Mashujaa wa zamani

prequel.. (o come si scrive..)

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  1. bau1200 (Sarydor)
     
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    Nella fortezza


    La notte stava per sopraggiungere quando la lupa bianca e rossa raggiunse il limitare della collina oltre la quale faceva capolino quella tetra struttura, una costruzione immensa, completamente nera, la quale sembrava fosse sorta dalle viscere della terra.
    Aika avanzava a passo lento, al suo fianco fluttuava nell'aria la grande pietra luminosa, dalla quale la lupa traeva continuamente energia, e immediatamente dietro, il branco catturato di leoni e lupi provenienti dalla grande montagna.
    In breve tempo giunsero su un sentiero, l'assenza di erba e la terra che si levava ad ogni passo lasciava intendere che quel tratto di strada fosse molto trafficato, eppure terminava contro la parete nera e perfettamente levigata di quella struttura.
    La lupa si fermò appena raggiunse la fine di quel calpestio, imitata da tutti coloro che la seguivano; in quell'istante comparvero dal nulla i due demoni.
    -Aika, ti stavamo aspettando.-
    La lupa infossò leggermente il capo tra le spalle, rispondendo con voce tremante.
    -Scusate il ritardo, ma purtroppo non sono riuscita a fare più velocemente di così.-
    -Ci hai portato la pietra, e questo è sufficiente per giustificare l'attesa, in oltre vedo che hai portato con te nuova forza lavoro.-
    -Si Shruykan, questo è il branco della grande montagna dove vi era nascosta la pietra.-
    Il demone nero osservò tutti gli individui, lentamente il suo sguardo si spostava da un lupo ad un leone, osservava tutti con fare pigro mentre l'inquietudine generale aumentava e il senso di disagio iniziale divenne man mano terrore allo stato puro.
    -Non vedo i due cuccioli.-
    La lupa rabbrividì a quelle parole.
    -Infatti non ci sono; non so dove siano andati, se ne avessi avuto la possibilità li avrei fatti fuori io stessa, oppure li avrei condotti da voi, ma purtroppo erano già andati via.-
    Il demone nero rimase un istante in silenzio e con lo sguardo perso nel vuoto prima di proseguire.
    -Non è importante adesso, risolveremo la questione dopo.-
    -Siete riusciti a eliminare quei due demoni?-
    Comparve un' espressione minacciosa sul muso del leone nero.
    -Soltanto uno, l'altro ci è sfuggito.-
    Una moltitudine di sguardi terrorizzati comparvero sui musi del branco rapito dalla lupa, i quali non passarono inosservati al demone bianco.
    -Aika, come mai nessuno di loro parla?-
    -Uthrax, ho tolto loro la facoltà di parlare e li ho obbligati a seguirmi fino a qui.-
    Il demone bianco si avvicinò alla lupa, la quale si acquattò a terra sollevando una zampa e gemendo quasi a implorare pietà.
    -Vedo che hai imparato presto, credo che ci sarai d'aiuto, finché non troveremo qualcuno in grado di fare meglio quello che farai tu.-
    -Si mio signore, cercherò di fare meglio che posso e non deluderti mai.-
    Uthrax sorrise biecamente.
    -Perché sai quello che potrebbe succedere vero?-
    Il demone bianco bloccò mentalmente la lupa e con una violenza inaudita le inviò mentalmente immagini di torture indicibili e agonie terrificanti, fino al punto che Aika stava per perdere i sensi.
    -Spero di essere stato chiaro.-
    -Si.-
    Rispose la lupa ansimante e con un filo di voce distesa e tremante a terra.
    In quel momento il demone nero le si avvicinò e le alitò sul muso infondendole energia e vigore nuovi.
    -Seguici adesso, portiamo la pietra nella sala centrale.-
    -Va bene miei signori; ma il branco?-
    Disse volgendo indietro il capo e osservando tutti quegli individui immobili dietro di lei.
    Con un cupo rombo la terra iniziò a tremare mentre la spessa lastra di pietra nera discendeva negli abissi della terra mostrando l'interno della fortezza.
    -Falli entrare, di loro ci occuperemo dopo, adesso abbiamo altro a cui pensare, dopodiché liberali; non potranno più sfuggirci.-
    Aika annuì ed iniziò lentamente ad avanzare mentre di pari passo la pietra la seguiva, sempre al suo fianco; immediatamente dietro vi era il branco della grande montagna, obbligato ad entrare in quella fortezza da una forza innaturale.
    Ogni individuo era in preda al terrore, ognuno avrebbe voluto fuggire, urlare, alcuni ribellarsi, ma la magia che li bloccava era troppo forte per essere vinta.
    Appena l'ultimo fu dentro, l'enorme lastra di pietra si chiuse; la loro libertà svaniva man mano che la pesante lastra chiudeva ermeticamente l'uscita, non si vedeva nulla, l'oscurità più totale regnava, si sentiva solo il respiro affannoso di altri individui, l'odore forte e pungente di muffa mischiato a quello dolciastro e nauseabondo di corpi in decomposizione, l'umidità in quel luogo infernale era spaventosa.
    Lentamente al centro di quella grande sala si accese una sfera, un fuoco fatuo fluttuante, che permetteva di vedere, illuminando fiocamente quella zona della fortezza.
    Jormungr, Miremel, Jessy e James si ritrovarono vicini gli uni agli altri; si guardavano intensamente negli occhi ma nessuno riusciva a parlare o muoversi.
    Le compagne dei capibranco tremavano vistosamente, terrorizzate.
    Improvvisamente la forza che li stava dominando scomparve, e tutti caddero a terra.
    Jormungr scosse il capo più volte, imitato da tutto il branco; si sentiva frastornato, intontito, e gli arti gli dolevano, poi iniziò a guardarsi lentamente attorno cercando di sollevarsi da terra.
    Quello che vide lo lasciò senza respiro.
    Leoni e lupi, un numero incredibile di individui ridotti al limite della sopravvivenza, tutti quanti sdraiati a terra, ansimanti e in un angolo di quella grande sala vi era una montagna di cadaveri.
    Il leone grigio rimase pietrificato a quella visione, così come il resto del branco.
    -Siamo in un incubo Jormungr? Svegliami ti prego...-
    -Purtroppo no Miremel. Purtroppo no.-
    La leonessa si avvicinò velocemente al compagno, appoggiando con forza il capo al petto di lui, iniziando a piangere spaventata.
    -Nessuno ti farà del male, te lo prometto.-
    La leonessa bianca sollevò la testa, i grandi occhi verdi erano arrossati dal pianto e dalle lacrime che scendendo lungo gli zigomi le inzuppavano il muso.
    In quel momento arrivarono in piena corsa Jody e Lex, arrestandosi di fronte ai capibranco.
    -State bene? Jormungr, che facciamo?-
    -Lex! Jody! Grazie al cielo!-
    -Si Jormungr, siamo qui, e cercheremo una via d'uscita da questo inferno!-
    -Vorrei fosse possibile.-
    -Non diamoci per vinti subito, ci sarà pure una scappatoia non credi?-
    Lo sguardo del leone grigio si fece duro, deciso.
    -Hai ragione Lex, allora: ispezioneremo ogni lato della struttura e tra dieci minuti ci ritroveremo tutti di nuovo qui, va bene?-
    I leoni e James annuirono.
    -Andiamo, muoviamoci! E speriamo di trovare qualcosa!-
    -E' inutile che cerchiate una via di fuga, non esiste.-
    La voce proveniva da un grande lupo nero a poca distanza dietro di loro voltato di schiena.
    -Jasir!-
    -Si Jormungr, sono io; sono proprio io.-
    -Che ci fai qui? E il branco degli scavatori? Dove sono tutti?-
    -Morti, siamo rimasti una ventina, forse meno.-
    Le lacrime invasero gli occhi del leone grigio.
    -Come sarebbe a dire... Morti...-
    Il grande lupo nero tossì ripetutamente, sputando un grosso grumo di sangue rappreso.
    -Si, più di metà branco è morto nell'attraversata del deserto, quando i demoni ci hanno catturato, gli altri poi, sono morti di stenti e fame mentre ci obbligavano a costruire questa fortezza.-
    -La avete costruita voi?-
    Il lupo annuì.
    -Si, siamo stati obbligati con la magia, i primi sono morti scavando, nessuno di noi poteva ribellarsi al volere dei due demoni; ci hanno fatto scavare, e scavare, e scavare, finché le nostre zampe non si sono consumate, e anche in quel momento, siamo stati obbligati a scavare, e a morire.-
    -Ci sarà pure un modo per andare via da questo luogo!-
    -Non esiste invece, le fondamenta sono molto profonde, e i blocchi di pietra sono stati fusi assieme con la magia; questa struttura è come se fosse formata da un blocco unico.-
    -E la porta allora?-
    -Quella la si può muovere soltanto con la magia dei demoni.-
    Il leone grigio si avvicinò di qualche passo al lupo nero, sempre voltato di spalle.
    -Jasir che ti hanno fatto?-
    -Questo...-
    Il lupo si volse verso i capibranco, il suo muso aveva lineamenti duri, squadrati, la rigati da lacrime, che scivolavano cadendo a terra.
    Lentamente Il lupo si alzò, ticchettando in modo strano sul nero pavimento di quella prigione, e si voltò lentamente.
    Gli arti anteriori del lupo erano trasformati, zampe tozze e scure irte di duri puntoni, terminavano con potenti artigli atti a scavare la terra e a frantumare pietra, impedendo però il normale movimento.
    -Capisci adesso Jormungr? Questa mutazione è stata una conseguenza, prima ci facevano scavare con le nostre zampe! Eravamo obbligati a scavare anche quando le nostre zampe si consumavano cercando di frantumare la pietra! Così ci facevano morire!-
    Il lupo nero si lasciò cadere a terra pesantemente, e in quell'istante i pavimento iniziò a tremare.
    Shruykan e Uthrax si trovavano nella piccola sala, dove si trovava il gate sigillato, dietro di loro vi era la lupa bianca e rossa con al suo fianco la grande pietra fluttuante a mezz'aria.
    Entrambi i demoni contemporaneamente appoggiarono una zampa sulla liscia superficie della grande pietra, la quale iniziò immediatamente a pulsare, generando potenti lampi di luce e scariche elettriche che saettavano nell'aria e si disperdevano impattando contro le pareti della sala.
    Improvvisamente i due demoni scaricarono contemporaneamente tutta l'energia che erano riusciti ad assimilare contro la roccia fusa che chiudeva il passaggio.
    L'impatto di quell'enorme mole di energia generò un bagliore intensissimo, che durò parecchi secondi, poi improvvisamente cessò.
    Sul pavimento di quella sala, vi era un lago bollente di roccia fusa, il colore arancione si rifletteva contro le pareti della grotta e la temperatura dell'aria aumentava costantemente.
    Lentamente la roccia si stava raffreddando, ma continuava a splendere una strana luce violacea.
    Improvvisamente dal cuore pulsante di quella luce, saettò nell'aria una sfera rossa come il fuoco, vagò per la sala velocissima, poi si fermò fluttuando a mezz'aria e lentamente discese a terra.
    Dal pavimento della sala si levò uno spesso strato di nebbia fitta, e da essa prese forma un leone.
    I fuochi fatui posizionati negli angoli della sala si estinsero lasciando tutto nell'oscurità più totale; persino la grande pietra smise di pulsare.
    La lupa si stava guardando attorno, in silenzio, mentre l'inquietudine la stava assalendo.
    Sentiva soltanto un respiro affannato a poca distanza, ma non riusciva a capire da dove provenisse.
    -Finalmente libero.-
    La voce fredda come ghiaccio del demone echeggiò nella sala.
    -Si nostro Signore, siamo riusciti a riaprire il gate tra i due mondi.-
    I fuochi fatui negli angoli della grotta ripresero vigore, illuminando fiocamente la sala.
    Aika trattenne il respiro colta dal terrore abbassandosi fino a rasentare il suolo.
    Di fronte a lei c'era un demone rosso fuoco che la stava fissando.
    -N...non... fa...farmi del male ti...ti prego!-
    Grandi occhi gialli privi di pupilla stavano fissando la lupa bianca e rossa mentre una feroce chiostra di zanne veniva messa in mostra da quel leone innaturale.
    -Questo lo deciderò io!-
    Aika fissava terrorizzata il grande demone rosso fuoco, dalle lunghe orecchie sottili ed affilate, rivolte all'indietro, mentre la folta criniera ondeggiava come se una leggera brezza la agitasse, rossa anch'essa, come se fosse intrisa di sangue, sul corpo si formarono piccole macchioline nere, le quali cambiavano in continuazione la loro forma.
    -Mio Signore, questa lupa ci ha aiutati a farti uscire dalla tua prigione.-
    Il demone rosso fuoco volse lentamente lo sguardo verso il demone nero.
    -Con quali mezzi vi ha aiutato?-
    -Trasportando fino a qui quella pietra lunare.-
    Il demone girò pigramente il capo, rimanendo sbalordito appena vide la pietra.
    -E' immensa! Come il potere che è racchiuso in essa!-
    Il demone rosso fuoco si avvicinò a passi lenti, misurati, alla grande pietra fluttuante, fino quasi a sfiorarla col naso, poi senza preavviso, la pietra iniziò a pulsare sempre più intensamente, finché il suo bagliore non divenne accecante, poi con un improvviso boato, il bagliore cessò.
    La lupa riaprì lentamente gli occhi e vide che la pietra era scomparsa; nel mentre il demone rosso si sedeva pigramente a terra.
    -E' scomparsa!-
    Aika si guardava sgomenta attorno, la pietra non c'era più, poi sentì i demoni ridere.
    -Sciocca lupa; non è scomparsa.-
    Il demone rosso fuoco volse lentamente il capo e al centro della sua fronte, semi nascosta dalla criniera, vi era una gemma grande come una noce, la quale irradiava una tenue luce rosata.
    Il demone bianco si avvicinò ad Aika.
    -E' grazie a lei se siamo riusciti a portare fin qui la pietra, noi non saremmo mai stati in grado di maneggiarla; sarebbe esplosa.-
    -Lo so Uthrax, ma dimmi ora, come è stata costruita questa struttura?-
    -Col lavoro svolto da leoni e lupi che abbiamo trovato qui.-
    -Riuscite a tenerli sotto controllo? Devono essere molti suppongo.-
    Il demone nero si fece avanti.
    -Non è semplice date le nostre modeste capacità.-
    Il demone rosso fuoco volse lo sguardo verso la lupa, la quale sentì il terrore aumentare dentro di lei in maniera vertiginosa.
    -Dunque è grazie a te se il gate è stato riaperto.-
    Aika gemette mentre il demone le si stava avvicinando minacciosamente, poi con una mossa improvvisa ed inaspettata il demone appoggiò una zampa sulla fronte della lupa.
    -Questo è il dono per averci aiutato a riaprire il gate.-
    Aika fu bloccata nei movimenti da una ferrea morsa di energia, ansimava pesantemente mentre il terrore si insinuava in ogni fibra del suo corpo.
    -Accetti il dono di servirmi e far rinascere il mio impero?-
    La lupa aveva gli occhi vitrei, il terrore allo stato puro la stava divorando.
    -Accetti?-
    Improvvisamente si riebbe.
    -Si, accetto!-
    Dalla zampa del demone saettarono nell'atmosfera lampi di energia mentre una fiamma cremisi divampò, bruciando il pelo sulla fronte della lupa, la quale strizzò gli occhi, gemendo per il dolore acuto che provò in quell'istante.
    Il demone tolse la zampa e tutto cessò all'istante.
    -Come ti chiami?-
    -Aika.-
    Rispose ansimando pesantemente, mentre un odore pungente permeava l'aria di quella sala.
    -In questo momento, io, Berial, signore del pozzo delle anime, ti ho donato una fonte di energia eterna; ma fai attenzione, tradisci il tuo giuramento e ne pagherai le conseguenze per l'eternità.-
    Aika rabbrividì.
    -Non vi deluderò.-
    -Sarà meglio per te; il tuo compito sarà quello di controllare la nostra forza lavoro per i momento; noi ci occuperemo invece di creare un esercito per conquistare questa terra.-
    -Non avrete problemi di certo mio Signore; c'è soltanto un demone e due cuccioli che devono essere eliminati, poi nessuno potrà contrastarvi.-
    Il demone rosso si rivolse ai due demoni dietro di lui.
    -Rasur e Loynaar immagino; non sono ancora stati eliminati?-
    -No Berial, abbiamo solo eliminato Loynaar; Rasur è ancora vivo e a quanto pare è assieme a due cuccioli, e pare che siano in grado di poterci contrastare.-
    -In che modo Uthrax?-
    -Possiedono un potere magico, ma non sanno utilizzarlo ancora.-
    -Ne mai sapranno utilizzarlo.-
    Disse il demone rosso fuoco scomparendo sotto forma di spessa nebbia, lasciando la lupa a bocca aperta, incredula.
    -Adesso sai quale è il tuo compito, vai e svolgilo; e fai in modo che tutto funzioni alla perfezione.-
    La lupa si voltò di scatto verso il demone nero.
    -Shruykan da sola non credo di farcela.-
    Il demone rispose ringhiando.
    -Non ci interessa come farai, devi riuscirci in un modo o nell'altro!-
    Aika rimase per qualche attimo in silenzio.
    -Se chiedessi aiuto? Sapete, ci sono altri come me che vorrebbero vendicarsi dei torti subiti.-
    -E vorresti dare anche a loro il potere magico che hai tu?-
    -Solo una minima parte Shruykan; pensavo di dare loro soltanto la possibilità di bloccare le azioni.-
    -Quindi vorresti avere il tuo piccolo esercito personale.-
    -Il mio sarebbe soltanto un metodo per poter controllare meglio tutti, e comunque la nostra forza sarebbe talmente limitata da non costituire nessuna minaccia per voi.-
    Il demone nero tacque per un breve istante.
    -Entro quanto tempo riusciresti a contattare questi individui?-
    -Entro un giorno al massimo; li ho avvistati nei pressi della grande montagna, e si stavano dirigendo proprio verso di noi, sono un branco misto di leoni e lupi, individui senza scrupoli i quali vogliono solo vendetta.-
    -Allora vai, e di loro che si aggiungano a noi; o in aiuto come guardie, o come schiavi!-
    Aika annuì.
    -Allora parto immediatamente!-
    -Vai e torna presto, ma soprattutto non fare scherzi!-
    -Non posso tradire chi mi da questa opportunità!-
    La lupa si voltò e correndo velocemente si avvicinò alla grande porta di pietra, passando in mezzo al branco che ancora si trovava li.
    Con uno stridio assordante, la pesante lastra di pietra scivolò lentamente verso il basso e nello stesso momento una forza oscura bloccò i movimenti di tutti gli individui presenti; finché la lupa non riuscì ad uscire dalla fortezza, in quell'esatto istante, la pesante lastra di pietra nera richiuse il passaggio e l'energia che teneva bloccati i prigionieri si dissolse.
    La lupa correva veloce, ogni suo passo sollevava piccole nuvolette di polvere dal terreno arido del sentiero calpestato quotidianamente dal branco prigioniero, poi improvvisamente lasciò la strada tracciata e si immerse in una zona ricoperta di erba alta.
    Non provava fatica, quella gemma donatagli dal demone rosso le infondeva energia continuamente.
    Raggiunse la cima di una piccola collina e si fermò a scrutare l'orizzonte.
    Notò a non molta distanza da dove si trovava in quel momento, un branco misto di leoni e lupi, in tutto contava circa quindici elementi.
    Aika a passo svelto discese il dolce pendio della collina verdeggiante e iniziò ad avvicinarsi a quel gruppo.
    -Tu chi sei?-
    Tutti i componenti di quel branco si alzarono mentre la lupa si avvicinava loro riducendo man mano il passo, fino a fermarsi poi a poca distanza da loro.
    -Mi chiamo Aika, e sono venuta a proporvi un affare.-
    Un leone si alzò e fece qualche passo in avanti, aveva una profonda cicatrice sul labbro, dalla quale si intravvedevano le zanne feroci; doveva essere quasi certamente il capo.
    -Tu vorresti proporre a noi un affare? Sentiamo, di che si tratta?-
    -Ho bisogno di guardie che mi aiutino a tenere sotto controllo un branco.-
    Il leone sorrise.
    -Davvero? E sentiamo, quanti esseri dovremmo tenere sotto controllo e poi, cosa otterremmo da questo?-
    Aika si sedette a terra.
    -Il branco è molto numeroso; più di mille individui al momento e comunque il loro numero è in continuo aumento, e voi ne guadagnereste la possibilità di rimanere liberi e vendicarvi di tutti i torti subiti in passato.-
    Il leone sorrise, dapprima piano, in modo appena udibile, poi in un crescendo continuo, finché la risata non divenne assordante, imitato dal resto del branco, mentre la lupa rimaneva in silenzio, impassibile, di fronte a loro.
    -Fammi capire bene, tu vorresti che noi in quindici tenessimo sotto controllo un branco formato da più di mille individui e per di più in cambio della libertà?-
    -Esattamente.-
    Il gruppo riprese a ridere intensamente mentre la lupa si stava innervosendo; poi il leone riprese a parlare con un cupo ringhio.
    -Adesso ascoltami bene, vattene finché puoi, altrimenti potresti anche diventare la nostra cena; vattene e non tornare più!-
    -Vedo che non avete capito cosa vi sto offrendo.-
    Il leone scattò improvvisamente in avanti ringhiando ferocemente e snudando gli artigli, puntando dritto sulla lupa bianca e rossa di fronte, levando una zampa in aria per colpirla, quando un'improvvisa morsa gli bloccò i movimenti.
    Aika si alzò e si avvicinò al leone immobile, mentre il resto del branco rimaneva attonito, immobile a osservare la scena senza capire cosa stesse succedendo.
    La lupa spalancò le fauci e morse violentemente la zampa levata in aria del leone il quale digrignò i denti dal dolore.
    In quell'istante il gruppo si alzò all'unisono per caricare la lupa immobile che li stava fissando, quando improvvisamente una forza bloccò i movimenti del branco alla carica.
    -Capite adesso cosa vi sto offrendo?-
    Aika incominciò a passeggiare tra di loro.
    -Vi verrà fornito il mio stesso potere, potrete immobilizzare il branco a vostro piacimento, nessuno potrà farvi del male; ma sarete sotto al mio comando.-
    -Noi non ci sottometteremo mai a te!-
    Aika sorrise.
    -Io vi consiglio vivamente di farlo, perché o in questo modo, o nell'altro, sarete comunque sottomessi e obbligati a lavorare per la nostra causa.-
    Il leone ringhiò.
    -Non ci sottometteremo mai!-
    La lupa andò a sedersi di fronte al leone immobilizzato.
    -Non prendere decisioni affrettate, lascia che ti mostri quello che ti aspetterebbe se non accettassi la mia proposta.-
    La lupa inviò mentalmente immagini al gruppo riguardanti le torture alle quali erano continuamente sottoposti i prigionieri del branco, quando terminò, il gruppo rimase in silenzio per parecchi istanti; la lupa sembrava compiaciuta di se stessa.
    -Allora? Sto aspettando una risposta.-
    Il leone si rivolse a voce bassa ad Aika.
    -Cosa dovremmo fare?-
    -Adesso ci siamo, seguitemi e vi spiegherò nel tragitto.-
    Aika e il gruppo si avviarono verso la struttura che li stava aspettando, nel mentre, la lupa spiegava loro cosa avrebbero dovuto fare e quali sarebbero stati i loro vantaggi.
    Dopo un paio di ore, il gruppo arrivò alla fortezza, e in quel momento, la pesante lastra di pietra si abbassò per far entrare il gruppo, poi si richiuse alle loro spalle.
    In quel momento, su uno spiazzo sopraelevato comparvero i tre demoni.
    Shruykan planò lentamente fino ad arrivare di fronte alla lupa, la quale abbassò le orecchie, impaurita.
    -Vedo che sei riuscita nel tuo compito.-
    -Si Shruykan, il gruppo si è unito alla nostra causa.-
    Il demone nero sorrise mettendo un mostra i suoi canini terribilmente smisurati.
    -Bene, infonderò loro il potere di bloccare le azioni.-
    Detto ciò, i componenti del gruppo furono scossi da un fremito improvviso.
    In quell'istante il demone rosso fuoco parlò al branco tenuto prigioniero.
    -Tutti voi sarete protagonisti del trionfo del nuovo impero!-
    -MAI CI PIEGHEREMO!-
    Scese il gelo nella fortezza.
    Il demone rosso scomparve istantaneamente e si materializzò di fronte a colui che si era ribellato.
    -Tu che sei talmente audace da ribellarti, dimmi come ti chiami, così che tutti sappiano il nome di chi sto per uccidere.-
    Levando il capo e assumendo uno sguardo impavido, il leone parlò ad alta voce.
    -Io sono Jormungr! Signore del branco della grande montagna!-
    Veloce come una freccia, Berial trafisse la mente del leone grigio, piegandolo istantaneamente al suo volere e scandagliando senza nessuna pietà la sua coscienza, la sua mente, i suoi ricordi, lasciandolo a contorcersi e gemere di dolore, mentre rivoli di sangue fuoriuscivano dalle sue narici.
    Poi la presenza del demone si fece meno invadente, aveva trovato qualcosa nella mente del leone.
    Miremel venne sollevata in aria da una forza invisibile, e venne condotta assieme al compagno in una stanza isolata dal resto del branco.
    -Adesso ho una questione da sbrigare, dopo tornerò ad occuparmi del branco.-
    Detto ciò, Berial scomparve.
    Jormungr e Miremel giacevano in una stanza illuminata da un fuoco fatuo; completamente spoglia ma con una pianta rampicante che ricopriva interamente una parete.
    Entrambi non riuscivano a parlare ne a muoversi; la magia li bloccava a terra.
    -Ecco il nostro ribelle; sai, non è stata una mossa felice la tua.-
    Il capo de demoni si materializzò al centro della stanza, mentre un brivido di terrore percorse i corpi dei due prigionieri.
    -Sai, sto ancora cercando un metodo per punire la tua insolenza, e allo stesso tempo, credo che anche lei debba vedere quale sarà la tua punizione.-
    Gli occhi di Jormungr si muovevano nervosamente, mentre l'aria entrava e usciva dal suo torace in modo velocissimo; il cuore del leone grigio batteva all'impazzata.
    -Sai una cosa Jormungr? Hai una compagna davvero bella.-
    La leonessa bianca venne colpita da una potente zampata del demone, e scagliata contro una parete della stanza cadendo, di schiena sul pavimento della sala, e nello stesso istante, venne immobilizzata a terra dalla pianta che aveva improvvisamente preso vita; Jormungr venne invece trascinato e immobilizzato contro una parete sempre da quei tentacoli di rampicanti.
    Berial si stava avvicinando lentamente alla leonessa mentre parlava sottovoce, in modo appena percettibile.
    -Già, la tua compagna è davvero bellissima sai?-
    Il demone aveva allungato una zampa e snudato gli artigli, stava sfiorando il torace e scendendo lentamente verso il candido ventre della leonessa con lenti movimenti sinuosi mentre questa era immobilizzata a terra supina e singhiozzante.
    -Ne farei volentieri la mia regina, ma purtroppo noi demoni non abbiamo gli stimoli della carne.-
    Il leone grigio respirava velocemente mentre la furia esplodeva dentro di lui, in quel momento la porta della sala si aprì, dando così modo al gruppo delle nuove guardie reclutate dalla lupa bianca e rossa di entrare.
    -Consideratelo un regalo di benvenuto, è vostra; divertitevi ma non uccidetela, mi serve ancora viva.-
    Berial scomparve liberando da qualsiasi sorta di incantesimo la leonessa, la quale si alzò immediatamente, ma la sua libertà durò poco; fu nuovamente bloccata nei movimenti da una fonte di energia molto meno potente della precedente, ma ugualmente efficace e fatta cadere nuovamente a terra, mentre il gruppo di leoni e lupi si avvicinava a lei ridendo biecamente.
    -Cosa avete intenzione di fare?-
    Pronunciò Miremel con la voce terrorizzata e rotta dal pianto, mentre si sentiva afferrare con forza dietro la testa.
    Le urla di dolore di Miremel echeggiarono nella fortezza tutta la notte, mentre il compagno era costretto a guardare senza poter fare nulla.
    Quando giunse il mattino, il gruppo di carcerieri lasciò la stanza; Jormungr aveva il manto completamente inzuppato e ricoperto di lacrime, non aveva smesso un solo istante, mentre la compagna andò trascinandosi in un angolo della sala; il suo sguardo perso nel vuoto era totalmente inespressivo, il manto del collo aveva profonde ferite causate dai morsi subiti, e gli arti posteriori erano completamente intrisi di sangue.
    “Miremel... Non sono riuscito a proteggerti... Perdonami...”
     
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