The Warrior in the Kaos

what if... e se un umano cambia le sorti delle terre del branco?

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  1. Simba (Cucciolo)
     
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    aaah! Quindi Scar è malvagio come nel film.. forse un po meno non pensavo che comunque mirasse a comunquistare le terre del branco in questa ff beh pare che ci sarà da divertisi ^^ chissà che sorpresa ha in mente scar per morani non vedo l'ora di scoprirlo ^^ :)
     
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    Due cap distanti un mese l'uno dall'altro, stai migliorando XD cmq bello anche questo capitolo, a quanto pare Morani si è già fatto dei nemici anche se francamente mi lascia un po' perplesso il comportamente di Scar, adesso vuole tirarsi indietro ma non credo che alla fine rinunci a diventare re. Aspetto il seguito ;)
     
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  3. .:Jenny:.
     
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    Bella la prima parte! :woot:
    Sono curiosissima di vedere come va avanti... aggiorna presto!!! ;)
     
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    Sapevo che Somoya non ci avrebbe delusi!
    Aspetto la seconda parte!
     
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  5. Somoya
     
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    CITAZIONE
    chissà che sorpresa ha in mente scar per morani non vedo l'ora di scoprirlo ^^ :)

    hehehehehe

    CITAZIONE
    francamente mi lascia un po' perplesso il comportamente di Scar, adesso vuole tirarsi indietro ma non credo che alla fine rinunci a diventare re.

    e ragazzi... scar vi stupirà ù.ù


    CITAZIONE
    Bella la prima parte! :woot:
    Sono curiosissima di vedere come va avanti... aggiorna presto!!! ;)

    CITAZIONE
    Sapevo che Somoya non ci avrebbe delusi!
    Aspetto la seconda parte!

    vi ringrazio tutti ragazzi^^ e scusatemi il ritardo, ma ora posto! :D

    Chapter 16 (Doubts and Dreams) (parte 2)

    Usci dal Cimitero degli Elefanti con più dubbi di prima.
    La strada per la sua grotta fu dura, la mente di Scar era gravata dai dubbi, sentiva il bisogno di parlare con qualcuno, e chi meglio della sua compagna poteva consigliarlo?
    Entrato nella grotta, vide la leonessa con la striscia scura sul capo assopita vicino a una zampa semi spolpata di un qualche erbivoro, si avvicinò in silenzio e strappò la carne fino a ripulire l'osso, nel mentre Zira aprì gli occhi -Scar, sei tornato finalmente- disse avvicinandosi al leone, si strusciò contro di lui per tutta la lunghezza del corpo fino a sfiorargli il muso con la coda. Scar assaporò quelle sensazioni e quegli odori, amava quella leonessa più della sua stessa vita, lei emise delle fusa ma Scar non le ricambiò, era nervoso, Zira lo capì e gliene chiese il motivo. Scar le parlò del suo incontro con le iene, dei suoi dubbi, la leonessa sapeva poco dei piani del compagno, non era particolarmente entusiasta ma non era nemmeno particolarmente contraria, lei voleva solo che Scar fosse felice, ed era disposta a seguirlo fino alla morte.
    -Ma cosa desideri realmente tu, Scar?- chiese seria la leonessa. Il leone la guardò sconsolato -Tante cose Zira… da cucciolo volevo solo essere libero e indipendente, da adolescente volevo andarmene e creare un branco tutto mio… ma non ne ero in grado purtroppo, e questa lo dimostra…- disse con un ringhio passandosi una zampa sulla cicatrice, Zira lo ascoltò in silenzio mentre riprendeva a parlare, -…adesso potrei anche farlo, ma vorrebbe dire costringere te e Azra a cambiare vita, a seguirmi nell'ignoto… il fatto è che non ho mai sopportato il dover prendere ordini, anche quando era mio padre a darmeli…- abbassò lo sguardo e rimase a rimuginare per alcuni minuti.
    Nella grotta calò il silenzio, la leonessa avvicinò il muso a quello del leone, questo alzò gli occhi -Il dilemma è questo: da un lato voglio dare a te e ad Azra il potere e il rispetto che meritate, io stesso non voglio più essere solo e semplicemente un leone del branco, ma per farlo devo uccidere mio fratello… dall'altro, per quanto mio fratello sia un energumeno insopportabile, per quanto il suo modo di fare mi infastidisca… è sempre mio fratello e non vorrei fargli del male, ma se non lo faccio mi tocca andare via dalle Terre del Branco, e i problemi rimangono- disse meditabondo, ora fu Zira a parlare -Stiamo davvero cosi male Scar? Io ero una nomade so che significa, da un lato è vero che si è liberi di fare ciò che si vuole, ma dall'altro… privazioni, abusi… ne vale davvero la pena? E poi cosa dovrebbe pensare Uru?- il tono di Zira era piatto, come se stesse facendo una considerazione oggetiva, Scar a sentire il nome della madre e al solo pensiero di farla soffrire ebbè una fitta al cuore, la compagna continuò con tono più dolce -In ogni caso sappi che io sarò sempre al tuo fianco, qualunque sia il tuo sogno, qualunque sia la tua ambizione…- avvicinò il muso all'orecchio del leone -…dopotutto cosa può esserci di più folle del nostro amore?- chiese sensualmente. Scar senti un fuoco che lo pervase, cancellando le sue preoccupazioni, con una zampa ribaltò la leonessa, che non fece resistenza, e la leccò in viso. Continuarono a scambiarsi effusioni e promesse di fedeltà e grandezza cavalcando l'onda della loro selvaggia lussuria.

    non succede molto, ma ho cercato di mettere in chiaro (per quanto possibile XD) la tempesta di pensieri nella mente di Scar, bè ditemi quello che pensate^^
     
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    O mon... DIEU!
    Brivido!
    Finale intenso!

    Scar che ci ripensa... mmmh...
    Potrebbe come non potrebbe...

    Dì la verità, Somoya!! Ti stai divertendo a tenerci sulle spine, VERO??
    You're sooooooooooooooo mean!
     
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    Effettivamente non succede molto, il cap è un po' corto cmq apparte questo è mitica la fine, misà che qui una bella L***N ci sta mooolto bene ^^
    Aspetto il seguito non tardare però ;)
     
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  8. Somoya
     
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    grazie ragazzi, fa piacere ricevere commenti ^^ specialmente se positivi:D

    bè diciamo che il mistero e il dubbio sono componenti importanti in questa fanfiction ^^

    domani posto un altro mezzo capitolo :D

    vi dico subito che il cap 17 sarà mooolto adranalinico XD
     
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  9. Somoya
     
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    perdonate il doppio post ma è il momento di postare!!!

    vi avviso subito che state per fare un viaggi nella psiche del nostro morani ^^

    Chapter 17 (One Step from Hell) (parte 1) , per gli anti inglesi "A un Passo dall'Inferno"

    Tre giorni dopo la sua visita alle iene Scar avevo preso una decisione.
    Sulla maestosa Rupe dei Re le leonesse si dividevano in squadre per la caccia, quel giorno Morani vollè cacciare per conto suo, disse alle altre che sarebbe andato verso le Terre di Nessuno a Sud-Est.
    Il giovane corse verso il confine, con due dardi in mano, l'atl atl nella cintura e una delle sue reti sulle spalle; la stagione delle piogge era alle porte, l'erba era secca, e la terra dura, ma già nell'aria si sentiva una brezza umida.
    Più che una vera caccia era una pausa per rilassarsi da solo, come era abituato a fare ogni qual volta voleva stare solo a pensare o anche a misurare il livello raggiunto dalle sue doti venatorie.
    Dopo aver corso per un paio di ore a velocità moderata e aver superato i territori di caccia si fermò, era arrivato al confine, quello stesso confine da cui era arrivato, oltre l'insidioso fiume, dove riposavano i resti del suo monomotore, in attesa di cadere nell'abbraccio della ruggine. Con la coda dell'occhio vide una lepre che usciva dalla sua tana, al di sotto di un albero spoglio, si accucciò a terra lentamente raccolse un sasso nella mano sinistra e si risollevò ancora più lentamente, aspettò, la lepre, non essendosi avveduta del pericolo, saltellò per un paio di metri dando la schiena a Morani, in un attimo questo si girò e lanciò il sasso con un solo movimento, colpi la lepre alla schiena uccidendola all'istante.
    Spolpò gli ultimi resti di carne e spezzò le piccole ossa per succhiarne il midollo, poi seppellì le interiora sotto terra, lì vicino aveva appoggiato la pelle del piccolo roditore "Ci farò una scarsella, è inconcepibile che dopo tutti questi mesi il mio unico borsello sono queste tasche sfondate, e devo anche adoperare al meglio tutte le pelli dei grossi erbivori" pensò guardando quel poco che rimaneva dei jeans.
    Si sdraiò su una grande roccia piatta, mettendosi in ascolto, udì il cinguettio di alcuni uccellini in lontananza, il frusciare del vento tra l'erba, c'era una grande quiete in quel posto, alzò lo sguardo al cielo, era terso e limpido, solo qualche nuvola lo occupava. Ben presto chiuse gli occhi cullato soffio del vento.
    Il suono cupo e prolungato del corno di guerra e grida feroci lo svegliarono, balzò in piedi, non era più nelle Terre del Branco: il cielo era nero e tempestoso, la terra sotto i suoi piedi era zuppa di sangue, tutto intorno a lui era un inferno, una moltitudine di guerrieri si davano battaglia, in mezzo alla pioggi battente e al putiferio non si distinguevano bene, cosa certa era la loro furia, le loro imprecazioni e la loro ferocia. "Un'altro dei soliti sogni" pensò Morani, i nemici non sembravano accorgersi di lui, era come se fosse uno spettro, spettatore invisibile di antiche battaglie avvenute chissà dove e chissà quando. Ma a differenza delle altre volte non era insensibile agli eventi, sentiva la pioggia sulla pelle, le fredde sferzate del vento, l'umidità del fango sotto i piedi.
    Un maestoso fulmine squassò la terra e illuminò il campo di battaglia, in mezzo alla mischia vide lo scintillio d'oro di una panoplia, e uno scudo che conosceva fin troppo bene.
    Si avvicinò verso la figura, passando in mezzo ai fantasmi del passato, vide teste staccate, arti mozzati, viscere sparse, ma non si impressionò, aveva fatto sogni peggiori; purtroppo stavolta il sogno era fin troppo reale.
    Morani ricevettè un poderoso urto, caddè con il viso nel fango sanguigneo, seguendo l'istinto si gettò subito di lato, una grossa ascia si abbatte sul punto dove si trovava un'attimo prima, si alzò con un colpo dei reni e si trovò faccia a faccia con un colosso, questo lo colpì con il gigantesco scudo al viso, il giovane indietreggiò stordito ma non caddè, senti il suo sangue scendere dal labbro spaccato, sentiva dolore, molto dolore, "Dannazione nemmeno se fossi stato sveglio" pensò guardando il nemico, era un gigante irsuto che lo sovrastava di una testa, superava i due metri, nella destra aveva una grossa ascia bipenne, nella sinistra imbracciava un grosso scudo a torre di legno massiccio alto più di Morani, indosso aveva una brigantina (corazza di cuio rinforzata con strisce d'acciaio), solo la grossa testa butterata era scoperta; guardo se stesso: era disarmato, senza difese, praticamente nudo.
    "Ma che sogno è? Come mai è cosi chiaro e dettagliato? E PERCHè NON RIESCO A SVEGLIARMI??" si chiese rabbioso stringendo con forza gli occhi mentre il nemico gli giraga attorno, quell'attimo di distrazione permise al nemico si calare l'ascia su di lui, indietreggiò, ma la lama lo colpì alla spalla, un onda di dolore lo attraversò. Decise di seguire il suo istinto, balzò come una fiera sul nemico riparato dallo scudo, gli sbattè contro, ma il suo pugno superò l'orlo della barriera percuotendo il cranio del nemico, facendolo indietreggiare. Con un muggito di rabbia il poderoso nemico caricò un colpo d'ascia ma mentre lo calava Morani si fece avanti, afferrò la mano del nemico, riuscendo a contrastare l'impeto dell'assalto, poi gli torse il braccio con forza facendo sfuggire l'arma di mano al nemico.
    Morani saltò e diede una testata in faccia all'avversario, poi lo caricò a testa bassa e lo placcò mandandolo a gambe all'aria, gli sali di sopra con tutto il suo peso, e cominciò a colpirlo con forza ma improvvisamente fu bloccato.
    Una serie di mani lo afferrò tirandolo via, lui urlò e si dimenò, ma molti avversari erano su di lui, pronti a trafiggerlo; poco prima del momento mortale, un lampo d'oro si abbattè su di loro.
    Un guerriero coperto da una panoplia d'oro colpì i nemici con la spada facendone scempio, mentre i loro colpi si infrangevano sul grande hoplon del medesimo metallo nobile, combatteva con incredibile destrezza e tecnica, Morani non aveva mai visto niente del genere.
    Dopo pochi minuti ai piedi del guerriero rimaneva oltre una dozzina di corpi straziati. Lui era illeso.
    Morani non senti più dolore e le ferite sparirono, il sogno stava tornando nei canoni per lui "normali", si alzò mentre il guerriero si girava verso di lui, l'armatura splendente lo faceva sembrare imponente e invincibile, si tolse l'elmo crestato, dei riccioli nerissimi scesere sulle spalle, il viso era cesellato, ornato di una barba nera ben curata, i tratti del viso erano fin troppo simili ai suoi, e gli occhi erano di un verde smeraldino; il guerriero gettò la spada a terra, sullo scudo c'era un sole istoriato in rilievo, sorrise e parlò con voce robusta -Se vuoi perpetrare il mio lignaggio Kleodaimos… è tempo che abbandoni l'abbraccio di Morfeo-, prima che il giovane potesse rispondere il guerriero gli porse l'elmo rovesciato, l'interno era pieno di braci ardenti, le gettò in faccia a Morani che gridò, poi il giovane cadde, avvolto da un doloroso calore, e si svegliò.
    Morani si alzò si scatto, strofino gli occhi doloranti, quando li aprì, vide un fronte di fuoco. La savana era in fiamme!

    bene, dopo il "rilassante" sonno XD, morani si sveglia nel mezzo di un'incendio, se la caverà? come è scoppiato l'incendio? e chi era il misterioso guerriero del sogno?? le risposte alla nella prossima puntata!!
    a voi il giudizio ^^ commentate numerosi!^^
     
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    Ecco finalmente il capitolo, è una mia impressione o ti stai velocizzando? XD il cap mi piace molto, soprattutto la parte iniziale, descritta molto bene, ma anche la parte finale mi lascia molto incuriosito. Penserei subito che è stato Scar ad appiccare l'incendio, ma sembrava troppo dubbioso.
    Per quanto invece riguarda la parte del combattimento voglio essere sincero, non mi è piaciuta molto, secondo me Morani dopo che un ascia bipenne gli ha maciullato la spalla non sarebbe stato in grado di combattere in quel modo, d'altra parte però è vero che è un sogno e forse anche per questo lo ha battuto con facilità.
    Cmq aspetto il seguito^^
     
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  11. Somoya
     
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    CITAZIONE
    Ecco finalmente il capitolo, è una mia impressione o ti stai velocizzando? XD il cap mi piace molto, soprattutto la parte iniziale, descritta molto bene, ma anche la parte finale mi lascia molto incuriosito.

    grazie ^^, come vedi Morani ha incontrato in sogno uno peggio di lui XD

    CITAZIONE
    Per quanto invece riguarda la parte del combattimento voglio essere sincero, non mi è piaciuta molto, secondo me Morani dopo che un ascia bipenne gli ha maciullato la spalla non sarebbe stato in grado di combattere in quel modo, d'altra parte però è vero che è un sogno e forse anche per questo lo ha battuto con facilità.

    ti chiarisco subito i dubbi Thunder, allora tralasciando il fatto che è un sogno, e in un sogno può succedere di tutto, se ci hai fatto caso, prima di essere colpito morani è indietreggiato, quindi il colpo non ha spaccato l'osso in tronco, ciò non vuol dire che non abbia fatto danno, anzi; per il resto, non ha fatto poi molto, a messo sotto un'avversario, ma se non fosse stato un sogno molto probabilmente gli sarebbe andata molto peggio.

    CITAZIONE
    Penserei subito che è stato Scar ad appiccare l'incendio, ma sembrava troppo dubbioso.

    e chi lo sa? vi lascio con il dubbio XD

    ah, comunque, riferito al cap precedente
    CITAZIONE
    misà che qui una bella L***N ci sta mooolto bene ^^

    ci penserò XD
     
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    Sapevo che tramavi qualcosa, ma questo...!!!

    SEI UNICO, SOMOYA-SAN!!!! XD
     
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  13. Somoya
     
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    CITAZIONE
    SEI UNICO, SOMOYA-SAN!!!! XD

    Grazie Gaoh :D

    CITAZIONE
    Sapevo che tramavi qualcosa, ma questo...!!!

    hehehe, vedrai di peggio XD
     
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  14. Somoya
     
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    D'HO! nessun altro commento:/
    peccato vuol dire che dovrò fare un'altro doppio post!


    prima di postarvi la seconda parte è opportuno mettere una citazione del grande maestro :
    "La vita ci spezza tutti. Solo alcuni diventano più forti nei punti in cui si sono spezzati" [Cit. by Ernest Emingway]

    leggendo capirete tutto, e ora buona lettura!!^^, questo punto è una svolta importante!

    Chapter 17 (One Step from Hell) (Parte 2)

    Morani era talmente preso dal suo strano sogno che non aveva ascoltato i suoi sensi, ora si trovava con le fiamme praticamente addosso, tossì a causa del fumo denso, si guardò rapidamente intorno, il suo occhio fu catturato dalle acque torbide del fiume che si frapponeva fra le Terre del Branco e le Terre di Nessuno. Scattò verso l'acqua.
    Siccome il fiume nascondeva pericoli che lui conosceva bene, si gettò oltre l'alto bordo di terra, entrò dove l'acqua era bassa, raccolse il fango con le mani e se lo spalmò addosso, cercando di ricoprirsi tutto il corpo, poi risalì velocemente la china, e si trovò a essere lambito dalle fiamme, deviò verso destra e cominciò a correre con tutta la sua velocità, seguendo il corso dell'acqua.
    Le scintille lo accecavano, il fumo non gli permetteva di respirare, eppure continuava a correre alla massima velocità, saltando o aggirando gli ostacoli, le fiamme venivano spinte dal vento verso di lui, ma lo strato di fango umido lo proteggeva dal calore intenso, permettendogli di ignorare la minaccia, almeno finche non si fosse asciugato del tutto.
    Continuò la sua corsa sfrenata cercando un varco tra le fiamme, l'alternativa era tuffarsi nel fiume, cosa che preferì davvero evitare. Improvvisamente il fiume curvò verso di lui, e il fuoco gli aveva tagliato la strada, non rallentò e si lanciò tra le lingue di fuoco.
    Alla Rupe dei Re nessuno si era accorto di quanto accadeva finche Zazu non piombò strillando e dando l'allarme, trovò Mufasa che spiegava ai cuccioli il significato del cerchio della vita, tra loro, oltre Simba, c'erano tutti i leoncini e anche Duma, il piccolo ghepardo, che ormai viveva vicino alla Rupe con la madre.
    Senza perdere tempo Mufasa affidò i cuccioli a due leonesse e ordinò a Zazu di andare ad avvisare le leonesse che erano in caccia, poi anche lui scese dalla Rupe inoltrandosi nella Savana.
    Il Re incontrò le leonesse che tornavano verso casa, Sarabi era tra loro. Il leone d'oro si avvicinò alla compagna, -Mufasa! Simba è alla Rupe vero?- chiese questa preoccupata, il Re annuì -Adesso è meglio andare, per fortuna il vento soffia verso le Terre di Nessuno- constatò mentre la brezza scompigliava la voluminosa criniera. Sarabi sgranò gli occhi -Morani! Era andato a caccia al confine delle Terre di Nessuno!!!- esclamò agitata, -Non temere, sa cavarsela troverà il modo di salvare la pelle, come sempre…- rispose Mufasa -No! Tu non andrai a cercarlo, andro io, è compito mio…- aggiunse leggendo negli occhi della compagna l'intenzione di gettarsi nel pericolo per salvare il giovane umano. Il Re strusciò la testa contro quella di Sarabi -Sta attento…- riuscì a dire questa con voce incrinata, -Non aver paura, vai da Simba, anche lui sarà spaventato. Ritornerò sano e salvo con Morani, sempre ammesso che non abbia già raggiunto la Rupe- disse il grande leone cercando di consolare la compagna. Poi si diresse verso il fronte di fuoco, mentre le leonesse raggiungevano la Rupe dei Re.
    Morani balzò serrando gli occhi oltre il muro di fuoco, sentì il calore sulla sua pelle, ma non si ustionò, purtroppo lo strato di fango, che fin ora si era prestato ottimamente come protezione, si asciugò e cominciò a staccarsi, esponendo la pelle. Morani pensò che la maniera migliore per uscire da quella bolgia infernale era andare contro il vento, avrebbe raggiunto il fronte dell'incendio e ne sarebbe uscito. Sempre ammesso di riuscire a non arrostirsi prima.
    Continuò ad avanzare celermente tra tronchi abbattuti, fiammate e ondate di scintille, attraversò il fumo denso, ormai non riusciva quasi più a respirare, davanti a lui c'era un'albero che era caduto su una roccia, troppo alto da scavalcare, al di sotto lo spazio era ristretto ma non poteva andare sul sottile, si slanciò e scivolo al di sotto del tronco in fiamme, stavolta il calore fece male, come minimo si ustionò una spalla.
    Rimessosi in piedi, dolorante e allo stremo, si guardò intorno: non vedeva altre scappatoie, solo fuoco e fiamme. Per la prima volta il suo cuore fu attanagliato da vero terrore. Mai aveva provato una sensazione del genere, nè nelle sue battaglie, nè precipidando con l'aereo, nè in nessun altro caso. Nell'impeto degli eventi, non aveva mai pensato alla morte, o al dolore, ma stavolta, bloccato nella trappola di fuoco, senza una sola scappatoia, ebbè il tempo di rendersi conto del pericolo, ebbè il tempo di affrontare l'ineluttabile.
    Il suo cuore accellerò i battiti, le pupille si dilatarono non sapeva cosa fare, non riusciva a pensare, non era mai andato nel panico in tutta la sua vita, ora una delle grandi debolezze umana piombò sulla sua testa come la Spada di Damocle. La sua prontezza d'animo fallì quel giorno.
    Eppure inaspettata come un fulmine scaturito dal nulla in un cielo sereno, una scintilla si accese dentro di lui, una riscossa dalla parte più intima del sue essere. Strinse gli occhi, il suo sguardo tornò feroce "Io non posso morire… non qui… non così…" si disse, in un turbinio di emozioni, i suoi sogni, i suoi affetti, i suoi demoni, il suo orgoglio e la sua furia si liberarono -Io sono Morani. Io sono Kleodaimos figlio di Calliope! IO POSSO CAMBIARE ANCHE IL DESTINO!!!- ruggì al cielo sfoderando la sua lama. Quando un'anima si spezza davanti alla disperazione, o crolla o rinasce più forte. L'anima di Morani era rinata.
    L'uomo alzò il coltello e poi l'affondo con forza nel terreno mentre il vortice di fuoco si stringeva su di lui.

    spero davvero che vi sia piaciuto, Morani per un attimo si è spezzato, e nell'attimo è tornato più forte nello spirito!
    fatemi sapere :D
     
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    Urka Mazurka Abracadurka!!!!

    Fiamme, dramma psicologico e pathos!
    HURRAGARRANICO!!!
     
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