Rispose il piccolo lupo all'amico mentre questi si voltava verso Werrin, ma sapeva che non sarebbe stato ascoltato,così come lo sapeva il giovane leone, quindi rimasero entrambi in silenzio.
    -Hey, sta bene, deve solo rimettersi in forze.-
    Cercò di rincuorarlo Vervada ma senza riuscirci.
    -Raccontaci cosa è successo.-
    Il demone ocra si rivolse a Tuhuma che era praticamente al suo fianco.
    -Chiama mio padre e James, devono sentire anche loro.-
    Rispose Tuhuma.
    -C'è mancato davvero poco sta volta.. Sia per me, ma anche per Berial!-



    e dopo secoli di inattività.. si ritorna con le avventure dei nostri eroi! XD
     
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    Una tana insperata




    Il grande branco continuava lento la lunga marcia; la testa del gruppo aveva già incontrato la palude e stava guidando tutti gli altri attraverso le rive insidiose, ricoperte di fango molle e scivoloso.
    L'acqua calma e verdastra non permetteva quasi neanche dalla riva di vederne il fondo, complici anche le alghe verdi che ricoprivano gran parte della superficie, tranne che nella zona centrale dove vivevano delle ninfee con i loro bellissimi fiori bianchi.
    Tutto era circondato da grandi alberi dai tronchi ricoperti di muschio verde, ricchi di foglie verdi e brillanti sotto i raggi solari, dalle quali filtrava pochissima luce che con grande fatica arrivava a terra.
    Grossi tronchi d'albero spezzati davano un aspetto cupo e minaccioso a quel luogo, mentre sul versante opposto vi era una parete di roccia completamente ricoperta da muschio, sormontata anch'essa da grandi e maestosi alberi.
    Non era molto alta, ma dopo una prima ispezione risultò troppo stretta ed insidiosa per far passare tutti di li.
    Avrebbero dovuto camminare uno per volta, in fila, e le pietre viscide avrebbero quasi sicuramente fatto scivolare qualcuno in acqua.
    In oltre, al centro del lago alcuni videro di sfuggita un'ombra, un pesce davvero enorme e quindi decisero di affrontare la riva opposta; ne sarebbero usciti infangati, ma il percorso sembrava a prima vista molto più sicuro.
    Rasur grazie al suo potere planava in ricerca dei capibranco, sapeva che li avrebbe trovati in testa alla colonna, e così infatti fu.
    Trasportarli dai figli in fondo alla colonna sarebbe stato impossibile per lui e se fossero tornati indietro, avrebbero perso moltissimo tempo ed energie inutilmente; in oltre il branco non poteva concedersi il lusso di fermare la propria avanzata, molti erano ancora allo scoperto.
    Decise quindi di superarli, cercando un posto abbastanza grande che potesse ospitare l'immensa colonna, la vegetazione per fortuna non mancava in quella zona e avrebbe dato riparo dagli sguardi delle possibili sentinelle, che sicuramente Berial avrebbe inviato per scovarli e porre fine a quella storia.
    Rasur constatò invece che la zona purtroppo non avrebbe permesso al branco di sostare; le montagne li attorno avevano ripidi pendii ricoperti interamente da un intreccio piante spinose; lungo un canalone si ergeva una parete verticale ricoperta di piante dalle grandi foglie larghe, arbusti ed enormi piante rampicanti che creavano un intricato intreccio tra di loro.
    Tutta la flora di quel posto era rigogliosa, così differente dalla zona attraversata poco prima, eppure così vicina; secondo il demone, doveva scorrere una grande quantità di acqua nel sottosuolo per permettere quell'esplosione di vita.
    Rasur planò lentamente a terra, tra il fitto degli alberi, sedendosi poi con lo sguardo perso nel vuoto.
    Il branco non era molto lontano da lui, egli si trovava infatti a circa 1 ora di cammino dalla testa del gruppo.
    La situazione stava volgendo a loro svantaggio; non avevano nessuna via di fuga e nessun riparo, se fossero stati attaccati in quel punto, avrebbero avuto molte difficoltà a proteggere tutti,i in oltre era già pomeriggio avanzato, il branco era stanco, provato dalla fatica e affamato, in più quella zona alla notte sarebbe stata invasa da una grande umidità che durante la notte avrebbe raggelato tutti quanti, mettendo in serio pericolo la vita di molti.
    La situazione, se non avessero trovato una soluzione immediata, sarebbe diventata ben presto drammatica.
    Gli occhi verde smeraldo del demone scrutavano quel posto, ma qualcosa lo rendeva stranamente inquieto.
    Non udiva nulla, regnava un silenzio irreale, eppure la ricca vegetazione avrebbe offerto un habitat ideale per moltissime specie di uccelli, insetti e quant'altro.
    Si alzò lentamente, avvicinandosi verso quella parete che saliva quasi in verticale sul fianco di una grande montagna e che delimitava l'unico passaggio.
    Grandi piante rampicanti salivano verso l'alto, nascondendo la nuda roccia con un intrico di radici e foglie; Rasur le studiava attentamente, cercava degli insetti, ma non ne trovò la presenza.
    Quel luogo era strano e a suo pensare, pericoloso per la colonna che si stava avvicinando, e col passare del tempo, lo sarebbe stato ancora di più.
    Qualcosa attirò la sua attenzione, una cavità dall'apertura abbastanza ampia seminascosta dalla selva di rampicanti.
    Si avvicinò lentamente, tastando con la mente il territorio circostante alla ricerca di possibili pericoli.
    Avvertì immediatamente un'aura di energia e si bloccò istantaneamente, schermando la sua mente da un possibile attacco, acquattandosi immediatamente a terra per non essere visto.
    Non sapeva se quell'entità, qualsiasi cosa fosse, si fosse accorta del suo tocco mentale e rimase in guardia, pronto al combattimento; i minuti passarono, ma non accadde nulla.
    L'unica cosa che poteva fare era quella di accertarsi della natura di quell'energia, fermare la colonna e richiedere l'aiuto sia di Tuhuma che di Iorody; non sapeva contro chi avrebbe dovuto battersi, quale fosse realmente la sua potenza e neanche se ci fossero stati più avversari, non poteva rischiare di mettere a repentaglio le vite del branco in movimento.
    Si immerse nel suo potere, lanciando un segnale diretto ai due giovani guerrieri, conosceva ormai alla perfezione le loro menti e avrebbe mandato il segnale solamente a loro, senza che nessun altro potesse intercettarlo, rimanendo comunque vigile a tutto ciò che aveva attorno.
    Tuhuma,ancora in fondo alla colonna, fu il primo a ricevere quel contatto, trasalendo improvvisamente.
    “Tuhuma, ho bisogno di voi, adesso.”
    La voce di Rasur, atona e fredda, lasciò comunque intendere tutta la preoccupazione del leone demone.
    “Arriviamo immediatamente! Dimmi dove sei!”
    Tuhuma scattò in piedi immediatamente, facendo voltare tutti gli altri che vegliavano Sender e Beroam, ancora privi di sensi e distesi a terra.
    “Avvisa immediatamente i capibranco di fermare la colonna, cercare riparo e di non muoversi assolutamente, ma fallo a voce, non contattarli mentalmente, potrebbe essere pericoloso.”
    Il demone ocra inviò mentalmente le immagini del luogo dove si trovava, apparentemente sembrava facile da individuare grazie alla minuzia di particolari.
    Rasur era maestro nel mandare immagini dei luoghi dove si trovava; non era mai stato un problema per i due giovani guerrieri trovarlo.
    Tuhuma non fece in tempo a rispondere che il contatto venne troncato di netto.
    -Che sta succedendo?-
    Chiese Iorody avvicinandosi velocemente a lui con sguardo preoccupato.
    -Non lo so, Rasur ha detto che ha bisogno di noi e che dobbiamo fermare il branco immediatamente, dobbiamo andare e alla svelta!-
    -Sai dove?-
    Gli chiese il giovane amico volgendo poi per un attimo l'attenzione verso la leonessa e il giovanissimo lupo.
    -Si, alla perfezione.-
    Rispose il giovane leone, guardando anch'egli i due a terra.
    -Stanno bene e sono fuori pericolo, appena si sveglieranno, potranno riunirsi alla carovana, noi non abbiamo tempo da perdere adesso!-
    Iorody annuì, voltandosi poi verso la direzione presa dal grande branco.
    -Andiamo allora-
    Tuhuma annuì, immergendosi nella sua fonte di potere e cominciando a levitare verso l'alto, imitato dal suo giovane amico e dirigendosi entrambi verso la testa della carovana a grande velocità.
    Sfrecciavano velocissimi sopra alle teste che lentamente camminavano incolonnate e che seguivano la loro traiettoria col capo, finchè poi rallentarono e cominciarono a scendere, rimanendo comunque sospesi in aria tra lo stupore dei loro genitori che segnavano agli altri la direzione da intraprendere.
    -Fermate il branco! Nascondetevi e rimanete immobili! Abbiamo qualche problema più avanti, vi faremo sapere noi quando riprendere la marcia!-
    Jormungr guardò per qualche istante stupito il figlio fluttuare sopra di lui, poi ordinò al suo gruppo di leoni di fermare immediatamente il branco e di trovare riparo tra la vegetazione.
    Il gruppo di leoni annuì all'unisono, scattando velocemente verso la colonna che li stava seguendo per informarli e aiutare i più deboli a trovare un nascondiglio sicuro.
    -Che sta succedendo?-
    Chiese poi Jormungr visibilmente preoccupato a Tuhuma.
    -Non lo so ancora, Rasur ha chiesto il nostro aiuto poco più avanti, dobbiamo andare adesso!-
    In quel momento arrivarono anche Jessy e James, i quali vennero avvisati da Iorody riguardo ciò che stava accadendo.
    Tuhuma scese a terra e si avvicinò ai genitori.
    -Non preoccupatevi, andrà tutto bene.-
    Disse sicuro di se, cercando di allentare la loro preoccupazione.
    -Mandate una squadra in fondo alla colonna, ci sono Beroam e Sender che hanno bisogno di aiuto, stanno bene ma sono deboli, ci sono anche Vervada, Roy e Werrin, ma una zampa in più gli farà comodo e guadagneranno tempo prezioso.-
    -Manderò i miei lupi, sono molto veloci.-
    Rispose James al giovane leone, avvicinandosi a loro con passo fiero, lanciando poi una rapida occhiata a quattro sue guardie che scattarono immediatamente tornando indietro rapidamente.
    -Il loro fiuto li porterà immediatamente da loro e in breve si riuniranno al branco.-
    Tuhuma annuì e si volse verso la direzione da intraprendere, aveva già perso troppo tempo prezioso.
    -Fa attenzione piccolo mio..-
    Sussurrò appena Miremel mentre i suoi occhi verdi si facevano lucidi; Tuhuma si volse guardandola severo.
    -Ormai non sono più un cucciolo, mamma.-
    Tornò a guardare Iorody e si alzò in volo, imitato dallo stesso, affiancandosi poi l'un l'altro.
    -Andiamo, avviciniamoci al luogo e poi proseguiremo al passo.-
    Il giovane guerriero azzurro ghiaccio annuì e contemporaneamente a lui, si diressero velocemente verso il punto mostratogli dal demone ocra che li stava aspettando poco più avanti.
    La leonessa seguì sgomenta il giovane figlio che velocemente sparì alla sua vista grazie ai suoi poteri.
    Miremel si volse verso Jormungr che le si avvicinò per portarle quel minimo di conforto che le serviva, e lei infossò il capo nella criniera del collo di lui, singhiozzando.
    Lui rimase in silenzio, mettendole una zampa sulle spalle e stringendola a se, mentre il suo sguardo si perdeva nella direzione presa dai due giovani guerrieri.
    -Tuhuma, forse sei stato troppo duro con tua madre in quella risposta..-
    Disse timidamente interrompendo quel silenzio che si era creato.
    -Iorody abbiamo altro a cui pensare adesso.-
    -Lo so, ma è pur sempre tua madre, è normale che si preoccupi.-
    -Ho delle responsabilità e le hai anche tu, non siamo noi a dipendere da loro, sono loro, tutti quanti loro che dipendono da noi.-
    Tuhuma rispose con un tono che non ammetteva repliche, la sua mente era concentrata su quello che avrebbero potuto trovarsi davanti e come eventualmente proteggere il branco da un attacco potenzialmente numeroso, dato che una fuga in massa sarebbe risultata inefficace e inutile anche, l'unica via di fuga era obbligata verso una zona aperta, arida e come se non bastasse, senza nascondigli.
    Il giovane leone guardò il sole che lentamente si stava abbassando all'orizzonte e che gli offriva ancora poche ore di luce prima che sopraggiungesse il crepuscolo quindi la notte.
    Tuhuma era visibilmente teso.
    Il giovane leone rallentò improvvisamente, e planò velocemente a terra, seguito dall'amico e si addentrarono rapidamente tra la vegetazione del luogo.
    Entrambi si guardarono attorno con attenzione, cercando di captare qualsiasi movimento o avvisaglia di pericolo, quindi presero ad avanzare prudentemente ma a passo veloce verso il demone ocra che li attendeva poco più avanti.
    Lo raggiunsero in una manciata di minuti, trovandolo semi nascosto e immobile dietro un intreccio di radici e arbusti fitti dalle foglie sottili e di un verde intenso.
    Tutt'attorno il verde acceso delle piante rigogliose trionfava in un'esplosione di vita, in un silenzio irreale che entrambi i nuovi arrivati notarono immediatamente.
    Strisciando a terra, entrambi gli si avvicinarono, silenziosi come ombre, cercando di captare qualsiasi segnale che potesse rivelare la presenza di qualcuno, ma tutto quel silenzio non faceva altro che aumentare il loro disagio, rendendoli oltremodo nervosi, e tutto quel nervosismo avrebbe potuto fargli fare degli errori che, data la situazione, avrebbero potuto mettere loro e il branco in serio pericolo.
    Rasur spiegò quindi brevemente ciò che aveva scoperto, evitando accuratamente di lamentarsi per il troppo tempo impiegato, vedeva che entrambi i giovani erano chiaramente irrequieti.
    -Non so cosa si nasconde all'interno di quella grotta, ma dobbiamo assolutamente eliminare la fonte di quell'energia, qualunque essa sia.-
    Il demone parlava in modo appena percettibile ai due giovani guerrieri, sempre guardando avanti verso l'imboccatura di quella grotta nascosta da immense piante rampicanti.
    -Rasur, non sappiamo cosa c'è all'interno, potrebbe esserci qualsiasi cosa, anche non ostile.. potremmo anche uccidere degli innocenti..-
    Il demone volse lentamente il capo verso il giovane leone, fissandolo coi suoi grandi occhi verdi.
    -Se c'è qualcosa, e se facessimo come dici tu, gli daremo il modo e il tempo di reagire, dobbiamo agire di sorpresa, colpire per primi qualsiasi cosa ci sia.-
    -Ma così facendo rischiamo anche di uccidere degli innocenti, noi dobbiamo salvarli invece!-
    Rasur guardò duramente il giovane leone al suo fianco.
    -E' più importante per te la vita di uno solo, oppure la vita di mille e più tra lupi e leoni? O la vita tua e di Iorody, se vi uccidessero per una stupidaggine simile, condannereste tutto il branco, è questo che vuoi?-
    Tuhuma rimase in silenzio per qualche istante, abbassando lo sguardo, Iorody gli mise poi una zampa sopra la sua.
    -Rasur ha ragione, è la dura realtà amico mio, so che è crudele, ma non possiamo salvare tutti purtroppo.-
    Il giovane leone alzò lo sguardo, triste ed impotente di fronte alla realtà delle cose, incrociando gli occhi dell'amico per qualche attimo.
    -Andiamo allora.-
    Rispose il giovane leone dagli occhi verde smeraldo.
    -Che la Madre Terra ci perdoni...-
    I tre si concentrarono sul loro obiettivo, Tuhuma e Iorody si immersero nella fonte del loro immenso potere, pronti a farlo esplodere non appena fossero entrati nella grotta, distruggendo ogni forma di vita che avessero trovato all'interno di quella cavità; anche loro avvertivano un' aura energetica che chiaramente non apparteneva al loro mondo.
    Scattarono contemporaneamente in avanti, rapidi verso l'ingresso di quella cavità, reso quasi impenetrabile dalla vegetazione, solo un punto permetteva di entrare.
    Tuhuma e Iorody rallentarono la corsa, mettendosi in fila dietro al demone, il quale arrestò la propria corsa poco prima di entrare, scivolando sul terreno umido e ricoperto di erba, abbassandosi fino a far sfiorare il proprio ventre a terra, nel mentre i due alle sue spalle fecero un balzo, superandolo in volo e portandosi verticalmente sopra di lui.
    Entrarono contemporaneamente in quel minuscolo spazio che nascondeva un'ampia grotta;
    i due guerrieri si ancorarono alle grosse liane con le zampe anteriori, e con una giravolta su loro stessi, atterrarono proprio ai fianchi di Rasur; nel mentre il demone aveva individuato la fonte di quel potere, nascosta nell'oscurità, indirizzandovi contro un potente raggio di energia.
    Iorody e Tuhuma assunsero la forma da battaglia quasi istantaneamente, esplodendo in un bagliore accecante e anch'essi indirizzarono in quella direzione i loro attacchi, generando un immenso boato che rimbombò nelle cavità di quell'enorme grotta e generò una grossa e fitta nube di polvere, ma la fonte di potere non accennava a diminuire.
    Tutti e tre rimasero immobili, ben attenti a quello che stava succedendo, incapaci di capire come mai i loro attacchi fossero stati inefficaci nonostante avessero colpito in pieno quella fonte di potere.
    Nel mentre, la nube di polvere scendeva di nuovo a terra.
    -Attenzione..-
    Rasur si guardava attorno teso, cercando di captare un qualsiasi movimento che svelasse la presenza di qualcuno, nel mentre i due giovani nella loro forma guerriera rimanevano concentrati su quella fonte di potere invisibile, nonostante fosse proprio di fronte a loro.
    Improvvisamente un rumore di sassi fece voltare immediatamente il demone ocra di lato, nella direzione di Tuhuma.
    Senza pensarci, Rasur generò istantaneamente una sfera di energia che indirizzò verso la fonte di quel rumore.
    Tuhuma si volse anch'egli di scatto, riuscendo a vedere una giovane leonessa che terrorizzata stava cercando di uscire dalla grotta, ma che a quel bagliore rimase impietrita.
    -NO!!!-
    Ruggì improvvisamente, scattando verso di lei e facendole scudo col suo corpo appena prima che quel bolo di energia la uccidesse all'istante.
    Tuhuma venne colpito in pieno muso e nonostante la dura corazza, gli si spezzò un corno del capo e il dolore che provò il quel momento fu acutissimo mentre veniva poi sbalzato contro quella giovane, cadendole rovinosamente addosso.
    Iorody abbandonò immediatamente la sua posizione correndo in contro all'amico
    -Tuhuma! Stai bene?-
    Chiese visibilmente preoccupato ma il giovane leone si rialzò immediatamente scrollando il capo.
    -Si, sto bene.. più o meno..-
    In realtà il giovane leone provava un dolore acutissimo che gli annebbiò la vista per qualche istante.
    -TORNATE AI VOSTRI POSTI!-
    Ruggì furiosamente Rasur, attento a quello che sarebbe potuto accadere, e i due giovani presero a perlustrare quell'enorme caverna sotterranea, trovando l'origine di quell'energia proveniente da dietro una spessa parete di roccia scalfita in profondità dal loro precedente attacco congiunto.
    Analizzarono attentamente quella forza; era differente da quelle demoniache anche se molto simile, decisero quindi di indagare dopo.
    Ognuno di loro prese poi direzioni differenti nei cunicoli che conducevano nelle viscere di quella montagna, scandagliandone ogni minimo anfratto, avvertendo sempre quella strana fonte di energia e mantenendosi sempre in contatto tra di loro, inviandosi sempre immagini sulle direzioni prese in modo che, in caso di necessità, avrebbero potuto raggiungersi in pochissimo tempo.
    Impiegarono parecchio tempo a perlustrare ogni cunicolo, ogni sala, la dimensione di quel nascondiglio era davvero immensa, avrebbe potuto ospitare tutta la carovana comodamente, in oltre il pavimento non aveva asperità, così come la mite temperatura al suo interno.
    Tuhuma rimase sbalordito quando si ritrovò in una cavità dentro la quale crescevano dei funghi, moltissimi.
    Lentamente si avvicinò, annusandoli ma non avvertì nessun odore, quindi ne prese uno, assaggiandone una piccola parte.
    La forma la conosceva bene, era come quelli che crescevano nella grande montagna e anche questo non aveva nessun sapore; notò anche che al posto di quello che aveva appena colto, ne era cresciuto subito un altro e sentendosi anche leggermente rinvigorito rispetto a prima.
    -Questa si che è fortuna!-
    Esclamò per poi voltarsi e tornare indietro velocemente, portando tra le fauci quel ritrovamento.
    Si ritrovò nella grande sala d'ingresso con Iorody e dopo qualche tempo anche Rasur riemerse da uno dei corridoi.
    -Tutto tranquillo, non c'è nessuno.-
    Disse Iorody e Tuhuma fece un cenno di approvazione indicando il fungo trovato e spiegando quanti ne avevano a disposizione, quindi abbandonarono la loro forma da battaglia per avvicinandosi alla giovane priva di sensi, ancora a terra dove la avevano lasciata.
    Appena prima che potessero sincerarsi delle condizioni della giovane, il giovane leone ricevette una poderosa zampata sul muso che lo scaraventò a terra, stessa sorte capitò poi al suo giovane amico.
    Il demone torreggiava su di loro con espressione feroce sul muso.
    -Siete due idioti!-
    Ruggì furiosamente contro di loro.
    -Vi siete resi vulnerabili!-
    Tuhuma si rialzò, ferito nell'orgoglio più che nel fisico.
    -Cosa avrei dovuto fare? Vederla morire senza far nulla forse?-
    Il giovane leone si volse guardando dritto negli occhi il demone mentre avvertiva il sapore dolciastro del sangue tra le fauci.
    -Il nostro compito è quello di salvare vite, non ucciderle!-
    Tuhuma era a pochi centimetri dal muso del demone.
    -Rasur per te non ha importanza salvare una vita, a te importa solamente eliminare Berial! Ma ricordati che noi non siamo demoni! Noi siamo un branco e dobbiamo salvare più vite possibili!-
    -Calmatevi adesso! Abbiamo altre cose a cui pensare invece che litigare tra noi!-
    Iorody interruppe quel confronto ma i due rimanevano fermi nelle loro posizioni, poi Rasur si volse e andò verso l'uscita, fermandosi sul limitare.
    -Così facendo hai messo a rischio la vita di tutti quelli che assieme abbiamo salvato, ricordalo.-
    Volse quindi il capo verso il giovane leone che ancora lo stava guardando rabbioso.
    -Noi tutti abbiamo salvato; c'ero anche io. Hai corso un rischio inutile e potenzialmente dannoso per salvare una sola vita.-
    Disse atono, avviandosi poi al di fuori della grotta.
    -Così dev'essere.-
    Replicò ringhiando a denti stretti il giovane leone per poi voltarsi di scatto, dandogli le spalle e andando verso un angolo della caverna, lasciandosi cadere a terra sbuffando.
    -Voi due avete due zucche talmente dure che potreste scavare a testate un altro cunicolo lungo tutta questa montagna prima di farvi male!-
    Esclamò il giovane lupo con la sua voce squillante, e visibilmente contrariato dal comportamento dei due, andò quindi verso la giovane leonessa.
    -E' svenuta ma credo che non abbia nulla di rotto.-
    Disse guardandola attentamente per poi voltarsi verso il giovane amico.
    -Dammi una zampa, sistemiamola meglio, cerca qualcosa da metterle sotto la testa almeno.-
    Tuhuma si alzò sbuffando e andò verso l'ingresso, strappando uno spesso strato di muschio da una delle grosse liane che salivano verso l'alto e portandola poi all'interno della caverna.
    Iorody sollevò il capo della giovane per mettere quel morbido cuscino; in quel momento la giovane si svegliò.
    -Cosa.. Cosa è successo? Ah.. La mia testa.. Che male..-
    Disse confusamente mentre si tastava il capo con una zampa, poi aprì gli occhi e sobbalzò appena vide i due di fronte a lei.
    -CHI SIETE!-
    Esclamò spaventata saltando sulle quattro zampe e cominciando a retrocedere fino a trovarsi con la schiena contro alla parete.
    -Sta tranquilla, non vogliamo farti del male, io mi chiamo Iorody e lui è il mio amico Tuhuma, siamo qui per aiutarti.-
    Le disse sorridendole il giovane lupo azzurro mentre il giovane leone si sedette indispettito a terra, voltandosi con la testa di lato.
    -E smettila un po tu! Dai! Poi ne parliamo!-
    Esclamò Iorody con la sua voce acutissima e la giovane accennò un sorriso.
    -Che voce.. assordante! Io mi chiamo Aireth!-
    Disse avvicinandosi a loro e in particolare a Tuhuma, riconobbe in lui la forma felina che la aveva salvata.
    -Grazie per.. Avermi salvata da non so cosa..-
    Tuhuma non riuscì a risponderle che si trovò il capo di lei contro il suo collo e ricevette poi una piccola leccata su una guancia.
    Il giovane leone strabuzzò gli occhi iniziando a tossire, completamente spiazzato da quel cenno di affetto totalmente inaspettato e mai ricevuto se non dai genitori.
    -Fi..Figurati.. N...Non c'è di che..-
    Balbettò imbarazzatissimo, facendo sorridere lei; Iorody cercò di trattenere una risata ma alla fine non ci riuscì e si allontanò verso l'uscita.
    -Dove vai! Vieni qui subito!-
    Esclamò il giovane leone quasi colto dal panico nel rimanere solo con quella giovane così intraprendente.
    -Vado a chiamare il branco, sta tranquillo che torno!-
    -Iorody non vorrai lasciarmi qui da solo con lei!-
    Volse il capo di scatto e si ritrovò col naso appiccicato a quello della giovane leonessa.
    -Afa.. Afa.. Afa...-
    Balbettò con gli occhi a palla, imbarazzatissimo mentre provava un calore all'interno del suo corpo con il quale avrebbe tranquillamente potuto incendiare un tronco d'albero.
    -Che buffo che sei, Tuhuma!-
    Disse la giovane accennando un dolce sorriso.
    -Hai... Hai fame?-
    Rispose Tuhuma con la prima cosa che gli passava per la testa e la fece divertire ancora di più.
    -Adesso no, grazie-
    Rispose lei sorridendogli, Tuhuma fece un passo indietro, inciampando su dei sassi e finendo col sedersi sul fungo raccolto poco prima, il quale come una spugna inzuppata, alla pressione del corpo del giovane leone rilasciò una grossa quantità di acqua.
    La giovane rise divertita da quel buffo incidente mentre invece Tuhuma desiderava solo scomparire all'istante a causa dell'imbarazzo e della vergogna.
    -Sembra che te la sei fatta addosso!-
    Esclamò Hairet ridendo divertita.
    -Ma sei simpatico lo sai? Buffo e simpatico!-
    Lei fece un passo in avanti e si sedette di fronte al giovane, socchiudendo gli occhi e sorridendogli, inclinando leggermente il capo su un lato, mentre Tuhuma non sapeva più come fare per togliersi da quella situazione di grande imbarazzo;gli occhi e lo sguardo di lei lo mettevano in imbarazzo.
    Iorody nel mentre tornava trotterellando verso il branco, ridacchiando tra se e incontrando lungo il tragitto il demone ocra, seduto vicino a un albero.
    Tornò serio e gli si avvicinò con lo sguardo basso.
    -Ti chiedo scusa, ho fatto una stupidaggine mettendo a rischio la riuscita di tutto.. Sono stato un stupido..-
    Rasur si volse lentamente verso di lui.
    -Si, tu e Tuhuma avete fatto una grossa stupidaggine e siamo stati fortunati che in quella grotta non ci fosse stato nessun demone.-
    Si volse nuovamente a guardare di fronte a se, con lo sguardo perso nel vuoto come sua consuetudine.
    -Riconosco di aver sbagliato anche io però, il mio e il vostro mondo sono molto differenti e devo ancora imparare parecchio da voi.-
    Il giovane lupo sollevò lo sguardo verso il grande demone al suo fianco.
    -Ci vuole tempo, e non ne abbiamo così tanto, vero Rasur?-
    -Purtroppo no, non ne abbiamo.-
    Il leone rimase in silenzio per qualche attimo prima di parlare di nuovo
    -Tuhuma dov'è?-
    Iorody si lasciò scappare una risatina.
    -Oh, non ti preoccupare, è con quella giovane leonessa, nella grotta!-
    -E' rimasto li?-
    -Diciamo che lo ho lasciato li, ma.. in buona compagnia da quello che ho visto!-
    Rasur si volse di scatto verso il giovane lupo e per la prima volta da quando si conoscevano, aveva un'espressione stupita.
    -Non mi dire che...-
    Iorody chiuse gli occhi e annuì sicuro.
    -Beh, se vuoi non te lo dico, ma da quello che ho visto, credo che a breve il guerriero avrà una compagna! Adesso vado a chiamare il branco, ci vediamo a breve!-
    E il giovane lupo scattò a passo svelto verso gli altri che aspettavano loro notizie,mentre il sole ormai stava quasi per scomparire all'orizzonte.
    “Ci mancava solo questa adesso..”
    Pensò tra se il demone ocra sospirando mentre seguiva con lo sguardo il piccolo lupo azzurro correre via veloce.
     
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    Il varco




    Rasur rimase li fermo ancora per qualche tempo, meditando sul da farsi.
    Il branco era ancora lontano, la notte si stava avvicinando e sarebbe passato ancora molto tempo prima che tutti si fossero messi in movimento.
    Sarebbero arrivati alla grande grotta a notte fonda.
    Decise quindi di occupare il tempo a disposizione tornando al nascondiglio per ispezionarlo meglio.
    Si alzò voltandosi lentamente e a passi decisi si avviò verso la grande grotta.
    Nel frattempo Tuhuma seguiva la giovanissima leonessa all'interno della grande caverna; Aireth dimorava in quel luogo già da qualche giorno.
    Si ritrovarono al piano superiore, grande quanto quello inferiore e con parecchie aperture che permettevano di vedere all'esterno senza essere visti, grazie ai rampicanti che nascondevano alla perfezione quelle finestre naturali.
    Tuhuma, sempre imbarazzatissimo, sedeva a terra guardando fuori e di fianco a lui vi era Aireth.
    -Sai, ho scoperto questo luogo per caso mentre fuggivo.-
    Disse lei al giovane
    -Il mio branco è stato catturato mentre io e altri due della mia stessa età eravamo al fiume.-
    Disse lei con un tono di voce triste.
    -Hanno cercato di catturarci, ma siamo fuggiti lanciandoci in acqua, gli altri sono stati presi mentre io invece sono stata portata via dalla corrente e da quel momento non ho più visto nessuno.-
    Tuhuma volse timidamente lo sguardo verso di lei
    -Molti stanno arrivando qui, siamo riusciti a liberarli.-
    Aireth strabuzzò gli occhi incredula.
    -Dove sono adesso?-
    Chiese alzandosi di scatto e sbattendo quasi il suo muso contro quello del giovane.
    -Saranno qui tra poco non preoccuparti.-
    -Sei un eroe!-
    Esclamò la giovane saltando al collo di Tuhuma e dandogli una sonora leccata sul muso appena prima di correre giù per la rampa che portava all'uscita della caverna, lasciando di sasso il giovane che non si aspettava quella reazione improvvisa e che stava diventando viola dall'imbarazzo.
    In quell'istante Rasur era giunto davanti all'ingresso della caverna.
    Si fermò immediatamente, da dentro si sentiva un rumore di rocce e sassi che rotolavano e qualcuno che stava correndo.
    Non riuscì nemmeno a chiedersi cosa stesse succedendo all'interno che la giovane uscì fulminea.
    L'impatto tra i due fu inevitabile, Aireth colpì con la testa il muso del demone ocra e dopo un tonfo sordo, cadde a terra priva di sensi.
    Tuhuma vide la scena dall'alto e colto dallo spavento si lanciò nel vuoto direttamente da una delle aperture sopraelevate, verso di loro.
    Rimase però incastrato tra i rampicanti e si ritrovò penzolante a testa in giù proprio davanti al possente muso del demone che per tutta risposta si limitò a inarcare un sopracciglio inclinando appenala testa di lato e a guardarlo con fare interrogativo.
    Il giovane iniziò a divincolarsi nel tentativo di liberarsi da quella situazione imbarazzante ma cadde nel ridicolo quando riuscì a liberare le zampe rimanendo però appeso per la coda e iniziando a girare lentamente su se stesso.
    Rasur rimaneva sempre immobile di fronte a lui e sempre con quella espressione stampata sul muso.
    -Vuoi una zampa?-
    Chiese infine con la sua voce inespressiva, ma Tuhuma livido di rabbia e imbarazzo non gli diede alcuna risposta, continuando a ruotare lentamente su se stesso a testa in giù.
    -Credo sia un no.-
    Aggiunse quindi il demone voltandosi lentamente verso la giovane priva di sensi, sollevandola poi col suo potere e trasportandola all'interno della grande grotta, lasciando il giovane li appeso a sbollire la rabbia.
    Tuhuma rimase appeso in quella posizione per alcuni minuti prima che il giovane amico azzurro facesse ritorno alla grotta, facendo capolino da dietro un tronco.
    Subito Iorody non ci fece caso, ma non poté non notare l'amico appeso a testa in giù davanti all'entrata della grotta.
    -Ma che diavolo avete combinato voi due?-
    Esclamò incredulo nel vedere quella scena immaginando un gioco finito male tra Tuhuma e Aireth.
    -Lascia perdere e dammi una zampa, subito!-
    Esclamò quasi ringhiando Tuhuma.
    -Io credo di non volerlo sapere...-
    Ribatté l'amico che intanto gli si era avvicinato studiando da vicino la situazione e il da farsi; dopo qualche attimo Iorody iniziò ad arrampicarsi su per le liane che imprigionavano il giovane Tuhuma, cominciando poi a rosicchiare coi denti quella che si era annodata attorno alla coda dell'amico leone.
    Dopo qualche attimo e senza nessun preavviso la liana si spezzò e Tuhuma, colto alla sprovvista cadde a terra, ma poco prima dell'impatto col duro terreno una forza attenuò la caduta, adagiandolo piano a terra.
    -Grazie Iorody.-
    Disse il giovane all'amico che nel mentre stava scendendo da quell'intrico di rampicanti.
    -E di cosa?-
    Gli rispose semplicemente.
    -Di avermi liberato e di non avermi fatto sbattere a terra.-
    -Uh, non sono stato io-
    Rispose il giovane lupo
    -A dire il vero, neanche ci avevo pensato.-
    Aggiunse subito dopo.
    -Figurati Tuhuma.-
    Rispose la voce fredda e atona del demone da dentro alla caverna.
    -Rasur sei qui?-
    Chiese Iorody voltando il capo verso l'ingresso mentre il giovane leone si alzava ed entrava, lanciando uno sguardo stizzito al demone mentre gli passava davanti.
    -Grazie-
    Disse quindi a denti stretti, stizzito dagli ultimi eventi.
    Rasur si limitò a fare un breve cenno col capo appena prima di uscire e avvicinarsi al giovane lupo.
    -A che punto è il branco?-
    Chiese quindi avvicinandosi al giovane Iorody.
    -A non molto, dovremmo scorgere la testa ormai.-
    Rispose voltandosi e guardando verso la gola delle montagne che formavano il passaggio obbligato.
    -Perfetto-
    Rispose il demone per poi avviarsi verso la grotta.
    -Gli ultimi arriveranno a notte inoltrata, se il posto è sicuro direi di fermarci qui almeno per qualche giorno in modo che tutti riescano a recuperare le forze.-
    Aggiunse quindi il giovane lupo azzurro.
    -Valuteremo in seguito.-
    Rispose semplicemente Rasur mentre entrava nella grotta, lasciando il giovane sul limitare.
    Tuhuma intanto sedeva di fianco alla giovane, sistemandole timidamente un cuscino di muschio sotto al capo per farla stare comoda; si volse poi verso il demone dall'aspetto felino guardandolo ma senza dire nulla.
    -Il branco sta arrivando, Iorody ha detto che gli ultimi arriveranno a notte inoltrata.-
    Il giovane leone si alzò guardando verso l'esterno.
    -Non sarebbe meglio se noi andassimo in fondo al branco come retroguardia?-
    Rasur rimase in silenzio, sembrava stesse pensando all'idea proposta da Tuhuma.
    -Lei come sta?-
    Chiese poi Rasur, cambiando discorso e lanciando una breve occhiata verso la giovane stesa a terra.
    -Si chiama Aireth, è svenuta ma sta bene, bernoccolo escluso-
    -Ha dato una bella botta effettivamente.-
    Il loro dialogo si concluse così, entrambi quindi uscirono per discutere col giovane lupo le prossime mosse.
    Non impiegarono molto tempo per organizzare e mettere in pratica quel piano; Tuhuma e Iorody avrebbero raggiunto gli ultimi della colonna fornendo aiuto ai più deboli e nel mentre Rasur avrebbe aspettato alla grotta, facendo entrare il branco e sistemando tutti il più velocemente possibile, nel frattempo avrebbe raccolto erbe medicinali e quant'altro in una stanza che sarebbe stata utilizzata come ricovero per i feriti.
    I due giovani si levarono subito in volo grazie al loro potere, schizzando velocissimi verso la colonna in lento avanzamento nel mentre il demone si avviò verso la vegetazione alla ricerca di piante ed erbe medicinali.
    Per loro fortuna il cibo e acqua non mancavano nella grande grotta, quegli strani funghi crescevano in continuazione e Rasur si promise di indagare poi meglio sulla loro natura; forse crescevano grazie alla pietra lunare.
    Era un interrogativo al quale voleva trovare una risposta, ma dopo.
    Al momento aveva altro a cui pensare.
    I giovani raggiunsero ben presto la testa della colonna e rallentarono per individuare i genitori.
    Li trovarono immediatamente mentre stavano avanzando in testa al branco e planarono verso di loro, rassicurandoli sulle loro condizioni, informandoli anche sulla grotta; in oltre Tuhuma chiese al padre di aiutare la giovane che già era nella caverna a ritrovare il suo branco di appartenenza.
    Jormungr lo rassicurò, avrebbe fatto il possibile per aiutare la giovane anche se sarebbe stato molto difficile.
    L'incontro terminò in pochissimo tempo, i due giovani si levarono nuovamente in volo verso gli ultimi della carovana.
    Miremel rimase con l'amaro in bocca, avrebbe voluto che quel momento durasse di più e fosse meno formale; il suo piccolo era cresciuto ma ai suoi occhi era sempre il cucciolo diffidente che non parlava con nessuno, il piccolo e indifeso che viveva nella loro vecchia grotta, ma la realtà dei fatti era totalmente diversa.
    Tuhuma era cambiato, radicalmente, e loro non erano riusciti a stare al suo passo.
    Adesso era un giovane e forte leone appena adolescente e con un carico di responsabilità enorme da portarsi addosso.
    “Dovresti pensare a vivere spensierato la tua giovinezza... E invece...”
    Pensò tra se la leonessa mentre vedeva il figlio allontanarsi velocemente in volo da dove erano loro.
    “Cosa non darei per essere io al tuo posto e sopportare ciò che sei costretto a sopportare tu...”
    Jormungr notò lo sguardo triste della compagna e le si avvicinò.
    La capiva, sapeva ciò che stava provando la sua compagna in quel momento e anch'egli avrebbe dato la sua stessa vita per sostituirsi al figlio in quella responsabilità così grande e che portava solo sofferenza e fatica.
    -Tornerà presto, vedrai amor mio...-
    Le disse mentre provava a portarle conforto in qualche modo, ma anch'egli si sentiva morire dentro, poi i due giovani scomparvero in lontananza.
    -Iorody, credo sia meglio perlustrare la zona alle spalle della carovana rimanendo leggermente distaccati.-
    -Si-
    Rispose il giovane lupo
    -Ci sono probabilità che abbiano seguito le tracce lasciate-
    Aggiunse Tuhuma.
    -Ci muoveremo lateralmente mantenendo una certa distanza dagli altri, ci avvicineremo soltanto quando tutti saranno in prossimità della grotta, che ne dici?-
    Tuhuma annuì, sperava solamente di impiegare meno tempo possibile per raggiungere il nascondiglio, almeno li avrebbero avuto tutti il tempo per riposare, rifocillarsi ed essere lontano da possibili pericoli.
    Dopo tanto tempo Tuhuma si rese conto di essere stanco, sia fisicamente che mentalmente, quella responsabilità gravava su di lui in modo costante e i pensieri iniziavano a ripetersi sempre più freneticamente.
    -Stai bene?-
    Chiese Iorody vedendolo così pensieroso.
    -Si, va tutto bene, stavo solo pensando.-
    -Dai che tra non molto potremo riposare anche noi!-
    Esclamò il giovane lupo per infondere all'amico quella carica necessaria prima del tanto desiderato riposo.
    -Non vedo l'ora, amico mio...-
    Rispose Tuhuma lasciando trasparire per la prima volta da quelle parole tutta la sua stanchezza, in oltre la notte stava arrivando velocemente rendendo difficile avvistare possibili inseguitori.
    Lo sguardo del giovane andò oltre l'amico lupo, in lontananza notò una nube di polvere che si alzava dal terreno e che avanzava lateralmente rispetto alla strada che avevano percorso col grande branco.
    -Iorody, guarda la!-
    Esclamò il giovane leone affilando lo sguardo per vedere meglio.
    -Cosa? Dove?-
    Chiese il giovane lupo azzurro all'amico voltandosi prima da una parte e poi dall'altra cercando con lo sguardo un qualcosa che attirasse la sua attenzione.
    -Là! Quella polvere! Cosa c'è in quella direzione?-
    Il giovane lupo azzurro finalmente notò anch'egli quello che aveva avvistato Tuhuma.
    -Se non mi sbaglio, dovrebbe esserci il deserto, ma è molto lontano da qui-
    -Quanto lontano?-
    -Non lo so.. forse un giorno di marcia o più.-
    -Se stessero marciando non farebbero tutto quel polverone.-
    -Vuoi dire che stanno correndo? Nel deserto? Ma è da folli!-
    Esclamò Iorody
    -O da folli, o da demoni...-
    -Ma non è possibile! Come hanno fatto?-
    -Ricordi i “servi”? Ecco come hanno fatto, e sicuramente ci staranno cercando.-
    Iorody era visibilmente teso mentre guardava all'orizzonte la nube di polvere che lentamente si stava avvicinando.
    -Da soli non ce la faremo mai.-
    Disse poi a Tuhuma.
    -Forse no, ma possiamo rallentarli perché di quel passo ci raggiungeranno in mattinata, intanto avverto Rasur, che venga subito a darci una zampa.-
    -E alla svelta anche!-
    Aggiunse il giovane lupo.
    Tuhuma non lo sentì neanche, era già immerso nel suo potere alla ricerca del contatto mentale con il demone.
    “Rasur! Abbiamo problemi seri!”
    Esclamò mentalmente ancora prima di ricevere una risposta.
    “C'è un esercito di Servi che sta puntando dritto verso di noi e stanno arrivando dal deserto!”
    “C'è anche Berial con loro? O Shruykan e Uthrax?”
    Chiese con la sua voce profonda e atona come sempre.
    “Non lo so, però raggiungici prima che puoi! Sono tanti e ci troveranno alle prime luci dell'alba se continuano di quel passo!”
    Il giovane era terribilmente preoccupato e lo si capiva chiaramente dal suo tono.
    “Per prima cosa rilassati e cerca di capire se ci sono anche quei tre, ricorda che i Servi avanzano correndo, loro invece planano, non vi sarà difficile avvistarli.”
    “Piantala di dare consigli e vieni subito qui!”
    Rispose malamente e seccato il giovane leone.
    “Tu piantala di preoccuparti inutilmente e fai quello che ti ho detto.”
    Tra i due ci fu una pausa durante la quale se fossero stati muso a muso, Tuhuma avrebbe rosicchiato rabbiosamente e con piacere una zampa del leone demone.
    “Ricorda che un Servo ha la stessa forza di un leone normale, l'unica cosa che ha di differente è che non può essere battuto senza un potere magico; adesso ti chiedo: che danni potrebbe fare un leone comune a una Guardia Reale?”
    Tuhuma rimase per qualche attimo in silenzio, dapprima per scacciare la rabbia, poi rifletté su quanto appena sentito.
    “Nulla, credo.. zanne e artigli non ci fanno niente..”
    “Ti sei dato la risposta da solo.”
    Il giovane leone sbuffò.
    “Certo che se queste informazioni ce le avessi date subito non ci saremmo trovati in questa situazione!”
    Ribatté seccato.
    “Come ti ho già detto, il vostro mondo e i vostri modi di fare sono ben diversi da dove provengo io e molte cose le do per scontate.”
    “Allora impara in fretta che qui le cose sono diverse!”
    “E tu non perdere tempo, vai, ci sentiamo quando avrai scoperto di più ma prima di attaccare avvisami, se ci sono anche quei tre una zampa in più vi farà parecchio comodo, altrimenti siete perfettamente in grado di annientarli voi stessi, anche uno solo di voi ne è capace.”
    “Signor sì Rasur.”
    Detto ciò interruppe il contatto mentale col demone, voltandosi di scatto verso l'amico che guardava in lontananza.
    -Santa antilope muschiata a sei zampe quanto lo odio quando fa così!”
    Iorody si volse di scatto verso di lui.
    -Possibile che voi due vi azzanniate anche in questi momenti?-
    Ribatté il giovane lupo.
    -Si può sapere che ti ha detto? Sta arrivando?-
    -Macché, ha detto prima di accertarci che non ci siano quei tre e comunque prima di intraprendere qualsiasi azione dobbiamo avvisarlo dato che “siamo perfettamente in grado di annientarli bla bla bla”-
    Concluse il giovane canzonando il demone.
    -Tuhuma piantala!-
    Esclamò Iorody seccato e visibilmente preoccupato, di conseguenza il giovane leone spiegò velocemente quello che gli era stato detto.
    -E allora muoviamoci.-
    Disse quindi Tuhuma.
    -Ci avvicineremo quanto basta per non essere visti e studiare il da farsi.-
    Tuhuma annuì facendo poi il punto della situazione studiando il territorio circostante.
    -Qui siamo in mezzo a una zona brulla, ci sono molti arbusti, se proseguiamo verso quelle alture avremo una buona copertura.-
    Disse indicando delle colline che si trovavano a metà via tra loro e gli inseguitori.
    -Se abbiamo fortuna da li riusciremo a vedere abbastanza bene senza essere visti, dobbiamo solo ripercorrere la strada che ha fatto il branco e una volta raggiunte le colline potremo muoverci velocemente verso di loro.-
    Iorody annuì, era un'ottima idea e forse anche l'unica che avevano a disposizione.
    -E se ci dovessero scoprire?-
    Chiese poi.
    -Semplice, dovremo combattere e chiedere immediatamente aiuto a Rasur.-
    Il giovane lupo sospirò appena prima di mettersi in marcia; non era un'idea che gli andava a genio ma non avevano alternative.
    La prima parte del percorso richiedeva più tempo; la zona era brulla con cespugli spinosi, da percorrere al trotto per non sollevare polvere, avevano già corso il rischio di farsi scoprire planando fin dove erano arrivati.
    Il secondo tratto invece risultò molto più veloce.
    Avevano dalla loro la copertura delle colline e l'avanzare della sera con la poca luce gli permise di levarsi in un volo radente fino a raggiungere il loro punto di avvistamento.
    Arrivarono ai piedi di quella collina e salirono fino alla vetta camminando cautamente per non farsi scoprire, fino a raggiungere un grosso cespuglio secco e pieno di spine dal quale avevano piena visuale su una gran parte di deserto.
    Da li in poi regnava soltanto sabbia.
    Era davvero strano, la temperatura mite da dove erano partiti aveva lasciato posto a un freddo che stava diventando pungente man mano che la notte avantava, ma i due giovani non lo avvertivano, avevano altro su cui concentrarsi.
    -Sono molto più vicini di quanto avessi immaginato-
    Sussurrò appena Iorody.
    -Abbiamo sottovalutato la loro velocità e di molto anche.-
    Rispose Tuhuma mentre sondava con lo sguardo l'enorme numero di leoni neri come la notte che si muovevano velocissimi davanti a loro.
    Questi ormai si stavano mimetizzando alla perfezione man mano che la notte avanzava, si distinguevano solamente a causa degli occhi, rossi come rubini che risplendevano di luce propria e a parte il rumore delle zampe che quell'esercito causava nella corsa, non si avvertiva nessun rumore di respiro, di affanno o di voci.
    Quella situazione così irreale finì per spaventare i due giovani che per un istante si resero conto di non saper cosa fare.
    Fu Iorody a parlare per primo, spezzando quel silenzio che si era creato tra di loro.
    -Tu li vedi? I demoni intendo.-
    Chiese a Tuhuma con voce appena percettibile.
    -No, non li vedo, sarà meglio avvertire Rasur.-
    Il giovane si immerse nel suo potere cautamente, schermando la mente in modo che solo lui e il demone ocra potessero comunicare e che nessun altro riuscisse a individuarlo, ma si rese conto che qualcosa non funzionava; non riusciva a raggiungere Rasur.
    Era come se qualcosa in quel luogo impedisse al suo raggio mentale di propagarsi.
    Fu colto immediatamente dal panico e in quel momento una voce eterea rimbombò in quella parte di deserto.
    -Sapevo che sareste venuti.-
    Tuhuma e Iorody rabbrividirono, quella voce improvvisa gli raggelò il sangue nelle vene; sapevano a chi apparteneva anche se non riuscivano a vederlo.
    In quel momento l'esercito di leoni neri come la notte si fermò all'unisono, ricompattandosi proprio di fronte a loro e dal gruppo si fece avanti un unico grande felino, uguale a tutti gli altri, fermandosi poi davanti al loro nascondiglio.
    I due giovani restavano nascosti anche se ormai erano stati scoperti mentre la paura li inchiodava a terra serrandogli lo stomaco come una morsa.
    Fissavano quel leone davanti a loro, in silenzio, mentre i loro cuori battevano velocemente.
    Dal nulla Tuhuma fu colpito forte al muso mentre qualcosa azzannava ferocemente il giovane lupo al ventre, tenendolo inchiodato a terra nonostante il suo tentativo disperato di liberarsi, ma più si dimenava più le zanne affondavano nelle sue carni.
    Tuhuma rotolò malamente giù dal pendio fino a ritrovarsi quasi di fronte a quel leone nero che lo fissava intensamente.
    -Tu...-
    Ringhiò a denti stretti mentre a fatica si rialzava sulle quattro zampe.
    -Si, io-
    Gli rispose
    -Ma sono qui.-
    La voce che fino a poco prima rimbombava ovunque questa volta proveniva da dietro di lui, da dove sino a poco prima era nascosto assieme all'amico.
    -Iorody!-
    Urlò Tuhuma terrorizzato appena sentì le urla strazianti di dolore dell'amico.
    -Lascialo stare!-
    Ruggì di rabbia mentre correva a perdifiato verso di loro su per la collina, sapeva che quel leone altro non era che un Servo e che Berial li aveva ingannati, grazie al suo potere magico si era reso invisibile ed era proprio in mezzo a loro senza che se ne rendessero conto.
    Il giovane leone si ritrovò circondato dall'esercito di leoni Servi che gli si stavano avventando contro.
    Tuhuma venne accecato dalla rabbia, si immerse nel suo potere facendolo esplodere dentro di se con la furia distruttiva di un vulcano in eruzione, trasformandosi all'istante in Guardia Reale e scagliando contro gli aggressori tutta la potenza che aveva in corpo, polverizzandoli all'istante scaraventandogli contro un attacco di potenza tale da essere avvertito a distanze enormi.
    Rimase poi fermo immobile mentre le sue sembianze tornavano alla normalità, ansimava pesantemente mentre la vista gli si annebbiava, aveva vertigini che lo stavano facendo barcollare vistosamente e quell'immane sforzo lo fece vomitare.
    Nonostante ciò riprese a camminare trascinando le zampe a terra verso quello che fino poco prima era il loro nascondiglio.
    Tuhuma si trovò davanti l'amico inchiodato a terra, col pelo del ventre completamente inzuppato di sangue e che ormai aveva formato una pozza rosso vivo a terra, mentre la pianta che li nascondeva aveva preso vita e si attorcigliava attorno al giovane lupo, facendosi strada all'interno del suo corpo attraverso la grande ferita che aveva sul ventre.
    Tuhuma rimase impietrito da quella scena poi qualcosa lo colpì di nuovo, questa volta al fianco, facendolo di nuovo rotolare sino ai piedi della collina.
    -Stupido.
    Stupido che non sei altro.-
    Disse con tono vittorioso Berial che lentamente stava scendendo al passo verso di lui.
    -Credevate davvero di riuscire a sconfiggermi? Neanche trenta di voi ci riuscirebbero.-
    Tuhuma si rialzò a fatica, durante la caduta aveva colpito con la testa un grosso masso e la vista gli si era annebbiata ancora di più, in oltre aveva una profonda ferita al fianco causata dagli artigli del leone demone che a ogni minimo movimento gli provocava un gran dolore acuto.
    -Io giuro che ti ammazzo.. fosse l'ultima cosa che faccio!-
    Ringhiò il giovane contro Berial che si trovava proprio di fronte a lui, ma non riusciva a vederlo bene, gli appariva sfocato.
    -Sarei davvero curioso di vedere in che modo, purtroppo per te non ho tempo da perdere.-
    Gli rispose il demone rosso fuoco con un ringhio feroce e lo colpì sul muso col dorso della zampa.
    Tuhuma cadde all'indietro avvertendo un forte dolore alla bocca mentre un dente gli cadeva a terra e il sapore dolciastro del sangue gli riempiva le fauci.
    Berial scattò in avanti saltandogli sul torace, bloccandolo con la schiena a terra con entrambe le zampe.
    -Prima di te devo sistemare il tuo amico.-
    Gli disse il feroce demone rosso fuoco guardandolo dritto negli occhi.
    -Ma un po' di tempo ve lo dedico,così non potrai dire che non conosco le buone maniere; sarebbe ingiusto da parte mia far finire tutto così in fretta, non ti pare?-
    Berial parlava lentamente con tono feroce, mentre poco più in alto si udivano le urla strazianti del giovane lupo azzurro.
    La pianta rampicante che lo teneva imprigionato al suolo aveva preso di nuovo a crescere e lo stava trafiggendo, facendosi strada attraverso la grande ferita del ventre in tutto il suo corpo, facendo ruotare quel tentacolo irto di spine nelle sue giovani carni.
    Tuhuma rabbrividì, incapace di far nulla, quasi completamente senza energie vitali.
    Berial ringhiò malignamente sguainando gli artigli e conficcandoli nel torace del giovane leone per tutta la la loro lunghezza.
    -Senti la paura dentro di te? La senti Tuhuma?-
    Gli disse mentre artigliava con forza il corpo del giovane leone, come un felino che si rifà le unghie su un tronco e fiotti di sangue stavano ormai inzuppando il terreno sabbioso di quello che sarebbe diventato di li a poco il luogo del loro ultimo riposo.
    Tuhuma urlò di dolore, un urlo straziante con tutto quel poco fiato che gli era rimasto; non contento Berial si insinuò nella mente del giovane leone con potenza distruttiva, cercando avidamente tra i ricordi del giovane.
    Tuhuma ebbe la sensazione che gli venisse aperta la testa a metà, che tutti i suoi pensieri venissero spazzati via da un violento uragano.
    Berial scavò nella mente del giovane senza alcuna pietà, rovistando nei ricordi e provocando più dolore possibile, voleva che il giovane leone lo supplicasse di mettere fine alle sue sofferenze, ma voleva anche che quell'agonia durasse giorni.
    Tuhuma svenne dal dolore ma il demone rosso fuoco gli fece immediatamente riprendere i sensi.
    -Devi essere cosciente di quello che sta succedendo.-
    Gli disse artigliando con ancor più forza il torace del giovane inerme e bloccato a terra.
    -Prima voi, poi il vostro branco!-
    “E' finita... Questa volta... E' davvero finita...”
    Pensò Tuhuma in un breve momento di lucidità mentre il demone sopra di lui rideva e lo guardava dritto negli occhi.
    Iorody ormai non si sentiva più, dall'alto della collina non arrivava più nessun rumore, nessun segnale che potesse far pensare che il giovane lupo potesse essere ancora vivo.
    Ormai la notte stava lasciando posto alle prime luci dell'alba, la tortura andava ormai avanti da molte ore, ogni secondo sembrava un'eternità; Berial manteneva sempre cosciente il giovane leone.
    -E' il momento di farla finita, ma non ti preoccupare, incontrerò i tuoi genitori e dirò loro ciò che hai passato.-
    Disse Berial avvicinando il muso a quello di Tuhuma, ringhiandogli contro ferocemente.
    -Facendo loro patire tutto quello che hai sofferto tu!-
    “No... Non loro...”
    Fu la prima cosa che venne in mente al giovane leone, avrebbe voluto reagire ma le sue forze erano ormai quasi inesistenti.
    Gli occhi del giovane Tuhuma si inondarono di lacrime mentre sentiva il demone che rideva, rideva soddisfatto, rideva vittorioso.
    -Che gran guerriero che sei!-
    Lo canzonò.
    -Le lacrime non ti aiuteranno! Debole come tutti i mortali!-
    Berial spalancò le fauci e le serrò sul collo del giovane con forza sempre crescente, man mano le poderose zanne del demone si conficcavano nella giovane carne della gola della sua vittima, Tuhuma sentiva che l'aria si rifiutava di entrargli nei polmoni mentre un forte dolore acuto e rovente gli riempiva ogni fibra del suo corpo.
    Improvvisamente un forte rombo seguito da un boato echeggiò nel deserto.
    Berial venne colpito in pieno da un proiettile infuocato che lo scaraventò a terra, liberando il giovane leone da quella presa che lo avrebbe portato alla morte in poco tempo.
    La sagoma del demone ocra comparve in una nube di polvere.
    Tuhuma lo vide appena, o meglio, credeva, sperava che fosse lui, distingueva appena una sagoma.
    -Rasur...-
    Disse in modo appena percettibile con la voce strozzata.
    -Vai e distruggi!-
    Rispose con voce atona ma carica di fiducia il demone ocra mentre dagli occhi gli scintillava una scarica di energia cristallina che saettò sul corpo del giovane a terra in un lago di sangue.
    Tuhuma avvertì un'improvvisa energia vitale che si propagava velocemente in tutto il corpo, rifondendogli vigore e che non accennava a smettere.
    Lentamente si rialzò sulle zampe respirando lentamente e profondamente, con lo sguardo a terra,avvertendo che il dolore delle sue ferite stava scemando via velocemente.
    Lentamente sollevò il muso e vide il corpo esanime del demone ocra sdraiato a terra, come se fosse morto.
    Il giovane leone sentì il suo cuore battere sempre più forte, un battito pieno, rabbioso, furente, poi volse lentamente il capo verso il demone rosso.
    Lo vide in piedi, a non molta distanza da lui, che lo stava puntando.
    -E adesso..-
    Ringhiò ferocemente il giovane leone
    -A NOI MALEDETTO METICCIO!!-
    Berial non ebbe tempo di rendersi conto che Tuhuma gli era ormai addosso né si aspettava una potenza simile; il giovane leone gli ruggì contro, un ruggito potente che nessun altro leone avrebbe neanche lontanamente potuto replicare, la rabbia scorreva impetuosa nelle sue vene, era accecato dall'odio.
    Aggredì Berial azzannandolo sul muso con una potenza tale che gli frantumò le ossa come steli di erba secca, mandandolo a zampe all'aria in una nube di polvere e sabbia del deserto, colpendolo con feroci e potenti zampate sulla testa, dilaniandolo e strappandogli grossi ciuffi di criniera, indebolendolo a ogni colpo inferto.
    Gli saltò addosso, inchiodandolo a terra, sta volta le parti si erano invertite, era lui a dominare.
    Artigliò il demone rosso sul torace ad artigli snudati, affondando con forza rabbiosa nel torace del demone, come se stesse scavando una enorme buca nel terreno.
    Berial cercò di divincolarsi da quella stretta morsa, riuscendo a girarsi su un fianco, ma Tuhuma lo artigliò con una zampa sulla schiena e tirò con forza verso di se, provocandogli una profonda ferita che dalla coda arrivò fino alla testa e con un ultimo strattone gli squarciò la fronte.
    Tuhuma vide una piccola gemma luccicante schizzare lateralmente mentre il demone cadeva a terra.
    Allungò una zampa e la afferrò al volo; era un frammento di pietra lunare che emanava una fonte enorme di energia.
    La guardò per un'istante, poi se la avvicinò alla fronte.
    Avvertì una forte scossa quando la piccola gemma gli sfiorò la pelle, fondendosi con essa mentre l'energia aumentava in maniera esponenziale dentro di lui.
    Gli occhi del giovane brillarono cristallini mentre guardava il demone quasi completamente sfinito a terra.
    Snudò gli artigli e con una potente zampata lo arpionò per la gola, sollevandolo in aria mentre lo fissava dritto con gli occhi carichi di odio, ringhiandogli contro, quando vide arrivargli contro a forte velocità due sfere luminose.
    -E' ora di finirla!-
    Ringhiò a zanne strette, lasciando cadere il demone rosso a terra e scattando contro gli altri due demoni che stavano arrivando velocemente.
    Il corpo di Tuhuma fu avvolto da un'esplosione di luce, trasformandosi all'istante in guardia reale, saettando contro Shruykan e Uthrax scariche elettriche talmente potenti da atterrarli al primo impatto.
    Tuhuma atterrò proprio in mezzo ai due demoni che giacevano sfiniti a terra nelle loro forme feline.
    Li colpì entrambi con potenti zampate, scagliandoli lontano proprio dove si trovava il corpo del demone rosso, poi a passi lenti si avvicinò ai tre.
    Nonostante le tremende ferite inferte, i tre demoni non sanguinavano, segno che non appartenevano a quel mondo.
    Nella mente di Tuhuma regnava la furia vendicativa, man mano che si avvicinava il desiderio ardente di polverizzarli, distruggerli una volta per sempre aumentava passo dopo passo.
    -Potrei polverizzarvi-
    Disse loro, convinto che potessero sentirlo.
    -Ma non sarebbe abbastanza per tutto quello che avete fatto.-
    Tuhuma artigliò di nuovo Berial per la gola, sollevandolo di nuovo verso l'alto come un fuscello.
    -Tornate da dove venite e per sempre!-
    Ruggì forte mentre dalle doppie corna che gli crescevano sulla fronte saettavano scariche di energia che impattarono violente sul terreno, aprendo un varco magico che portava in un universo parallelo dove ormai regnava solamente il nulla in un'oscurità nera e tetra.
    Tuhuma scagliò violentemente Berial all'interno di questa voragine e lo vide scomparire dopo pochi attimi, stessa cosa fece con Uthrax, poi si volse verso il demone nero, leggermente più lontano degli altri.
    Lo afferrò coi potenti artigli per la nuca, trascinandolo verso quel baratro.
    -E adesso tu!-
    Tuhuma sollevò rabbioso il demone nero in aria ma nel farlo una zampa di Shruykan gli sfiorò appena la fronte e quel leggerissimo contatto con la pietra lunare che il giovane guerriero aveva incastonata sulla fronte diede una piccola parte di energia vitale al demone nero, il quale, rinvigorito, reagì colpendo con un calcio Tuhuma proprio sulla fronte, facendogli schizzare via la pietra, fonte inesauribile di energia.
    Il giovane avvertì un forte dolore al capo e scagliò con forza il demone in quel baratro nero e profondo, poi concentrò tutta la forza magica che aveva in corpo per sigillare quel varco, ma dall'altra parte qualcosa lo contrastava.
    -Non riuscirai a chiudermi qui!-
    Il demone nero cercava di impedire a Tuhuma di chiudere il gate di passaggio con la forza che aveva acquisito dalla pietra lunare.
    Il giovane ebbe un impulso ancor maggiore di rabbia.
    “Se devo morire.. Se questo è il mio destino.. Così sia!”
    Pensò rabbioso tra sé e concentrò tutta l'energia che aveva in corpo, scaricandola impetuosamente contro quel varco che portava al mondo dei demoni.
    Shruykan venne investito in pieno da quella forza e spazzato via nelle profondità demoniache intanto il varco iniziò a chiudersi; Tuhuma ebbe un crollo improvviso di forze e il suo corpo abbandonò la forma da guerriero, tornando leone, ma il giovane non smise di scaricare la sua potenza.
    Avvertì che la vista gli si stava indebolendo velocemente e il suo cuore stava battendo all'impazzata ma non smise.
    Ruggì ferocemente e in un' ultimo impeto scaricò tutta la sua energia sigillando definitivamente quel varco.
    Improvvisamente si arrestò, barcollando, mentre l'aria si rifiutava di entrargli nei polmoni, non riuscì a vedere più nulla, il suo cuore batteva velocissimo e in modo appena percettibile.
    Tuhuma crollò rovinosamente a terra esanime,sbattendo rovinosamente il muso a terra mentre un rivolo di sangue gli usciva dal naso.
    Tutto in quel piccolo lembo di deserto adesso taceva, regnava un silenzio assordante e i corpi di Rasur e del giovane leone giacevano immobili a terra.
    Il sole del mattino iniziava la sua lenta e inesorabile salita e man mano i suoi raggi aumentavano intensità, proiettando le ombre dei leoni sulla sabbia.
    A poca distanza da quel luogo, una giovane leonessa appena adolescente si muoveva agile tra gli arbusti spinosi che delimitavano il deserto, seguiva abilmente le tracce che il giorno prima avevano lasciato Tuhuma e Iorody.
    Si fermò per un istante, guardandosi attorno e riprendendo fiato; aveva iniziato il suo viaggio quando era ancora notte e la stanchezza iniziava a farsi sentire così come il caldo.
    Vide non molto lontano due sagome ai piedi di una collina che delimitava il deserto e rimase per un istante a fissarle, affilando lo sguardo per vedere meglio.
    Senza neanche rendersene conto stava correndo in direzione di quelle sagome, aveva riconosciuto Tuhuma, era lui ne era certa!
    Si sentiva spaventata e impotente in quel momento mentre correva più veloce che poteva e si sentiva un gran nodo in gola, in poco tempo arrivò sul posto e si lanciò immediatamente sul giovane, scrollandolo vigorosamente e chiamandolo a gran voce, singhiozzando ma Tuhuma non le rispondeva; aveva il respiro appena percettibile e gli occhi vitrei.
    La giovane si accasciò sopra il giovane, stringendolo forte a se, piangendo a occhi stretti e digrignando i denti, portandosi il capo del giovane amico sotto al muso, accarezzandogli la testa con la zampa, era in preda alla disperazione più totale e si sentiva morire dentro, incapace di fare qualsiasi cosa per salvare il suo giovane amico.
    Stava piangendo, fissando nel vuoto il deserto di fronte a lei, quando una voce appena percettibile e sofferente le si insinuò nella mente.
    “Aiuto... Chiama... Aiuto...”
    La giovane Aireth trasalì spaventata e si guardò attorno con gli occhi verdi arrossati dalle lacrime, cercando colui che le stava parlando ma a parte i due leoni a terra non vide nessuno.
    “Sono Rasur.. Và... Sbrigati...”
    E il debolissimo contatto mentale svanì; la giovane si volse di scatto verso il grande leone ocra a terra esanime che a differenza di Tuhuma le sembrava morto.
    Senza pensarci su, afferrò il giovane amico trascinandolo per una zampa su per il pendio della collina, se doveva allontanarsi da quel luogo voleva che almeno il giovane fosse al riparo dal sole e gli arbusti fitti e spinosi che crescevano sulla cima della collina facevano proprio al caso.
    Faticò moltissimo nel raggiungere la cima, Tuhuma era pesante e lei invece era più piccola nonostante avessero entrambi all'incirca la stessa età.
    Arrivò in cima molto affaticata e respirava con difficoltà a causa del caldo che aumentava costantemente, trascinando il giovane tra i rovi, ferendosi i fianchi e le zampe con le spine affilate dei cespugli che le provocavano un forte bruciore ma non le interessava, doveva fare presto.
    Non vedeva dove stava andando perché stava trascinando Tuhuma all'indietro quando calpestò qualcosa di morbido, istintivamente guardò dietro di se e per poco non venne colta da un malore.
    Dietro di lei c'era il corpo del giovane lupo azzurro quasi completamente avvolto da un tentacolo di quella pianta rampicante, aveva il pelo intriso di sangue ormai secco e una grande e profonda ferita all'addome.
    Aireth si volse di scatto indietreggiando a passi svelti, inorridita da quello che aveva appena visto, e si spaventò ancora di più quando vide che quel rampicante si era fatto strada nel corpo di Iorody attraverso la ferita che aveva; nonostante tutto il giovane respirava ancora ed era ancora vivo.
    “Devo fare presto!”
    Pensò tra se, sistemando alla meglio il giovane leone e lasciando come aveva trovato il suo amico lupo; se avesse provato a spostarlo probabilmente gli avrebbe causato una grossa emorragia, così le avevano spiegato molto tempo prima quelli del suo branco.
    Uscì da quell'intreccio di spine e corse quanto più poteva verso la grande grotta che era stata la sua dimora e che adesso stava ospitando l'enorme carovana di fuggiaschi, in cerca di aiuto.
    Si lanciò a capofitto tra le sabbie del deserto correndo a più non posso sperando di fare in tempo.
    Quella corsa a perdifiato fu notata da una lupa rossa che stava vagando senza meta da quelle parti e che la stava seguendo con lo sguardo finché poi non la vide sparire all'orizzonte, in direzione della foresta che delimitava il grande deserto.
    Aika seguì a ritroso il percorso della giovane per capire da dove ne stesse arrivando, finché il suo sguardo non si posò su un corpo sdraiato a terra in mezzo alla sabbia gialla e scottante di quella distesa che si perdeva a vista d'occhio.
    Mossa dalla curiosità si avvicinò con cautela per non essere vista.
    Man mano che si avvicinava, riusciva chiaramente a distinguere a chi apparteneva quel corpo inanimato.
    -Rasur!-
    Esclamò con la sua voce fastidiosa appena lo raggiunse, cominciando poi ad annusare l'aria con circospezione, girandogli attorno.
    “Il demone è stato eliminato!”
    Pensò tra se vedendolo privo di vita a terra, continuando ad annusare la sabbia li attorno senza sentire nessuna traccia odorosa se non quella della giovane che si era allontanata poco prima.
    Era strano come Rasur non emanasse nessun odore.
    “Di sicuro tornerà con qualcuno per portarlo via e magari sarò così fortunata da vedere dove si nascondono! E riceverò una ricompensa dai demoni se lo scopro!”
    Aika era soddisfatta del colpo di fortuna che aveva avuto, cominciò quindi a guardarsi attorno per trovare un nascondiglio che le permettesse di seguire poi la strada intrapresa dai soccorsi.
    Seguì con lo sguardo le impronte della leonessa, notando che le colline seguivano in modo parallelo la traccia della giovane e decise di appostarsi proprio sulla cima di esse.
    Iniziò a camminare velocemente verso queste sempre col naso rasente al terreno sabbioso quando qualcosa catturò la sua attenzione.
    Una piccola gemma che brillava, quasi completamente nascosta dalla sabbia.
    Dapprima la ignorò ma si fermò appena dopo; aveva già visto da qualche parte una gemma simile ma non ricordava dove.
    Trasalì quando un ricordo si fece vivo nella sua mente.
    -La gemma!-
    Esclamò a voce alta.
    Era come la gemma che le era stata donata dai demoni, la gemma che le dava il potere di dominare gli individui, che le dava energia.
    Con cautela si avvicinò raccogliendola e avvertì che il potere di quella minuscola pietra era mostruosamente più grande di quello che aveva lei.
    Rimase per un attimo pensierosa, avrebbe voluto trarne vantaggio ma non sapeva come e non le passava minimamente per la testa l'idea di sfidare i demoni con quella fonte di energia così enorme.
    “Ci penserò poi.”
    Concluse infine dirigendosi velocemente alla ricerca di un nascondiglio.
    Il sole era già alto e il calore del deserto alterava la vista mentre lei si godeva una leggera brezza fresca all'ombra di un cespuglio, quando vide in lontananza una piccola nube di polvere che si avvicinava velocemente.
    Drizzò le orecchie incuriosita e un ghigno le si formò sul muso sottile, erano i soccorsi che si stavano avvicinando per il demone ocra.
    “Con questo caldo quel cadavere sarà già secco ormai.”
    Pensò tra se mentre si alzava abbandonando la posizione di vedetta per nascondersi alla vista del gruppo in arrivo.
     
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    fa impressione rileggere alcuni capitoli dopo tanto tempo...
    prometto che prima o poi continuo!
     
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