The Warrior in the Kaos

what if... e se un umano cambia le sorti delle terre del branco?

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  1. somoya
     
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    ecco la seconda parte del terzo capitolo

    chapter 3( the streght of heart) parte 2

    Doveva fare una scelta.
    Morani girò la testa a destra e sinistra senza scorgere nessun guado, si avvicinò al punto in cui il fiume era meno largo giudicandolo adatto <<non sarà più largo di sette o otto metri, non dovrebbe essere un problema.>>; per precauzione tagliò un ramo che spuntava dal terriccio umido, il ramo era nodoso, ma abbastanza dritto e robusto ed era soprattutto lungo, un po’ meno sei piedi, quanto l’altezza stessa di Morani, quest’ultimo legò il suo coltello sulla punta del ramo, facendo uso delle stringhe delle sue scarpe.
    Realizzata la rudimentale lancia si avvicinò al fiume, raccolse una grossa pietra e la scagliò in un punto del fiume lontano da lui, l’acqua dove arrivò la pietra ribolli: dei grossi coccodrilli abitavano il fiume, i suoi timori erano fondati.
    Quell’attimo di confusione era il momento adatto, Morani prese un grande respiro e si tuffò nel fiume con l’arma nella mano sinistra, nel giro di quattro secondi raggiunse l’altra sponda, ma, prima che riuscisse a uscire completamente dall’acqua, una forza invisibile lo trattenne per la gamba destra e, con uno strattone, lo trascinò sul fondo del fiume.
    Il grosso coccodrillo del Nilo non era caduto nel tranello di Morani, che ora era in serio pericolo, una grande massa d’acqua scura lo sovrastava, ne bevve molta, i sensi gli si intorpidirono, era prossimo alla fine; ma non era il suo momento: non sarebbe morto cosi, dimenticato nel tempo come uno dei tanti esseri che hanno vagato su questa terra.
    Il tempo era contro di lui, entro pochi secondi il bestione preistorico avrebbe compiuto il “giro della morte”, strappandogli la gamba; Morani tornò lucido, il tempo per pensare era finito, il cuore pulsava forte diffondendo l’adrenalina nel corpo, una nuova ira feroce, mai provata prima si fece largo nella sua anima, strinse la lancia con entrambe le mani e affondò la lama lunga e larga, trapassando la dura corazza scagliosa, nella testa affusolata del coccodrillo, una, due, tre volte, finche questo allentò la presa sulla gamba e si abbandonò, nell’acqua torbida, senza vita.
    Morani, liberatosi scalciando, nuotò alla massima velocità fino a riva, risalì con poche falcate la ripida scarpata, li si gettò nella terra erbosa ansimando forte e sputando acqua; in breve il suo battito tornò regolare e cominciò a percepire il dolore, si esaminò la gamba, era stato morso all’altezza del polpaccio e sette buchi profondi segnavano la gamba, in uno di questi era rimasto un dente, Morani lo strappò e lo mise dentro i jeans neri e strappati, era la prova della sua vittoria, il suo primo sangue in Africa, anche se avrebbe voluto evitarlo.
    Si sporse a guardare il fiume, gli altri coccodrilli stavano banchettando con le carni del loro compagno ucciso; Morani decise che non aveva più niente da vedere, si alzò, dolorante, e si accorse che era arrivato in una ricca savana e disse <<be, il gioco valeva la candela, qui non morirò certo di fame!>> una grande mandria di zebre si muoveva a qualche kilometro di distanza.
    Prima di pensare a qualunque approccio di caccia doveva pensare alle ferite, cercò tra le piante quella che gli serviva, dopo una decina di minuti di ricerca trovò un’agave, ne strappò una foglia e la aprì in due, spalmò il succo sulle ferite e all’interno di esse, li levò la maglietta e la usò per fasciarsi la gamba; infine decise che era tempo di rifornirsi di calorie e partì di corsa verso la mandria che aveva visto a Est.
    Morani fece presto ad arrivare dove la mandria si era fermata per brucare tranquillamente, già si leccava le labbra quando delle leonesse scattarono dai loro nascondigli, facendo fuggire le zebre e allontanandole da lui.
    Ora era di nuovo frustrato, la sfortuna sembrava perseguitarlo, ma, ad un certo punto vide qualcosa: due leonesse sdraiate sotto un’acacia guardavano verso la mandria in allontanamento, le osservò con attenzione, una era scura, l’altra un po’ meno, quest’ultima si girò verso di lui guardandolo con dei profondi occhi arancioni, stupita, lei si alzò sulle zampe, a quel punto Morani si accorse che era incinta, ma soprattutto vide un’enorme bufalo che stava nascosto alle spalle delle leonesse, pronto a caricare.
    Qualcosa nel cuore di Morani gli disse di correre più veloce che poteva verso le leonesse.



    nei prossimi giorni cercherò di postare il quarto capitolo, mi scuso fin da ora per eventuali ritardi, tra problemi con la chiavetta e professori che mi braccano non trovo mai il tempo

    Edited by Somoya - 9/10/2012, 13:50
     
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314 replies since 28/2/2012, 11:50   6998 views
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