Mashujaa wa zamani

prequel.. (o come si scrive..)

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  1. bau1200 (Sarydor)
     
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    “Aika, spero che tu abbia buone notizie dato che mi hai disturbato.”
    “Si Shruykan; Rasur e Loynaar sono partiti da poco e si stanno dirigendo nella valle dove giacciono i due leoni che mi avevate assegnato come scorta.”
    Dopo poco tempo, il demone nero continuò.
    “I due cuccioli sono li?”
    “Credo di si, non ne sono sicura.”
    “Non è importante al momento; Aika, da questo momento avrai anche tu il potere di dominare le menti e controllare la materia, il tuo compito sarà quello di portare la pietra alla fortezza, nel mentre io e Uthrax provvederemo ad eliminare per sempre quei due.”
    “I cuccioli?”
    “No, Rasur e Loynaar, i cuccioli per ora non sono importanti, ci penseremo poi o se si dovesse presentare occasione; abbiamo altre priorità adesso.”
    “Come vuoi, Shruykan.”
    Il demone nero inchiodò a terra la lupa col suo raggio mentale, facendola gemere a denti stretti.
    “Aika, fai una mossa sbagliata e farai una brutta fine, ricordalo.”
    Quasi reverenzialmente la lupa rispose.
    “Non potrei mai, non giro le spalle a chi mi sta dando la possibilità di vendicarmi!”
    Il demone nero si ritrasse immediatamente dalla mente della lupa.
    La grotta era illuminata fiocamente dal tenue bagliore che emanava la pietra, tutti dormivano ancora, persino Jormungr che poco prima era stato svegliato da Werrin.
    Gli occhi di Aika cercavano incessantemente le sagome dei due cuccioli, anche se non gli era stato detto di farlo, sapeva che dovevano essere eliminati, oppure condotti assieme al branco nella fortezza.
    La lupa lentamente si alzò, i piccoli non erano nella grotta, probabilmente erano usciti di buona mattina per allenarsi chissà dove e chissà in quale modo per ordine dei demoni; il suo sguardo si posò su tutti gli occupanti della grotta, immersi nel sonno, i loro respiri rilassati si udivano echeggiare nella grande sala centrale.
    Aika appoggiò lentamente una zampa sulla grande pietra al centro della sala, sentì la fredda pietra pulsante di luce irradiare energia nel suo corpo, incessantemente in un flusso continuo.
    La lupa chiuse gli occhi e dilatò la mente, abbracciando col suo nuovo potere tutti gli occupanti della caverna, lentamente, senza farsi accorgere; poi con un improvviso guizzo di energia, serrò in una stretta morsa il volere del branco.
    Tutti si svegliarono di soprassalto, terrorizzati e impotenti di compiere qualsiasi azione.
    -Aika! Che stai facendo!-
    La lupa rise, dapprima quasi impercettibilmente, poi aumentando sempre più il tono, fino quasi a diventare assordante, per poi placarsi immediatamente.
    -Vuoi proprio sapere cosa sto facendo James?-
    Il lupo azzurro ringhiò ferocemente, ma Aika bloccò loro la facoltà di parlare.
    -Ti dirò molto brevemente cosa ho intenzione di fare, mio caro capobranco.-
    Tutti quanti rabbrividirono, il loro destino era in mano a quella lupa totalmente impazzita.
    -Da quando sono entrata a far parte del branco sono sempre stata trattata come se non fosse necessaria la mia presenza; adesso ho la possibilità di trovare la mia vendetta!-
    Il branco paralizzato guardava atterrito la lupa bianca e rossa che passeggiava con tranquillità al centro della grande sala circolare.
    -Jormungr, quasi dimenticavo; ricordo ancora quello che mi hai fatto la prima volta che ci siamo incontrati, sai? Troverò il modo per ripagarti, non ho fretta.-
    Il leone grigio non riusciva a parlare ma nella sua mente ribolliva l'odio più profondo.
    “Maledetta! Ci hai ingannato!”
    -Alla fortezza adesso! Non abbiamo tempo da perdere!-
    gracchiò Aika, poi il branco si mosse all'unisono, una volontà non loro li stava obbligando a muoversi, li obbligava a percorrere il corridoio che li avrebbe portati fuori dalla sicurezza che offriva loro la grotta.
    Aika indirizzò i suoi pensieri sulla pietra, la quale iniziò a tremare, mentre piccole schegge di pietra saettavano nell'aria, impattando contro le pareti.
    Con un forte stridìo, la pietra luminescente si mosse e lentamente si staccò dal terreno, lasciando al suo posto una voragine, dalla quale si intravvedeva la piccola sala sottostante.
    La lupa rimase a bocca aperta mentre guardava quella grande pietra fluttuare nell'aria di fronte a lei, illuminando tutta la zona circostante con la sua tenue luce.
    Lentamente, preceduta dal masso, Aika uscì dalla caverna con il branco al seguito.
    Appena tutti furono fuori, la lupa indirizzò un raggio mentale verso la vasta pianura antistante; doveva mettersi in contatto coi demoni che attendevano notizie.
    Improvvisamente Shruykan e Uthrax si materializzarono di fianco alla grande pietra.
    -Ottimo lavoro Aika, lo terremo in considerazione e tu ne sarai premiata; adesso conduci il branco e la pietra alla fortezza, poi attendi il nostro ritorno; abbiamo un esercito da creare e il passaggio da riaprire.-
    La lupa chinò il capo senza parlare.
    I demoni appoggiarono le zampe sulla grande pietra e l'onda d'urto provocata da quell'esplosione di energia atterrò tutto il branco.
    Potentissime scariche elettriche saettarono nell'atmosfera, seguite da un cupo rombo mentre le criniere dei leoni demoniaci venivano sconvolte e agitate dal potere di quel masso.
    Improvvisamente tutto cessò, i demoni rimasero seduti immobili di fianco alla pietra fluttuante, come se nulla fosse accaduto.
    -Aika, porta il branco alla fortezza.-
    Uthrax stava volgendo il capo in direzione del demone nero, con lentezza quasi innaturale.
    -Abbiamo immagazzinato una quantità incredibile di energia, saremo di ritorno non appena avremo spazzato via quei due traditori.-
    Detto ciò, i demoni svanirono e tutto tornò come prima.
    La lupa si mise in marcia, seguita dalla pietra e subito dietro, dal branco.
    Jormungr incrociò per un attimo lo sguardo della compagna, il muso della leonessa era completamente rigato dalle lacrime e lo sguardo era fisso a terra.
    La rabbia gli ribolliva in corpo ma non poteva ribellarsi a quel volere; nessuno era in grado di farlo.
    “Miremel ti proteggerò, vedrai; nessuno ti farà del male, te lo prometto!”
    Avrebbe voluto urlarlo al mondo intero, ma riuscì soltanto a pensarlo.
    Pochi istanti dopo, i demoni giunsero nel piccolo spiazzo dove giacevano i corpi dei due leoni assegnati precedentemente ad Aika per il suo sostentamento.
    -Sappiamo cosa fare, dobbiamo solo aspettare che arrivino, sono a poca distanza.-
    -Si lo so Shruykan, ho avvertito la loro presenza.-
    Il demone bianco osservò stancamente ciò che lo circondava.
    -Abbiamo accumulato in pochissimi istanti una quantità talmente grande di energia che saremmo in grado di combattere contro un esercito intero, quei due non hanno scampo questa volta.-
    Detto ciò scomparvero e nello stesso istante, i corpi dei due giovanissimi leoni deceduti da tempo ormai, sussultarono.
    Il giorno stava avanzando, ormai la mattinata era a metà, i raggi solari illuminavano quella piccola oasi, riscaldando l'aria.
    Una coppia di farfalle stava giocando attorno a un fiore giallo, volteggiando una attorno all'altra, rincorrendosi in quella che sembrava una danza a mezz'aria mentre un cardellino cinguettava allegramente su di un ramo a poca distanza.
    Il robusto becco si muoveva velocemente mentre veniva intonata la sua melodia, il capo rosso e bianco ruotava per meglio osservare il territorio circostante mentre le piccole ali gialle e nere si aprivano e chiudevano a scatti, velocemente.
    Improvvisamente il volatile spiccò il volo e nel mentre comparvero i leoni demoni.
    Lentamente, a passi misurati, il demone ocra e la compagna si avvicinarono ai corpi distesi a terra.
    -Occhi aperti Loynaar.-
    -Ho notato, è strano però che in tutto questo tempo nessun mangia carogne abbia approfittato di loro.-
    I demoni esplorarono l'area circostante con il loro potere mentale.
    Tentacoli di energia esplorarono l'area, insinuandosi in ogni anfratto, nulla venne tralasciato, tranne che la coppia di leoni privi di vita.
    La coppia di demoni tornò a occuparsi dei leoni a terra.
    -E' giunta l'ora di vedere se celano al loro interno ancora dell'energia demoniaca, è l'unica spiegazione al perché i loro corpi sono ancora intatti.-
    Rasur chiuse gli occhi e indirizzò il suo raggio mentale verso la coppia di leoni.
    “Sorpresa Rasur!”
    Il demone ocra spalancò gli occhi e nello stesso istante un lampo di energia impattò violentemente contro il suo torace, scaraventandolo a una decina di metri di distanza.
    Loynaar non era riuscita ad intervenire in tempo, ma si stava comunque scagliando contro quell'invisibile avversario.
    Qualcosa la afferrò da dietro, atterrandola e immobilizzandola a terra.
    Qualcosa che la stava stringendo con inaudita potenza al collo, qualcosa che le lacerava le carni.
    Riuscì appena a vedere alle sue spalle una nera figura.
    In quell'istante, il demone ocra si rialzò sulle quattro zampe e di fianco alla leonessa distesa a terra, oltre che al demone nero, si materializzò anche il demone bianco.
    -Shruykan! Uthrax! Lasciatela immediatamente!-
    Il demone bianco prese ad avanzare lentamente verso Rasur, il quale assunse una posizione di difesa.
    -Vedi, dall'ultima volta che ci siamo incontrati, il nostro potere è aumentato vertiginosamente, ma il vostro, Rasur, mi pare che sia sempre lo stesso.-
    Il demone bianco scomparve e riapparve nello stesso istante alle spalle del demone ocra.
    Rasur scartò di lato e nello stesso istante le possenti mascelle di Uthrax si serrarono a pochi millimetri dal suo collo.
    -Non opporre resistenza, non serve a nulla, accetta la sconfitta e muori.-
    Il demone ocra ringhiò ferocemente mostrando la sua chiostra di zanne.
    -Mai!-
    Loynaar era distesa a terra, mentre Shruykan la stava violentemente azzannando al collo.
    Il demone nero era dotato di una dentatura spaventosa, formata esclusivamente da soli canini, i quali si incastravano perfettamente gli uni tra gli alti, una dentatura creata per dilaniare e tranciare di netto qualsiasi cosa addentasse.
    Il demone nero lanciò in aria la leonessa per poi colpirla violentemente e scagliarla a terra.
    Quella distrazione costò un notevole prezzo a Rasur, il quale subì un potente morso alla schiena da parte del demone bianco, e si trovò immobilizzato anch'egli a terra, di fronte alla leonessa.
    Entrambi si stavano guardando negli occhi, le loro menti riuscirono a unirsi.
    “Rasur, mi dispiace, non sono stata abbastanza veloce.”
    “Non fartene una colpa Loynaar, non avremmo potuto fare nulla contro di loro, sono diventati troppo potenti per noi.”
    “Avevamo molte speranze, non siamo riusciti ad istruire i piccoli, nessuno riuscirà a salvarsi, purtroppo, è la fine, sia per noi che per tutti.”
    “Abbiamo fallito entrambi.”
    La leonessa tacque per un istante.
    “Rasur, forse non è ancora detta l'ultima parola!”
    “Che vuoi fare Loynaar?”
    “Appena la presa si allenta, fuggi più velocemente possibile, fidati di me!”
    Le possenti mascelle del leone nero si stavano serrando sempre più sul collo della leonessa, da li a poco sarebbero riuscite a staccargli la testa di netto.
    Fulmini azzurri saettarono dagli occhi della leonessa con una velocità e potenza tale da quasi non essere visti; la stretta sul corpo di Rasur si allentò e questi riuscì a liberarsi, e trasformandosi in sfera luminosa prese a fuggire.
    Il tempo si fermò.
    “Loynaar, avanti! Scappa!”
    La leonessa sorrise malinconicamente, rimanendo in contatto mentale col suo compagno.
    “No Rasur, se scappo anche io, ci prenderanno e sarà finita davvero, ma se tu porti avanti gli insegnamenti dei piccoli, ancora una speranza c'è.”
    “Non fare la cocciuta proprio adesso! Andiamo!”
    “Ascoltami Rasur, le mie ferite e la mia poca energia, mi impedirebbero di viaggiare, potrei spostarmi non di molto.”
    “Te la fornirò io! Dai! Muoviti!”
    La leonessa sorrise nuovamente.
    “No, c'è rimasta una sola speranza, e quella speranza la devi coltivare e portare a termine tu, Rasur.”
    “Smettila e muoviti! Adesso!!”
    “Sai, quando abbiamo trovato quel branco, io cercai nella mente di Miremel, e ci trovai amore, amore immenso nei confronti del compagno, Jormungr, se avrai fortuna e riuscirai a tornare da loro, chiedi di poter esplorare la sua mente per capire di cosa sto parlando, so che non capisci adesso, però so che dopo lo capirai, e credo di condividere quell'amore sai? Si, credo di condividerlo... Per te...”
    Detto ciò, la leonessa demone interruppe il contatto mentale col compagno.
    “LOYNAAR!!!! NOOOOO!!!!”
    Gli occhi blu intenso della leonessa persero immediatamente a loro lucentezza e divennero neri quasi istantaneamente, milioni di crepe pervasero il suo corpo, come terreno arido di deserto, dalle quali provenivano lampi di luce.
    Il corpo della leonessa esplose violentemente in un bagliore accecante, tutta l'energia in esso contenuta venne scagliata contro i demoni che scomparirono istantaneamente come fossero stati vaporizzati.
    Rasur viaggiava velocemente allontanandosi da quel posto mentre veniva urtato da quell'improvvisa esplosione di energia.
    Viaggiò velocemente, fermandosi ai piedi della montagna, privo ormai di forze per poter arrivare alla grotta.
    Assunse nuovamente la sua forma animale e si accasciò all'inizio del sentiero perdendo i sensi.
    Lento, il giorno trascorse, una lieve brezza costante agitava le piante ai piedi della grande montagna, in lontananza erano appena visibili due sagome che si stavano avvicinando velocemente.
    -Accidenti Tuhuma! Sono stanchissimo! È da questa mattina che corriamo! Domani dormirò tutto il giorno!-
    -Anche io sono stanchissimo, ma è il nostro allenamento.-
    -Vorrei che finisse presto perché davvero non...-
    Il piccolo lupo azzurro smise di parlare e si fermò, imitato dal giovane leone.
    -Lo vedi?-
    Leone e lupo erano fermi immobili, uno di fianco all'altro e stavano osservando una sagoma ai piedi della montagna.
    -Avanziamo lentamente finché non capiamo, e attenzione alle imboscate e gli attacchi mentali.-
    -Devo fare attenzione anche a qualcosa d'altro?-
    Tuhuma guardò storto il piccolo lupo.
    -Spiritoso... Fai attenzione!-
    I due cuccioli presero ad avanzare lentamente, distanziandosi tra loro di circa venti metri
    A passi lenti e misurati, i due piccoli, lentamente, si avvicinarono al corpo immobile disteso a terra; poi Tuhuma si arrestò.
    -RASUR!-
    Entrambi i piccoli presero a correre in direzione di quel corpo immobile e in pochi attimi lo raggiunsero.
    -Guarda! È sfinito! Non ha più energie!-
    -Che possiamo fare Tuhuma?-
    Il piccolo leone volse lo sguardo verso la montagna.
    -Dobbiamo portarlo dalla pietra e alla svelta!-
    -Da soli non ce la faremmo mai! Vado a chiamare aiuto, tu aspetta qui!-
    Iorody imboccò il sentiero che conduceva alla grotta, correndo a perdifiato finché non scomparve alla vista del leone, il quale si sedette vicino, in attesa di aiuto.
    Passò circa un'ora quando il piccolo lupo azzurro ghiaccio fu di ritorno.
    -Non c'è più nessuno!-
    Il sangue gelò nelle vene del giovane leone.
    -Come non c'è più nessuno... Dove sono andati?-
    -Non lo so! La grotta è deserta!-
    -Accidenti! Abbiamo perso tempo inutilmente! Iorody aiutami! Dobbiamo portare Rasur alla pietra il più velocemente possibile!-
    I due piccoli guerrieri riuscirono a sollevare il leone demone e a posizionarsi sotto il torace, prendendo ad avanzare lungo il sentiero che si arrampicava ripido sul fianco della montagna.
    Fecero poca strada quando tutta la stanchezza degli allenamenti del giorno si fece sentire.
    La vista iniziava ad annebbiarsi ad entrambi mentre il loro respiro si faceva pesante, l'aria usciva sibilando dai loro piccoli polmoni che lavoravano incessantemente e velocemente come mantici.
    Iorody cadde a terra esausto, lasciando improvvisamente tutto il peso sulla schiena di Tuhuma che per poco non rimase schiacciato.
    -Scusa ma non ce la faccio più.-
    Il piccolo leone non riusciva più a distinguere le forme che aveva di fronte, aveva la sensazione che la testa gli scoppiasse.
    Improvvisamente tossì, sputando un grumo di sangue.
    -Tuhuma stai bene?-
    Chiese il piccolo lupo preoccupato.
    -Si, sto bene Iorody, ma non riuscirò a trasportare Rasur, devo riposare e anche tu, appena staremo un pochino meglio, riprenderemo la risalita.-
    Il lupo azzurro annuì e si sdraiò in una piccola conca del terreno, imitato dall'amico.
    La stanchezza li sopraffece in brevissimo tempo, entrambi persero i sensi quasi istantaneamente.
    Il giorno passò senza che i tre avessero ripreso conoscenza, così come la notte seguente.
    Fu Tuhuma che all'alba del giorno dopo si svegliò per primo.
    -Accidenti! Iorody sveglia presto! Dobbiamo andare!-
    Il piccolo leone stava scuotendo l'amico ancora addormentato, e in breve tempo il piccolo lupo si svegliò.
    Iorody era più piccolo di statura rispetto a Tuhuma, ed era quest'ultimo a doversi sobbarcare maggiormente il peso di Rasur durante l'ascesa.
    -Siamo appena a metà! Dobbiamo sbrigarci!-
    -Tuhuma, più di così non possiamo fare.-
    -Lo so ma..-
    Il giovane leone scivolò e tutto il peso del demone ricadde su di lui.
    Un urlo di dolore seguito da uno schiocco immediato, come lo spezzarsi di un ramo, echeggiarono per il fianco della montagna.
    Il piccolo lupo scostò immediatamente il corpo inanimato del demone da sopra all'amico, che rimase a terra con gli occhi stretti in una smorfia di dolore.
    -La zampa! Credo di essermela rotta! Che male!-
    Il piccolo lupo osservava la veridicità di quella affermazione; la zampa anteriore destra di Tuhuma era ruotata verso l'esterno di un quarto e stava gonfiando a vista d'occhio.
    -E adesso?-
    Il piccolo leone digrignava i denti dal dolore mentre si sforzava a parlare.
    -Adesso dovrai portare tu Rasur in cima e da solo, io non posso più aiutarti, prima gli forniamo energia per riprendersi, prima mi guarisce la zampa, prima capiamo cosa sta succedendo!-
    Il piccolo lupo azzurro annuì e si caricò immediatamente il demone sulla schiena, mentre il giovane leone si stava alzando.
    Tuhuma era costretto a saltellare con l'anteriore, ma a ogni scossone, saette di dolore gli percorrevano la schiena piantandosi violentemente nel cervello; l'amico avanzava lentamente, ma era costretto a fermarsi spesso a causa del sentiero dissestato e della stanchezza.
    In due giorni di viaggio dopo quell'incidente non avevano percorso neppure tre quarti di ascesa e Rasur non accennava a dare segni di vita.
    Improvvisamente il piccolo lupo guaì e si accasciò a terra.
    -Che ti succede Iorody?-
    Chiese il giovane leone allarmato.
    -Nulla Tuhuma, devo solo riposare un pochino.-
    Il leone si avvicinò lentamente saltellando per non poggiare l'arto fratturato a terra.
    -Hai delle ferite profonde sulle zampe!-
    -Non è nulla, davvero; mi devo solo riposare un pochino.-
    “Temo che non riusciremo a salvarti, Rasur... Mi dispiace amico mio...”
    Pensò tra se Tuhuma, poi sprofondarono nuovamente nel sonno profondo.
    La sera del terzo giorno di ascesa aveva fatto la sua comparsa con un improvviso calo di temperatura e Tuhuma si svegliò improvvisamente percorso da un brivido di freddo.
    -Iorody, sveglia, dobbiamo andare!-
    Il piccolo lupo aprì lentamente gli occhi.
    -Non riesco Tuhuma.. Non posso trasportarlo.-
    Il giovane leone abbassò lo sguardo a terra e sussurrò con un filo di voce.
    -Lo so, dobbiamo lasciarlo qui e andare a ripararci se non vogliamo morire anche noi di freddo.-
    Le lacrime solcarono il piccolo muso di Iorody.
    -Come possiamo fare una cosa simile Tuhuma...-
    -E' necessario Iorody; purtroppo è necessario.-
    -MA IO TI CE LO HO DETTO CHE CI SENTO VOCI QUI!!! CI CI !!! CE LO CIO'!!-
    Entrambi i cuccioli si voltarono immediatamente in direzione di quella voce squillante e si trovarono di fronte un giovane leone dal manto scuro che li stava osservando con espressione stupita sul muso e grandi occhi spalancati.
    -E tu chi sei?-
    -Io ci sono Furyjon! Ci! E tu chi sei?-
    -...Vervada sappi che io lego adesso!-
    -E dai Werrin! È un cucciolo! Ha soltanto voglia di gioc....-
    La leonessa guaritrice trasalì trovandosi di fronte i due cuccioli e il demone ocra, tutti quanti a terra immobili e in pessime condizioni.
    -E voi cosa ci fate qui? Cosa sta succedendo?-
    Tuhuma si rivolse al gruppo digrignando i denti a causa del dolore.
    -Stavamo rientrando dall'allenamento quando abbiamo trovato Rasur in queste condizioni, dobbiamo portarlo immediatamente dalla pietra!-
    -Perché non avete chiesto aiuto al branco?-
    -Perché il branco è scomparso! Sono spariti tutti!-
    L'incredulità si impadronì all'istante dei nuovi arrivati.
    -Come sarebbe a dire che sono spariti tutti quanti...-
    -Vedrete voi stessi, adesso dobbiamo andare! Non so quanto riesca a resistere ancora Rasur così!-
    Il piccolo leone si voltò per riprendere l'ascesa quando una fitta improvvisa gli fece perdere l'equilibrio facendolo cadere a terra rovinosamente.
    La zampa spezzata di Tuhuma impattò violentemente contro il terreno e un dolore sordo, immenso, pervase il corpo del piccolo leone.
    Tuhuma trattenne il respiro, l'aria si rifiutava di entrare nei piccoli polmoni, poi tutto si fece nero; perse i sensi a causa del dolore.
    -Accidenti! Roy, Werrin presto! Dobbiamo portarli immediatamente nella grotta prima che il tempo peggiori!-
    I due leoni si avvicinarono immediatamente.
    -Va bene Vervada, Roy tu trasporta Rasur, io mi occuperò dei piccoli!-
    -Ma si ci sono fatti la bua?- disse il giovane leone dagli occhi verde-blu mentre si stava avvicinando al demone ocra disteso a terra.
    -Si Furyjon, adesso andiamo alla grotta, così li curiamo.-
    -Poverino... ecco... mi ci dispiace...-
    Il giovane leone assunse un'espressione triste poi piano piano allungò una zampa fino a sfiorare la fronte del demone.
    -Furyjon allontanati che dobbiamo andar...-
    Un lampo improvviso di energia si trasmise tra i due da quel semplice contatto, Rasur ebbe un sussulto mentre il giovane leone si sedette tremante in un angolo.
    -Furyjon! Stai bene?-
    -Ci sono stanco... ecco...-
    Gli occhi del leone erano divenuti completamente grigi.
    -Credo che ci dovrai parecchie spiegazioni in futuro, adesso mettiamoci in marcia.-
    -Ci, poi ti ce lo dico, adeccio nu però...-
    Sender si avvicinò al giovane leone ansimante.
    -Ce lo dirai poi, ora devi riposarti; ce la fai a camminare fino alla grotta?-
    -Ma iu ci sono tanticcimo stanco... ecco...-
    Disse assumendo un'espressione triste, come un cucciolo che viene sgridato dai genitori per qualche marachella combinata.
    -Se ce la fai, poi ti faremo tante coccole.-
    Disse la leonessa sorridendo.
    Il giovane leone sollevò a fatica la testa.
    -Iu ci provo, ma nu so... io ci sono miciu stanco.. ecco...-
    Werrin si avvicinò al duo.
    -Furyjon, ascolta, fai quello che riesci a fare, piano piano, io porto Rasur nella grotta e poi torno subito a prenderti.-
    Il giovane leone si volse verso il leone marroncino di fronte.
    -Mi ci porti davvero tu?-
    -Si ti porto io.-
    Disse Werrin sorridendo.
    -Ma se mi ci porti tu, poi mi ci fanno lo stesso le coccole?-
    Furyjon cambiava continuamente espressione, da stupito a triste, da incredulo a serio, era riuscito a farsi voler bene ed entrare nelle simpatie di tutti in brevissimo tempo.
    -Ma si che te le fanno lo stesso le coccole!-
    -Allora ci provo!-
    Disse sorridendo, mentre Vervada si stava avvicinando.
    -Furyjon, ma stai bene? Sei sicuro?-
    Il giovane leone si fece pensieroso, poi dopo poco rispose.
    -Ci sono solo stanco... ecco...-
    -Va bene, noi andiamo, Sender, rimani qui con lui.-
    La leonessa annuì alla sorella, entrambe avevano notato gli occhi completamente grigi del giovane leone ed erano molto preoccupate per quel cambiamento improvviso.
    Roy si occupò del demone, caricandoselo sulle possenti spalle mentre Werrin trasportò i piccoli, chiudeva la fila Vervada che li seguiva a breve distanza.
    I leoni scomparvero velocemente alla vista, risalivano in sentiero al piccolo trotto nonostante il peso che gravava su di loro.
    -Furyjon, te la senti di fare qualche passo?-
    Il giovane leone aveva il muso rivolto a terra.
    -Ci, ma ci andiamo piano piano.-
    -Si piccolo, piano piano, e quando sei stanco ti fermi.-
    -Allora mi ci fermo adeccio!-
    La leonessa sorrise.
    -Dai, adesso no, tra un pochino semmai.-
    -Se mi ci coccoli un pochino, mi ci fermo un pochino dopo!-
    La leonessa sorrise nuovamente.
    -Ma sentilo! Va bene, ma solo pochino però.-
    Sender si affiancò al piccolo leone e strofinò la testa contro quella di lui, seguendo i lineamenti del muso, inclinando leggermente il capo e socchiudendo gli occhi, poi si sedette di fronte al giovane leone sorridendo.
    -Furyjon, sei in estasi? Hai un'espressione inebetita incredibile!-
    -Ma mi ci piacciono le coccole!-
    -Ma me ne sono accorta!-
    Disse la leonessa ridendo divertita.
    -Dai, adesso andiamo, prima che il tempo peggiori.-
    Il giovane leone si alzò e cominciò la risalita, trascinando le zampe a terra; non gli era possibile nascondere tutta la stanchezza che aveva in corpo.
    Nel mentre Roy, Werrin e Vervada erano arrivati all'imboccatura della caverna.
    Werrin lasciò i piccoli all'ingresso della caverna adagiandoli delicatamente a terra.
    -Vervada torno a prendere Furyjon, tra poco sarò qui.-
    La leonessa annuì.
    -Va bene, intanto noi entriamo.-
    Detto questo, il leone si voltò e discese il sentiero in piena corsa.
    Velocissimo scomparve alla vista e dopo una decina di minuti raggiunse Sender e il giovane leone che lentamente stava arrancando per il sentiero.
    -Eccomi, adesso ti porto io sulle mie spalle.-
    Werrin ansimava leggermente mentre parlava.
    -Ma ci sei stanco anche tu!-
    -Un pochino si, ma tu lo sei di più, dai Furyjon, vieni che ti porto io adesso.-
    Il giovane leone si sedette mentre guardava il leone marroncino di fronte a lui.
    -Cugia...-
    Disse sottovoce con espressione triste sul muso.
    -Scusa? Per cosa?-
    Werrin guadava incredulo il giovane leone.
    -Pecchè iu ti ci ho detto che ci sei cattivo e prepotente... ecco... -
    -Ma piantala Furyjon! Lo avrei detto anche io, sai? Mi sono comportato male e me lo sono meritato!-
    Il leone prese a singhiozzare e di slancio abbracciò il collo del leone marroncino, piangendo.
    -Tu ci sei buono! Ecco! E iu ti ci vojo bene e ti ci sono amico!-
    Sender a quella scena inclinò leggermente la testa di lato, e sorridendo esclamò
    -Ma che tenero!-
    Werrin invece non sapeva assolutamente come comportarsi, Furyjon lo stava abbracciando e stava piangendo, sentiva chiaramente che le lacrime gli stavano inzuppando il manto; era imbarazzatissimo.
    -Se ti vedesse Vervada...-
    Disse in modo appena percettibile la leonessa.
    -Furyjon, dai... Non fare così... Anche... anche io ti voglio bene e sono tuo amico; basta dai...-
    Il giovane leone si distaccò leggermente mantenendo comunque quell'abbraccio.
    -Ma davvero davvero mi ci vuoi bene?-
    -Davvero davvero.-
    Werrin sorrideva mentre l'espressione triste del giovane leone si trasformava in un sorriso smagliante.
    -Andiamo adesso Furyjon, ci stanno aspettando nella grotta.-
    Detto ciò, Werrin si caricò il giovane leone sulle spalle e iniziò a salire rapidamente lungo il sentiero seguito da Sender.
    In breve tempo arrivarono di fronte all'ingresso della grotta, ma il giovane leone preoccupava i due; non parlava ed era rimasto per tutto il tempo della risalita con il muso appoggiato al fianco di Werrin.
    In quell'istante Roy stava uscendo, era terrorizzato, come se la morte lo avesse sfiorato.
    -Siamo in una marea di guai.-
    -Roy che sta succedendo? Cosa c'è?-
    -Il branco... E' scomparso.-
    -Come sarebbe a dire che è scomparso?-
    -E assieme al branco, è scomparsa anche la pietra lunare.-
     
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