Mashujaa wa zamani

prequel.. (o come si scrive..)

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  1. bau1200 (Sarydor)
     
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    Capire se stessi




    Passarono alcuni giorni durante i quali il branco cercava di escogitare un piano, trovare una possibile soluzione.
    Il problema principale era sempre lo stesso.
    Dove si trovavano i demoni?
    Dove avevano nascosto la loro dimora?
    Tuhuma ne era certo, la soluzione c'era, dovevano soltanto trovare un indizio, un semplicissimo indizio che magari avevano di fronte e non riuscivano a percepire, ad identificare.
    Nonostante le varie escursioni dei giorni passati, non avevano notato nulla, eppure avrebbero dovuto trovare qualche cosa che aiutasse a svelare quel mistero; nascondere quel numero enorme di lupi, leoni, non era per nulla facile.
    In oltre, avevano avvistato soltanto un servo, cosa alquanto strana secondo Rasur.
    Lentamente il sole stava sorgendo all'orizzonte, i suoi raggi inondavano l'entrata della grotta illuminando sia il pavimento che le pareti, perfettamente levigate, dando vita a giochi di luce.
    Il demone ocra stava uscendo lentamente dalla grotta, ed infine giunse sul limitare dello spiazzo antistante, proprio sul ciglio che dava sullo strapiombo.
    In quel punto la montagna sembrava fosse stata tagliata di netto da una enorme lama.
    La parete scendeva verticalmente, perfettamente perpendicolare al terreno sottostante.
    La leggera brezza che stava soffiando in quel momento faceva leggermente ondeggiare la folta criniera di Rasur.
    Tuhuma arrivò dopo qualche istante e si sedette di fianco a lui.
    La mole del leone demone era immensa, Il giovane leone non poté fare a meno di notare le possenti zampe anteriori, la muscolatura pronunciata era chiaramente ben visibile nonostante la pelliccia.
    -Che hai da guardare, Tuhuma?-
    Il giovane leone trasalì.
    -Niente, niente Rasur; stavo solo notando che è meglio sicuramente averti come amico!-
    -Che vuoi dire?-
    Il demone ocra rivolse lo sguardo verso il piccolo leone, il quale spostò lo sguardo nuovamente sugli anteriori del demone.
    -Stavo osservando le tue zampe, devi avere davvero una forza fuori dal comune, hai dei muscoli incredibilmente sviluppati!-
    Rasur sorrise mentre spostava nuovamente il suo sguardo verso l'orizzonte.
    -Non badare a quello Tuhuma, potrei anche avere le sembianze di uno scheletro ed avere la stessa forza.-
    Il giovane leone inarcò un sopracciglio.
    -Non ti seguo, che vuoi dire?-
    Il demone ocra si rivolse al giovane leone sempre osservando distrattamente l'orizzonte che gli si stagliava di fronte.
    -Quando combatti contro un demone, non devi badare all'aspetto fisico, la forza dei nostri attacchi non si basa sul nostro corpo, ma bensì sul nostro potere, e sono due cose ben diverse; potrei avere le sembianze di un cucciolo appena nato e il mio potere, la mia forza interiore, non cambierebbe assolutamente.-
    Rasur fece una pausa mentre il giovane leone continuava ad osservarlo attentamente.
    -Il nostro aspetto fisico è semplicemente o un deterrente, oppure una forma che ci piace particolarmente.-
    Tuhuma annuì.
    -Ho capito, grazie, lo terrò ben a mente.-
    Entrambi i leoni rimasero immobili a scrutare l'orizzonte.
    -Tuhuma.-
    Il giovane leone volse lo sguardo verso il demone che torreggiava sopra di lui.
    -Dimmi Rasur.-
    -Tuhuma, stai crescendo e stai diventando ogni giorno sempre più forte, manca davvero poco e il tuo allenamento a brave sarà terminato.-
    Il giovane leone sgranò gli occhi.
    -Ma che stai dicendo! Ma se non sono in grado di fare ancora nulla!-
    Rasur sorrise.
    -Questo lo dici tu!-
    Il demone ocra sorrise al giovane leone, poi con uno scatto improvviso lo scagliò nel vuoto di fronte a loro, poi anch'egli si lanciò dallo strapiombo.
    Tuhuma fu assalito dal panico, urlava terrorizzato mentre i suoi arti si muovevano in modo disordinato.
    In quel momento il demone si insinuò prepotentemente nella sua mente.
    “Sei un guerriero Tuhuma! Sei un guerriero! Domina il tuo potere!”
    Il giovane leone era in preda al panico più totale, le parole del demone non furono minimamente ascoltate.
    Rasur era di fianco al giovane leone che stava precipitando lungo la parete verticale della montagna, ruotando su se stesso.
    Il demone si stava già preparando per attenuare la caduta del giovane leone, cosa che sarebbe accaduta in una frazione di secondo.
    Tuhuma perse i sensi e Rasur esplose in tutta la sua potenza, arrestando la caduta del giovane leone ed adagiandolo a terra, poi dopo qualche istante, levitò nuovamente fino allo spiazzo antistante la grotta.
    Poco dopo il resto del branco uscì, allarmato dalle grida del giovane leone.
    -Che sta succedendo Rasur?-
    Chiese Vervada visibilmente spaventata.
    -Nulla di irreparabile, ho voluto testare le abilità di Tuhuma, ma forse è ancora presto; ha un potenziale enorme, ma deve imparare a conoscerlo, tutto qui.-
    Le leonesse guaritrici si avvicinarono al giovane leone incosciente a terra, osservandolo attentamente.
    -Non è ferito, vero?-
    Il demone si volse verso Sender che lo stava fissando con aria interrogativa.
    -No, non è ferito, è solo svenuto per lo spavento, non c'è da preoccuparsi, portiamolo dentro nella grotta.-
    -Questo spavento, come lo chiami tu, potrebbe invece essere l'inizio di una paura che potrebbe danneggiare seriamente il suo futuro!-
    Sender si stava rivolgendo in tono duro nei confronti del leone demone, mentre percorrevano il corridoio che li avrebbe portati nella grande sala circolare.
    -Potrebbe essere l'inizio di una fobia, noi non siamo demoni, non devi dimenticarlo, noi siamo leoni e lupi normali, e chi ha dei poteri, deve ancora abituarsi all'idea! Non dare sempre tutto per scontato Rasur, perchè c'è la possibilità che tu possa creare dei seri danni a qualcuno!-
    Il demone ocra volse di scatto il capo in direzione della leonessa guaritrice e discese immediatamente il silenzio.
    La tensione era palpabile, tutti sapevano che il demone non amava essere trattato in quel modo, e soprattutto, non badava molto alle sue reazioni.
    -Forse avete ragione.-
    Roy e Werrin tirarono un respiro di sollievo, mai si sarebbero aspettati che il demone reagisse in quel modo, Vervada e Sender invece continuavano a fissare con sguardo duro il leone ocra.
    In quell'istante, il giovane leone disteso a terra, riaprì lentamente gli occhi e le leonesse guaritrici gli si avvicinarono velocemente, preoccupate per il suo stato di salute.
    -Tuhuma! Come stai?-
    Il giovane leone cercò di rialzarsi da terra, ma era infermo sulle zampe e non riusciva a mantenere l'equilibrio, e cadde a terra rovinosamente.
    Rimase a terra ansimante, mentre Sender allungò una zampa per dargli conforto.
    Tuhuma si voltò di scatto e colpì la zampa della leonessa allontanandola da se, tra lo stupore generale, saltando poi sulle quattro zampe scoppiando in singhiozzi.
    -Come possiamo vincere se la paura mi impedisce di compiere qualsiasi cosa? Me lo spiegate?-
    Werrin si avvicinò rivolgendosi in modo calmo al leone che lo stava guardando, con gli occhi pieni di lacrime.
    -Dai Tuhuma, chiunque avrebbe avuto la tua reazione, non fare così.-
    -CHIUNQUE? IO NON POSSO PERMETTERMELO! SONO INUTILE ALLA CAUSA!-
    Ringhiò nei confronti di Werrin, che rimase impietrito dalla reazione del giovane leone.
    In quel momento, il leone demone si alzò e si avviò verso l'uscita della grotta, passando proprio di fronte al giovane leone.
    -Tuhuma, seguimi.-
    Dopo alcuni istanti, il giovane leone si avviò anch'egli verso l'uscita, singhiozzando.
    Giunto nello spiazzo antistante alla caverna, si avvicinò al demone che era seduto su una lastra di pietra leggermente sopraelevata.
    -Sai, forse hai ragione Tuhuma, non sarai utile alla nostra causa se continui a farti dominare dalla paura come prima.-
    Il giovane leone restava silenzioso, con lo sguardo rivolto a terra, lasciandosi scappare ogni tanto qualche singhiozzo.
    -Tuhuma, che cosa vuoi fare?-
    -... Non lo so... Credo che me ne andrò; non posso intralciarvi.-
    -Tuhuma tu sai troppe cose, non puoi andartene, devi restare e combattere.-
    Il giovane leone rimase in silenzio per alcuni minuti, poi con gli occhi arrossati dalle lacrime e il muso inzuppato, si rivolse al demone che stava aspettando una sua risposta.
    -Rasur, mi dispiace, ho deciso, me ne andrò lontano, dove non potrò nuocere alla causa; sono inutile.-
    A quelle parole il demone ocra ringhiò ferocemente.
    -LOYNAAR ALLORA E' MORTA SENZA MOTIVO! GLI INUTILI NON MERITANO DI VIVERE NEL SACRIFICIO DELLA MIA COMPAGNA!-
    Il demone afferrò Tuhuma sulla schiena con le sue potenti mascelle e lo scaraventò violentemente contro la dura parete di roccia, poi in una frazione di secondo, riafferrò il giovane leone per un posteriore scaraventandolo verso lo strapiombo che delimitava la piazzola della grande montagna.
    Il giovane leone cadde a terra rotolando, poi sentì l'aria vorticargli nelle orecchie.
    Tuhuma si rese conto che il demone lo aveva scaraventato nel precipizio e che da li a poco si sarebbe schiantato al suolo.
    Il giovane leone venne nuovamente colto dal panico più totale mentre vedeva la parete verticale della montagna scorrere velocemente e ancora più velocemente vedeva il terreno avvicinarsi verso di lui.
    In quell'istante gli tornarono in mente le parole appena pronunciate dal demone.
    Il tempo parve come fermarsi mentre il giovane leone ripensava a quella frase.
    “Loynaar, ti sei sacrificata perchè credevi in noi, credevi in me... invece..”
    Tuhuma ripensava alla leonessa demone, ai suoi grandi occhi blu, alla sua espressione dolce che aveva sempre quando si rivolgeva loro.
    Improvvisamente il giovane leone ruggì ferocemente e attorno a lui l'aria incominciò a vibrare, infine il suo corpo esplose in un bagliore accecante, e quasi istantaneamente la sua folle caduta si arrestò, poi iniziò a scendere lentamente.
    Quando toccò il terreno, il giovane leone ansimava pesantemente e i suoi occhi si erano trasformati in rubini rosso fuoco.
    -Ci voleva tanto?-
    La voce squillante di Iorody fece sussultare il giovane leone e i suoi occhi tornarono alla normalità
    -Che ci fai qui Iorody?-
    -Beh, diciamo che... Rasur mi ha mandato qui a controllare che non ti facessi troppo male.-
    -Rasur cosa!?-
    In quel momento si materializzò il demone ocra e si rivolse al giovane leone.
    -Si, lo ho mandato io anche se ero certo che non ti saresti fatto nulla.-
    Tuhuma si sedette a terra, non capiva quello che stava succedendo.
    -Hai vinto e dominato la tua paura, attraverso il ricordo di Loynaar.-
    Il giovane leone si lasciò sfuggire un singhiozzo.
    -Tuhuma, ascoltami, non devi darti per vinto dalle difficoltà, anche se ti sembrano insormontabili.-
    Il giovane leone volse lo sguardo verso l'amico, Iorody, che lo osservava sorridendo, poi verso il demone ocra, che lo stava osservando con il suo solito sguardo inespressivo.
    -Tuhuma, ricordati una cosa, aver paura non è sbagliato, ricordati che è proprio la paura che ti fa restare vivo, ti fa analizzare meglio il tuo avversario, devi imparare a dominarla, a conoscerla, e fare in modo che ciò che ti spaventa diventi la tua arma d'attacco più potente.-
    Iorody sorrise avvicinandosi all'amico.
    -Rasur ha ragione, devi solo imparare a dominarla, tutto qui, non immagini quante volte sono stato buttato giù di sotto!-
    il leone si volse di scatto verso l'amico.
    -Tu cosa??-
    -Ebbene si, caro mio, ho subito lo stesso tuo trattamento, solo che parecchie volte in più!-
    -Ti spiegherò mentre torniamo su alla caverna-
    Disse il giovane lupo azzurro mentre si avviava al fianco del demone ocra verso il sentiero.
    Durante la risalita verso la caverna, sia Iorody che Rasur parlarono con il giovane Tuhuma, cercando in qualche modo di acquietare il caos che aveva nella mente, ma con scarsi risultati.
    -Sai una cosa Rasur?-
    Disse sotto voce il giovane lupo azzurro al demone ocra.
    -Cosa Iorody?-
    -Credo che gli serva del tempo per sistemare i suoi pensieri, è riuscito al secondo tentativo a controllare il suo potere, ora secondo me, ha soltanto bisogno di tempo.-
    Il demone ocra annuì.
    -Lo penso anche io.-
    Poi rivolgendosi ad alta voce anche al giovane leone, Rasur invitò tutti ad entrare nella caverna, gli eventi della giornata avevano fatto scorrere molto velocemente il tempo ed era quasi sera ormai; nel giro di neanche un'ora sarebbe sopraggiunto il crepuscolo.
    Tuhuma si bloccò a pochi passi dall'entrata della caverna, Iorody se ne accorse e si fermò a sua volta.
    -Hey, che succede Tuhuma?-
    Il giovane leone aveva lo sguardo perso nel vuoto, e la cosa preoccupò non poco il lupo azzurro.
    Senza preavviso alcuno, Tuhuma si voltò di scatto e iniziò a correre verso il precipizio che delimitava lo spazzo antistante alla grotta e, giunto sul margine, balzò nel vuoto.
    Iorody trasalì e si precipitò verso il punto dal quale l'amico si era lanciato.
    L'aria vorticava attorno al corpo del leone, turbinando in maniera assordante mentre ad una velocità altissima si avvicinava al terreno sottostante.
    I battiti del cuore del giovane leone erano forti, veloci ma costanti.
    “Non ho paura... Non ho paura... Non ho paura...”
    Infine ruggì ferocemente.
    -NON HO PAURA!!!-
    A pochi centimetri dallo schiantarsi rovinosamente al suolo, Tuhuma esplose in un bagliore accecante e schizzò velocemente verso l'alto.
    Iorody e Rasur nel mentre osservavano la scena dall'alto della montagna.
    Tuhuma raggiunse una velocità incredibile e scomparve all'orizzonte, per poi ricomparire dopo qualche minuto e dirigersi verso la caverna.
    Fluttuò a mezz'aria per qualche istante, poi si adagiò a terra.
    La sua forma da grande felino aveva lasciato il posto al suo corpo da guerriero, e dalla doppia coppia di corna ricurve che aveva sulla fronte saettarono prepotentemente verso l'alto scariche di elettricità.
    Il demone ocra guardava fisso negli occhi il giovane guerriero che aveva di fronte.
    -Loynaar sarebbe fiera di te, Tuhuma.-
    Il giovane guerriero ruggì ferocemente e scagliò una potente saetta violacea contro la dura parete di roccia, la quale esplose all'istante.
    Poi tutto tornò normale.
    -Ora sei un vero guerriero Tuhuma, hai imparato a dominare il tuo potere.-
    Il giovane leone era di fronte al demone ocra, lo guardava con sguardo sicuro, il suo respiro era profondo e costante, la sua coda si muoveva nervosamente frustando l'aria.
    -Credo che ora noi tre possiamo fare una piccola ricognizione, e magari ora riusciremo a trovare qualche indizio, e chi lo sa, magari anche dove sono nascosti i demoni, che ne dite?-
    Rasur osservava i giovani guerrieri che aveva di fronte, i quali si guardarono per un brevissimo istante prima di annuire al demone ocra.
    Il giovani guerrieri iniziarono a camminare lentamente portandosi al fianco di Rasur, poi scattarono in una corsa senza freni, dritti verso lo strapiombo antistante, e giunti sul limite, balzarono nel vuoto.
    Il trio di guerrieri stava precipitando a una velocità sempre maggiore lungo la parete verticale della montagna, i loro arti anteriori rasenti al corpo, mentre i posteriori completamente distesi, veloci come una freccia scagliata dal più potente arco mai costruito.
    Poco prima di impattare contro il suolo sottostante, esplosero in tre differenti lampi di luce e schizzarono via verso l'orizzonte, per poi perdersi alla vista.
    In quel momento il resto del branco uscì dalla grotta.
    -Dove staranno andando secondo te?-
    Chiese Vervada alla sorella.
    -Non lo so, non ne ho proprio idea, ma spero con tutto il cuore che vada tutto bene.-
    In quel momento le si avvicinò Werrin.
    -Sender, cara, ormai sono guerrieri formati in tutto e per tutto.-
    -E ci che ce lo sono! Sono forti!-
    Roy sorrise.
    -Lo sappiamo Furyjon, lo sappiamo-
    Il giovane demone dapprima sorrise, poi fece una linguaccia nei confronti del leone marroncino, facendo sorridere tutto il branco.
    Intanto il trio di guerrieri comandati dal demone ora era già a notevole distanza.
    “Guerrieri, se dovessimo incontrare ostilità, non dobbiamo per forza combattere, possiamo anche evitare lo scontro; restiamo sempre in contatto mentale e seguite quello che vi dico, vedrete che non ci succederà nulla.”
    I due giovani risposero contemporaneamente.
    “Va bene Rasur.”
    La notte ormai stava scendendo in quelle lande sperdute, nonostante tutto , il trio di guerrieri continuava ad esplorare tutto il territorio.
    Rasur insegnava loro ogni minimo trucco per poter sfruttare al massimo il loro potere interiore.
    Ora i due giovani combattenti erano in grado di vedere al buio, trasformando i loro occhi in gemme.
    Nulla.
    Vagarono tutta la notte senza aver trovato la minima traccia di vita animale.
    Era troppo strano.
    “Non riesco a capire come abbiano fatto a nascondere tutti i vari branchi dispersi, forse hanno scavato sotto terra.”
    Iorody si rivolse con la sua voce squillante al demone in testa alla formazione.
    “Credo anche io che sia l'unica alternativa, perchè proprio non c'è altra spiegazione!”
    Il trio sfrecciava rasente al terreno ad una velocità quasi supersonica, poi il giovane leone si arrestò improvvisamente.
    “Fermatevi! Ho trovato qualcosa!”
    Il gruppo si arrestò immediatamente e tornò indietro fino al punto indicato dal giovane leone, poi planò lentamente fino a terra tornando alla propria forma animale.
    -Guardate! Queste sono impronte!-
    Rasur si avvicinò al giovane leone.
    -Hai ragione Tuhuma! Seguiamole e vediamo dove ci portano, ma ricordate, fate attenzione e il combattimento è l'ultima opzione.-
    I due giovani guerrieri annuirono.
    Il trio prese ad avanzare, seguendo quel calpestio che man mano diventava sempre più visibile, le tracce si moltiplicavano fino poi a diventare un sentiero chiaramente tracciato.
    -Facciamo attenzione, non lasciatevi distrarre, rimanete concentrati.-
    Sussurrò il demone ocra mentre lentamente e senza far rumore continuava ad avanzare fino a nascondersi tra la boscaglia, seguito dai suoi due giovani allievi.
    Presero a strisciare tra la fitta ed intricata vegetazione, avanzando lentamente senza generare alcun rumore, finchè non arrivarono alla base di una piccola collina dall'erba alta; il sentiero, che ormai era diventato una grande strada battuta, era a una trentina di metri di distanza da loro e la stavano seguendo parallelamente.
    I tre si riunirono, nascosti da un grande e fitto arbusto.
    -Avanzeremo nell'erba alta fino alla cima, poi vedremo il da farsi, non so perchè ma ho come l'impressione che siamo molto vicini.-
    Sussurrò Rasur.
    In quell'istante la terra tremò, e un sordo boato fece fuggire gli uccelli che tranquillamente dormivano sugli alberi limitrofi, in attesa del nuovo giorno.
    I tre si acquattarono immediatamente e rimasero immobili e in totale silenzio.
    Il demone sussurrò in modo appena percettibile ai due giovani guerrieri.
    -Schermate le menti, non usate nessun tipo di potere, fate silenzio.-
    Un potente rombo sconvolse il silenzio del loro nascondiglio, e tre sfere luminose sfrecciarono sopra le loro teste a velocità supersonica, e pochi secondi dopo, un lupo sfrecciò velocissimo lungo il sentiero fino a scomparire poi tra il fitto degli alberi resi completamente neri dalle tenebre.
    Rimasero alcuni minuti in completo silenzio, si udiva solo il loro respiro, lento e costante.
    Nulla.
    Iorody si avvicinò leggermente al grande demone sussurrando a bassa voce.
    -Rasur, vorrei provare a fare una cosa usando i miei poteri.-
    -No Iorody, non finchè non sapremo almeno cosa c'è dall'altra parte della collina.-
    Il trio prese ad avanzare strisciando lentamente, e dopo poco arrivarono sulla cima.
    Quello che videro li lasciò a bocca aperta.
    Una struttura nera come pece, immensa si stagliava fondendosi quasi con l'oscurità della notte.
    -La abbiamo trovata!-
    Sussurrò Tuhuma.
    Il trio si avvicinò molto lentamente, nascondendosi dietro un grande masso quasi completamente coperto da arbusti spinosi.
    -E' incredibile, sembra un unico, immenso monoblocco di pietra!-
    Sussurrò il giovane lupo azzurro ghiaccio.
    -Quella deve essere l'entrata.-
    Disse sottovoce il demone ocra, indicando con un rapido cenno del muso la fine del sentiero.
    -Che vuoi fare Rasur?-
    -Ancora non lo so Tuhuma, ma potrebbe essere la nostra occasione per liberare tutto il branco rinchiuso all'interno della struttura.-
    -E come facciamo ad entrare? Sembra completamente sigillata.-
    -Entrare non è un problema, il problema principale è un altro.-
    -Quale?-
    Chiese il giovane leone senza distogliere lo sguardo da quell'immensa e tetra struttura.
    -Servi Tuhuma, servi.-
    -Credi che all'interno possano esserci dei servi?-
    -Ne sono quasi certo, altrimenti come farebbero i demoni a sorvegliare tutti gli individui?-
    -Hai ragione.-
    Il demone volse lo sguardo verso i due giovani.
    -Questa sarà la vostra prima battaglia, non abbiate paura perchè siete assolutamente in grado di combattere.-
    I due giovani annuirono.
    -Siamo solo un pochino tesi, ma non abbiamo assolutamente paura.-
    Sussurrò Iorody.
    -Andiamo, ma non scatenate il vostro potere a meno che non sia necessario, e non prima di essere all'interno della struttura.-
    -Aspetta, voglio prima provare a fare una cosa.-
    Il demone guardò il giovane lupo e dopo un breve istante annuì.
    -Restate in silenzio, trattenete il respiro finché non ve lo dirò io.-
    Rasur sospirò volgendo gli occhi al cielo mentre Tuhuma si lasciò sfuggire un ghigno divertito.
    -Oh, scusami Rasur, lo dimentico sempre.-
    Sussurrò il giovane lupo.
    -Iorody, quante volte devo ripeterlo che noi demoni non respiriamo? -
    -Hai ragione, scusa.-
    -Devi tenerlo sempre bene a mente, perchè se un demone è immobile e non respira, non vuol dire che sia morto! E appena ti distrai, quest'ultimo può farti fuori!-
    Il giovane lupo abbassò le orecchie.
    -Scusami.-
    Disse con tono umile e timoroso Iorody.
    -Dai, smettila e procedi con quello che volevi fare.-
    Tuhuma trattenne il respiro, mentre il giovane lupo azzurro ghiaccio chiuse gli occhi.
    Improvvisamente le sue orecchie scattarono in avanti, il silenzio totale nel quale era immersa la piccola pianura scomparve, lasciando spazio a uno strano ticchettio, ticchettio che pian piano diventava sempre più forte e pronunciato.
    Iorody sentiva distintamente le zampe di una colonia di formiche calpestare il terreno del sottosuolo, si soffermò per qualche istante sorpreso per la sua nuova capacità, poi spostò l'attenzione verso la tetra struttura.
    Udì un gran caos, respiri affannosi, lamenti, urla di dolore.
    Si ritrasse immediatamente e scrollò più volte il capo come se fosse stato colpito da qualcosa.
    -Allora? Cosa hai fatto?-
    Chiese sussurrando in modo appena percettibile il demone ocra.
    -Riesco a udire qualsiasi cosa! Ho sentito le formiche calpestare il terreno nel sottosuolo, e ho sentito quello che sta succedendo all'interno della fortezza.-
    -Cosa sta accadendo?-
    Sussurrò Tuhuma.
    -Ho udito dolore, non so che stai succedendo la dentro, ma di certo se non interveniamo immediatamente, nessuno sopravviverà.-
    -Allora muoviamoci!-
    I due giovani allievi assottigliarono le palpebre e i loro occhi divennero due fessure.
    -Andiamo!-
    Il trio si portò velocemente verso l'ingresso della struttura, e non appena furono vicini, Rasur scambiò un rapido sguardo coi suoi giovani allievi, i quali annuirono.
    Il demone socchiuse gli occhi, e facendo affidamento al suo potere interiore, aprì la pesante saracinesca in pietra; questa prese a scendere lentamente, inabissandosi con un cupo rombo nel terreno.
    I due giovani presero a correre, abbandonando il riparo della fitta boscaglia, dirigendosi verso l'ingresso della struttura.
    Senza interrompere la loro corsa, balzarono verso la parete che lentamente stava scivolando verso il basso, scavalcandola di netto, incrociando le loro traiettorie in volo e compiendo una semi rotazione in aria; impattarono contro le pareti interne della fortezza e dandosi nuovamente una spinta con gli arti posteriori, atterrarono al centro della sala immersa nell'oscurità.
    Rimasero entrambi coi sensi all'erta, pronti a qualsiasi minaccia che potesse avvicinarsi, ma non accadde nulla.
    L'unica cosa che notarono immediatamente fu l'odore forte, pungente e dolciastro della carne in decomposizione che saturava ogni angolo della fortezza.
    Facendo affidamento al loro potere, trasformarono la loro vista, in modo da poter vedere anche al buio.
    Lo spettacolo fu spaventoso.
    Una montagna di corpi in decomposizione composta da più di un migliaio di cadaveri riempiva un angolo dell'immensa sala, molto più grande di quanto si sarebbero mai immaginati, e tutt'attorno un'infinità di individui, in precarie condizioni di salute, immobili e terrorizzati.
    In quel momento la pesante chiusura scomparve nel suolo, lasciando filtrare un leggero raggio di luce lunare.
    In quell'istante sentirono passi avvicinarsi verso di loro, poi comparvero dall'oscurità tre sagome.
    -Jody! Roy! Werrin! Siete vivi!-
    -Sapevamo che sareste venuti!-
    -Dove sono gli altri?-
    Esclamò preoccupato Tuhuma.
    -Jessy e James sono qui.-
    Gli occhi del giovane leone si inondarono di lacrime.
    -E i miei genitori?-
    Werrin abbassò lo sguardo.
    -Non lo sappiamo Tuhuma, sono stati portati via molto tempo fa da un demone rosso, che dice di chiamarsi Berial e da allora sono scomparsi.-
    Tuhuma singhiozzò mentre dall'oscurità emersero i due lupi bianchi, genitori di Iorody.
    Con la voce rotta dal pianto, Tuhuma si rivolse al gruppo che si era formato di fronte a lui, e nello stesso momento sopraggiunse anche Rasur, affannato dalla fatica per aver aperto completamente il varco della fortezza.
    -Portate fuori tutti quanti, io devo cercare i miei genitori!-
    -Tuhuma, capisco come ti senti, ma è inutile.-
    Disse a bassa voce il demone ocra.
    Il dolore del giovane esplose come un fiume in piena e un bagliore accecante avvolse completamente il suo corpo, quando cessò, il giovane leone aveva assunto la forma del guerriero che dimorava in lui.
    -No! Devo trovarli!-
    Ruggì e si volse di scatto, percorrendo la grande sala antistante.
    A ogni passo, la dura roccia a contatto con le sue zampe si incendiava e tutti si spostavano, terrorizzati alla vista del giovane che avanzava con passo lento e sicuro.
    Improvvisamente il giovane guerriero sentì una presenza avvicinarsi, si fermò e al suo fianco comparve il piccolo lupo azzurro ghiaccio.
    -Non sia mai che lascio un amico da solo!-
    Disse con la sua voce acutissima e squillante.
    -Grazie Iorody, grazie amico mio.-
    Sussurrò il giovane leone, con la voce rotta dal pianto.
    -Smettila di ringraziarmi e andiamo, abbiamo i tuoi genitori da ritrovare.-
    In quel momento il piccolo lupo azzurro esplose in un lampo di luce, trasformandosi in guerriero, poi volse lo sguardo verso l'amico.
    Entrambi avevano il corpo ricoperto da spesse placche esagonali, con una coppia di doppi arti anteriori, le code trasformate in potenti fruste e dal capo saettavano lampi di elettricità che si dissolvevano nell'aria.
    -Andiamo Tuhuma, facciamogli male!-
    Da dietro di loro, Jessy, la madre del piccolo lupo azzurro, pianse di commozione.
    -Iorody, sono fiera di te!-
    I due giovani guerrieri si muovevano con passo veloce nei corridoi infiniti di quella struttura; la mole di esseri viventi presenti in quella fortezza era incredibile.
    Ogni angolo ospitava lupi e leoni, ammassati, e in pessime condizioni fisiche, moltissimi stavano agonizzando e la ferocia dei due guerrieri nei confronti dei carnefici cresceva a dismisura.
    Coloro che invece erano in forze si davano un gran daffare per fare uscire tutti da quel lager senza speranze.
    Passò molto tempo e le speranze di trovare i genitori del giovane leone si affievolivano sempre più.
    -Tuhuma, abbiamo controllato quasi tutta la fortezza, quella è l'ultima stanza...-
    Il piccolo lupo abbassò lo sguardo.
    -... Mi dispiace...-
    Il giovane guerriero digrignava i denti mentre scariche di elettricità percorrevano le doppie corna ricurve che aveva sul capo.
    Scaricò tutto il suo dolore contro la porta in pietra che chiudeva la strada, e con una potente zampata mandò in frantumi la pesante lastra.
    La scena che si trovò di fronte fece esplodere tutta la sua rabbia.
    Un gruppo di leoni e lupi con gli arti rossi di sangue vicino a un leone grigio, imprigionato da una pianta rampicante ad una parete, ridotto a una maschera di sangue, e ai suoi piedi, una leonessa bianca, col manto intriso di sangue, anch'essa immobilizzata nei movimenti dalla stessa pianta rampicante, mentre un leone dal muso sfregiato le stava accarezzando il ventre con una zampa mentre la leccava sul muso.
    I due guerrieri sentirono una forza cercare di immobilizzarli, ma senza risultati.
    -Figlio mio...-
    La voce affaticata del leone grigio scatenò la furia di Tuhuma, il quale scagliò con tutta la violenza che aveva in corpo fulmini contro quel branco di aguzzini, incenerendoli all'istante, poi bloccò i movimenti del leone col muso sfregiato, immobilizzandolo completamente.
    -Sei morto...-
    ringhiò cupo il giovane guerriero.
    -Lui è mio!-
    La voce del leone grigio rimbombò in un sordo e feroce ruggito nella stanza quasi ricoperta di vegetazione.
    Tuhuma liberò il padre dalla morsa di quella pianta rampicante, e non appena il leone grigio si ristabilì, liberò dalla morsa magica anche l'altro leone.
    Jormungr scattò in avanti scagliandosi con tutta la rabbia che aveva in corpo contro l'altro leone, la forza che il suo corpo riuscì a liberare era spaventosa.
    Colpì più e più volte il suo avversario sul muso, strappandogli di netto il labbro già sfregiato, poi lo scaraventò contro la parete della stanza con una potente zampata sul capo.
    Infine, con un potente morso alla gola, il leone grigio bloccò a terra il suo carceriere.
    -Uccidimi se vuoi, ma sappi che con la tua compagna mi sono proprio divertito! Finalmente qualcuno la ha fatta divertire come si deve..-
    Jormungr fu accecato dalla rabbia e dal dolore, alzò una zampa e colpì violentemente il torace del leone immobilizzato, artigliò le costole del carceriere e con un violento strattone frantumò le ossa.
    Una nuvola di sangue schizzò nell'aria imbrattando le pareti, mentre le urla di dolore del loro aguzzino rimbombavano nei corridoi della fortezza, poi Jormungr spalancò le fauci e addentò il cuore del leone dal muso sfregiato.
    Sentì per qualche istante il battito del muscolo cardiaco sulla propria lingua, un battito pieno, forte, velocissimo, un battito di terrore, poi serrò la morsa e strappò con un brusco movimento del capo il muscolo cardiaco del leone, sputandolo poi di lato.
    -E ora mi sono divertito io!-
    Ringhiò il leone grigio voltandosi barcollando, per poi lasciarsi cadere a pochi passi dalla compagna, incosciente.
    I due giovani guerrieri accorsero verso i due leoni distesi a terra e coi loro poteri magici, li sollevarono e li trasportarono verso l'uscita.
    Il grande branco era in movimento e il demone ocra fluttuava a mezz'aria, osservando preoccupato.
    -Eccovi, li avete trovati!-
    Esclamò appena li vide.
    -Si, ma sono messi male; dove stai portando il grande branco?-
    Chiese Iorody.
    -La montagna non è più sicura, sanno che siamo li, andremo verso sud, ci sono delle paludi, è un luogo molto inospitale, non sospetteranno mai che siamo diretti li, almeno per il momento.-
    -E il branco alla montagna? Che ne sarà di loro?-
    Chiese preoccupato il piccolo lupo.
    -Ho già contattato Furyjon, si sono appena messi in marcia e ci stanno raggiungendo.-
    Tuhuma stava osservando il grande fiume di lupi e leoni che lentamente si stava muovendo.
    -Siamo troppo lenti, ci troveranno subito!-
    Il demone ocra annuì.
    -E' molto probabile, dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza.-
    Poi si rivolse al lupo azzurro ghiaccio.
    -Avete trovato ostilità all'interno?-
    Iorody scosse il capo.
    -No Rasur, nessun servo, solo un gruppo di leoni e lupi ai quali era stato dato un minimo potere, ma non ci hanno creato nessun problema; erano loro i carcerieri.-
    Il demone ocra si fece pensieroso.
    -Leoni e lupi invece dei servi? Mi pare molto strano; ma ci penseremo dopo, ora dobbiamo muoverci!-
    Le prime luci dell'alba stavano comparendo all'orizzonte mentre l'enorme branco si stava dirigendo verso sud, verso la grande palude che avrebbe dovuto dargli protezione, si sperava, per un po di tempo, almeno fino a quando non sarebbero riusciti a trovare una soluzione.
    Verso metà mattinata, il branco della montagna li raggiunse; Vervada e Sender si diedero subito un gran daffare per prestare le prime cure a quel fiume vivente e in lento movimento.
    Le due leonesse guaritrici erano aiutate da Beroam, il giovane lupo, il quale, con l'aiuto del suo magico potere, si occupava dei casi più urgenti.
    -Sender, questa poi; non me lo sarei mai aspettato!-
    La leonessa guaritrice sorrise al demone ocra.
    -Visto? Abbiamo insegnato tutto ciò che sapevamo a Beroam, e lui con l'ausilio della magia, riesce a fare dieci volte più di quello che saremmo in grado di fare io e mia sorella!-
    Il demone sorrise.
    -Notevole davvero, e non immaginate quanto ci possa essere utile in questo momento; suo fratello invece?-
    Chiese Rasur mentre si guardava attorno.
    -Hyrador ha la capacità di ricordarsi alla perfezione ogni luogo, ogni anfratto, ogni caverna; pare che non ci sia un luogo che lui non conosca!-
    -Incredibile davvero! Anche lui ci sarà molto utile! Ma dove sono ora?-
    La leonessa guaritrice si guardò velocemente attorno.
    -Beroam sicuramente starà aiutando coloro che ne hanno bisogno, è un lupo dal cuore d'oro, suo fratello sarà con gli altri.-
    Rasur volse lo sguardo verso il fondo dell'immensa colonna, e vide il giovane lupo dai mille colori, correre velocemente verso gli individui più lenti o zoppicanti, e dopo pochissimo tempo questi riacquistavano vigore.
     
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