Mashujaa wa zamani

prequel.. (o come si scrive..)

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  1. bau1200 (Sarydor)
     
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    I due branchi

    Iorody e Tuhuma giacevano in un angolo del corridoio che portava alla grande sala circolare della caverna, la stanchezza e il dolore li avevano sopraffatti e ora riposavano, assistiti dalle sorelle guaritrici; Furyjon dormiva raggomitolato in un angolo e a poca distanza giaceva Rasur, apparentemente sembrava come morto.
    -Roy, andiamo a vedere cosa è successo.-
    Il leone marroncino sospirò.
    -Werrin, c'è poco da vedere; dove prima c'era la grande pietra, ora c'è soltanto una voragine che lascia intravvedere la piccola stanza sottostante. La grotta è deserta.-
    -Completamente deserta? Hai controllato?-
    -No, lo ho dato per scontato.-
    -Infatti non lo è.-
    Una voce da cucciolo provenne da dietro di loro, e si udirono leggeri passi nel corridoio buio.
    Roy e Werrin si misero in posizione di difesa, artigliando la dura roccia del corridoio con i loro artigli e mettendo in mostra le zanne feroci con un cupo ringhio minaccioso.
    Dal fondo immerso nell'oscurità della grotta emersero i due cuccioli di lupo.
    -Hyrador! Beroam! Cosa è successo?-
    Lentamente i cuccioli di lupo si avvicinarono ai leoni, i quali fecero scomparire all'istante le loro espressioni minacciose.
    -Non lo sappiamo; quando ci siamo svegliati non c'era nessuno.-
    Tuhuma aprì per un breve istante gli occhi e con voce affaticata prese a parlare.
    -L'incantesimo di Loynaar, ricordate?-
    Il gruppo di leoni si volse verso il cucciolo di leone.
    -Si, hai ragione, ora ricordo.-
    Disse Sender rivolta al piccolo.
    -Riposati Tuhuma, ne hai davvero moltissimo bisogno.-
    Il giovane leone non se lo fece ripetere due volte; cadde nuovamente in un sonno profondo.
    -Vervada, cerca quei funghi particolari, abbiamo bisogno di mangiare qualcosa, io nel mentre vado a cercare gli strumenti per la zampa di Tuhuma e gli ingredienti necessari per l'impiastro da dare a Iorody.-
    La leonessa guaritrice annuì alla sorella e si addentrò nell'insolita oscurità che dimorava nella grotta.
    -Nel mentre, io e Roy cercheremo di capre cosa sia successo.-
    -Va bene Werrin, ma non credo che riusciate trovare nulla.-
    -Spero di trovare qualcosa invece.-
    I due fratelli si addentrarono anch'essi nella caverna.
    -Roy, accidenti! È buio pesto qui! Non si vede nulla!-
    -Già, aspettiamo un attimo che la vista si abitui, poi agiamo di conseguenza.-
    Passarono pochi istanti e i leoni riuscirono a distinguere con minore difficoltà ciò che li stava circondando.
    Si avvicinarono alla cavità che aveva lasciato la pietra luminosa.
    La cavità era di forma conica e profonda circa due metri; su fondo si intravvedeva un foro, dal quale si vedeva la piccola sala sottostante.
    -Accidenti! Ma come hanno fatto?-
    -Proprio non ne ho idea Roy; adesso si capisce realmente quanto possa essere grande la pietra; e dubito che il branco abbia potuto sollevarla e portarla via in così poco tempo.-
    Il leone guardò il fratello.
    -Credi che possano essere stati i demoni?-
    Werrin annuì.
    -Ne sono quasi totalmente convinto.-
    -Resta il fatto che senza pietra, non sappiamo come aiutare Rasur.-
    -Già, non ho proprio idea di come poter fare.-
    -Qualcosa ci verrà in mente, torniamo dagli altri adesso.-
    -Ma qui nu ci vede nulla! Vi ci sento ci ma nu vi ci vedo!-
    I leoni sospirarono.
    -Furyjon! Che ci fai qui?-
    -Vi ci ho sentiti e vi ci sono venuto a cercare!-
    -Attento che è buio, potresti farti male lo sai?-
    -Prima ci! Adeccio nu! Iu ci vedo chiaro e bene!-
    -Come sarebbe a dire che tu ci vedi chiaro e bene?-
    Roy rimase stupito da quella frase e continuò poco dopo.
    -Vorresti dirci che tu vedi bene con questo buio?-
    -E ci!!-
    -Dicci cosa vedi allora.-
    Il giovane leone si guardò attento attorno.
    -Ci vedo che nu ci è necciuno qui! Ci vedo... Aspetta! Ci vedo pochino di luce! Ci!!! Poca poca luce ce la vedo!-
    -Dove la vedi la luce?-
    -Nel buco! Ci ci! A metà ci è poca luce!-
    -Potrebbe essere un piccolo frammento della grande pietra! Furyjon dicci di preciso dove la vedi!-
    Ci che ti ce lo dicio! Però iu nu ci vado perchè ci ho paura.-
    Disse il giovane leone con tono triste ed impaurito.
    -Non ti preoccupare che a quello ci pensiamo noi, è sufficiente che tu ci dica dove vedi la luce.-
    -Ci aspetta allora, vienici con me.-
    Roy seguì il giovane leone, avvicinandosi al cratere lasciato dalla pietra.
    -Ecco! La luce ci è in fondo! Ma iu ci sono miciu piccino e ci ho palula!-
    I fratelli leoni iniziarono a ridere.
    -Miciu piccino? Palula? Furyjon sei davvero simpatico! Ha!-
    Il giovane leone aveva assunto un tono di voce ancora più triste.
    -E ci, ecco... Iu piccino.-
    Roy si lasciò scivolare nel cratere dove prima alloggiava la pietra, teneva le zampe posteriori larghe per evitare di finire incastrato nel foro che portava nella sala sottostante.
    -Furyjon, indicami adesso dove vedi la luce.-
    -Ci che ti ce lo dico! Davanti al tuo nasone! Proprio davanti!-
    Roy iniziò a grattare la roccia con gli artigli della sua zampa, incredibilmente la roccia era molto friabile e si sgretolava facilmente.
    -Roy ci riesci? Vuoi che ti dia una zampa?-
    -Grazie Werrin, ma riesco senza difficoltà.-
    -A che punto sei?-
    -A quanto pare, c'è una vena di pietra lunare qui, la luce filtra di una crepa, devo solo trovare la sorgente.-
    Roy continuò a grattare delicatamente la roccia, e man mano Furyjon dava informazioni su ciò che vedeva.
    Passarono alcune ore, poi il leone marroncino sussultò.
    -Ce l'ho fatta! Aiutami Werrin!-
    Il leone porse la zampa al fratello, aiutandolo a tornare nella grande sala circolare della grotta.
    -Andiamo da Rasur! Presto!-
    I tre leoni imboccarono il corridoio, Roy teneva tra le fauci una piccola gemma di pietra lunare grande come una noce.
    In brevissimo tempo raggiunsero Rasur, assistito dalle leonesse guaritrici.
    -Non si è mai mosso, non sappiamo cosa fare io e Vervada.-
    -Abbiamo trovato un piccolissimo frammento di pietra lunare, speriamo serva a rimetterlo in piedi.-
    -E dove lo avete trovato?-
    -Nella voragine lasciata dalla pietra, ma non siamo stati noi a trovarlo, bensì Furyjon.-
    Il giovane leone sfoggiò un sorriso smagliante.
    -Il nostro giovane credo abbia molte cose da spiegarci.-
    Furyjon spalancò gli occhi.
    -Ma nu ci so cosa vi ci devo dire iu!-
    Tutti sorrisero, poi Roy avvicinò il frammento alla zampa del demone ocra.
    Man mano che lo avvicinava, avvertiva uno strano formicolio e l'aria iniziava a vibrare.
    Piccoli lampi di energia si generarono dalla pietra adagiata a pochi centimetri dalla zampa del demone, e trasferirono nel corpo esanime del leone ocra nuova energia.
    Improvvisamente lo scambio di energia si arrestò, Rasur rimase immobile a terra per alcuni istanti, poi lentamente aprì gli occhi e si guardò attorno.
    -Questa energia non mi basta, portatemi vicino alla pietra.-
    Roy gli si avvicinò lentamente.
    -Dovrai fartela bastare Rasur, la pietra è scomparsa e abbiamo trovato solo questo piccolo frammento.-
    Il leone indicò la minuscola pietra mentre il demone guardava attonito.
    -Come sarebbe a dire che la pietra è scomparsa?-
    -Non sappiamo come sia stato possibile, ma la pietra non c'è più; e con essa anche il branco è scomparso.-
    Rasur ringhiò.
    -Shruykan e Uthrax! È opera loro.-
    Il gruppo si sedette a semicerchio di fronte al demone.
    -Chi sono?-
    -Sono due demoni, sono coloro che ci hanno attaccato quando siamo arrivati nel piccolo spiazzo dove giacevano i due giovani leoni.-
    -Siete stati attaccati?-
    -Si, ma di questo vorrei parlarne dopo, quando sia Tuhuma che Iorody si saranno svegliati; credo sia giusto dato che Loynaar era una dei loro maestri.-
    Il gruppo annuì in silenzio, e colsero l'occasione per riposare per tutto il tempo successivo.
    Verso sera Iorody e Tuhuma lentamente si svegliarono, e videro entrambi il demone ocra seduto vicino a loro.
    -Rasur, che cosa è successo? Dov'è Loynaar?-
    -Mangiate qualcosa prima, dovete ritrovare le forze, poi vi racconterò i fatti.-
    I cuccioli annuirono e presero a mangiare quegli strani funghi insapore che crescevano nella grotta.
    Il pasto non durò molto, ma ben presto tornò il vigore nei loro corpi.
    -Raccontaci.-
    Il demone ocra fece un lungo silenzio; tutti erano abituati a quello strano modo di fare, credevano fosse soltanto un metodo per ottenere la massima attenzione.
    -Quando siamo giunti nel luogo descritto, io e Loynaar siamo stati attaccati da altri due demoni.-
    I cuccioli trattennero il respiro.
    -Altri due demoni, ma molto più potenti di noi, demoni che conoscevamo già; servi fedeli dell'imperatore ovviamente, e adesso sono qui tra noi.-
    Tuhuma guardava incredulo Il demone di fronte a lui, incapace di parlare.
    -Per primo sono stato attaccato io, mentre cercavo di scoprire qualcosa su quei corpi, Loynaar ha cercato di difendermi ed è stata attaccata a sua volta; ho cercato di difenderla, ma senza successo, tant'è vero che siamo stati entrambi immobilizzati a terra.-
    Tuhuma e Iorody ascoltavano con i piccoli occhi spalancati, incapaci di credere a ciò che stava dicendo a tutti il loro maestro, sentivano dentro di loro un vuoto, una sensazione che pian piano stava crescendo a dismisura, un dolore sordo che stava prendendo il sopravvento su di loro.
    -Nessuno di noi poteva farcela, eravamo condannati, ma Loynaar ha lanciato il suo attacco definitivo contro i demoni, permettendomi di fuggire per venire da voi.-
    -Attacco definitivo?-
    Disse Tuhuma singhiozzando.
    -Si, è l'ultimo attacco che un demone può lanciare, un attacco che utilizza tutta la potenza che può contenere il nostro corpo, e la indirizza contro l'avversario.-
    Tuhuma e Iorody non riuscirono più a trattenere le lacrime mentre il resto del branco si stringeva a loro.
    -Loynaar si è sacrificata perché io potessi raggiungervi e terminare gli allenamenti.-
    Un'improvviso spostamento d'aria scaraventò a terra tutti gli occupanti del buio corridoio.
    -LOYNAAR!!!!!!!-
    I cuori dei due giovani guerrieri battevano forte mentre il dolore per la perdita della leonessa demone diveniva insopportabile, straziante.
    Attorno ai due giovani, l'aria tremolava rendendo la visuale distorta, sempre più velocemente; i due cuccioli avevano entrambi gli occhi chiusi e un'espressione addolorata sul muso, le loro lacrime continuavano a scendere in maniera incessante.
    Improvvisamente un ruggito, forte, potente, rimbombò per tutto il corridoio uscendo poi dalla caverna e disperdendosi per la pianura in fondo alla montagna.
    Gli occhi verde smeraldo del piccolo leone divennero rossi come un rubino che brilla al sole, lentamente anche il manto divenne rosso come il fuoco, emanava una potenza incredibile, lentamente comparvero scaglie dalla forma esagonale, che ricoprirono interamente il corpo del piccolo come fossero parti di una corazza impenetrabile, sul capo crebbero una doppia serie di corna ricurve, dalle quali si levarono in aria imponenti scariche di energia, e contemporaneamente sul torace crebbe un'altra coppia di zampe dai lunghi artigli ricurvi; la coda del piccolo si agitava nervosamente, anch'essa ricoperta di dure scaglie e terminante con una protuberanza irta di spine e aculei.
    Il piccolo branco era terrorizzato a quella visione, poi un ululato di incredibile potenza sconvolse nuovamente la tranquillità della pianura.
    Dietro di loro, Iorody aveva avuto la stessa trasformazione, grosse scaglie color ghiaccio ricoprivano per intero il piccolo corpo, arti con artigli affilatissimi si muovevano nervosamente mentre saettavano lampi di cristallina energia nell'atmosfera.
    -Cosa vi sta succedendo?-
    Vervada guardava terrorizzata i piccoli assieme alla sorella, mentre Roy e Werrin si pararono di fronte a loro per proteggerle.
    Improvvisamente i due cuccioli guerrieri tornarono alla loro forma abituale e caddero a terra svenuti.
    Ci fu un lunghissimo silenzio nella caverna, poi fu Furyjon a parlare.
    -Cogia ci è successo?-
    Il demone ocra si rivolse agli altri con voce fredda.
    -I guerrieri hanno scoperto il loro potere.-
    Lentamente le leonesse guaritrici si avvicinarono ai due cuccioli privi di sensi a terra.
    -La zampa di Tuhuma è guarita! Così come le ferite di Iorody! Incredibile!-
    Fu nuovamente il demone a spiegare.
    -No, non è incredibile, quando i piccoli hanno scoperto il loro potere, la forza generata ha guarito loro le ferite all'istante.-
    -Adesso come stanno?-
    -Come se avessero corso ininterrottamente per due giorni di fila; hanno bisogno di riposare.-
    Il demone si voltò verso i due fratelli lupi.
    -Intanto potremmo cercare di capire cosa sia successo qui, e trovare il branco.-
    I fratelli lupi guardarono intensamente il demone di fronte a loro.
    -Ascoltate, capisco che possiate essere in collera con noi per quello che è stato fatto, ma era l'unica possibilità per sapere.-
    Beroam volse tristemente lo sguardo a terra mentre il fratello, Hyrador, sostenne lo sguardo del demone.
    -Non vi è bastato quello che abbiamo dovuto soffrire? Volete aggiungere nuove sofferenze?-
    -Vorremmo soltanto sapere quello che è successo e cercare di salvare tutti quanti.-
    -Io e mio fratello Hyrador, saremo a vostra disposizione per cercare di salvare il branco e vendicare la morte dei nostri genitori.-
    Intervenne Beroam.
    -Raccontateci tutto dall'inizio.-
    Beroam sospirò mentre si stava per sedere a terra.
    -Quello che sappiamo lo sapete già anche voi; quando il nostro branco è stato portato via, gli anziani che erano con noi ci hanno detto di rimanere nascosti nella caverna,il resto lo ha fatto la paura che avevamo in quel momento, poi siete arrivati voi.-
    -Non sapete quindi nient'altro?-
    Il piccolo lupo scosse il capo.
    -Cosa facciamo adesso Rasur?-
    Il demone rimase sorpreso che chiedessero proprio a lui cosa fare.
    -Al momento resteremo qui, abbiamo cibo e acqua; in oltre ci vorrà qualche giorno perché i i piccoli si riprendano totalmente.-
    -Mi pare la cosa migliore, però adesso ho un'altra domanda.-
    -Dimmi Werrin.-
    -Non a te Rasur, ma a lui!-
    Disse il leone marroncino indicando il giovane leone marroncino scuro.
    -Cosa vuoi che ti ci dico iu?-
    -Ad esempio come fai a vedere al buio, e come hai fatto a dare energia a Rasur quando lo abbiamo trovato.-
    Furyjon guardò incredulo il leone di fronte.
    -Ma iu nu ce lo ciò, davvero, credimici!-
    -Te lo spiego io.-
    Intervenne Rasur.
    -Furyjon era un cosiddetto “non -demone”, ossia un demone a tutti gli effetti che però non sapeva ancora di esserlo.-
    Vervada inarcò un sopracciglio stupita.
    -Cosa hai detto?-
    Rasur sorrise.
    -Allora, come voi sapete, nell'universo parallelo dal quale proveniamo, si generano e vengono distrutti in continuazione demoni, ecco, Furyjon non è altro che un demone appena creato, che chissà per quale assurdo motivo, è riuscito a uscire, ha assunto le forme di un leone in questo caso, e soltanto oggi ha scoperto di essere un demone.-
    -Va bene, non ci ho capito nulla!-
    Intervenne Roy spazientendo Rasur.
    -Partiamo dall'inizio allora.-
    Rasur si sedette mentre gli altri assumevano posizioni comode.
    -I demoni si creano quando certe quantità di forza vanno in contrasto tra loro, ad esempio quando due demoni si attaccano a vicenda.-
    Il gruppo annuì.
    -Da questo scontro di forze, nasce un demone; il quale però non scopre le sue potenzialità finché non entra in contatto con un demone formato.-
    -Adesso è un po più chiaro.-
    Dichiarò Sender.
    -Questo è il caso di Furyjon, ah avuto contatto con me e adesso anche lui ha scoperto le sue potenzialità; sia quelle particolari e individuali, come vedere al buio, sia quelle comuni, come bloccare con la mente e il tutto il resto.-
    -Senza allenamenti? Ma come è possibile?-
    -Sender, è possibile in quanto tra me e lui si è instaurato un contatto, e da quel contatto sono state passate le mie conoscenze.-
    -Adesso è chiaro, grazie.-
    -Ora dobbiamo capire che ne è stato del branco e della pietra.-
    -Credo che quei due demoni siano i responsabile della sparizione della pietra, e di conseguenza anche del branco.-
    Il demone ocra si volse verso Sender, la quale lo stava fissando intensamente.
    -Forse del branco, ma non della pietra.-
    -Che vorresti dire?-
    -L'unico che ha scoperto il modo di maneggiare le pietre nel nostro mondo parallelo, è Berial; nessuno di noi demoni è in grado di farlo, o meglio, sappiamo maneggiare soltanto frammenti piccolissimi, nulla di più.-
    -Potrebbe aver insegnato a qualcuno il modo.-
    -Non lo farebbe mai, insegnare a maneggiare le pietre o i frammenti, è molto rischioso; non perché la loro instabilità potrebbe farli esplodere, ma bensì perché chi ne è in grado, diventa automaticamente una minaccia per lui, in quando potrebbe contrastarlo, e se in possesso della pietra, costui diverrebbe imbattibile.-
    -Quindi chi può aver portato via la pietra?-
    -Qualcuno che non è a conoscenza del rischio che corre e che non saprebbe come usare il potere della pietra lunare e che non sia demone dato che questo effetto collaterale avviene soltanto con noi.-
    -Quindi qualcuno che non è venuto a contatto con demoni e non sa come e cosa farsene di quella pietra, ma che potrebbe fare tutto questo per un proprio tornaconto personale, giusto?-
    Rasur tacque per un paio di minuti, imitato da tutti.
    -Qualcuno con le capacità di un demone, ma che non è un demone.-
    -Soltanto un individuo mi viene in mente in questo momento.-
    -Chi, Vervada?-
    La leonessa guaritrice incrociò gli occhi della sorella, rimasero alcuni istanti a fissarsi senza parlare, poi entrambe si voltarono.
    -Aika.-
    Rasur sussultò.
    -Questo spiegherebbe tutto quanto!-
    -Esatto Rasur.- Sender parlava e osservava tutti i presenti. -Spiega tutto; è stata lei a condurre li i demoni per farvi sferrare quell'attacco, ed è stata lei a condurre chissà dove il branco!-
    Il demone ocra ringhiò.
    -E sarà lei a pagarne le conseguenze!-
    Rasur esplose in un bagliore accecante e scomparve velocemente sotto forma di sfera luminosa.
    -Adesso dove starà andando?-
    -Non ne ho idea, Sender, ma una cosa è certa: se trova quella lupa la distrugge!-
    -Vervada io non credo che stia andando a cercare Aika, credo che stia andando dove dimorava il branco degli scavatori.-
    Beroam e Hyrador si rattristarono.
    -Ci piacerebbe poter tornare un giorno in quelle terre.-
    -Tranquilli piccoli, avrete la possibilità di tornare a tempo debito.-
    I due cuccioli guardarono con espressione triste Roy.
    Nel mentre, il demone ocra viaggiava velocissimo, rasente al terreno, in direzione della grande caverna sotterranea, vecchia dimora degli scavatori.
    Dopo pochi minuti raggiunse le colline rigogliose che delimitavano la pianura antistante alla grotta sotterranea.
    Lentamente diminuì velocità e quando si fermò, assunse nuovamente la sua forma animale.
    Dalla cima di una piccola collina, osservava con attenzione l'ambiente di fronte a lui; non vedeva nulla di insolito.
    Sempre lentamente iniziò a discendere il leggero pendio avvicinandosi.
    Sempre coi sensi alla massima attenzione, avanzava lentamente, osservando il grande sentiero che conduceva alla pianura; l'erba infestante stava ormai quasi ricoprendo interamente il calpestio della terra, ma rimaneva comunque sempre ben visibile.
    Arrivò dopo alcune ore di fronte all'ingresso della caverna sotterranea, ma la sua attenzione era rivolta ad altro.
    Silenzio.
    Sentiva solamente il rumore generato dal vento che soffiava debolmente e agitava leggermente le fronde degli alberi; ma non sentiva altro.
    Sembrava che la vita si rifiutasse di rimanere li.
    Discese nelle profondità della terra, addentrandosi nella grande caverna, osservando con grandissima attenzione ogni dettaglio, ogni minimo anfratto, ma non trovò assolutamente nulla.
    Il luogo era completamente deserto, quindi decise di riemergere.
    Si sedette osservando distrattamente ciò che lo circondava, alberi secchi nelle vicinanze che man mano ci si allontanava da quel posto tornavano alla vita, quasi ci fosse una maledizione in quella landa.
    “Cosa diavolo sarà successo qui...”
    Pensò tra se; non riusciva a capire quali potessero essere le cause.
    Dilatò la mente, lanciando tentacoli indagatori di energia tutt'attorno, quando improvvisamente sentì un calo di energie, come se qualcuno o qualcosa lo usasse come sostentamento; immediatamente arrestò il flusso di energia.
    “C'è qualcosa che non va qui.”
    Ispezionò la zona con circospezione, lanciando piccole sonde di energia, dalle quali sperava di poter capire da dove provenisse quel potere che gli rubava energia vitale.
    Dovette interrompersi più volte; a causa di distrazioni improvvise, quel magnete gli aveva estirpato gran parte di forza vitale.
    Rasur dovette attingere energia dall'ambiente che lo circondava, molta flora presente in quel luogo abbandonò la vita per donarla al demone.
    Riuscì a trovare con precisione il luogo esatto che avidamente assimilava energia da qualsiasi cosa fosse nei paraggi, quindi iniziò molto cautamente ad esaminare la zona per capire di cosa si trattasse.
    Dilatò la mente e lentamente iniziò a sondare il terreno in cerca di un indizio, quando un guaito straziante lo fece arrestare immediatamente.
    “Chi sei? Che ti è successo?”
    Nessuno rispose, il demone udiva soltanto un lamento continuo, e singhiozzi.
    “Chi sei?”
    “Vattene e lasciami in pace!”
    Il demone ocra rimaneva immobile, seduto a terra, fissava l'orizzonte distrattamente, come fosse in trance.
    “Dimmi cosa ti è successo, potrei poterti aiutare.”
    Ci fu un lungo pianto di disperazione, il demone rimase pazientemente in silenzio, facendo comunque avvertire la sua presenza; poi improvvisamente silenzio e poco dopo l'entità rise, rise come impazzito.
    “E come potresti aiutarmi? Sono Numa! E sono il capobranco degli scavatori! E lei è Aysha, la mia regina! Inchinati!”
    Il demone ocra assecondò le richieste.
    “Io sono Rasur, viaggiatore, amico di Jormungr e Miremel, vengo in pace a portarti visita.”
    “Sono grandi amici! Sei il benvenuto nel nostro branco! Ti metteremo a disposizione gli alloggi migliori per la tua permanenza!”
    Il demone ocra lanciò un tentacolo di energia per sondare il terreno sottostante, in cerca del lupo.
    Lo trovò a circa due metri sotto il suolo, inglobato in un grande masso di roccia trasparente la quale irradiava luce propria.
    “Numa, posso vedere attraverso i tuoi occhi?”
    Il lupo annuì mentalmente e Il demone si insinuò nella mente del lupo, e vide attraverso gli occhi del capobranco.
    “Aiutami Rasur, per favore...”
    Il demone vide la compagna del lupo; era distesa di fronte a lui, completamente sbranata, irriconoscibile, e inglobata nella stessa roccia, in modo che il compagno la vedesse sempre obbligatoriamente, e lui era tenuto in vita da un incantesimo che gli faceva assimilare energia vitale dall'ambiente, rendendolo immortale.
    “Rasur, capisci quale è la mia condanna? Sono costretto a vivere in eterno in questa situazione... Aiutami ti prego...”
    “Numa, hai visto? È sera, il sole sta calando all'orizzonte...”
    Il demone inviò al lupo bianco l'immagine del tramonto, e lentamente usando il suo potere magico, tolse la vista al capobranco degli scavatori, immergendolo lentamente nelle tenebre.
    “E' davvero tantissimo tempo che non arrivava la notte, chissà come mai; tu lo sai Rasur?”
    “Si Numa, il tempo è cambiato, e la notte arriva raramente, è sempre giorno.”
    “Lo ho notato, ma non lo sapevo, beh, adesso è arrivata per fortuna; quanto durerà? Lo sai Rasur?”
    “Durerà per moltissimo tempo, così potrai riposare.”
    “Io sono il capobranco, non posso riposare!”
    “Per un po di tempo soltanto, poi riprenderai i tuoi impegni da reggente.”
    “Si, io e la mia regina abbiamo bisogno di riposare.”
    “Riposerete assieme, ma dimmi, ricordi cosa è successo?”
    “Perché dovrei dirtelo?”
    Il demone tacque per un breve istante.
    “Jormungr mi ha mandato, vorrebbe aiutarti.”
    Il lupo fu colto da un dolore talmente forte da riuscire a trasmetterlo perfino al demone che si stava schermando per precauzione da eventuali attacchi.
    “Sono arrivati, ci hanno chiesto se avevamo visto o aiutato dei leoni, ci hanno catturati e obbligati a servirli, e poi hanno fatto uccidere davanti ai miei occhi la mia compagna.”
    Il lupo bianco esplose a piangere copiosamente.
    “E mi hanno condannato per sempre a questo! Questo è l'unico momento di quiete! L'unico momento che il mio tormento è placato dalla notte! Da questa improvvisa notte! “
    “Ti aiuterò Numa, stai tranquillo; te lo prometto.”
    “Sai che ti dico Rasur?”
    Il lupo tacque per un lungo periodo.
    “Spero che questa notte duri per sempre!”
    “Dimmi chi sono i colpevoli.”
    “Hanno detto di chiamarsi Shruykan e Uthrax... Altro non so.”
    Il demone ocra ruggì ferocemente mentre la rabbia gli ribolliva nel corpo.
    “Numa, ti giuro che tu, la tua compagna, il tuo branco, e tutti coloro che sono stati vittima di loro due, sarete vendicati a dovere!”
    “Non avere pietà Rasur, Non averne! Giuramelo! Non averne proprio come loro non ne hanno avuta ne con me, ne con la mia compagna!”
    “Te lo giuro, Numa.”
    “Ti ringrazio.”
    “Numa, è giunto il momento di riposare.”
    “E quanto posso dormire?”
    “Riposerai per molto tempo, tutto il tempo che lo vorrai.”
    “E Aysha? La rivedrò mai più?”
    “Ti sta aspettando, ora riposa Numa, sei stato un grande capobranco e sarai ricordato per sempre.”
    “Dici davvero?”
    “Si.”
    Rasur inviò al lupo bianco l'immagine della compagna, sorridente.
    “Amore mio, che bello rivederti!”
    Il demone fece sorridere quell'immagine inviata mentalmente.
    “Va con lei, va da lei Numa; riposa in pace.”
    Rasur usò la sua magia, interrompendo l'incantesimo che teneva in vita il lupo bianco, donandogli la pace eterna.
    Rimase li seduto per molto tempo, riflettendo su quanto aveva visto e saputo; poi si alzò e dopo essersi trasformato nuovamente in sfera luminosa, fece ritorno alla grande montagna, dove il resto del branco lo stava aspettando.
     
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